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Autore: alessia21685    03/04/2011    19 recensioni
Cosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?
Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?
Quando l'amore e la passione sono così forti da strapparti l'anima, anche il bene e il male si mescolano, al punto da non riuscire più a discernere l'uno dall'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Questa è la mia prima Fanfiction...quindi siate clementi!! :)
è una Tom x Hermione... lo so che l'idea è strana...ma spero che possa comunque piacere a qualcuno... 
detto questo buona lettura!
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Take my heart, take my soul...
Take everything I am.



Capitolo 1 : Lacrime d'odio

Le lacrime rigavano il viso pallido della ragazza,appoggiata contro il freddo muro di pietra accanto alla finestra del dormitorio delle ragazze.

Hermione lo sapeva, che piangere non sarebbe servito a nulla.

Non sarebbe servito a riportare in vita Silente, non sarebbe servito a cancellare  il terrore che sempre più rapidamente stava inghiottendo tutto il suo mondo.

Ma soprattutto, le lacrime non avrebbero potuto cancellare la decisione che ormai aveva preso, e che dopo la morte del Preside, era ormai l’unica decisione possibile.

Si asciugò il viso bagnato con la manica della divisa scolastica, lo sguardo fisso sul sole che tramontava sulla foresta proibita.

La sua mente vagò indietro, alla sera di pochi giorni prima, quando aveva parlato con Silente per l’ultima volta.  Il ricordo le sembrava incredibilmente lontano, come se fosse accaduto epoche fa, e non poche ore prima della notte in cui Silente…

L’ennesimo singhiozzo scosse il suo corpo stanco, mentre con lo sguardo perso nel vuoto, ricordava.


Aveva percorso agitata la strada fino all’ ufficio del preside, la mano stretta attorno al rotolo di pergamena che le era stato consegnato da una ragazza del secondo anno, e nella quale c’era scritto in una elegante grafia scarlatta che era richiesta la sua presenza per un colloquio privato, alle otto e mezzo di sera, nell’ufficio di Silente.

 Non capiva il motivo di quella convocazione, fino ad allora era sempre stato Harry, ad essere chiamato dal preside per colloqui e ‘lezioni’ segrete.

Arrivata davanti alla porta dell’ufficio esitò, prese un bel respiro e bussò.

“Avanti!” le rispose una voce gioviale.

Quando aprì la porta vide Silente in piedi, di spalle, intento a scrutare qualcosa attraverso la finestra, dalla quale penetrava la flebile luce del crepuscolo.

Quando si voltò, la luce tremolante delle candele illuminò il suo volto , piegato in uno stanco, forzato sorriso.

Sembrava terribilmente invecchiato, le rughe attorno ai suoi occhi preoccupati più marcate.

“Oh, buonasera signorina Granger.” Esclamò facendole cenno di sedersi.

“Buonasera Preside, ho ricevuto…” rispose lei tutto d’un fiato, ma Silente la anticipò.

“…la mia lettera di convocazione, lo so.”

Hermione si sedette, un po’ a disagio. Non le era mai capitato di stare da sola in quell’ufficio con Silente.

I precedenti presidi di Hogwarts la scrutavano di sottecchi dai quadri appesi alle pareti, facendo finta di dormire, e lei si sentiva terribilmente osservata.

“Credo che la mia improvvisa convocazione  deve averle messo una grande curiosità addosso…” Silente si interruppe bruscamente “ oh, ma che maleducato…gradirebbe una tazza di tè?” Mormorò  guardandola con i suoi azzurri occhi gentili.

“No…grazie.” Balbettò lei, stupita da quella domanda così normale da sembrare fuori posto in quel frangente.

“Si, suppongo che l’abitudine di offrire del tè a tutti sia tipica di noi vecchi.” Rispose lui con un sorriso sornione.

Poi, il suo viso tornò serio, come se si fosse ricordato di qualcosa di molto spiacevole.

“Vede signorina Granger, sarò breve. L’ intelligenza e l’ arguzia che ha sempre dimostrato da quando la conosco, non potrà non portarla alla conclusione che, se l’ho convocata qui a quest’ora, e in gran segreto per di più , il motivo deve essere importante.”

 Hermione sentì un fiore di apprensione sbocciarle nel petto.

“Lei sicuramente, in quanto migliore amica di Harry Potter, sarà già al corrente delle informazioni alle quali siamo giunti,io ed Harry durante i nostri incontri. Mi riferisco, ovviamente, alla creazione degli Horcrux, da parte di Lord Voldemort.”

La ragazza annuì, stringendo le mani a pugno.

Era ancora incredula di quello che Harry aveva scoperto. Il professor Lumacorno aveva dato imprudentemente delle informazioni sugli Horcrux vitali al giovane Voldemort, ed egli le aveva sfruttate per creare non uno, ma bensì sei Orcrux. Aveva lacerato la sua anima in sette, ben sette parti!

Hermione rabbrividì .

“E sarà anche al corrente, insieme al signor Weasley, che ora la missione di Harry, la nostra missione, sarà quella di scovare gli altri Horcrux, e distruggerli.”

“Si, signore. Harry ci ha raccontato tutto. E noi siamo pronti a seguirlo. Non lo abbandoneremo nel momento in  cui ha più bisogno di noi.”

Il preside sospirò, guardando apparentemente nel vuoto, come se pensasse tra sé.

“Ci ho pensato molto, signorina Granger, da quando sono tornato dal mio ultimo viaggio. Da quando ho trovato qualcosa , che ora le mostrerò.” Così dicendo aprì un cassetto dalla sua scrivania, e ne estrasse una scatola di legno scuro. Mentre la apriva con grande delicatezza , continuò. “Ho pensato molto al modo, in cui questa mia scoperta potesse tornarci utile, e oggi forse, l’ho trovato”.

Girò la scatola aperta sul tavolo, rivolta verso Hermione, e lei poté vedere che all’interno, adagiata sul velluto rosso porpora, stava un medaglione dorato con all’interno una piccola clessidra.

“Una giratempo!” esclamò Hermione. “Ma io… credevo che fossero state tutte distrutte l’anno scorso! Durante l’incursione al ministero!”

Silente sorrise,con una pacata aria trionfante.

“Mi spiace contraddirla ,ma questo è errato due volte.

Errato in  primo luogo,anche se solo in parte,  perché questa non è una semplice giratempo.

Normalmente ci si aspetta che una giratempo  porti indietro il tempo di qualche ora, al massimo giorni.

Questa è una delle poche, forse l’unica mi azzarderei a dire, che può andare a ritroso, o avanti, nel tempo di anni, addirittura decenni.

Ed è errata la sua ultima affermazione, in quanto come vede, sono riuscito a salvare questo unico esemplare di giratempo, che non era custodito al ministero, ma in un luogo haimè, assai più sgradevole da visitare.”

Hermione fissava sgomenta il medaglione adagiato nella scatola,guizzi di luce danzavano sulla catena dorata al quale era attaccata.

“Ma… se può portare indietro così tanto nel tempo…” balbettò la ragazza meditando sul significato di quella scoperta straordinaria.

“Vedo con piacere che anche lei sta cogliendo l’occasione unica, che questo ritrovamento può donarci.

È la possibilità di colpire Voldemort su due fronti. Se Harry  dovesse fallire, se fosse in seria difficoltà nella ricerca degli Horcrux, noi avremo una seconda speranza. L’occasione di sconfiggere l’Oscuro Signore prima che egli sia diventato invulnerabile.”

Nonostante le parole enigmatiche del preside, Hermione già intuiva quello che le avrebbe chiesto. Anche se avrebbe dato qualsiasi cosa, per sbagliarsi al riguardo.

“Lei mi sta chiedendo…”

“Di estirpare il Male alla radice, si.”

La ragazza deglutì, un sudore freddo le colava lungo la schiena.

Così i suoi timori erano fondati.

Silente voleva che lei tornasse indietro nel tempo, per porre fine all’ascesa – e probabilmente anche alla vita- del giovane Voldemort, o forse, avrebbe dovuto dire, del giovane Tom Riddle, come si faceva chiamare allora.

Se fosse riuscita nell’intento,la guerra sarebbe stata vinta, anzi, non sarebbe mai neanche iniziata, dato che non sarebbe mai esistito Lord Voldemort.

Capiva che quella era un’occasione unica. Ma perché, perché proprio lei? Perché non Harry?

Quasi leggendogli nel pensiero, Silente continuò.

“Harry Potter è il bambino che è sopravvissuto. L’eletto, secondo la Profezia -anche se personalmente, non ho mai creduto molto nella scienza della Divinazione- ed è l’unico che può sconfiggere Lord Voldemort nel nostro tempo.

Ma nel 1942 la profezia non era stata ancora pronunciata. Il Signore Oscuro era ancora giovane,vulnerabile.

Non possiamo permetterci di sbagliare. Come dicevo la battaglia sarà combattuta su due fronti, se lei dovesse fallire, avremmo sempre Harry, la nostra speranza per il futuro.

Ma se invece fosse  Harry a fallire , sarà lei, signorina Granger la nostra speranza. La nostra speranza nel passato.”

Hermione annuì, lo stomaco che le si contorceva.

“Non posso portare…Ronald Weasley con me vero?” Chiese in un sussurro .

“Credo che purtroppo non sarà possibile. Non solo Ronald sarà indispensabile ad Harry nei giorni che verranno, ma la sua missione, signorina Granger, è e deve assolutamente rimanere segreta.”

Anche l’ultimo filo si speranza abbandonò il cuore di Hermione.

Sola. Sarebbe dovuta andare da sola, affrontare il futuro mago più Oscuro di tutti i tempi, e sperare di rimanere in vita per raccontarlo. Assurdo. Se Silente le aveva chiesto questo, vuol dire che in realtà, le possibilità che Harry sconfiggesse Voldemort una volta per tutte erano davvero scarse, e che la situazione era davvero disperata. Lei era l’ultima spiaggia.

“Quindi dovrò andare indietro nel tempo… nell ‘anno?” Chiese con un filo di voce.

“1942. Al primo di settembre, l’inizio dell’anno scolastico. Il quinto anno, per Tom Orvoloson Riddle, e  faremo in modo che sia quello che frequenterà anche lei signorina Granger.”

Il quinto anno! Avrebbe dovuto ripetere il quinto anno! Ripetere i GUFO!

Un nodo le bloccò la gola.

“Questo perché sarà più facile avvicinarsi a Riddle, se frequenterà gli stessi suoi corsi. Sempre per questi motivo, le consiglierei anche di fare in modo di convincere il cappello parlante perché la assegni alla casa dei Serpeverde, una volta giunta nel passato. Dovrà controllare tutti i movimenti di  Tom Riddle e scoprire i suoi punti deboli. La conoscenza del nemico è la prima regola in guerra.”

Oddio! Pure questa! Sarebbe diventata una Serpeverde? La casa che lei ,Harry e Ron avevano sempre disprezzato e visto come un covo di futuri maghi oscuri?

Strinse i denti. Non poteva cedere a queste stupide motivazioni, doveva farlo, che le piacesse o meno.

La vita di Harry, di Ron, e probabilmente di tutti i suoi amici e del mondo intero dipendeva da lei.

Sapeva che non sarebbe stato difficile farsi mettere nei Serpeverde dal cappello. Dopotutto, anche Harry le aveva confessato che era stato lui a chiedere al cappello di farsi assegnare alla casa dei Grifondoro, al suo primo anno.

All’improvviso un pensiero le balenò nella mente, come una scossa elettrica.

“Ma signore! Il 1942!Non è stato l’anno in cui la Camera dei Segreti è stata aperta?”

Silente si chinò sulla sedia, avvicinandosi a lei, e la guardò intensamente negli occhi.

“Come le ho già detto una volta, parecchio tempo fa, signorina Granger, se agirà correttamente, più di una vita potrà essere salvata.” E così dicendo le strizzò l’occhio.

 

 

D’un tratto Hermione si scosse dai suoi ricordi. Si ritrovava ancora nel dormitorio delle ragazze, la testa appoggiata al vetro della finestra, appannato dal suo respiro e dal calore del suo viso bagnato di lacrime.

Quelle erano state le ultime parole  che le aveva rivolto Silente. E ora Silente era morto.

Doveva farlo. Quella notte stessa.

Se prima aveva qualche dubbio, se  prima aveva paura, ora questi erano spariti dal suo cuore, dove le sembrava ci fosse ormai posto solo per due sentimenti: la tristezza e l’odio.

L’avrebbe fatto, avrebbe ucciso Voldemort, l’avrebbe annientato quando era ancora un arrogante bamboccio che non sapeva neanche smaterializzarsi.

E avrebbe vendicato Silente.Avrebbe vendicato tutti coloro che erano morti a causa della ferocia di quel mostro.

“Lo giuro” sussurrò tra i denti stringendo i pugni.


  
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