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Autore: Freya Crystal    12/04/2011    6 recensioni
[...] osservandolo in profondità, capii che c'era dell'altro. Qualcosa che Jasper mi aveva da sempre tenuto nascosto.
- Jasper... Perché mi vuoi? -
Fanfiction partecipante al contest Dirty Little Secrets di emogirl in pink, seconda classificata.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Jasper
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Annotazioni: la storia è inizialmente ambientata al tempo di Eclipse, dopo che Edward ha rifiutato Bella.
I dialoghi di dimensione testuale più piccola stanno ad indicare che il soggetto parlante si trova piuttosto lontano da chi li sente (sono solo tre, inseriti circa alla fine della storia).







Malia

La stanza era illuminata da una tenue luce soffusa di colore blu.  Il mobilio s’intravedeva a stento fra un intrigo d’ombre e riverberi lunari.
Feci attenzione a non inciampare in oggetti al dì fuori della mia portata visiva, avvicinandomi alla finestra. Volevo capire dove fossimo, ma soprattutto dimenticarmi momentaneamente della presenza che avevo alle spalle guardando attraverso il vetro.
Vergogna e  preoccupazione si erano imprigionate a vicenda dentro di me dando il via ad una silenziosa battaglia interiore per decidere chi avrebbe dovuto prevaricare sull’altra. Ero certa che fossero ancora con me, rintanate da qualche parte. Magari pronte ad uscire allo scoperto al momento meno opportuno.
<< Vuoi sapere dove siamo? >>
Mi voltai, incontrando due occhi svegli e penetranti che mi scrutavano con gentilezza.
L’atmosfera era rilassante, pregna di un’intima sensualità.  Oscura, tranquilla, misteriosa, sapeva di Jasper. << No. >>
Mi impuntai a guardare oltre la sua spalla, le labbra serrate in una linea orizzontale. Avvertivo una certa rigidità muscolare nonostante il potere sedante di Jasper fosse in azione.

Lo  domandai  tutto d’un fiato, con  l’espressione più decisa e concentrata che ero  in grado di assumere: “Mike, io ti piaccio?”
Spalancò occhi e bocca, mentre un diffuso rossore prendeva  a macchiargli  le guance come due fragole. Patetica, Bella. Patetica.
“Sì.”
Fu una questione di secondi, l’attimo prima che lui rispondesse avrei potuto dirgli che si trattava di uno scherzo.
“Ti piaccio…” Mi morsi il labbro inferiore, a disagio, “… fisicamente?”
Era fatta.
Mike si irrigidì tanto da apparire un unico pezzo di ossa e muscoli. Se non fossi stata in imbarazzo quanto lui, lo avrei trovato buffo.
Era assurdo, tutto ciò non poteva essere reale, non stavo per chiedergli di…
“Sì, mi piaci, Bella. Tanto. Mi sei sempre piaciuta.”
Deglutii. Ero completamente impazzita. Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro. Okay. Quando li riapri glielo dici.
Il volto in fiamme di Mike fu la prima cosa che vidi. Cercai di scacciare il radicato senso di colpa mentre lo guardavo. “Bene… ehm…”
“Bella. Che cosa fai qui?”
Sussultai, spaventata. Il sangue nelle mie vene aumentò la sua corsa. Mike tossicchiò e si mise le mani in tasca.
Jasper era sbucato dal nulla nel corridoio. Non avevo idea da quanto tempo fosse lì. Capii che dal mio stato d’animo aveva  intuito cosa stavo per fare, gli si leggeva nello sguardo serio velato da una luce nuova, di stupore.
“Mike, ti dispiacerebbe lasciarci un momento soli?”
“I-io… I-io…”
“Non ti preoccupare. Ce ne andiamo noi”, tagliò corto Jasper,  rivolgendogli  un lieve sorriso tirato.
Mi lanciò un’altra occhiata, esortandomi a seguirlo. Gli andai dietro a testa bassa, sprofondando nei miei pensieri. Quando raggiungemmo la porta che conduceva agli spogliatoi della palestra, Jasper si fermò. Era la prima volta che ci trovavamo soli da quando ci eravamo conosciuti. “Perché?”, domandò semplicemente.
Sembrò quel che doveva sembrare più che un’accusa: una domanda. Alzai furtivamente gli occhi per controllare la sua espressione. Nessuna traccia di durezza, freddezza, o biasimo.
“Non significa niente per me… Lo avrei pagato”, sussurrai. Come se ciò avesse potuto giustificarmi.
“Addirittura.” Jasper parve addolcirsi. “Bella…” Non seppi cosa aspettarmi. “… Proprio con Mike Newton?”
Sbattei le ciglia, interdetta. Tutto, ma non questo.
Possibile che fosse divertito? No, probabilmente era solo una mia impressione: quel vampiro era indecifrabile.
“Non mi è venuto in mente nessun’altro. So di piacergli e così ho pensato che… che… Mi dispiace. Non lo dirai ad Edward, vero?”
Il cuore mi batteva con ritmo angosciante. “No.”
Poi una serenità improvvisa m’investì.
“… Posso aiutarti io, se vuoi.”
La scomparsa dell’imbarazzo mi permise di osservarlo meglio in viso. “Cosa?”
“Posso aiutarti io a risolvere quel problema.”
Spalancai la bocca, smarrita. “Come?”
“Con qualche lezione.”
Jasper intendeva quel che avevo subodorato con mia profonda incredulità?
Lezioni di sesso a pagamento?
“Non dirai sul serio.”
“Mi hai mai visto scherzare?”
“Per quale motivo ti stai offrendo di fare sesso con me?”, mormorai, riuscendo a mostrarmi disinvolta solo grazie al suo potere, tuttavia incapace di guardarlo negli occhi.
“Perché mi servono dei soldi.”
“Non sono così stupida.” Jasper non era certo povero, e io ero l’ultima persona alla quale avrebbe chiesto denaro.
“Non è importante il motivo per cui lo faccio.”
Mi guardai alle spalle, temendo che qualcuno potesse coglierci di sorpresa. Edward mi stava sicuramente cercando.
Edward...
“Accetti, Bella?”

<< Se non te la senti… >>
Riemersi dal mondo dei ricordi.
Scossi la testa. << Me la sento.  Ho solo bisogno che tu… che tu mi indichi… ecco, che tu mi dia una mano a…. >> Lasciai la frase a metà, incapace di trovare le parole per continuarla.
<< Lasciati andare. >>
Trovai la forza di guardarlo negli occhi. << Fatti guidare dall’istinto, e non avere paura.>> La sua voce s’ammorbidì e si abbassò di qualche ottava. << Non devi sentirti in imbarazzo. Né in colpa.>>
Ipnotizzata da quelle parole basse delicate come carezze, sentii gli arti del mio corpo distendersi, lentamente, a comando.
<< Sono qui, a tua disposizione >>, concluse Jasper con un eccitante sussurro, sollevando gli angoli della bocca all’insù.
Dovevo fare quello che l’istinto mi diceva, senza pensare ad altro.
Mi avvicinai a Jasper di qualche passo, dischiudendo le labbra. Di lui potevo fidarmi.
Mi misi in punta di piedi e gli posai il pollice sulla guancia destra, accarezzandolo timidamente con un movimento circolare del dito.
Lo baciai senza chiedergli nulla di più approfondito. Prima di farlo avrei dovuto abituarmi a quel nuovo contatto fisico.
Jasper rimase fermo, in attesa della mia prossima mossa.
Lasciati andare ai sensi. Libera la pantera che c’è in te, Bella.
Era da mesi ormai che avevo iniziato a fantasticare nel mondo dell’erotismo. Di lì a  breve avrei trovato il modo di sciogliere le mie inibizioni.
Ad occhi chiusi, le labbra premute su quelle di Jasper, posai una mano sul suo torace. Familiarizzai colla sensazione provata e portai le dita a vagare sugli linee perfette degli addominali, dure, scolpite nel marmo, piacevoli da toccare. Jasper si mostrava serio e pacato agli occhi della sua famiglia, freddo e distaccato agli umani, schietto e sicuro di sé le poche volte che avevamo parlato, ma custodiva dentro di sé un lato battagliero e passionale, ne ero certa. Ed era ciò che desideravo conoscere.
Lo attirai a me circondandolo per la schiena con un braccio. Il suo profumo mi avvolgeva, dando vita a pensieri peccaminosi e seducenti nella mia mente.
<< Brava, sta andando tutto perfettamente>>, pronunciò sulle mie labbra a bassa voce. Decisi di approfondire il contatto in quel momento, tuffando la lingua nella sua in un gioco di bollenti e letali sfioramenti. Lui mi ricevette con la lentezza eccitante di colui che ci sapeva fare nel dare piacere a una donna.
Avevo scelto un ottimo maestro.  
Feci aderire il ventre e i seni al suo petto, bisognosa di sentire i nostri corpi incontrarsi, aderire l’uno all’altro e conoscersi. Mugugnai parole senza senso quando iniziò a tracciare ghirigori immaginari sulla mia schiena. Le sue erano dita esperte.
Quando Jasper interruppe il bacio, riemersi dall’abisso più travolgente che avessi mai conosciuto.
<< Bella, vuoi che ti mostri il Paradiso? >>
Lo fissai interrogativa, il respiro corto, indugiando sulla linea delle sue labbra; i capelli biondi arruffati gli ricadevano sul viso, velandogli lo sguardo delle tenebre più misteriose.  Era sexy.
Avevo dimenticare cose significasse ragionare. E non avevo intenzione di ricordarmene ora che avevo scoperto quanto fosse eccitante. << Sì, Jasper. Mostrami il Paradiso. >>
Si inginocchiò davanti a me e sussurrò: << Chiudi gli occhi. >>
La voglia prevalse sulla paura.
E lo feci.


*


Sotto il portico soffiava una leggera brezza che sapeva di salsedine, legno e terra umida. Ogni volta che le mie dita giravano pagina si sollevava una ventata di profumo diverso a rivelarmi chi avesse letto prima di me il libro che tenevo in mano. Carlisle, Esme, Edward, e forse anche Alice.
Era la prima volta che rimanevo sola da tanto tempo. Emmett aveva proposto ad Edward di fare una gara di tuffi e aveva trascinato gli altri con sé perché assistessero; Rose era convinta che avrebbe avuto qualcosa per cui ridere con gusto dopo quarant'anni; Alice era ben decisa a non rivelare a Renesmee e a Jacob il vincitore che lei già conosceva. Solo io avevo deciso di non andare alla Catena delle Cascate.
Casa Cullen era vuota senza la mia famiglia, eppure l'atmosfera che vi regnava in quel momento non era triste, bensì piacevole e accogliente come sempre, circondata da un alone di fascino che  non avevo mai avuto modo di comprendere in tutti quegli anni.
<< Sbaglio o è la seconda volta che lo leggi? >>
Sussultai, distogliendomi dalla lettura. << Perdonami, non era mia intenzione spaventarti. >>
Non avevo nemmeno avvertito la sua presenza. Mi voltai, sorpresa. << Siete tornati presto. >>
Jasper scosse la testa. << Io non sono andato con loro. >>
Impossibile. Non mi ero accorta che ci fosse qualcun'altro in casa. << Sei rimasto qui? >>
Annuì, con un lieve sorriso. Una strana, insolita sensazione mi investì alla base dello stomaco.
<< E io non me ne sono accorta... >>, dissi tra me e me ad alta voce.
L'attività di soldato gli aveva fatto acquistare la naturale capacità di passare inosservato, non lo faceva apposta ad essere così silenzioso, Jasper si muoveva più leggero dell'aria.
<< Per rispondere alla tua domanda, è la terza volta che lo leggo. >>
Sorrise criptico. Inevitabilmente divenni prigioniera del suo sguardo penetrante, ostinato. E iniziai ad avere paura. Per poco non mi alzai dalla sedia e non mi misi a correre nella foresta.
Era la terza volta che rimanevamo soli da quando le nostre vite si erano intrecciate. Vivevamo sotto lo stesso tetto, nascondendo alla nostra famiglia quello che in passato avevamo condiviso. Un piccolo, sporco segreto. Una macchia indelebile sulla magnifica tela a colori quale sarebbe stata la nostra esistenza se non avessimo commesso quell'errore negli anni addietro. Allora ero un'umana, Edward non mi dava quello che io desideravo. Preda del mio capriccio proibito, mi ero lasciata trascinare dalla tentazione.
Ma avevo sbagliato in ogni caso.
Jasper non smetteva di fissarmi, immobile. Quasi con fatica, distolsi lo sguardo e mi girai nuovamente, affondando gli occhi nelle parole del libro. C'era qualcosa che non andava, ma non avevo intenzione di fargli percepire la mia agitazione, tanto meno la paura.
Dio, Jasper era lo zio di mia figlia, era mio fratello.
Mio fratello, come no.
<< Bella... >>
Un leggero, stuzzicante formicolio prese vita alla base del mio stomaco e andò ad accendersi dove non avrebbe dovuto. Avevo dimenticato quanto quella voce bassa e suadente fosse così sensuale quando pronunciava il mio nome. Conficcai le dita nella copertina del libro, bucandola. Volevo scappare, ma volevo anche restare su quella sedia. Volevo riprendere il controllo, ma volevo anche perderlo del tutto. Volevo cacciare Jasper, ma volevo anche saltargli addosso.
<< Ci ho provato, sai, in tutti questi anni. Ma non sono riuscito a dimenticare. >>
Mi irrigidii. <<... Dimenticare che cosa, Jasper? >>, domandai in un flebile sussurro.
<< Quello che abbiamo fatto. >> Si era avvicinato, me lo comunicavano l'ulteriore vicinanza della sua voce e del suo profumo di terra d'oltremare.
<< Lo sento quello che stai provando. E' molto chiaro. >>
E' lo zio di tua figlia.
<< Jasper, per favore. >>
<< Perdonami, Bella. >>
Il marito di tua sorella.
<< E... >> La voce mi si era arrochita. <<... cosa senti? >>
La guancia di Jasper sfiorò la mia. << Che sei eccitata. >> Fu un soffio erotico sul collo.
<< Jasper... Vale la pena guastare le nostre relazioni per soddisfare un desiderio carnale? Perché è di questo che si tratta, in fondo: di attrazione carnale. Non è vero?>>
<< E' da quando ti sei sposata che sogni di fare l'amore con me ed Edward. >>
A quel punto il mio cuore avrebbe smesso di battere, se lo avessi ancora avuto.
<< E io da quando siamo ritornati a Forks che sogno di farlo con te>>, proseguì.
Mi percorse il collo con delicati baci a fior di pelle fino alla mascella. << Questa è la realtà. Non possiamo continuare a negarla. >>
Il fuoco al basso ventre stava per bruciarmi i vestiti. << Potrebbero tornare da un momento all'altro. Potrebbero scoprirlo... >>
Quello era tutto ciò che riuscivo a dire? Coprirmi le spalle mettendo in ballo Edward ed Alice? Non riuscivo ad opporre resistenza? Non riuscivo ad impedirgli di...
<< Ah... Jasper... >> Mugolai senza ritegno, quando mi leccò con veemenza le labbra. Lo afferrai ringhiando per il colletto della camicia, portandolo sopra di me. Il tonfo del libro caduto per terra mi colpì come uno schiaffo. Mollai la presa e spinsi Jasper via da me, dal mio corpo in fiamme per lui. Mi alzai e indietreggiai involontariamente fino alla porta d'entrata. Se solo l'avessi aperta avrei trovato un comodo divano ad attenderci... No! Era la bestia assetata che dormiva dentro di me a parlare. Non ero io a volere che Jasper mi prendesse con furia fino al mattino dopo, in tutti i modi possibili, ansimante di piacere... Basta!
<< B-basta... >>
Mi guardava dritto negli occhi, ferito dentro. Non avrei mai voluto fargli del male, ma non volevo farne nemmeno a mio marito e a mia sorella. Io amavo Edward, mentre Jasper volevo solo portarmelo a letto. Avrei trovato il modo di risolvere quel problema.
Ma se volevo solo portarmelo a letto, perché sognavo segretamente di farlo anche con Edward?
Come poteva sapere Jasper di quella mia fantasia proibita? Me lo aveva letto negli occhi? Qualcun altro aveva capito qualcosa? E se fosse stata una visione di Alice a mostrarglielo? E se Edward ne fosse stato al corrente?
<< Tu mi vuoi. E io voglio te. >>
Rimasi paralizzata dall'espressione sul volto di Jasper. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Ciò che vedevo mi rimandava una sola parola alla mente: disperazione.
Tornai indietro nel tempo, tuffandomi in uno dei ricordi più vivi del mio passato umano.

“… Posso aiutarti io, se vuoi.”
“Cosa?”
“Posso aiutarti io a risolvere quel problema.”
“Come?”
“Con qualche lezione.”
“Non dirai sul serio.”
“Mi hai mai visto scherzare?”
“Per quale motivo ti stai offrendo di fare sesso con me?”
“Perché mi servono dei soldi.”
“Non sono così stupida.”
“Non è importante il motivo per cui lo faccio."

"Non è importante il motivo per cui lo faccio."
Alla fine di quello che c'era stato fra noi, Jasper si era fatto pagare davvero. Diceva di averlo fatto per ridurre il mio senso di colpa, oltre che il suo. Diceva di averlo fatto per renderci le cose più facili, per svalutare l’importanza di ciò che avevamo condiviso.
Ma in quel momento, osservandolo in profondità, capii che c'era dell'altro. Qualcosa che Jasper mi aveva da sempre tenuto nascosto.
<< Jasper... Perché mi vuoi? >>
Un allarme suonò impazzita dentro di me. Sia io che Jasper tendemmo le orecchie.

<< Nessie, zio Ulck ha i piedi da papera! >>
<< Sta zitto, cagnaccio puzzone. >>
<< Finitela! >>

Jacob, Emmett, Edward e Rosalie. Erano le loro voci. Con loro sicuramente c’erano anche Alice, Esme e Carlisle. Stavano tornando. Erano vicini.
<< Dimmelo, Jasper! >>, implorai. Sentivo che se non lo avessi saputo, non avrei mai trovato pace. Un desiderio struggente m'imponeva di chiedergli una risposta. Un dolore che non riuscivo a spiegarmi stava prendendo vita dentro di me.
Jasper mi imprigionò un'ultima volta colla malia seducente del suo sguardo. Annegai in quelle enigmatiche iridi scuritesi per la brama sessuale.
Piegò le labbra in un sorriso sardonico, che m'inquietò. Era troppo tardi, Edward avrebbe percepito i suoi pensieri, se mi avesse risposto.
<< E' un segreto. >>



*


Nota finale: date la colpa alla mia personalità estrosa se questa storia vi lascerà a bocca asciutta; ho deciso appositamente di lasciarvi nel dubbio. Il titolo stesso vi comunica l’ambiguità dell’intera vicenda: usate l’immaginazione e l’intuizione per espormi – se lo volete – una vostra interpretazione del comportamento di Jasper, di Bella… e perché no, anche di Alice ed Edward. Benché questi ultimi svolgano un ruolo di personaggio-ombra, hanno una loro importanza ai fini della trama.
Probabilmente vi aspettavate un momento a luci rosse, chiedo perdono se non ho esaudito il vostro desiderio.
Ah, un ultima cosa, questa storia è stata scritta per il contest Dirty Little Secretes, di emogirl in pink, che consisteva nell’abbinare a una coppia di personaggi un segreto in un determinato contesto. Ovviamente ho scelto la coppia Jasper/Bella e il segreto è sesso a pagamento.
Spero di ricevere commenti, d’ogni tipo ;)
  
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