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Autore: Isy_264    22/04/2011    3 recensioni
Può capitare di incontrare un bel ragazzo in giro, no?! Può capitare anche nelle situzioni più disparate, in fondo è una cosa istintiva!
Il problema sorge se questa persona la incontri in una sala d'aspetto, se questa è la sala d'aspetto di un dottore e se la persona che potrebbe piacerti ti tratta come un'appestato mentre tu hai solo una brutta bronchite (che tra l'altro a mala pena ti appresti a curare!)...ma si sa, per amore si fa tutto, ipocondria a parte ovviamente...
[ Seconda Classificata al contest "I click di Cupido" indetto da Kukiness nel Forum di Efp ]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seconda classificata al Contest “I click di Cupido” indetto da Kukiness nel forum di Efp: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9696231 (i giudizi nella terza pagina: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9696231&p=3)

N.B. Con questa storia non si vuole denigrare o sminuire malattie serie e gravi, l'ironia presente nella stessa non vuole essere un'offesa per nessuno, l'autrice non ha né competenze mediche (di conseguenza la storia ne è priva) né pretende di esporre giudizi in ciò che non la compete. L'autrice d'altronde è certa che a volte l'ironia sia dannatamente utile, anche solo per dieci minuti, tempo di durata di lettura di una one shot.

.

Ti amo, ipocondriaco!

"Etchuuu!"
"Coff, coff..."
Loris si guardò distrattamente attorno, individuando una sedia grigia in un angolo della stanza.
Non gli piaceva andare dal dottore e se in quel momento si trovava lì, era solo per suo fratello che, stanco di sentirlo tossire – e forse anche innervosito dalla gravidanza della moglie – gli aveva intimato: “Se non vuoi farti visitare da me, allora vai dal Dottor Bindi, ma non ritornare a casa senza una ricetta medica o puoi anche trovare un altro letto per stanotte!”
E siccome, da bravo parassita, abitava nell'appartamentino creato dalle stanze della loro casa...beh, era un buon ricatto! Solo che perdere una giornata a sentire ogni male immaginario che nessun vecchino avrebbe mai potuto avere, lo faceva impazzire!
Comunque si sedette e, pronto ad annoiarsi per un paio di ore, attese.
"Ho avuto un...un ..."
Uno stralcio di conversazione gli arrivò alle orecchie e lo distrasse dal moscerino che volteggiava nella scia luminosa del neon del soffitto. Quelle luci erano davvero sporche...
"Ma sì, ma sì, anche mia nipote, sa, la stessa cosa sua. Ma noi siamo più resistenti," sentì aggiungere una signora, "me l'ha detto il dottore, sa, l'hanno scorso ho preso la Spagnola e mi sono fatta gli anticorpi, ormai non mi ammalo più! Eh, ma la nostra generazione..."
Loris sbuffò leggermente, muovendosi sulla sedia irrequieto e attirando qualche sguardo – c'era da chiedersi cosa faceva dal dottore se non si ammalava mai! – rifletté sarcastico; la guardò bene e mentre il parlottio diventava solo un sottofondo soffuso, notò che aveva gli occhi chiari, lucidi, sintomo almeno di un inizio di febbre, la voce rauca e il naso rosso, il tutto contornato da un vaporoso abito a fiori... e abito e Spagnola a parte, almeno un po' di influenza quella donna la doveva pur avere!
Un attacco di tosse lo fece piegare in avanti e si allentò il colletto della felpa – qualcuno gli doveva spiegare perché nelle sale d'aspetto si doveva sempre soffocare in quel modo! Non avevano mai sentito parlare della proliferazione dei batteri? Era tutto sudato – pensò passandosi una mano tra i corti capelli castani.
"...e a forza di andare in bagno mi sono quasi disintegrata!"
“Od...” Tossì per non ridere e uscì sul balconcino lì vicino – Questa era bella, e lui che sottovalutava sempre il peggio!
Si accese una sigaretta e osservò la saletta da dietro il vetro della porta-finestra: la signora influenzata continuava imperterrita a parlare e il signore suo vicino ad ascoltare, il bambino accanto a loro continuava a infilarsi le dita nel naso e il ragazzo a lui vicino a dondolarsi al suono della musica dell'ipod che, con ogni probabilità, lo avrebbe reso sordo nel giro di una quarantina d'anni. Girò poi lo sguardo sugli altri pazienti, tossendo ancora, fermandosi quindi su un ragazzo che gli dava le spalle: gli piaceva osservare le persone quando credevano di non essere viste, gli piaceva indovinare ogni caratteristica, ogni particolare, ogni dettaglio...ma questo andava anche oltre le sue aspettative! Quel giovane si guardava intorno disperato e, a ogni colpo di tosse della rossa che aveva vicino, sobbalzava schifato.
Oh, oh, un vero ipocondriaco – rise Loris – c'era da chiedersi quanto avrebbe resistito!
Lo osservò voltarsi verso la signora e, nonostante non riuscisse a sentire cosa lei stava dicendo, notò distintamente la schiena del ragazzo irrigidirsi fino a quando, esasperato, non lo vide scattare in piedi per poi uscire in tutta fretta dalla sala. Lo seguì così con lo sguardo finché, per un solo istante, il giovane si voltò verso di lui.
“Acc...” imprecò sorpreso.
Moro, con gli occhi verdi, poco più che ventenne aveva un fisico che, porca miseria, se quel tipo non faceva palestra lui non capiva niente del mondo! E la parte peggiore era che non sembrava per niente consapevole di essere un ormone con le gambe! Oh, era davvero...
"Mmm." raddrizzò la schiena di colpo e cercò, con poco successo, di ingoiare un colpo di tosse.
Era suo.

*

Si era laureato in Farmacia giusto un anno prima ma, sfortunatamente, non aveva ancora trovato lavoro. In realtà, se proprio doveva essere sincero, non si era mai sforzato davvero di cercarlo, aveva iniziato quella Facoltà solo perché suo padre aveva giudicato Lettere l'università dei disoccupati; ma se per l'uomo questo era Lettere, per lui Medicina era anche troppo per “occupati”! Così aveva scelto quel compromesso, soprattutto considerando che, in famiglia, almeno un medico c'era: suo fratello Andrea di ben dodici anni più di lui, marito della sua migliore amica e pupillo di suo padre – come avrebbe potuto paragonarsi a un simile “gioiello”?
Ma alla fine, in pari con gli anni, si era laureato, aggiungendosi così a una lunga lista di disoccupati, nel suo caso volontariamente. Quel che però non sapeva è quanto questo gli sarebbe tornato utile.

Si riscosse dai suoi pensieri quando, finita la sigaretta, decise di ritornare in sala d'aspetto.
Aveva perso di vista il moro – rifletté – ma non importava, in fondo era arrivato dopo di lui. Uscì quindi dal balconcino e camminò lungo il corridoio con quel suo modo di fare sicuro ed elegante finché, passando di fronte al bagno, non udì una voce esclamare:
“...ma come non riesce a trovare casa mia! Non è difficile, Via Roma è la via centrale! E il numero 54 è... dove si trova lei? Ma è la parte opposta del paese! ...no che non mi calmo...oddio, mi sento mancare, ho mal di testa, so che mi sto prendendo qualcosa, non sente che voce ho? Potrebbe essere un problema alle corde voca... no che non ho preso freddo!”
Loris si trattenne dal ridere e rallentò appena il passo per continuare a sentire: “Le dico che... oh, ma non sente questo sibilo? No, non è il cellulare credo sia nella mia... non sono paranoico! Ho bisogno di un infermiere, qualcuno 24 ore su 24 e... no... oh, sa che le dico? Che è licenziato! Lei e tutta... ma mi ha riattaccato il telefono in faccia?!”
A quell'ultima esclamazione accorata, Loris ridacchiò divertito, una mano davanti la bocca, per poi tornare indietro baldanzoso – l'aveva ritrovato!
Entrò in bagno e lo vide davanti a lui mentre, di schiena, guardava il cellulare che aveva in mano.
Si avvicinò così ai lavandini per lavarsi le mani, cercando una scusa per iniziare una qualsiasi conversazione con lui. Aveva appena deciso cosa dirgli che un colpo di tosse lo interruppe improvvisamente.
In quello stesso istante il ragazzo sobbalzò spaventato per poi voltarsi a guardarlo e stringere convulsamente il cellulare che aveva in mano.
“Ehm...” accidenti, cosa aveva fatto? – si chiese Loris leggermente disorientato, “Io...”
Tossì ancora mentre l'altro abbozzava un sorriso di circostanza, “Scusi, sto telefonando.” lo udì mormorare per poi scappare letteralmente dentro una toilette e chiudercisi a chiave.
“Oh.” sbatté le ciglia spiazzato, guardando la porta che aveva davanti senza saper cosa fare. Doveva dire che non si era aspettato una simile reazione, non era proprio un buon inizio...
Aprì appena la bocca e la richiuse, uscendo meccanicamente dal bagno e cercando di cacciare quella vaga sensazione di fastidio che stava provando – beh, lungi da lui arrendersi – rifletté poco convinto – doveva trovare il modo per...
“Loris, ben trovato, sei qui da parte di tuo fratello? O sei finalmente venuto per farti curare quella brutta tosse? So che non ti piace che Andrea...”
Una voce conosciuta lo fece voltare appena e con molta lentezza il suo cervello inquadrò l'uomo sulla cinquantina che gli stava parlando – oddio il Dottor Bindi! – pensò scocciato – Lo aveva dimenticato, no, lui doveva parlare col ragazzo, non gli interessava quello che l'uomo doveva dirgli! Aveva bisogno di un'altra sigaretta per calmarsi. Lo intrigava l'idea di essere stato rifiutato, conquistarlo sarebbe stata una...
“Loris? Vieni?”
“Ah,” si guardò indietro velocemente, come temendo di non riuscire a tenere sotto controllo la situazione, “dottore no, io...no, io…devo andare in bagno!” esclamò.
“Andare in...? Ma...”
“No, sa cosa, ero qui per... la tosse no, mio fratello... sa che faccio, vado in farmacia, sì, uno sciroppo per la tosse, provo prima con quello, è solo il freddo, mmm... sì, non crede?!” e ciò detto uscì velocemente dalla sala d'aspetto.
Il Dottor Bindi, buon uomo, lo guardò serio, scuotendo la testa e dedicando poi un cenno alla signora che si era appena alzata in piedi: conosceva Loris da tempo ma l'aveva sempre giudicato un po' uno scavezzacollo! E dire che suo fratello era così diverso!

*

Hai bisogno di un consulto medico?
Hai dubbi su delle analisi o su un medicinale?
Necessiti di qualcuno da contattare 24 ore su 24?
Manda una mail a:
www.farmadoc.lofarm.it
Risposte private o pubbliche nel pieno rispetto della privacy.

“Non ci credo che tu mi abbia convinto a fare una cosa simile! E che tuo marito sia d'accordo! Sono un pericolo pubblico, lo sai! E poi è gratis! Per non dire che Andrea è stato veramente un irresponsabile: tu dovresti star tranquilla adesso, senza affaticarti!”
Sara, una biondina alta un metro e cinquanta con un bel pancione che la statura sembrava solo ingigantire, sbuffò e guardò dal basso il suo migliore amico, nonché suo cognato, arrabbiata:
“Non usare la gravidanza come una scusa! Sono il tecnico informatico che si è occupato di quel sito, a chi si doveva rivolgere Andre? Poi te l'ho spiegato un milione di volte, se qualcuno si rivolge a te per un consiglio medico fai rispondere tuo fratello, cosa credi? Che possiamo rischiare la vita di qualcuno? Non sei un dottore caro, pensavo che tuo padre te l'avesse ricordato diverse volte!”
“Mmm.” La guardò in cagnesco e posò una sigaretta spenta sulle labbra come faceva ogni volta che era nervoso ma non poteva fumare, “Infatti, ed infatti mi basta l'ipocondria del mio vicino di casa e di sua moglie, non voglio fare il farmacista online! Mi hai pure trascinato in giro a distribuire i volantini! Aaahh... oggi è proprio una giornata orribile...” aggiunse in borbottio sconsolato.
“Perché? Hai scoperto che il ragazzo che volevi è etero?” gli chiese lei sarcastica.
“Peggio, prima mi ha trattato come un appestato, poi è scomparso nel nulla, puff!” aggiunse muovendo le mani in aria, “E io che ero anche rientrato in quel bagno puzzolente per lui!”
“Un appest... nel bagno?”
Loris annuì distrattamente, tirando fuori dal frigorifero una lattina di aranciata:
“Un appestato, sì,” mormorò “sai, per via della tosse e tutto il resto...”
“Oh.” Sara lo fissò in viso e sospirò, nonostante facesse l'indifferente sapeva bene come Loris potesse rimar male per una cosa simile, per quanto, fortunatamente, il suo carattere gli permettesse di passare sopra molte questioni. Se fosse stato tutto così facile... “Che bello caro,” gli disse comunque ironica, “finalmente qualcuno che ti fa smettere di fumare! Forza, ormai è fatta, oggi è il giorno decisivo, vieni mollato per la prima volta e inizi pure un lavoro! Bello, no?!”
“Mah. Comunque non si può fare, mi si è rotto il pc.”
“Facile, ti presto il mio.”
“Ho finito i soldi nella chiavetta e non ne ho per ricaricarla.”
“Ti presto anche quella.”
“Ho un problema al pollice opponibile.”
“Oh, ma quello mica ti serve. Hai altre quattro dita nella mano! Piuttosto...”
“Piuttosto,” la interruppe annoiato “ancora non sono entrato nel tuo portale!”
“Ti piacerà vedrai! Sono un gruppo di dottori che formano un'associazione voluta da un ospedale, danno risposte pubbliche e private ai vari pazienti, ovviamente consigliando sempre di rivolgersi di persona a un medico per un analisi approfondita e diretta!”
“Che tipo di dottori?”
“Il sito è diviso in sezioni, psicologia, pediatria, ortopedia... ogni dottore ha una pagina a sé e se possono rispondere, per esempio se qualcuno chiede un opinione per dei valori di alcune analisi, lo fanno direttamente, sennò indirizzano al medico più vicino. Ho inserito un link nella home del portale che porta alla tua pagina, lì troverai una piccola biografia e una tua foto,” aggiunse “come farmacista qualcuno potrebbe chiederti informazioni su qualche medicinale, quindi diciamo che passeresti come un... collaboratore o consulente ma, per favore, per qualsiasi cosa...”
“Non rischierò la vita di nessuno, per qualsiasi dubbio, malattia, problema o altro indirizzerò l'utente a chi di dovere! La gravidanza ti rende recidiva, tesoro... e dire che l'avevo detto io a mio fratello di non sposarti!”

*

“Signor Gaetano...”
“...ma ho un certo bruciore allo stomaco ti ho detto, sei sicuro che prendere un paio di Aspirine non mi possa aiutare?”
Loris guardò esasperato l'uomo che l'aveva appena fermato e tossì leggermente prima di rispondere: il signor Gaetano e sua moglie Mara erano divenuti loro vicini ormai da qualche anno dopo che, a causa di una lite di condominio, dove si era scoperto che il nipote dei due utilizzava abusivamente la linea internet degli altri condomini, erano stati gentilmente sfrattati. Ma lontani dal disperarsi, i due anziani avevano accettato con gioia l'idea di trovarsi per vicini un dottore e un farmacista, per Loris, loro, erano stati i suoi primi clienti!
“No, signor Gaetano, l'Aspirina è un antipiretico, antidolorifico, non serve per...”
“Appunto ne prendevo due, per aumentarne l'effetto!”
“Allora perché non va in Farmacia e prova con...”
“Ma senti,” lo interruppe l'instancabile vecchietto “senti qui, questa è colpa di mia moglie sai, che cambia il materasso! Lo vedi quel bozzolo sulla schiena?”
Il ragazzo rimase un attimo interdetto e aggrottò la fronte – si era accorto che ogni domanda che l'altro gli faceva era sempre più strana, ma non poteva non essersi accorto della gobba che aveva da ormai quarant'anni!
“Ehm no,” rispose “è solo un...accenno di gobba...”
“La gobba? Oh caro, sono quarant'anni che ce l'ho, non te ne sarai accorto ora! Vai a riposarti, ne riparlerò con tuo fratello. Perché non prendi una camomilla? Ai miei tempi la usavamo sempre...”
Lo guardò rientrare in casa leggermente stupito, aprendo poi la porta della sua. Forse, col senno di poi, – rifletté – l'averli avuti come primi clienti poteva anche dirsi una fortuna: almeno aveva fatto l'abitudine agli utenti che lo riempivano di mail! Quelli sì che erano dei veri rompiscatole! Avere un nuovo collaboratore nel sito evidentemente doveva piacere e Loris, con molto stupore, aveva già iniziato, dopo una sola settimana, ad avere pazienti virtuali fissi. Uno soprattutto, tale Simone, gli chiedeva delucidazioni su tanti di quei medicinali da fargli sospettare che stesse preparando un attacco terroristico, data l'inesistente possibilità di trangugiarli tutti senza fondersi lo stomaco!
Doveva essere una persona veramente noiosa, – rifletté – una di quelle che, non avendo una vita, andavano a disturbare quella degli altri! Come poteva essere altrimenti? In due giorni gli aveva mandato la bellezza di 42 mail, era un record!
Comunque si sedette davanti al portatile – il suo – inserì la chiavetta – di Sara – e si connetté controvoglia ad internet, pronto a trovare la casella praticamente...
“...intasata.”
Hai ricevuto 8 messaggi:
Da: simo28@liam.it alle ore 08:54
Da: simo28@liam.it alle ore 09:16
Da: simo28@liam.it alle ore 09:18
Da: patatina77@liam.com alle ore 12:34
Da: simo28@liam.it alle ore 13:24
Da: simo28@liam.it alle ore 14:52
Da: KaOs1234@liam.it alle ore 14:59
Da: simo28@liam.it alle ore 16:23

Ed erano suolo le 16:33!
Scorse velocemente le mail, rispondendo subito alle due che non erano di Simone, quindi si arrese all'inevitabile.

Da: Loris
A: simo28@liam.it
Oggetto: risposta cumulativa

Gentile Simone, ecco le mie risposte alle tue sei mail:

Si trattenne dal sottolineare quel “sei” e continuò.

1_ Fare palestra fa bene e non è necessario preoccuparsi per, la stanchezza, è normale, in caso sia eccessiva – e non mi pare il suo caso da ciò che mi ha detto – può consultare un medico o prendere degli integratori.
2_ Sono sicuro che suo nipote starà benissimo, sua cognata ha agito bene disinfettandogli il dente caduto “alla vecchia maniera”, come lei puntualizza, i punti non sono necessari.
3_ Il cappuccino non è nìpdep3o

“Loriiiii!”
Sobbalzò spaventato, lasciando scivolare le dita sulla tastiera – cosa diamine…?
“Loriiiissss!!!” Ooohhh, era Sara!
“Che spavento, accidenti. Stai calma, cara, è presto per partorire...” le disse cancellando le lettere sbagliate, riconoscendo la voce dell'amica in quell'urlo disumano.
“Ciò non toglie che tu possa aiutarmi con la spesa, razza d’ingrato!” ribatté lei.
“Sto lavorando!”
“Pff...per rispondere a qualche domanda su un foglietto illustrativo! Muoviti!”
Il ragazzo a quel ringhio si alzò dalla sedia e concedendosi violenti – quanto finti – colpi di tosse, prese la borsa più piccola – “EHM!” – e quella più grande per portarle in cucina.
“Ancora quel tipo?” gli chiese lei mentre riordinavano la spesa, dimostrando di essere bene a conoscenza dei fatti.
“Sì, dovresti leggere le sue mail, credimi, sono... esasperanti!”
“Ma non lo sai che chi disprezza compra?”
“Certo, come no! È il mio principe azzurro, in realtà! Piuttosto, Andrea?”
“È in ambulatorio, mi ha detto che il signor Gaetano ti...”
“...sì,” la interruppe “mi ha fermato sul pianerottolo: sta bene, lui e la gobba.”
“La gobba?” domandò stupita, lo stracchino in mano.
“Già, storia lunga.” Loris rimase un attimo in silenzio, poi aggiunse, un’espressione seria in viso, “Ma lo sapevi che quando ti cade un dente da latte dopo puoi addirittura mettere i punti?”
“No?! Sul serio? Che sviluppi la scienza!” Inutile dire quanto sarcastica sembrasse...

*

3_ Il cappuccino non è nocivo, non si preoccupi. Se però si sente gonfio o altro, prenda del carbone attivo, è assolutamente naturale e le sarà di aiuto.

Aveva ripreso il suo lavoro solo quella sera quando ormai Sara e suo fratello si erano appropriati del televisore e del divano: a volte gli facevano una leggera invidia, la sicurezza di avere qualcuno accanto era più di quanto avesse mai sperato, poi però pensava inevitabilmente a quanta poca fortuna avesse lui con le relazioni, alla quotidianità, alla noia, alla consuetudine e gli prendeva...gli passava la voglia, ecco.
Scosse la testa come riscuotendosi da un pensiero molesto e sbuffò mentre, aprendo la quarta mail, leggeva cosa c'era scritto e rispondeva.

4_ Come scritto anche nel foglietto illustrativo, le vitamine possono essere prese dai bambini con età superiore ai 36 mesi, da quel che mi ha detto suo nipote non solo non ne ha bisogno ma, dovendo fare la comunione – che non può classificarsi, a meno di particolari problemi di emotività, uno stress eccessivo – deve avere almeno nove anni.
5_ A volte il MomentAct può causare una lieve sonnolenza, sì.

E finalmente era arrivato all'ultima e-mail. La aprì sbuffando, annoiato dalle assurde richieste di quello scocciatore e, guadagnandosi un'occhiata indagatrice dal fratello, iniziò a leggerla.

Da: simo28@liam.it
A: Loris
Oggetto: //

Gentile Loris, vor-

Si bloccò di fronte al suo riflesso che gli rispose prontamente con un'espressione sorpresa e leggermente instupidita.
“Chi ha...” si guardò alle spalle stupito, allontanando lo specchio che gli era stato messo davanti.
“Volevo farti vedere che espressioni hai mentre leggi quelle mail. E per “quelle” intendo ovviamente quelle di Simone!” gli rispose una voce divertita.
“Sara, caspita, sei proprio un'idiota...”
“Un'idiota incinta che deve riposare!” intervenne una voce maschile dietro di lui.
“Non credere che non sappia che le hai passato tu lo specchio!”
Suo fratello gli sorrise e posò una mano sulle spalle della moglie:
“Non pensare che non apprezzi quello che stai facendo!” ribatté.
“Sì, sì, sapessi come lo apprezzo io!” e con un'occhiata sarcastica, Loris prese il portatile e lo chiuse bruscamente, “Buonanotte, va'! Donna incinta, sogni d'oro!”

Gentile Loris, vorrei scusarmi con Lei.
Mia cognata mi ha fatto notare che forse sto esagerando a inviarLe tutte quelle mail. Rileggendole mi sono reso conto che, almeno alcune, le avrei potute evitare. Mi dispiaccio quindi di essere stato importuno, purtroppo deve capire, non posso rischiare che qualcosa non vada come deve. Vede, quando ero piccolo, dopo una lunga malattia mia madre morì, dopo la sua morte, mio padre si lasciò andare talmente tanto da raggiungerla e a me adesso non restano che i miei fratelli. Loris, ho il terrore di perderli o di essergli di peso: se non riesco a controllare tutto, come posso aiutarli? Cercherò comunque di non disturbare troppo né Lei né i Suoi colleghi, La ringrazio anzi per le informazioni datemi finora.
Simone
P.S. Ho 24 anni e i capelli neri, è normale averne alcuni bianchi o dovrei consultare un esperto?

Loris bloccò la mano a mezz'aria, lasciando la sigaretta che si era acceso a consumarsi da sola.
Aveva ripreso a leggere l'ultima mail prima di coricarsi, certo che, se non l'avesse fatto, il giorno successivo se ne sarebbero aggiunte almeno altre dieci. Adesso però, rileggendo cosa il ragazzo gli aveva scritto e confrontandolo con le risposte che aveva salvato, sospirò stancamente: sarebbe piaciuto anche a lui avere il potere di sistemare le cose come meglio gli aggradava... peccato che ciò non fosse possibile...
“...sciocco scocciatore...” mormorò “...ed io con te.”

Da: Loris
A: simo28@liam.it
Oggetto: Re: //

Gentile Simone, spero non ti disturberà se ti darò del "tu" ma la tua ultima mail mi ha fatto sorridere, piacerebbe infatti anche a me tenere sotto controllo la vita, purtroppo l'esperienza mi dice quanto questo sia impossibile! Apprezzo i tuoi sforzi ma ci vuole troppa fatica a prevedere ogni dettaglio, ogni cosa che comunque so non dipendere da me.
Mi dispiace per la tua famiglia, se può aiutarti prima che morisse mia madre, non avrei mai pensato che questo fosse possibile. Anni dopo feci alcune ricerche e mi impegnai per capire se fosse stato possibile salvarla. Ogni risposta fu negativa.
Perché invece di farti prendere dal panico non provi a non provi a pensare a un'alternativa – che non sia una malattia – per i sintomi che hai?
Per esperienza posso dirti che difficilmente la paura passerà, ma forse così aumenterà la tua forza per combatterla.
Per quanto riguarda il cappuccino, la palestra, i capelli e le vitamine puoi star tranquillo, il MomentAct a volte dà sonnolenza e non sono necessari i punti per la caduta di un dente.
Nella speranza di esserti stato d'aiuto ti saluto,
Loris

Osservò la mail stancamente, gli era costato cancellare l’altra e sostituirla con questa, ma soprattutto gli era costato scrivere la parte su sua madre. Non voleva inviarla, anzi, si stava già pentendo di averla digitata, ma prima che potesse cancellarla, fece uno sforzo disumano e, impulsivo come sempre, premette il tasto di invio. Poi, in un gesto repentino, chiuse il portatile senza nemmeno disconnettere internet e si rifugiò sotto le coperte. Aveva fatto bene a lasciarsi andare così con uno sconosciuto? E soprattutto, perché l’aveva fatto? Lui non lo sapeva. Non lo voleva sapere.

Continua...

   
 
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