Ciao a
tutti!
Eccovi il capitolo conclusivo di questa fic.
Cavolo: è una
sensazione incredibile finire la mia prima fic, non so proprio che dire
se non
ringraziare tutti quelli che l’hanno letta e commentata e
sperare che
continuerete a seguire le prossime che scriverò.
Detto questo,
ecco a voi l’ultimo capitolo di questa storia.
Dopo due giorni di corsa, io e il
mio nuovo amico
arrivammo a casa e, ad accoglierci, trovammo la mamma e il nonno
preoccupatissimi: avevano fatto i salti mortali in quel periodo per
cercarmi ma
non ci erano riusciti.
In quel momento, però dovevo dire loro la verità
e
presentare Fenrir, che era rimasto fuori la porta ad aspettare una
risposta.
“Mamma, nonno” incominciai “Devo dirvi
una cosa” e, in
piedi davanti a loro, strinsi i pugni fino a farli sbiancare.
“Sappiamo tutto Sauron” rispose il nonno
comodamente
seduto su una poltrona del salotto “Il corso del tempo ci a
mostrato questo
momento la notte della tua nascita.
Sapevamo che avresti fatto una simile follia già da
molto tempo”.
“…” la mamma teneva lo sguardo basso e
le lacrime
scendevano dalle sue guance.
Nel vederla in quello stato, mi sentivo male, come
fossi un verme.
“E’ vero: ho fatto una follia, ma se era il mio
destino non potevo cambiarlo in nessun modo” dissi
“Tuttavia non ho rimpianti.
Partendo per il mio destino ho scoperto molte cose che prima ignoravo:
il
potere del mio spirito, l’eredità che mio padre mi
ha lasciato, il futuro che
mi attende, la forza che mi permette di mantenere
quell’umanità che considero
ancora più preziosa, ho rafforzato il mio credo, visto il
volto di mio padre e
scoperto di essere scelto dall’universo stesso; ho trovato un
nuovo amico e
l’ho liberato dal suo odio e portato con me.
So cosa sono diventato, ma non permetterò che le
persone cui tengo soffrano a causa mia: non me lo perdonerei mai.
Ciò che farò
sarà domare la mia maledizione e trasformarla per renderla
in un dono e, con
essa, spezzerò le maledizioni delle persone che
incontrerò.
È forse sbagliato desiderare questo?”
Il nonno si alzò dalla poltrona e mi si avvicinò:
“No
Sauron, non è sbagliato. Per rompere la maledizione di
qualcuno bisogna
comprendere che cosa questa provi e solo avendone una che ti grava
sulle spalle,
te lo può permettere. Anche io sono maledetto e posso capire
come ti senti: per
questo non posso rimproverarti e sono sicuro che capisci quello che
provo” e mi
abbracciò con tutto l’affetto che aveva per me.
Il nonno comprendeva bene come mi sentivo e dire altro
non sarebbe servito a niente: quell’abbraccio valeva
più di mille parole.
Quella che davvero dovevo convincere era la mamma: le
volevo un bene dell’anima e anche lei mi voleva bene, ma in
quel momento non
sapevo cosa stesse pensando.
Abbassai la testa e, mentre guardavo il pavimento,
dissi: “Se ti ho mai deluso, mi dispiace. Tu sei la mia mamma
e non posso ….”.
“Non dire altro” m’interruppe lei.
Alzai la testa e la vidi in piedi e ancora in lacrime,
ma vedevo i suoi occhi fissarmi con intensità; poi, dopo
interminabili momenti
di silenzio, s’inginocchiò davanti a me e mi
strinse a se.
“Tu sei il mio tesoro più prezioso piccolo
mio” dissi
mentre appoggiava la testa sulla mia spalla “Fin dalla tua
nascita, nonostante
avessi un mostro dentro, io ho continuato ad amarti e a rimanerti
vicino,
perché sono tua madre e nessuno ti conosce meglio di me e so
che sei una
persona nobile e gusta. Non importa se adesso sei un licantropo, io
sarò sempre
dalla tua parte e niente lo potrà cambiare”.
“Mamma!” dissi senza riuscire a trattenere le
lacrime
e la abbracciai “Sei la migliore che possa mai
esistere”.
Dopo quel momento, che durò per un tempo
interminabile, ci staccammo e sorridemmo.
A quel punto, mancava solo qualcuno che doveva unirsi
a noi, ossia Fenrir che fu accolto a braccia aperte dai miei e promise
che si
sarebbe preso cura di me e di tutte le persone a me care.
Da allora ricominciò la
mia vecchia vita, però con qualche
novità: il signor Gray divenne mio maestro e
m’insegnò a controllare le quattro
energie; il nonno e un suo amico mago m’insegnarono a
controllare i miei
poteri; Fenrir, ogni fine settimana, mi portava nelle foreste a ovest
del
Fantasy e mi fece conoscere lupi e altri animali. Tra questi ne
incontrai uno
che m’insegnò a seguire la voce della natura e a
muovermi sugli alberi come
fossi su una tavola da surf: quasi come Tarzan.
Anche il modo di guardarmi degli altri era cambiato:
da quando si era saputo che da solo avevo sconfitto alcuni pericolosi
Shad, che
ero un Sun’s Knight e un guerriero universale per giunta,
paura e odio furono
sostituiti dall’ammirazione. Le ragazze cominciavano a
girarmi attorno e a
provarci con me, ma Fenrir non era d’accordo e le allontanava
sempre dicendomi
sempre: “Ti ho fatto un favore!” ed io ridevo.
Passarono due anni, forse i più intensi che avessi mai
vissuto, alternati da momenti di gioia e di tristezza: tra questi
rientravano
le notti in cui mi trasformavo, perdendo completamente ragione e
coscienza. Per
evitare che facessi del male alle persone che avevo vicino, fu creato
uno
speciale sigillo che mi confinava in una barriera mistica fino
all’alba del
giorno dopo, impedendomi di fare del male agli altri.
Un giorno, l’altro ieri, mentre mi stavo allenando con
una tecnica di mia invenzione, mio nonno venne a chiamarmi.
“Sauron” mi disse “Il nostro re, Galax ti
ha
convocato. Devi presentarti immediatamente davanti a lui”.
“Galax? E chi sarebbe?” chiese Fenrir che non mi
perdeva mai di vista.
“E’ il re del Fantasy” gli risposi
“Non ho mai avuto
il piacere d’incontrarlo, ma se vuole parlarmi,
andrò subito da lui”.
“Allora andiamo!” disse Fenrir e, dopo che gli fui
salito in groppa, partì verso il castello del regno.
Era la prima volta in assoluto che
entravo nel
castello del Fantasy: era una costruzione dorata, piena di alte torri
che si
alzavano fino al cielo, sulle guglie rosse svolazzavano grandi bandiere
bianche
e immacolate.
“Che visione magnifica!” esclamai.
“Non c’è che dire” fece Fenrir.
Fummo raggiunti dalla zia Luce che
ci salutò con un sorriso
e ci condusse davanti al re.
Galax XII era un uomo magnifico, un degno re: era
alto, con capelli biondi e ben ordinati che incorniciavano un viso
sempre
giovanile illuminato da intensi occhi castani. Il suo vestiario era una
tunica
blu che scendeva fino alla vita, le gambe erano protette da
un’aderente
calzamaglia bianca, le braccia muscolose erano coperte da una camicia
riccamente decorata con merletti dorati, le sue spalle erano coperte da
un
lungo mantello rosso.
Nel trovarmi di fronte al re mi vergognai: non ero
assolutamente presentabile con scarpe da tennis nere, pantaloncini
bianchi
corti che lasciavano scoperte le ginocchia e una maglietta a
mezzamanica nera e
col simbolo dei Sandtimes sul petto, sudato e con peli di lupo addosso.
In quel momento sarei voluto sprofondare per la
vergogna, ma mi limitai a inginocchiarmi in segno di riverenza.
“Non inginocchiarti ragazzo mio” disse il re con
voce
solare “e non preoccuparti per il tuo abbigliamento:
l’abito non fa il monaco”
e sorrise.
“Colto nel segno”, fece Fenrir con una leggera
risatina.
“Fenrir!” esclamai imbarazzato.
“Non ti preoccupare, alzati: preferisco parlare con te
come una persona normale” disse Galax.
“Una persona normale?” ripetei. Per me quelle
parole
erano diventate vuote ormai: non ero più umano da due anni.
“So cosa stai pensando, ma ti sbagli” disse Galax
avvicinandosi a me “Essere un licantropo non significa essere
un mostro: vuole
dire essere una persona con una marcia in più; spetta alla
persona scegliere
quale ingranare” e mi toccò la spalla.
Lo guardai fisso senza dire una parola: ciò che aveva
appena affermato era una delle cose più belle che avessi mai
sentito. Era
davvero un grande re e sarei stato onorato di servirlo.
“Non c’è che dire” fece Fenrir
fissandolo intensamente
“Hai un carisma davvero eccezionale re Galax”.
“Ti ringrazio per il complimento nobile Fenrir” e
gli
sorrise.
“Smettila con tutte queste smancerie e passa al
sodo”
fece il lupo, voltandosi dall’altra parte.
“Giusto” e tornò a posare i suoi occhi
su di me
“Sauron ti ho fatto chiamare per darti
un’importante comunicazione”.
“Una comunicazione?” feci “Quale
sarebbe?”
“E’ giunto il momento che tu lasci il
Fantasy” disse.
“Cosa?” dissi sgranando gli occhi “Mi
state cacciando?”
“Assolutamente no!” disse abbassando leggermente il
sorriso “Tu sei un Sun’s Knight e i tempi sono
maturi perché tu possa
incontrare altri ragazzi che, come te, hanno avuto
quest’onore. Inoltre farai
la conoscenza di Nick e, se non sbaglio, è sempre stato il
tuo sogno
incontrarlo. Ora ne hai la possibilità”.
In quel momento le parole non bastavano a descrivere
il mio stato d’animo: guardavo il re con stupore e il suo
sorriso mi spiazzava
completamente.
“E così è tempo di andare a fare la
conoscenza degli
altri Sun’s Knights” disse Fenrir
“Chissà come sono”.
“Potrai chiederlo a Nick quando verrà a
prendervi”
rispose Galax.
Ci vollero un paio di secondi per
capire quello che re
Galax aveva appena detto, poi esplosi: “CHEEEEEE!
SARA’ PROPRIO NICK A VENIRMI
A PRENDERE? QUEL NICK”.
“E chi altri!” fece con un sorriso
“Sarà qui
dopodomani a mezzogiorno. Per allora fatti trovare pronto”.
Mettendomi sull’attenti feci:
“SIGNORSI’!” e cominciai
a incamminarmi verso la porta.
“Sei davvero cresciuto Sauron” mi disse dietro il
re.
Mi fermai un momento e tornai a fissarlo.
“Tu non te lo ricordi, ma io ti ho tenuto in braccio
quando avevi un anno” disse Galax “Dopo
“mamma” la tua prima parola è stata zio
e chiamasti me in quel modo. Da allora non ho più avuto modo
di rivederti, per
via dei vari impegni, ma non ho dimenticato il tuo piccolo sorriso.
Adesso, dopo quattordici anni ho avuto modo di rivederti
e sono contento di sapere che, nonostante ciò che hai
passato, non hai perso il
tuo sorriso. Sei cresciuto molto: per questo voglio farti due piccoli
regali”.
Lo fissai stupito e nuovamente senza parole: davvero
mi aveva preso in braccio quando ero solo un bambino? Il solo pensarlo
mi rese
felice e sorridendo annuii.
“Il primo regalo che voglio farti è
questo” e schioccò
le dita.
I miei vestiti s’illuminarono e cambiarono forma: era
apparso una cotta di maglia nera attraversata da fulmini dorati, sul
petto, con
un bianco acceso, era disegnato il simbolo dei Sandtimes. La cotta
arrivava
fino alla vita ed era chiusa da una cintura di pelle; dei lunghi jeans
neri
coprivano le mie gambe aderendovi perfettamente, un paio di scarpe nere
con una
linea rossa verticale ai lati coprivano i miei piedi; una camicia nera
e leggera
come la seta copriva il resto del mio corpo e, in aggiunta, un lungo
giubbotto
di pelle nera mi copriva le spalle.
Mi osservai stupito e ammirato da quel cambio
improvviso di vestiario. Mi voltai verso Fenrir e gli chiesi come stavo.
“Wow!” disse il lupo con un sorriso
“Farai strage di
cuori”.
“Noto che è di tuo gradimento, ne sono
contento” disse
re Galax “Quell’abito è fatto con un
materiale molto elastico e resistente,
inoltre è magico e può apparire e scomparire con
un semplice schiocco di dita.
Se poi guardi il tuo polso sinistro noterai un’altra
sorpresa”.
Alzai il braccio e notai un braccialetto bianco con
una piccola scatolina al centro.
“Questo è un porta tutto magico” dissi
stupito “Può
contenere qualunque cosa senza che se ne senta il peso”.
“Esattamente” rispose Galax “Anche Nick
ne ha uno
identico: ti sarà molto utile credimi. Adesso passiamo al
secondo regalo, vieni
con me” e si diresse verso l’uscita.
Io e Fenrir seguimmo Galax per molte stanze del
palazzo, osservando tutti gli oggetti che contenevano.
Alla fine entrammo in una stanza spoglia e in penombra
e ci dirigemmo verso il fondo, dove si trovavano una serie di statue
raffiguranti animali con in bocca degli strani amuleti.
Galax si avvicinò a una di esse e prese l’amuleto,
dopodiché me lo diede.
“Questo amuleto è un sigillo magico della natura,
ti
proteggerà da ciò che nascondi dentro e, in un
futuro prossimo, ti permetterà
di domarlo completamente. Indossalo e portalo sempre con te”.
Osservai l’amuleto: era una piccola gemma gialla
chiusa dentro un pendaglio rotondo su cui era disegnato un lupo. Non
capivo a
cosa mi sarebbe servito, ma era un regalo del re e non potevo
rifiutarlo, così
lo indossai.
“Adesso vai pure Sauron, ci rivedremo tra due giorni.
Porta i miei saluti a tua madre”.
“Con immenso piacere re Galax” dissi con un inchino
“E
grazie ancora” dopodiché mi voltai e me ne andai
insieme a Fenrir.
Tornai a casa e informai mamma e
nonno: pensavo che
avrebbero detto no, ma mi dettero la loro benedizione.
“Il tuo destino non si realizzerà qui ragazzo
mio”
disse il nonno “Solo viaggiando potrai realizzare il tuo
sogno, ma non temere
non sarai da solo”.
“Si piccolo mio” disse mamma “Nella
dimensione in cui
andrai, incontrerai molti amici che ti apprezzeranno per quello che sei
realmente e, se il destino vorrà, vedrai anche tuo
padre”.
“Se questo deve essere il mio destino, lo coglierò
al
volo” dissi “realizzerò il mio sogno e
aiuterò anche i miei futuri amici con il
proprio”.
“Che stiamo
aspettando” disse Fenrir “Andiamo a
prepararci”.
“Sì!” dissi e andai nella mia stanza a
preparare i
bagagli.
Prima di partire, decisi di andare nel posto che segnò
la mia vita: l’altopiano dell’eroe.
Il giorno della partenza mi alzai di buon’ora e, senza
svegliare nessuno, andai lì e mi sedetti affianco
dell’albero su cui era stata
intagliata la promessa di due innamorati.
Osservai il cielo e ripercorsi tutti i momenti della
mia vita, dai più belli ai più brutti e pensai
che non tutti mali vengano per
nuocere.
“Stai riflettendo su qualcosa di particolare?” mi
chiese Incanto apparsomi dietro.
“Un po’ a tutto” risposi “Tutto
quello che ho passato
in questi anni, mi ha aiutato a capire un sacco di cose e a sollevare
molti
dubbi”.
“Dubbi di che tipo?”
“Per esempio il motivo per cui tu mi hai scelto come
padrone”.
“Capisco!” disse chiudendo gli occhi “Non
c’è un
motivo preciso: si sceglie il proprio padrone per il suo
cuore”.
“E nel mio che hai visto?”
“In una parola: la speranza per un mondo migliore. Ci
sono molte altre persone che hanno questo grande potere nel cuore e
sono sicuro
che le incontrerai durante questo tuo nuovo viaggio”.
“Lo spero anch’io” risposi.
“Cambiando argomento, ti sei sentito con Selen?”
“Sì” risposi “Le ho raccontato
le mie peripezie e lei
ha sorriso. Mi ha augurato buona fortuna e spera di rivedermi un giorno.
Sarà difficile poterla risentire”.
“Prima o poi vi rincontrerete” disse Incanto
“Forza
adesso! È il momento di andare”.
“Sì!” e mi alzai “Lo prometto:
quando tornerò qui,
sarò un eroe e andrò a trovarla insieme ai miei
futuri compagni” tirai un lungo
respiro e poi tornai a casa.
Quando rincasai, vidi che mamma e
Fenrir stavano
parlando e mi limitai a salutarli e poi mi diressi in camera mia.
Aprii la porta della mia camera sapendo che era l’ultima
volta che vi sarei entrato: presi tutto quello che mi serviva e lo misi
nel mio
porta tutto.
Presi la cornice che mi raffigurava insieme a Selen e,
dopo averla baciata, la misi insieme alle altre cose: me la sarei
portata
sempre con me come il mio più grande tesoro e non
l’avrei mai lasciata, questa
è un’altra promessa che manterrò per
sempre.
Adesso mi trovo seduto insieme a
Fenrir sul pavimento
di legno del cosiddetto palazzo dell’Hokage e sto aspettando
che mi chiamino
per presentarmi ai ninja di Konoha.
Se vi state chiedendo per il viaggio, non è stato
niente di speciale: arrivato al castello, ho stretto la mano al mio
idolo,
salutato i miei e re Galax e poi ho attraversato un portale
spazio-dimensionale
che mi ha portato qui.
“Entra” mi dice una voce.
“E’ il momento!” mi dice Fenrir.
“Sì! Si va in scena!” e mi alzo.
Chi sono io? Io sono Sauron Folgore Sandtimes: sono il
figlio di Kaeleena Sandtimes e di Itachi Uchiha, Sun’s Knight
di Incanto di
Folgore cavaliere della luna, sono un tracciatore, il guardiano di
Fenrir lupo
dell’abisso, forza portante della parte oscura del Kyuubi e
un licantropo.
Il mio soprannome è “il Lupo” e il mio
sogno è
diventare un eroe che porta speranza e spezza le maledizioni degli
altri.
Da adesso in poi, il mio cammino ha inizio e la porta
del futuro si è finalmente aperta in una calda luce che
illumina la via. Questa
è la strada di un eroe.
FINE
Angolo
dell’autore: saluto
finale.
Tutti
quanti: “Evviva!”
Io: “Che felicità! Ho
completato la mia prima storia. Non ho parole per descrivere come mi
sento
dentro”.
Yaphisan (mi passa un
bicchiere di champagne): “Pensa solo a festeggiare figliolo,
prendi!”
Io: “Grazie! Salute!”
Tutti (alzano i
bicchieri): “Salute!”
Sauron
e un po’ giù di
morale e mi avvicino.
Io: “Cos’è quella faccia?”
Sauron (alza la testa): “Il
fatto che adesso dovrò aspettare moltissimo prima di
comparire nella storia
principale. La cosa mi deprime”.
Io (gli metto una mano
sulla spalla): “Non ti preoccupare, non sarai fuori gioco per
molto tempo. Ho già
in mente una nuova storia in cui comparirai insieme a nuovi
amici!”
Sauron: “Davvero?”
Io: “Certo! Dammi un
mesetto per organizzare le idee e scrivere una bozza dei primi capitoli
e
ricomparirai alla grande. Ti avviso che non sarai solo tu il
personaggio
principale”.
Sauron (pugno alzato): “Non
ha importanza! Se ricomparirò più fico di adesso
e con un sacco di amici, sono
già al colmo della gioia”.
Io: “Ottimo!”
Si
avvicinano Fenrir e
Selen: “E noi?”
Io: “Anche voi comparirete
in questa nuova storia. Tu Selen sarai insieme ad un gruppetto di
maghi, tu
Fenrir sarai un amico da ritrovare”.
Fenrir (col broncio): “Protesto!
Se non sto in compagnia di Sauron non ci sto”.
Io: “Ci starai,
tranquillo!”
Fenrir: “Mi sa che dovrò
aspettare la fine di tutto, prima di poter ricomparire”.
Io: “No, solo la metà!”
Sauron e Selen: “Che
bello! Ci ritroveremo tutti insieme”.
Arancio:
“Ehi! Guarda che
non mi va di stare ad aspettare fino alla terza stagione della tua
storia. Vedi
di fare qualcosa”.
Io: “Tranquillo Ichigo
anche tu comparirai insieme ai tuoi amici”.
Arancio: “Aspetta! Mi hai
chiamato per nome? Perché cazzo l’hai
fatto?”
Io: “Mi è scappato! Non
temere: fra poco potrai usarlo tutte le volte che vorrai”
Arancio(sorriso
compiaciuto): “Ottimo! Non vedo l’ora di fare la
mia entrata”.
Gom: “Shishishi! Comparirò
pure io?”
Io (pensieroso): “Sto
ancora decidendo, ma ti farò sapere presto!”
Naruto (si fionda): “E io?
Una storia non è tale senza di me!”
Scimmione: “Urka! C’è la
possibilità che anche io compaia?”
Viene anche un ragazzo con
lunghi capelli bianchi e delle curiose orecchie di cane: “Ha!
Se non ci sono
anche io, non se ne fa niente. Modestia a parte sono il
migliore”.
Sauron – Naruto – Ichigo: “Stai
zitto e a cuccia!”
Il ragazzo con le orecchie
di cane finisce faccia a terra e i tre se la ridono.
Io (mi piego ad aiutarlo):
“Tutto bene Inuyasha?”
Inuyasha (esplode): “BASTARDI!”
ed è rissa tra i quattro.
Gom: “Ci sono anch’io!” e
si getta nella mischia.
Arriva un uomo alto con un
cappello rosso in testa e una giacca dello stesso colore e con un
sorriso accattivante:
“Spero che ci sarò anch’io in questa
nuova storia. L’idea di dover aspettare
fino alla seconda e poi la terza stagione mi da il nervoso”.
Io: “Certamente che
comparirai Alucard! Sarai una delle punte di diamante della nuova
storia”.
Alucard (sorride ancora di
più): “Molto bene! Allora vado a prepararmi per
fare un paio di massacri” e se
ne va.
Selen (agitata): “Davvero
comparirà anche lui? Mi fa paura!”
Fenrir: “Tranquilla ti
proteggo io da lui. Gli amici di Sauron sono i anche i miei amici.
E VOI SMETTETELA DI’
MENARVI E’ UNA FESTA NON UNA RISSA!”
I cinque smettono e
abbassano la testa: “Scusa!”
Io:
“Ovviamente faranno la
loro comparsa altri personaggi, oltre a voi ma preferisco sorprendere i
lettori
se ci riesco. Inoltre ho in mente qualche altra storia: devo solo
trovare il tempo
di scriverle. Tranquilli ragazzi, non vi farò aspettare
troppo!”
Gom: “Shishishi! Non vedo
l’ora!”
Sauron – Naruto - Ichigo –
Inuyasha - Scimmione: “Neanche io e sarò il
migliore!” e alzano il pugno.
Io
(rivolto a voi
lettori): “Lettori e Lettrici abbiate un po’ di
pazienza e molto presto potrete
leggere delle nuove storie che vi faranno emozionare come non mai.
Augurandomi di ritrovarvi
numerosi, vi do appuntamento alla prossima storia. Grazie di tutto e
che Dio vi
benedica. Salute!”
Tutti: “Salute!”
Il
saluto ve
l’ho fatto. Non preoccupatevi per la storia principale:
continuerà ad avanzare
senza interruzioni e, prima che ve ne possiate rendere conto,
sarà piena di
nuovi personaggi e avventure.
Come
promesso,
ecco a voi le storie che hanno ispirato il personaggio di Sauron:
1)
Naruto;
2)
Underworld;
3)
Fate stay night;
4)
Bleach;
5)
Hellsing.
A
questo
punto vi saluto e ringrazio ognuno di voi, vecchi e nuovi lettori, per
aver
seguito questa storia e avermi dato la soddisfazione di scriverla.
Ciao e grazie
di tutto!