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Autore: nick nibbio    11/04/2011    2 recensioni
Salve a tutti, chiunque siate: mi chiamo Sauron Folgore Sandtimes e mi chiamano il Lupo, ma chiamatemi semplicemente Sauron.
Questa è la storia di uno dei più importanti tra i Sun's Knights.
Un ragazzo con tanti segreti che cercherà di realizzare un sogno impossibile e porre fine alla maledizione che grava su entrambi clan dai quali discende.
Dal capitolo 8 in poi, la storia è inserta nel genere Crossover: visto che in essa si mescolano elementi di varie storie. Buona lettura a tutti voi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13. Verso un nuovo inizio

Ciao a tutti! Eccovi il capitolo conclusivo di questa fic.
Cavolo: è una sensazione incredibile finire la mia prima fic, non so proprio che dire se non ringraziare tutti quelli che l’hanno letta e commentata e sperare che continuerete a seguire le prossime che scriverò.
Detto questo, ecco a voi l’ultimo capitolo di questa storia.

 

 

 

 

Dopo due giorni di corsa, io e il mio nuovo amico arrivammo a casa e, ad accoglierci, trovammo la mamma e il nonno preoccupatissimi: avevano fatto i salti mortali in quel periodo per cercarmi ma non ci erano riusciti.
In quel momento, però dovevo dire loro la verità e presentare Fenrir, che era rimasto fuori la porta ad aspettare una risposta.
 

“Mamma, nonno” incominciai “Devo dirvi una cosa” e, in piedi davanti a loro, strinsi i pugni fino a farli sbiancare.
“Sappiamo tutto Sauron” rispose il nonno comodamente seduto su una poltrona del salotto “Il corso del tempo ci a mostrato questo momento la notte della tua nascita.
Sapevamo che avresti fatto una simile follia già da molto tempo”.
“…” la mamma teneva lo sguardo basso e le lacrime scendevano dalle sue guance.
Nel vederla in quello stato, mi sentivo male, come fossi un verme.
“E’ vero: ho fatto una follia, ma se era il mio destino non potevo cambiarlo in nessun modo” dissi “Tuttavia non ho rimpianti. Partendo per il mio destino ho scoperto molte cose che prima ignoravo: il potere del mio spirito, l’eredità che mio padre mi ha lasciato, il futuro che mi attende, la forza che mi permette di mantenere quell’umanità che considero ancora più preziosa, ho rafforzato il mio credo, visto il volto di mio padre e scoperto di essere scelto dall’universo stesso; ho trovato un nuovo amico e l’ho liberato dal suo odio e portato con me.
So cosa sono diventato, ma non permetterò che le persone cui tengo soffrano a causa mia: non me lo perdonerei mai. Ciò che farò sarà domare la mia maledizione e trasformarla per renderla in un dono e, con essa, spezzerò le maledizioni delle persone che incontrerò.
È forse sbagliato desiderare questo?”
Il nonno si alzò dalla poltrona e mi si avvicinò: “No Sauron, non è sbagliato. Per rompere la maledizione di qualcuno bisogna comprendere che cosa questa provi e solo avendone una che ti grava sulle spalle, te lo può permettere. Anche io sono maledetto e posso capire come ti senti: per questo non posso rimproverarti e sono sicuro che capisci quello che provo” e mi abbracciò con tutto l’affetto che aveva per me.
Il nonno comprendeva bene come mi sentivo e dire altro non sarebbe servito a niente: quell’abbraccio valeva più di mille parole.
Quella che davvero dovevo convincere era la mamma: le volevo un bene dell’anima e anche lei mi voleva bene, ma in quel momento non sapevo cosa stesse pensando.
Abbassai la testa e, mentre guardavo il pavimento, dissi: “Se ti ho mai deluso, mi dispiace. Tu sei la mia mamma e non posso ….”.
“Non dire altro” m’interruppe lei.
Alzai la testa e la vidi in piedi e ancora in lacrime, ma vedevo i suoi occhi fissarmi con intensità; poi, dopo interminabili momenti di silenzio, s’inginocchiò davanti a me e mi strinse a se.
“Tu sei il mio tesoro più prezioso piccolo mio” dissi mentre appoggiava la testa sulla mia spalla “Fin dalla tua nascita, nonostante avessi un mostro dentro, io ho continuato ad amarti e a rimanerti vicino, perché sono tua madre e nessuno ti conosce meglio di me e so che sei una persona nobile e gusta. Non importa se adesso sei un licantropo, io sarò sempre dalla tua parte e niente lo potrà cambiare”.
“Mamma!” dissi senza riuscire a trattenere le lacrime e la abbracciai “Sei la migliore che possa mai esistere”. 
Dopo quel momento, che durò per un tempo interminabile, ci staccammo e sorridemmo.
A quel punto, mancava solo qualcuno che doveva unirsi a noi, ossia Fenrir che fu accolto a braccia aperte dai miei e promise che si sarebbe preso cura di me e di tutte le persone a me care.

 

 

Da allora ricominciò la mia vecchia vita, però con qualche novità: il signor Gray divenne mio maestro e m’insegnò a controllare le quattro energie; il nonno e un suo amico mago m’insegnarono a controllare i miei poteri; Fenrir, ogni fine settimana, mi portava nelle foreste a ovest del Fantasy e mi fece conoscere lupi e altri animali. Tra questi ne incontrai uno che m’insegnò a seguire la voce della natura e a muovermi sugli alberi come fossi su una tavola da surf: quasi come Tarzan.
Anche il modo di guardarmi degli altri era cambiato: da quando si era saputo che da solo avevo sconfitto alcuni pericolosi Shad, che ero un Sun’s Knight e un guerriero universale per giunta, paura e odio furono sostituiti dall’ammirazione. Le ragazze cominciavano a girarmi attorno e a provarci con me, ma Fenrir non era d’accordo e le allontanava sempre dicendomi sempre: “Ti ho fatto un favore!” ed io ridevo.

 

 
Passarono due anni, forse i più intensi che avessi mai vissuto, alternati da momenti di gioia e di tristezza: tra questi rientravano le notti in cui mi trasformavo, perdendo completamente ragione e coscienza. Per evitare che facessi del male alle persone che avevo vicino, fu creato uno speciale sigillo che mi confinava in una barriera mistica fino all’alba del giorno dopo, impedendomi di fare del male agli altri.
Un giorno, l’altro ieri, mentre mi stavo allenando con una tecnica di mia invenzione, mio nonno venne a chiamarmi.
“Sauron” mi disse “Il nostro re, Galax ti ha convocato. Devi presentarti immediatamente davanti a lui”.
“Galax? E chi sarebbe?” chiese Fenrir che non mi perdeva mai di vista.
“E’ il re del Fantasy” gli risposi “Non ho mai avuto il piacere d’incontrarlo, ma se vuole parlarmi, andrò subito da lui”.
“Allora andiamo!” disse Fenrir e, dopo che gli fui salito in groppa, partì verso il castello del regno.

 

Era la prima volta in assoluto che entravo nel castello del Fantasy: era una costruzione dorata, piena di alte torri che si alzavano fino al cielo, sulle guglie rosse svolazzavano grandi bandiere bianche e immacolate.
“Che visione magnifica!” esclamai.
“Non c’è che dire” fece Fenrir.

 

Fummo raggiunti dalla zia Luce che ci salutò con un sorriso e ci condusse davanti al re.
Galax XII era un uomo magnifico, un degno re: era alto, con capelli biondi e ben ordinati che incorniciavano un viso sempre giovanile illuminato da intensi occhi castani. Il suo vestiario era una tunica blu che scendeva fino alla vita, le gambe erano protette da un’aderente calzamaglia bianca, le braccia muscolose erano coperte da una camicia riccamente decorata con merletti dorati, le sue spalle erano coperte da un lungo mantello rosso.
Nel trovarmi di fronte al re mi vergognai: non ero assolutamente presentabile con scarpe da tennis nere, pantaloncini bianchi corti che lasciavano scoperte le ginocchia e una maglietta a mezzamanica nera e col simbolo dei Sandtimes sul petto, sudato e con peli di lupo addosso.
In quel momento sarei voluto sprofondare per la vergogna, ma mi limitai a inginocchiarmi in segno di riverenza.
“Non inginocchiarti ragazzo mio” disse il re con voce solare “e non preoccuparti per il tuo abbigliamento: l’abito non fa il monaco” e sorrise.
“Colto nel segno”, fece Fenrir con una leggera risatina.
“Fenrir!” esclamai imbarazzato.
“Non ti preoccupare, alzati: preferisco parlare con te come una persona normale” disse Galax.
“Una persona normale?” ripetei. Per me quelle parole erano diventate vuote ormai: non ero più umano da due anni.
“So cosa stai pensando, ma ti sbagli” disse Galax avvicinandosi a me “Essere un licantropo non significa essere un mostro: vuole dire essere una persona con una marcia in più; spetta alla persona scegliere quale ingranare” e mi toccò la spalla.
Lo guardai fisso senza dire una parola: ciò che aveva appena affermato era una delle cose più belle che avessi mai sentito. Era davvero un grande re e sarei stato onorato di servirlo.
“Non c’è che dire” fece Fenrir fissandolo intensamente “Hai un carisma davvero eccezionale re Galax”.
“Ti ringrazio per il complimento nobile Fenrir” e gli sorrise.
“Smettila con tutte queste smancerie e passa al sodo” fece il lupo, voltandosi dall’altra parte.
“Giusto” e tornò a posare i suoi occhi su di me “Sauron ti ho fatto chiamare per darti un’importante comunicazione”.
“Una comunicazione?” feci “Quale sarebbe?”
“E’ giunto il momento che tu lasci il Fantasy” disse.
“Cosa?” dissi sgranando gli occhi “Mi state cacciando?”
“Assolutamente no!” disse abbassando leggermente il sorriso “Tu sei un Sun’s Knight e i tempi sono maturi perché tu possa incontrare altri ragazzi che, come te, hanno avuto quest’onore. Inoltre farai la conoscenza di Nick e, se non sbaglio, è sempre stato il tuo sogno incontrarlo. Ora ne hai la possibilità”.
In quel momento le parole non bastavano a descrivere il mio stato d’animo: guardavo il re con stupore e il suo sorriso mi spiazzava completamente.
“E così è tempo di andare a fare la conoscenza degli altri Sun’s Knights” disse Fenrir “Chissà come sono”.
“Potrai chiederlo a Nick quando verrà a prendervi” rispose Galax.

 

Ci vollero un paio di secondi per capire quello che re Galax aveva appena detto, poi esplosi: “CHEEEEEE! SARA’ PROPRIO NICK A VENIRMI A PRENDERE? QUEL NICK”.
“E chi altri!” fece con un sorriso “Sarà qui dopodomani a mezzogiorno. Per allora fatti trovare pronto”.
Mettendomi sull’attenti feci: “SIGNORSI’!” e cominciai a incamminarmi verso la porta.
“Sei davvero cresciuto Sauron” mi disse dietro il re.
Mi fermai un momento e tornai a fissarlo.
“Tu non te lo ricordi, ma io ti ho tenuto in braccio quando avevi un anno” disse Galax “Dopo “mamma” la tua prima parola è stata zio e chiamasti me in quel modo. Da allora non ho più avuto modo di rivederti, per via dei vari impegni, ma non ho dimenticato il tuo piccolo sorriso.
Adesso, dopo quattordici anni ho avuto modo di rivederti e sono contento di sapere che, nonostante ciò che hai passato, non hai perso il tuo sorriso. Sei cresciuto molto: per questo voglio farti due piccoli regali”.
Lo fissai stupito e nuovamente senza parole: davvero mi aveva preso in braccio quando ero solo un bambino? Il solo pensarlo mi rese felice e sorridendo annuii.
“Il primo regalo che voglio farti è questo” e schioccò le dita.
I miei vestiti s’illuminarono e cambiarono forma: era apparso una cotta di maglia nera attraversata da fulmini dorati, sul petto, con un bianco acceso, era disegnato il simbolo dei Sandtimes. La cotta arrivava fino alla vita ed era chiusa da una cintura di pelle; dei lunghi jeans neri coprivano le mie gambe aderendovi perfettamente, un paio di scarpe nere con una linea rossa verticale ai lati coprivano i miei piedi; una camicia nera e leggera come la seta copriva il resto del mio corpo e, in aggiunta, un lungo giubbotto di pelle nera mi copriva le spalle.
Mi osservai stupito e ammirato da quel cambio improvviso di vestiario. Mi voltai verso Fenrir e gli chiesi come stavo.
“Wow!” disse il lupo con un sorriso “Farai strage di cuori”.

 
“Noto che è di tuo gradimento, ne sono contento” disse re Galax “Quell’abito è fatto con un materiale molto elastico e resistente, inoltre è magico e può apparire e scomparire con un semplice schiocco di dita. Se poi guardi il tuo polso sinistro noterai un’altra sorpresa”.
Alzai il braccio e notai un braccialetto bianco con una piccola scatolina al centro.
“Questo è un porta tutto magico” dissi stupito “Può contenere qualunque cosa senza che se ne senta il peso”.
“Esattamente” rispose Galax “Anche Nick ne ha uno identico: ti sarà molto utile credimi. Adesso passiamo al secondo regalo, vieni con me” e si diresse verso l’uscita.
Io e Fenrir seguimmo Galax per molte stanze del palazzo, osservando tutti gli oggetti che contenevano.
Alla fine entrammo in una stanza spoglia e in penombra e ci dirigemmo verso il fondo, dove si trovavano una serie di statue raffiguranti animali con in bocca degli strani amuleti.
Galax si avvicinò a una di esse e prese l’amuleto, dopodiché me lo diede.
“Questo amuleto è un sigillo magico della natura, ti proteggerà da ciò che nascondi dentro e, in un futuro prossimo, ti permetterà di domarlo completamente. Indossalo e portalo sempre con te”.
Osservai l’amuleto: era una piccola gemma gialla chiusa dentro un pendaglio rotondo su cui era disegnato un lupo. Non capivo a cosa mi sarebbe servito, ma era un regalo del re e non potevo rifiutarlo, così lo indossai.
“Adesso vai pure Sauron, ci rivedremo tra due giorni. Porta i miei saluti a tua madre”.
“Con immenso piacere re Galax” dissi con un inchino “E grazie ancora” dopodiché mi voltai e me ne andai insieme a Fenrir.

 

 

Tornai a casa e informai mamma e nonno: pensavo che avrebbero detto no, ma mi dettero la loro benedizione.
“Il tuo destino non si realizzerà qui ragazzo mio” disse il nonno “Solo viaggiando potrai realizzare il tuo sogno, ma non temere non sarai da solo”.
“Si piccolo mio” disse mamma “Nella dimensione in cui andrai, incontrerai molti amici che ti apprezzeranno per quello che sei realmente e, se il destino vorrà, vedrai anche tuo padre”.
“Se questo deve essere il mio destino, lo coglierò al volo” dissi “realizzerò il mio sogno e aiuterò anche i miei futuri amici con il proprio”.

“Che stiamo aspettando” disse Fenrir “Andiamo a prepararci”.
“Sì!” dissi e andai nella mia stanza a preparare i bagagli.

 
Prima di partire, decisi di andare nel posto che segnò la mia vita: l’altopiano dell’eroe.
Il giorno della partenza mi alzai di buon’ora e, senza svegliare nessuno, andai lì e mi sedetti affianco dell’albero su cui era stata intagliata la promessa di due innamorati.
Osservai il cielo e ripercorsi tutti i momenti della mia vita, dai più belli ai più brutti e pensai che non tutti mali vengano per nuocere.
“Stai riflettendo su qualcosa di particolare?” mi chiese Incanto apparsomi dietro.
“Un po’ a tutto” risposi “Tutto quello che ho passato in questi anni, mi ha aiutato a capire un sacco di cose e a sollevare molti dubbi”.
“Dubbi di che tipo?”
“Per esempio il motivo per cui tu mi hai scelto come padrone”.
“Capisco!” disse chiudendo gli occhi “Non c’è un motivo preciso: si sceglie il proprio padrone per il suo cuore”.
“E nel mio che hai visto?”
“In una parola: la speranza per un mondo migliore. Ci sono molte altre persone che hanno questo grande potere nel cuore e sono sicuro che le incontrerai durante questo tuo nuovo viaggio”.
“Lo spero anch’io” risposi.
“Cambiando argomento, ti sei sentito con Selen?”
“Sì” risposi “Le ho raccontato le mie peripezie e lei ha sorriso. Mi ha augurato buona fortuna e spera di rivedermi un giorno.
Sarà difficile poterla risentire”.
“Prima o poi vi rincontrerete” disse Incanto “Forza adesso! È il momento di andare”.
“Sì!” e mi alzai “Lo prometto: quando tornerò qui, sarò un eroe e andrò a trovarla insieme ai miei futuri compagni” tirai un lungo respiro e poi tornai a casa.

 

 

Quando rincasai, vidi che mamma e Fenrir stavano parlando e mi limitai a salutarli e poi mi diressi in camera mia.
Aprii la porta della mia camera sapendo che era l’ultima volta che vi sarei entrato: presi tutto quello che mi serviva e lo misi nel mio porta tutto.
Presi la cornice che mi raffigurava insieme a Selen e, dopo averla baciata, la misi insieme alle altre cose: me la sarei portata sempre con me come il mio più grande tesoro e non l’avrei mai lasciata, questa è un’altra promessa che manterrò per sempre.

 

 

Adesso mi trovo seduto insieme a Fenrir sul pavimento di legno del cosiddetto palazzo dell’Hokage e sto aspettando che mi chiamino per presentarmi ai ninja di Konoha.
Se vi state chiedendo per il viaggio, non è stato niente di speciale: arrivato al castello, ho stretto la mano al mio idolo, salutato i miei e re Galax e poi ho attraversato un portale spazio-dimensionale che mi ha portato qui.
“Entra” mi dice una voce.
“E’ il momento!” mi dice Fenrir.
“Sì! Si va in scena!” e mi alzo.

È il momento di voltare pagina: la mia vita sta per prendere una nuova piega e spero che sia buona. Il solo pensiero mi mette in agitazione e non so che cosa pensare se non avvicinarmi alla porta e mettere la mano sul pomello.

 A questo punto il libro della mia vita chiude un capitolo e ne inizia uno nuovo, ma non dimenticherò mai quello che ho scritto in precedenza: spero solo che la penna non si esaurisca sul più bello.
Chi sono io? Io sono Sauron Folgore Sandtimes: sono il figlio di Kaeleena Sandtimes e di Itachi Uchiha, Sun’s Knight di Incanto di Folgore cavaliere della luna, sono un tracciatore, il guardiano di Fenrir lupo dell’abisso, forza portante della parte oscura del Kyuubi e un licantropo.
Il mio soprannome è “il Lupo” e il mio sogno è diventare un eroe che porta speranza e spezza le maledizioni degli altri.
Da adesso in poi, il mio cammino ha inizio e la porta del futuro si è finalmente aperta in una calda luce che illumina la via. Questa è la strada di un eroe.

 

 

 

                                                                    FINE

 

Angolo dell’autore: saluto finale.

 

Tutti quanti: “Evviva!”
Io: “Che felicità! Ho completato la mia prima storia. Non ho parole per descrivere come mi sento dentro”.
Yaphisan (mi passa un bicchiere di champagne): “Pensa solo a festeggiare figliolo, prendi!”
Io: “Grazie! Salute!”
Tutti (alzano i bicchieri): “Salute!”

 

Sauron e un po’ giù di morale e mi avvicino.
Io: “Cos’è quella faccia?”
Sauron (alza la testa): “Il fatto che adesso dovrò aspettare moltissimo prima di comparire nella storia principale. La cosa mi deprime”.
Io (gli metto una mano sulla spalla): “Non ti preoccupare, non sarai fuori gioco per molto tempo. Ho già in mente una nuova storia in cui comparirai insieme a nuovi amici!”
Sauron: “Davvero?”
Io: “Certo! Dammi un mesetto per organizzare le idee e scrivere una bozza dei primi capitoli e ricomparirai alla grande. Ti avviso che non sarai solo tu il personaggio principale”.
Sauron (pugno alzato): “Non ha importanza! Se ricomparirò più fico di adesso e con un sacco di amici, sono già al colmo della gioia”.
Io: “Ottimo!”

 

Si avvicinano Fenrir e Selen: “E noi?”
Io: “Anche voi comparirete in questa nuova storia. Tu Selen sarai insieme ad un gruppetto di maghi, tu Fenrir sarai un amico da ritrovare”.
Fenrir (col broncio): “Protesto! Se non sto in compagnia di Sauron non ci sto”.
Io: “Ci starai, tranquillo!”
Fenrir: “Mi sa che dovrò aspettare la fine di tutto, prima di poter ricomparire”.
Io: “No, solo la metà!”
Sauron e Selen: “Che bello! Ci ritroveremo tutti insieme”.

 

Arancio: “Ehi! Guarda che non mi va di stare ad aspettare fino alla terza stagione della tua storia. Vedi di fare qualcosa”.
Io: “Tranquillo Ichigo anche tu comparirai insieme ai tuoi amici”.
Arancio: “Aspetta! Mi hai chiamato per nome? Perché cazzo l’hai fatto?”
Io: “Mi è scappato! Non temere: fra poco potrai usarlo tutte le volte che vorrai”
Arancio(sorriso compiaciuto): “Ottimo! Non vedo l’ora di fare la mia entrata”.

 
Gom: “Shishishi! Comparirò pure io?”
Io (pensieroso): “Sto ancora decidendo, ma ti farò sapere presto!”
Naruto (si fionda): “E io? Una storia non è tale senza di me!”
Scimmione: “Urka! C’è la possibilità che anche io compaia?”
Viene anche un ragazzo con lunghi capelli bianchi e delle curiose orecchie di cane: “Ha! Se non ci sono anche io, non se ne fa niente. Modestia a parte sono il migliore”.
Sauron – Naruto – Ichigo: “Stai zitto e a cuccia!”
Il ragazzo con le orecchie di cane finisce faccia a terra e i tre se la ridono.
Io (mi piego ad aiutarlo): “Tutto bene Inuyasha?”
Inuyasha (esplode): “BASTARDI!” ed è rissa tra i quattro.
Gom: “Ci sono anch’io!” e si getta nella mischia.
Arriva un uomo alto con un cappello rosso in testa e una giacca dello stesso colore e con un sorriso accattivante: “Spero che ci sarò anch’io in questa nuova storia. L’idea di dover aspettare fino alla seconda e poi la terza stagione mi da il nervoso”.
Io: “Certamente che comparirai Alucard! Sarai una delle punte di diamante della nuova storia”.
Alucard (sorride ancora di più): “Molto bene! Allora vado a prepararmi per fare un paio di massacri” e se ne va.
Selen (agitata): “Davvero comparirà anche lui? Mi fa paura!”
Fenrir: “Tranquilla ti proteggo io da lui. Gli amici di Sauron sono i anche i miei amici.
E VOI SMETTETELA DI’ MENARVI E’ UNA FESTA NON UNA RISSA!”
I cinque smettono e abbassano la testa: “Scusa!”

 

Io: “Ovviamente faranno la loro comparsa altri personaggi, oltre a voi ma preferisco sorprendere i lettori se ci riesco. Inoltre ho in mente qualche altra storia: devo solo trovare il tempo di scriverle. Tranquilli ragazzi, non vi farò aspettare troppo!”
Gom: “Shishishi! Non vedo l’ora!”
Sauron – Naruto - Ichigo – Inuyasha - Scimmione: “Neanche io e sarò il migliore!” e alzano il pugno.

 

Io (rivolto a voi lettori): “Lettori e Lettrici abbiate un po’ di pazienza e molto presto potrete leggere delle nuove storie che vi faranno emozionare come non mai.
Augurandomi di ritrovarvi numerosi, vi do appuntamento alla prossima storia. Grazie di tutto e che Dio vi benedica. Salute!”
Tutti: “Salute!”

 

 

Il saluto ve l’ho fatto. Non preoccupatevi per la storia principale: continuerà ad avanzare senza interruzioni e, prima che ve ne possiate rendere conto, sarà piena di nuovi personaggi e avventure.

 

Come promesso, ecco a voi le storie che hanno ispirato il personaggio di Sauron:

1)    Naruto;

2)    Underworld;

3)    Fate stay night;

4)    Bleach;

5)    Hellsing.

A questo punto vi saluto e ringrazio ognuno di voi, vecchi e nuovi lettori, per aver seguito questa storia e avermi dato la soddisfazione di scriverla.
Ciao e grazie di tutto!  

 

  
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