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Autore: Ruri    21/04/2011    5 recensioni
Prendete tre Giganti Infernali. Portateli a Tokyo.
Portateli allo zoo di Tokyo e fategli incontrare un panda. Potreste scoprire cose interessanti.
Personaggi: Wyvern Rhadamanthys, Garuda Aiacos, Griffin Minos. Con la partecipazione dei Bronze Saints. E un panda, ovviamente.
{Fanfic vincitrice del Contest Cinque Stagioni - Tema Invernale di Gold Insanity}
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfic vincitrice del contest Cinque Stagioni - Tema Invernale indetto dal forum Gold Insanity


PonyA

 


Il moro si fermò davanti alla grande gabbia e si mise le mani sui fianchi, in posa quasi epica. Alcuni l'avrebbero definita Kurumadiana, fotografandolo dal basso verso l'alto.

"Ponya" declamò, come se davanti a lui si ergesse, fiero e minaccioso, uno dei grandi predatori naturali.

"Pony?" chiese disinteressata una voce alla sua destra.

Aiacos si voltò sbuffando e scosse il capo.

"No, non pony! Ponya! Panda" specificò, allungando un braccio ad indicare il visibilissimo orso bicromatico che li fissava con disinteresse.

Minos sollevò un sopracciglio e nessuno lo notò, visto che fu immediatamente inglobato dalla frangia. Effettivamente quell'orso non assomigliava ad un cavallo.

"Per fortuna non abbiamo lo Spectre del Panda" mugugnò Rhadamanthys, annoiato da quella stupida parentesi festaiola a cui si erano sottomessi, dalla folla dello zoo e dal clima dell'estremo oriente.

"Abbiamo quello del pony"  specificò Minos, mentre scambiava con il panda occhiate pregne di significato. Panda che, dal canto suo, continuava a masticare lo stesso rametto di bambù da circa dieci minuti.

Aiacos si lasciò sfuggire un ghigno.

Lui aveva un gatto.

 

Per quanto la domanda fosse sostanzialmente inutile, Rhadamanthys decise di farla ugualmente. Conosceva la risposta, ma questo non gli avrebbe impedito di polemizzare con i suoi colleghi per quella che avevano cominciato a chiamare l'allegra scampagnata.

"Per quale assurdo ed incomprensibile motivo siamo qui?"

Aiacos alzò lo sguardo, dimenticandosi per cinque secondi del gelato che fino ad un momento prima occupava tutta la sua attenzione.

"Siamo in vacanza" sillabò, incerto per un attimo sulle sue capacità comunicative. Poi tornò felicemente ad occuparsi del gelato, lasciando a Minos l'ingrato compito di relazionarsi con un inglese irritato.

Era una giornata troppo bella per farsela rovinare dal malumore di Rhadamanthys. Lo zoo di Tokyo era pieno di visitatori, autoctoni e stranieri. I Tre Generali non davano neanche troppo nell’occhio…  su quell’isola la gente era abituata a vedere cose peggiori. Anche si fossero presentati in surplice li avrebbero solo fotografati allegramente, complimentandosi per il cosplay.

"Non me n'ero accorto" sibilò la Viverna, cercando sul fondo della tazza di tè giapponese un motivo sensato che gl'impedisse di alzarsi e andarsene.

Minos accavallò le gambe, sorridendo leggermente.

"Rilassati Rhadamanthys. Siamo qui perché dopo la tregua con Athena possiamo goderci...pacificamente, questo mondo e le sue... meraviglie" mormorò, affabile.

Aiacos si strozzò con il gelato.

Erano a Tokyo da meno di mezza giornata e Rhadamanthys continuava a chiedersi come erano riusciti a convincerlo.

In realtà, l'idea di riposarsi qualche giorno non gli dispiaceva affatto. Ma la sua concezione di riposo prevedeva il clima umido e noioso del Regno Unito, un tè un con un sapore accettabile e magari anche una visita dalla Grecia.

Non certo questo gironzolare da turisti per la capitale del Giappone.

"E' la patria di Athena e dei Bronze Saints" gli aveva rivelato Kanon, non molto tempo fa.

Un ottimo motivo per stare alla larga da quell’isola, invece di andare a ficcanasare.

Stranamente, quelli che lui considerava ottimi motivi per non fare qualcosa, Aiacos e Minos tendevano a considerarli ottimi motivi per farla.

E lui si era lasciato trascinare. 

Fissò con malignità il tè, cercando di farlo evaporare con il solo sguardo. Che avessero messo qualcosa nel suo Earl Grey?

Ne sarebbero stati capaci.

Quindi ora se ne stavano a girovagare per lo zoo di Tokyo fermandosi davanti alle gabbie come se davvero gl'interessasse, costringendosi a non dare in escandescenze mandando la città intera in un viaggio di sola andata per l’Ade. 

Pochi minuti prima Aiacos aveva, in un impeto d’entusiasmo, firmato una petizione per la protezione dei panda giganti, dimenticandosi che quisquilie come una Greatest Eclipse avrebbero probabilmente fatto sparire qualsiasi forma di vita dalla Terra.

Figuriamoci i panda.

E ora se ne stavano tranquillamente seduti ad un bar senza pretese, circondati da un incessante cicaleccio e costretti a convivere con le follie culinarie giapponesi. Cose come il Kitkat al wasabi.

L’orrore.

"Rhadamanthys" la voce di Minos lo strappò ai suoi tentativi di conciliazione con il tè, facendogli alzare la testa. Lo sguardo irato con cui si rivolse al collega aveva fatto tremare più di un coraggioso.

Minos sorrideva, affabile.

Di solito Minos del Grifone sorrideva mentre faceva del male alle persone, quindi non era esattamente confortante come cosa.

"Abbiamo compiti importanti nel Regno dei Morti: un esercito da guidare, dannati da giudicare e destinare, pratiche d’assolvere..." continuò il Primo Giudice, con estrema convinzione. La burocrazia nel Regno dei Morti era efficiente, ma molto complessa. Solo gente come Rune di Balrog poteva riuscire a sopravvivere in quel mare di cartacce senza avere una crisi isterica. O meglio, senza avere troppe crisi isteriche.

"Ma abbiamo perso e forse dovremmo accettarlo"

Rhadamanthys ruppe la tazza, stringendola troppo forte nella mano destra, e Aiacos si strozzò di nuovo con il gelato, mentre il sorriso di Minos si allargava.

"Abbiamo perso..." il norvegese continuò, imperterrito ed indifferente al tossire convulso di Aiacos.

"E non ha senso continuare ad essere in guerra con il mondo. Non dico che ci debba piacere. A me tutto questo non piace affatto"

Gli altri due non ebbero il minimo dubbio al riguardo: Minos ultimamente si annoiava moltissimo. Si sa, prendersela con i dannati non era proprio soddisfacente.

"Ma visto che questo mondo non lo distruggeremo, forse dovremmo imparare a conviverci"

Rhadamanthys fissò i resti della tazza che aveva frantumato, spargendo quell'orribile tè giapponese sul tavolino del bar. Quando un giovane cameriere accorse a pulire il disastro quasi non ci fece caso.

Poteva convivere con il suo mondo personale. Con i suoi ricordi, il suo passato che risaliva a prima di essere un Giudice, quando ancora non avvertiva lo stridore delle ali della Viverna dentro di sé. Ma sapeva di averlo perso.

Non poteva recuperare quella vita e comunque non l'avrebbe fatto. Avrebbe significato rinunciare a qualcosa troppo importante del suo animo. 

Ma rimanere ancorati all'astio feroce scatenato da quella tregua... Minos forse non aveva tutti i torti. 

Avevano una seconda possibilità. 

E non era mai accaduto questo.

Una possibilità di pace, nel bene o nel male. 

"La verità" Aiacos spostò la coppa di gelato vuota, assumendo un'espressione seria e compita "E' che non abbiamo ben chiaro cosa dovremmo fare ora. Parliamoci chiaro, siamo soldati. Siamo sempre tornati per combattere questa guerra a prescindere dal risultato che abbiamo ottenuto"

In effetti i risultati non erano stati granché ma questo nessuno lo disse.

"Ora siamo costretti alla pace. Penso che anche al Santuario di Atene avranno qualche problema al riguardo... un'ostilità millenaria non finisce da un giorno all'altro"

"E quindi Aiacos? Che vorresti dire?"

La Garuda allargò le braccia "Che tutto questo potrebbe non essere così male. Rhadamanthys, lo sai tu per primo che la pace ha dei vantaggi. Alcuni vantaggi hanno nome e cognome"

In effetti alcuni vantaggi si chiamavano Kanon dei Gemelli. Ma anche questo nessuno lo disse.

"Ed esattamente lo zoo di Tokyo come rientra nei vantaggi di cui vai tanto parlando?"

"Bhe. Ci sono i panda"

Rhadamanthys alzò lo sguardo al cielo rimproverandosi, per l'ennesima volta, di aver perso quella guerra.

"Parlando fuori dai denti, questo è l'esterno. E' qualcosa che non conosciamo, non avremmo mai conosciuto e fino a pochi giorni fa non c'interessava conoscere. E con tutta probabilità non ci servirà ad un bel niente" intervenne Minos, il tono di voce pacato come al solito.

"Almeno tu lo ammetti!"

Minos alzò una mano, sospirando "Fammi finire. Lo zoo di Tokyo non ci servirà, non nella sua particolarità specifica. Quello che ci serve è capire. Rhadamanthys non abbiamo niente fra le mani. Abbiamo la nostra fede in Lord Hades, i nostri compiti all'Inferno, ma sono come svuotati di significato. Il nostro passato è una masnada di ricordi intrecciati che risalgono fino all'era del Mito e han sempre riguardato questa guerra. Il futuro non pensavamo neanche di averlo e improvvisamente ci è crollato fra capo e collo"

Non sorrideva più, Minos del Grifone. Non era divertente ammettere qualcosa del genere. Ammettere di soffrire immensamente la mancanza di uno scopo: di un passato in cui non si sarebbero più riconosciuti; di un futuro che non si aspettavano e non desideravano a quel modo.

"Dobbiamo cambiare Rhadamanthys. Siamo rimasti sempre gli stessi dai tempi del mito. Sei mio fratello da qualche migliaio di anni. Questo non poteva immaginarlo nessuno e richiederà una certa dose di adattamento"

Aiacos si strinse nelle spalle, sottolineando in quel gesto che condivideva le idee del collega. Poi sembrò fulminato e si chinò sul tavolino, fissando prima Minos e poi Rhadamanthys con espressione furba.

"Siamo, metaforicamente parlando, dei panda. In via d'estinzione. Dobbiamo evolverci se non vogliamo finire anche noi in una gabbia a mangiare bambù mentre turisti di ogni paese ci passano davanti, fissandoci"

"Non siamo cambiati in migliaia di anni..." protestò debolmente Rhadamanthys. Con enorme sforzo fece anche finta di non aver sentito la metafora proposta da Aiacos. 

Non che fosse sbagliato il senso.

Ma essere accomunato a quell'orso dall'espressione vacua gli aveva procurato un moto di fastidio non indifferente.

"Questa situazione è diversa. E comunque non ho mai detto che dobbiamo rivoluzionarci completamente, sia chiaro" riprese Aiacos, tranquillo.

Rhadamanthys oltretutto aveva una seria avversione per le rivoluzioni. 

"Saremo sempre quello che siamo. Quel passato di cui avvertiamo la mancanza è sempre lì, non lo abbiamo perduto. E questo futuro che non comprendiamo non ci verrà sottratto. Dobbiamo solo capire come realizzarlo"

Felice di quest'ultimo saggio e filosofico periodo Aiacos si rilassò sulla sedia, osservando gli altri due Generali con un leggero sorriso.

Rhadamanthys grugnì, infastidito, e si alzò.

"Bene. Comprendo il vostro punto di vista e non posso dire che sia campato per aria. Ma perché Tokyo?"

Minos sorrise, senza muovere nessun altro muscolo del corpo.

"Oh" mormorò, lanciando un'occhiata ad Aiacos.

"Un piccolo test"

Rhadamanthys preferì non indagare. Non gli sarebbe comunque piaciuto scoprire che Tokyo era stata scelta come destinazione per testare la sua resistenza al tè giapponese.

 

"Non ci credo"

"Allucinazioni, sicuramente"

"Dovremmo avvertirla?"

"Ma c'è la tregua..."

I Bronze Saints erano ridotti a statue di sale mentre fissavano perplessi Tre Giganti Infernali a spasso per lo zoo.

"Comunque, non ci crederebbe nessuno" pontificò Shiryu, scuotendo il capo.

 


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*Angolo Autrice*

Orbene, ritorno per qualche giorno e vi lascio questa cosa. E' tremenda, lo so.

E' stata scritta ad un orario improbo e non so ancora come abbia fatto a vincere. Ma ne sono tanto fiera, lo ammetto. Come amo il lato viola della Forza, come lo amo. *delirio*

   
 
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