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Autore: JackoSaint    21/04/2011    2 recensioni
"Essere dio, essere Padre dagli Dèi non dovrebbe farvi ricercare il contatto con la rudezza e la severità della vita mortale... del mio sangue... Non vi temo.... inutile che vi fermiate innanzi a me e chiniate il busto allungando la mano verso il mio capo... Sono solo... un umano... ma questo non significa che io debba provare timore per un dio..."
Ecco a voi il seguito di "Dodekatheon - i Dodici Olimpi". Cinque anni dopo la battaglia contro gli Argonauti, una nuova minaccia che si credeva assopita rivendica il volere degli Dèi: un compagno da riconquistare con l'aiuto dell'unica persona che possa sciogliere questo Nodo di Gordio... colui il quale in Terra opera il divino compito di ghermire i sogni ed i pensieri mortali... il Cacciatore di Sogni.
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap IV: Traditori




GIO: Eccomi, come sempre più in ritardo di mia sorella! XD Ma ormai è un classico, sarete abituati... comunque, mi giustifico subito: gli impegni scolastici sono stati esagerati, ed io sono mezzo morta... però devo aggiornare, zìzì, non mi tiro certo indietro!
Ringraziandovi tutti per le molte letture e recensioni, passiamo al sodo!
Buona lettura!

 

Capitolo 4:

Traditori

 

Il suo sguardo profondo, riflesso dell’intero universo, scava nel profondo della tenebra, appena là dietro la colonna; la sua voce, tuonante ed autorevole:

- Sei giunto - .

Il suo arrivo è già stato annunciato, ma in Zeus sembra tentennare una scintilla di stupore:

- Così... presto? E’ questa la celerità di voi subordinati terreni? - .

- Semplicemente, Divinissimo, eseguo gli ordini – Il movimento fluido di una mantellina da viaggio s’indovina dietro all’ombra scura delle colonne. – Divino, giungeranno velocemente anche loro - .

Un sorriso compiaciuto si rispecchia nella lucente coppa d’ambrosia che il Padre degli Dèi stringe nella mano destra. – Ho appurato che sono proprio gli esseri umani ad essere veloci... - .

- Il vostro piano non ha fatto una piega – mormora l’interlocutore.

Zeus ormai non lo sta più a sentire. Si alza, avvolto nei drappi sottili dei diversi mantelli, mentre una nuvola rossastra ed un cosmo spropositato annunciano un nuovo arrivo ai piedi della scalinata. – Apollo, figlio mio - .

- Padre – gli fa riverenza l’altra divinità, eseguendo un leggero inchino col busto. – Ordini? - .

- Raduna l’armata e porta Ares da me. Subito – E così si siede ancora annunciando poi, solenne: - Il tempo è giunto - .

 

 

Dohko pare soddisfatto. A grandi falcate percorre la Sala del Trono, la sua Sala, mentre dietro di lui Kanon non lo perde di vista.

Ad attenderli, i cinque Cavalieri di Bronzo  ed  Artemide.

Appena li notano il primo a scattare è Shiryu, sollevato nel veder tornare il proprio maestro.

- Maestro! - .

Dohko sorride, un sorriso che pare rilassato nonostante la pressante tensione nell’aria. – Shiryu, quale foga - .

- Maestro – ripete il Bronze, fermandosi davanti a lui e mantenendo una giusta distanza per rispetto. – Siamo venuti a sapere dell’evolversi della situazione e siamo corsi qui - .

- Ottimo. Avevo richiesto proprio io la vostra presenza - .

- O... onoratissimi, maestro - .

Kanon intanto raggiunge Artemide, donandole un casto bacio sul capo. Sembra quasi infastidito dalle occhiate degli altri Cavalieri di Bronzo, ma prima che possa prendere la parola a precederlo è Seiya:

- Come sempre, Kanon, neanche ci hai degnati di uno sguardo - .

Non demorde, il Cavaliere dei Gemelli. La sua occhiata è a dir poco di sufficienza: - Prima vengono gli dèi, non voi. Infatti adesso vi sto guardando - .

Non fanno in tempo a ribattere, perché Dohko si avvicina a loro con un insolito velo di serietà impresso nello sguardo.

- Noto con grande gioia che ci sei anche tu, Ikki - .

Ikki lancia un’occhiata ai suoi compagni, dopodiché si rivolge al Grande Sacerdote: - Non potevo disobbedire ad un ordine di così rilevante importanza - .

- Hai preso la faccenda con il giusto spirito. Bene. Kanon, amico mio - .

Il Cavaliere ha un sussulto subito seguito dall’aggrottarsi della sopracciglia. Forse ha colto qualcosa di strano nel suo tono, o semplicemente non si aspettava una nota così confidenziale. – Sì? - .

- Ti prego di andare pure a riposare, il viaggio ti avrà stancato - .

- Ma... - .

- Va’, non fare complimenti –, e Dohko si volta, mostrando un viso colorato da un inconsueto sorriso. Rivolge un leggero inchino in direzione di Artemide. – Divina, vi prego di seguire il vostro compagno. Non voglio parere scortese, semplicemente riconosco il vostro impegno e voglio che riposiate anche voi alla perfezione - .

Artemide inclina leggermente il capo, sembra capire. Con un cenno della mano zittisce ciò che la bocca di Kanon si sta lasciando sfuggire. – Grazie, Grande Sacerdote – Nello stesso momento in cui si volta per raggiungere le sue stanze, i cinque Cavalieri di Bronzo s’inginocchiano profondamente mentre Dohko si concede un semplice inchino del busto.

La dea, leggera nei passi, si allontana e così anche Kanon, dopo una veloce occhiata a Dohko, decide di seguirla. Solo quando escono dalla Sala del Trono, il Grande Sacerdote si siede al Trono e gli altri Cavalieri si alzano.

- Dohko, perché...? - .

- Hyoga, sei sempre troppo istintivo – ironizza l’altro, cambiando completamente atteggiamento e ritornando il vecchio Dohko di un tempo. – Devono prendersi cura della piccola Athena; e, oltre a questo, avverto troppa calma - .

Shun annusa l’atmosfera e con la coda dell’occhio controlla la sua catena offensiva. – Maestro, non avverto nulla - .

- Vero. Non ci sono nemici nelle vicinanze, ma presto ci troveremo in una situazione a dir poco... disperata - .

Disperata

- Maestro...! - .

- Shiryu, non perdere subito il controllo – dice Dohko ammonendolo con un movimento della mano. – E’ solo una mia impressione - .

- Uhm, come se le tue impressioni non valgano nulla! – sbotta Seiya. – Sei fin troppo sapiente per sbagliarti!  - .

- Cavalieri di Bronzo – Una nuova voce echeggia all’interno della Sala del Trono, seguita successivamente dal materializzarsi di un potente cosmo.

A Dohko sfugge un tenue sorriso: - Divino Ermes... vi stavo aspettando - .

Come sabbia portata da leggera brezza, la figura del dio appare alla destra del Trono. Il suo sguardo cristallino, come sempre pungente, inquadra subito i Cavalieri di Bronzo: – Ben ritrovati, giovani uomini - .

Subito, tutti e cinque cadono in un pesante inchino, quasi colti impreparati dalla sua presenza.

Dohko invece si alza ed accetta di buon grado la mano tesa del dio. – Onorato della vostra presenza - .

- Sono venuto con piacere. Avevi qualcosa da chiedermi, giusto? - .

- ...Sì - .

 

 

Dopo aver illustrato nel modo più preciso possibile tutto ciò che Sharandal gli ha detto, e dopo essersi gustato gli sguardi spaesati dei cinque Cavalieri di Bronzo, Dohko ritorna a sostenere l’occhiata del Divino Ermes: - Per concludere, vi sto chiedendo informazioni su come posso tornare indietro nel tempo. A detta di Sharandal è l’unico modo per liberare Shaka dagli influssi malefici - .

Il dio si tasta il mento, pensoso. Non pare affatto colpito dalle parole del Grande Sacerdote, ma il suo sguardo tradisce un certo timore. Prima che qualcuno possa chiedere qualcosa, alza gli occhi su Dohko incrociandoli quindi con i suoi. – Sì, ci sarebbe un modo - .

 - E... - .

- Ma è estremamente pericoloso – Dicendo questo, Ermes va ad indicare un punto indefinito sulla sua destra. – In quella direzione esiste un luogo da cui si può raggiungere qualsiasi Era - .

- Un... un luogo? – domanda Shun, leggermente intimorito dal severo tono del dio.

- Sì. Il problema è che si trova sull’Olimpo - .

Ancora. Quel. Maledetto. Posto.

A Dohko gelano le vene: nonostante non ci sia mai stato, il ricordo di ciò che avevano dovuto passare gli altri Cavalieri era ancora vivo nella sua mente.

- Sull’Olimpo? – si fa avanti Seiya alzando stupito le sopracciglia. – E che razza di posto è? - .

- Un enorme lago nel quale si riflettono le splendenti galassie dell’intero Universo - .

Dohko perde qualche battito; un oscuro presentimento gli annebbia la mente. – State parlando della dimora di... – La voce gli muore in gola.

Ermes annuisce, abbassando un poco il capo: - La dimore di Chronos, luogo severamente proibito agli umani e l’unico sull’Olimpo non subordinato alla giurisdizione dei Dodici - .

Sulle labbra di Shiryu freme un lungo respiro. – Ma... Divino Erm- - .

- E’ l’unico modo per raggiungere un’altra Era – lo ferma perentorio il dio, - convincere Chronos e tuffarsi nell’infinità della galassie – Nessuno osa prendere parola, quindi Ermes ne approfitta per continuare la sua lunga descrizione: - Come detto prima gli umani non possono accedervi... o almeno, non sono ben voluti da Chronos. L’unico modo per essere accettati al suo cospetto è presentarsi con uno dei Dodici Olimpi – Fa silenzio, e questo silenzio permette a Dohko di capire tutto:

- Divino Ermes, per voi ritornare sull’Olimpo sarebbe troppo rischi-!  - .

- Ho detto che è l’unico modo – ripete il Divino, quasi non ammetta obiezioni, - e poi, che dio sarei se avessi paura dei miei simili? Si sta per intraprendere una nuova guerra, di certo non posso rimanere con le mani in mano - .

- Sì ma- - .

- Dohko – lo blocca di nuovo, invitandolo al silenzio. Il suo sguardo si posa poi sui cinque Cavalieri di Bronzo. – Andare in troppi sarebbe ancora più rischioso. Nasconderò il mio cosmo divino, e con me verrà il Grande Sacerdote ed uno di voi - .

Seiya lancia ai compagni un’occhiata disorientata: - Ma, Divino Ermes, più siamo meglio riusciremo a- - .

- Chronos detesta la presenza degli umani. Uomo avvisato, mezzo salvato: si dice così, no? - .

- Ma- - .

- Chi è il più forte tra voi? Chi ha più ardore in battaglia? - .

Un silenzio innaturale cade nella Sala del Trono. Dohko non pare intenzionato a parlare, e così anche i cinque Cavalieri.

Solo Hyoga ad un certo punto trova il coraggio di rispondere alla domanda acuta del dio, ed indicando Ikki con un cenno del capo mormora: - Lui. La Fenice - .

Ikki, chiamato in giudizio, non dice nulla. Sembra quasi pietrificato di fronte all’occhiata severa del dio, non osa nemmeno muovere un muscolo.

Ermes rimane ancora un poco a fissarlo, poi si volta e lentamente, senza fretta alcuna, le sue fattezze incominciano a mutare: drappi di seta prendono il posto dell’armatura ramata che prima lo ricopriva, la lunga ciocca di capelli scompare e il color rosso autunno della sua chioma muta in un nero corvino. E, quando si volta per assaporare le loro occhiate stupite, sfoggia due occhi dello stesso colore della spuma del mare.

- Bene, Fenice – annuncia, e poi si rivolge a Dohko con un sorriso compiaciuto a fior di labbra: - Possiamo andare - .

 

 

Prima di questo momento non ha mai potuto rendersi conto della sorprendente capacità di Ermes di nascondere la propria natura divina. Ora che lo ha davanti in tutta la sua umanità mai si immaginerebbe che dietro a quel ragazzo all’apparenza innocente si nasconda la forza distruttrice di uno dei Dodici Olimpi. Perso in questo pensieri, Dohko lo segue a distanza ravvicinata per assicurarsi di non perderlo di vista, e di fianco a lui un passivo Ikki riesce a tenere il loro passo.

- Erm-? - .

L’occhiata del dio gli ghiaccia all’istante la parola. Il tempo di superare con un balzo un altro masso e il Grande Sacerdote ha già riformulato completamente ciò che stava per dire: - Aléxandros, quanto manca? - .

L’altro lo benedice con un tenue sorriso. – Poco. Mi dispiace farvi proseguire per questa strada, ma è quella più sicura - .

- Ci fidiamo – è la risposta di Ikki, che li ha appena raggiunti.

Ora davanti a loro si snoda un ripido sentiero, che s’inerpica così sulle pendici dell’Olimpo. Alla loro sinistra, un baratro senza abisso.

- Attenti a non cadere – raccomanda atono il dio.

A fare compagnia ai loro animi inquieti, man mano che proseguono e si alzano di quota, ecco apparire una nebbia così fitta da non permettere loro di vedere nemmeno dove poggiano i piedi.

- Non perdetemi di vista – pronuncia quasi sillabando il dio, fermandosi ed aspettando di essere raggiunto dai due uomini. – Ricordate, siamo in territorio nemico - .

- Questo è fin troppo evidente, Aléxandros – è la risposta di Dohko. Sta già per riprendere la marcia quando una spiacevole sensazione gli irrigidisce i muscoli. Anche Ermes non pare essere a proprio agio, anzi si guarda circospetto attorno con l’aria di chi sa di essere seguito.

Ikki, come previsto, ghiaccia sul posto: - Al-? - .

- Dobbiamo essere veloci - .

Non può essere arrivato ora.... manca così poco...

- Svelti! – La sua violenta presa di posizione scuote i due Cavalieri, che si ritrovano senza averne piena consapevolezza a correre all’impazzata nel fitto della nebbia.

- A...Aléxandros, rallenta! – è ciò che sfugge a Dohko, ritrovatosi costretto a saltare oltre alcuni massi.

Non rallentate... non rallentate...

Giungono in un piccolo spiazzo affacciato al burrone: la nebbia intorno a loro si dirada un poco, e lascia intravedere attraverso il suo spesso velo un paesaggio spettrale ed alieno. Gli astri splendono con meno vigore di prima, nonostante la notte si stia infittendo.

Ermes, leggermente accovacciato a terra, si sistema i mantelli alzandosi con un cipiglio severo. – Credo ci abbiano scovati – .

- Scovati? - .

- Sì, Dohko - .

- Qui siamo al sicuro, almeno? - .

Il dio tace, non risponde subito. Annusa l’atmosfera e una capricciosa brezza serale gli accarezza i capelli corvini. – Non esserne così certo - .

Il suo secco tono di voce precede l’apparizione di una luce soffusa, dello stesso colore del sangue. Dohko ed Ikki, colti impreparati, non fanno nemmeno in tempo a difendersi dall’attacco indiretto che li raggiunge in pieno, scaraventandoli così a molti metri di distanza.

La polvere che si alza, silenziosa e leggiadra in una danza senza musica, copre le dozzine di figure che ora si presentano davanti ai loro occhi.

Dohko è il primo a rimettersi in piedi: leggermente barcollante alza gli occhi su quelli che identifica come nemici mentre Ermes, poco lontano, studia la scena in silenzio.

Ben presto si ritrovano circondati.

- Non sarà facile... giungere da Chronos – sospira Ikki, tirandosi in piedi grazie ad un masso. – Grande Sacerdote, io... - .

- Dobbiamo assolutamente presentarci al suo cospetto – lo ferma Dohko, risoluto, - di certo semplici soldati non ci fermeranno - .

Il silenzio che viene dopo, a dir poco irreale, gli gela il sangue...

 

 

- ...Semplici soldati? – Una voce cupa, potente ma tremendamente familiare spazza via la sicurezza del Grande Sacerdote.

L’avvento di un cosmo straordinariamente più energico annuncia l’arrivo di un nemico forse troppo forte per loro. Avvolto da un’aura scarlatta, questi fa il suo ingresso discendendo dal fitto della nebbia e poggiando i piedi per terra. Quelli che paiono i suoi soldati, invece, si appostano tutt’attorno.

- Ohi ohi... abbiamo visitatori, come previsto - .

Ancora la sua voce; questa volta, però, Dohko viene scosso da un fremito di timore.

Non puoi essere tu... ma certo, la voce è così diversa... eppure...

- Dohko – lo richiama l’avversario, stringendo il pugno destro e facendone sgorgare una grossa fiamma sanguigna, – sarai tu il primo a morire - .

Appare finalmente dalla nebbia. La sua armatura ramata, tipica degli Olimpi, fa risaltare i lunghi capelli rosso autunno che troneggiano al posto del biondo dorato. Le due focose iridi invece non sembrano veder altro che i nemici.

Ermes, quasi colto alla sprovvista, inarca le sopracciglia ma non pare farsi cogliere dal nervosismo: il suo sembra un comportamento dettato dalla complessità della situazione.

Ikki e Dohko, completamente stupiti, si lasciano sfuggire un lungo respiro affannato.

- Io, Ares, farò di te, Grande Sacerdote, un semplice mucchio di ossa - .

Questa è una dichiarazione di guerra. Sì, non c’è tempo per pensare.

Dohko scuote leggermente il capo, sconvolto. – Tu... no, non può essere... - .

Dov’è finita la tua nobiltà, Shaka? La tua calma, il tuo sguardo pacifico...

- Sono stati spazzati via – gli risponde Ikki cogliendo i suoi pensieri. – Grande Sacerdote, non abbiamo tempo per- - .

- Non avete tempo per nulla! – lo ferma Ares. I suoi occhi non conoscono ragione: - Non raggiungerete Chronos, sarete tutti morti prima - .

- Frena la lingua, Ares! – lo zittisce in tono perentorio Ikki, ponendosi tra lui e Dohko a braccia spalancate. – Sarò io il tuo avversario. Dohko, io- - .

- Non avresti possibilità di vittoria, sei forse impazzito!? - .

- Ma Maestro- - .

Ermes, che se ne è rimasto in disparte a studiare la scena, trae a sé Dohko con un lento movimento del braccio. – Andiamo, Dohko. Lasciamo tutto alla Fenice - .

Io... no, non posso permetterlo...!

- Ce la farà, dobbiamo solo avere fiducia - .

Ma...!

- Ehi tu – Ares, quasi incuriosito dalla scena che si trova davanti, lancia una veloce occhiata ad Aléxandros; sembra cogliere qualcosa. – Dopo la Fenice sarai tu quello che verrà ridotto ad un mucchio d’ossa - .

Ikki si volta di scatto verso i compagni. Il suo tono è sinonimo d’ira incontrollata. – Muovetevi ad andarvene! Resterò qui io! - .

- Ma- - .

- Dohko, niente storie – Aléxandros, sfidata un’ultima volta l’occhiata di Ares, lo forza a riprendere il cammino. – Proseguiamo! - .

- Non andrete comunque molto lontano – ridacchia Ares, - e se preferite morire più avanti non sarò di certo io a fermarvi - .

Lo sguardo di Aléxandros è colto da un fremito di timore:

E’... troppo sicuro di sé, c’è qualcosa di pericoloso più avanti... qualcuno ha passato loro informazioni preziose, siamo in netto svantaggio...

- Ci avete rinunciato? Non volete più proseguire? – li incita la voce di Ares. – Scelta saggia - .

- Taci, Ares! – lo ammonisce Aléxandros. Un sorriso beffardo nasce sul suo volto. – Di certo non saranno i tuoi scagnozzi a fermarci. Andiamo, Dohko! – Afferratolo per un braccio incomincia a correre, ed il Grande Sacerdote non può far altro che seguirlo. Le figure di Ikki, dell’Olimpo e dei suoi subordinati scompaiono lentamente nella nebbia.

Non fermiamoci, Dohko, a qualunque costo...!

- Aléxandros, ma!- - .

- Taci! –

Dohko, Ares sa chi sono... non sei più al sicuro, ora...

L’atmosfera, già cupa e pesante, si fa ancora più insopportabile quando un altro cosmo sopraggiunge davanti a loro: - Oh, quanta fretta... - .

Maledizione!

Ermes è costretto a frenare di colpo, obbligando Dohko ad aggrapparsi alla parete rocciosa per non cadere in avanti.

- Il Grande Sacerdote e... il Divino Ermes, ho indovinato? – La nuova presenza prende forma lentamente, facendosi spazio tra l’aura argentea che lo circonda.

Dohko aguzza lo sguardo e, nello stesso istante in cui Ermes gli lascia libero il polso, il suo cuore perde qualche battito.

Sbalorditivo... questo cosmo è così...

- Pericoloso – finisce per lui il Messaggero Divino. – Dohko, credo dovrai continuare da solo - .

- Ma- - .

- Fallo – Il cosmo del dio ora è più riconoscibile. Le fantomatiche sembianze umane vengono velocemente rimpiazzate da quelle divine, e il suo corpo viene rivestito dalla spessa corazza ramata.

- Ma Chronos- - .

- Non avrà di che da dire... Dohko. Non c’è tempo – Avvicinandosi a lui e premendogli un palmo alla base del collo, attorno a questo fa germogliare una collana con appesa un lunga piuma d’angelo. – Con questa ti farà passare, riconoscendoti come mio alleato - .

- Ermes, voi- - .

- Scansati – Con un potente scatto dell’altra mano lo obbliga a spostarsi, facendolo cadere ai suoi piedi. – Cerca di portare a termine la missione affidatati da Sharandal - .

Dohko non ribatte. L’indole combattiva di Ermes non gli permette di opporsi alla sua decisione.

Intanto il nuovo avversario, ora a pochi metri da loro, sfodera un ghigno compiaciuto mentre si scosta il mantello dal volto. – E’ un onore combattere contro di voi, Divinissimo. Uno scontro tra traditori è eccitante - .

- Traditori... – Ermes stringe i denti. Riconosce quegli occhi, riconosce anche il tono di voce. – Sei stato tu a passare le informazioni agli Olimpi, quindi. Ciò mi fa tremendamente infuriare... -

Dohko non ha tempo per rendersi conto di chi ha davanti. Solo quando Ermes pronuncia il suo nome dopo quella veloce pausa, solo quando un forte nodo alla gola lo forza a tacere, le sue viscere vengono stritolate dall’amarezza e dalla paura:

- Tu... Ethelred... - .

 

 

ANGOLO DELLE AUTRICI:

Gio: Uhm uhm, si prospettano due combattimenti interessanti... Ikki VS Ares e  Ermes VS Ethelred… so che vi ho fatto prendere parecchi infarti in questo capitolo, ma mi duole dirvi che non saranno gli ultimi... XD Devo per forza seguire la trama ^^”

*Scarica alla sorella la colpa della trama* XD

Spero vi sia piaciuto come capitolo, e mi dispiace non aver avuto tempo di aggiornare prima ç_ç Come sempre, alle recensioni risponderemo in forma privata, ergo via mail ^^

A presto,

Gio  




   
 
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