Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Isy_264    01/05/2011    6 recensioni
"[...] E adesso che dovrei fare, perdonarti?"
"Ovvio."
"Ovvio?"
"Ovvio, tu mi ami, io ti amo, mi perdoni."
"Oh, ovvio." lo fissò ancora perplesso, poi aggiunse, "Ora mi baci?"
[...] Guardò Samuele e sospirò notando i biondi capelli scomposti sulla fronte - se non avesse avuto altro a cui pensare avrebbe subito cercato la sua Polaroid per scattargli una foto! L'avrebbe ricattato in eterno!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Obvious

Per Ily che compie gli anni oggi...
e mi ha fatto far notte per ultimare questa shottina in tempo!!!:D
Tantissimi auguri cara,
scusa se non è il massimo ma non sono riuscita a far di più!
Però l'effetto sorpresa c'è stato, di' la verità!!!
Ti voglio bene, buon compleanno!

.

"Sei. Ubriaco."
Matteo fissò il suo coinquilino con un'espressione spassionata e leggermente stupita: abitavano insieme da tre anni eppure mai, mai aveva visto il perfetto, regolato, pacato vicino di camera in quelle condizioni, perché, oh, quella non era una semplice sbronza, no, quella era LA sbronza, una colossale quanto sorprendente sbronza.
Guardò Samuele e sospirò notando i biondi capelli scomposti sulla fronte - se non avesse avuto altro a cui pensare avrebbe subito cercato la sua Polaroid per scattargli una foto! L'avrebbe ricattato in eterno!
"Mi permetto di... dissentire!"
“Mmm?” Possibile che parlasse come un libro stampato anche quando non aveva praticamente più neuroni sobri nel cervello? "Su cosa dissenti?"
"Non sono... ubriaco, lo ero prima."
"Certo" annuì Matteo assecondandolo "sei proprio sobrio ora, sì."
"Non sobrio, allegro."
"Suppongo fosse per questa allegria che prima stavi piagnucolando." gli rispose ricordando la scena che aveva appena visto.
"No, quello era perché... perché... il vaso..." Samuele, perplesso, fissò il coinquilino con aria persa, aspettandosi probabilmente qualcosa.
Qualcosa sì, ma cosa?
"Oh.” mormorò Matteo colto da un'improvvisa ispirazione “Ti sei tagliato?"
Abbassò istintivamente lo sguardo sulle sue mani e sbuffò notando un taglietto - ecco cos'erano quei rumori che l'avevano svegliato poco prima! Era inciampato sul vaso all'ingresso e si era fatto male!
“Ho capito.” asserì rassegnato e stropicciando gli occhi ancora gonfi di sonno, lo prese per un polso e lo trascinò lontano da quei cocci. Era l'ora di fare da crocerossina! ...accidenti a lui!

"E quindi?"
Stava bagnando di disinfettante il cotone, mentre la consapevolezza di quanto assurda fosse quella situazione lo investiva in pieno.
Era sempre stato lui quello che passava la notte - beh, anche la mattina - tra i locali, era sempre lui che si svegliava alle cinque del pomeriggio con l'emicrania ed era lui che doveva sentire le lamentele del suo coinquilino per poi industriarsi a rubargli gli appunti delle lezioni, non il contrario!
"Hai perso la lingua? No, aspetta, sei talmente tanto rimbambito da essere capace di farmela vedere!"
"Perché sei arrabbiato?"
"Perché...perché è sabato e sarei dovuto uscire ma ho la febbre da settimana, perché domani è il mio compleanno e io lo passerò a letto e soprattutto perché il mio coinquilino ha avuto la bella idea di andare a ubriacarsi!"
"Oh. Hai dimenticato il vaso giapponese."
"Cinese."
"Aaahhh, ora si spiegano tante cose..."
Matteo lo guardò sorpreso e si permise un piccolo sorriso, in fondo era carino in quelle condizioni e se il detto in vino veritas era attendibile...
"E sentiamo, perché l'hai fatto?"
"Mmm? Perché era buio."
"L'hai fatto perché era buio?"
"Sì, mi ci sono imbattuto contro."
"Ti ci sei..." guardò Samuele perplesso poi sgranò gli occhi, "Perché ti sei ubriacato, non perché hai rotto il vaso! A quello posso arrivarci da solo!"
"Sì, lo immaginavo, sei intelligente anche se non ti applichi. Però è un peccato, era un bel vaso."
"Smetti di parlare del vaso!"
"Oh, ti prego di perdonarmi. Ti mette a disagio?"
"Non... Samuele. Perché ti sei ubriacato, amico caro?" gli sorrise mellifluo.
"Cercavo un regalo per il tuo compleanno."
"Grazie."
"Prego."
Lo fissò stranito mentre l'altro ricambiava lo sguardo.
Possibile che cercare un regalo per lui fosse così distruttivo da far bere le persone? Perché in caso avrebbe dovuto rivedere le sue abitudini, e velocemente.
"E poi?" aggiunse nella speranza di sbloccare la situazione, tornando a disinfettare il taglietto, "Cos'è successo?"
"H-ho incontrato un tuo amico?"
Ignorò il tono interrogativo e sospirò. Non poteva dire che i suoi amici fossero dei santi, ma non poteva dare il merito di un simile capolavoro a loro! Forse doveva solo chiamare un esorcista e tornare a letto, se ne sarebbe occupato lui...
"Davide." aggiunse Samuele riscuotendolo.
Chi? "Ho un amico che si chiama Davide?"
"Sssì. Biondo, si veste molto male. Di giallo e... e... un colore brutto." annuì come se questo fosse di vitale importanza "E parla con la lissssca" precisò facendogli il verso.
"Ah, sì, ricordo." Biondo, bel sedere, con quella pronuncia così adorabile; gli aveva chiesto qualche volta di uscire ma lui aveva sempre rifiutato, se solo la sua dannata testa non fosse stata così presa da altro...
"Mmm." si riscosse "E cosa dice Davide?"
"Che vuole uscire con te. E ti chiama Teo, brutto."
Oh. Interessante.
Ma a chi vuoi darla a bere, non si è certo ubriacato per questo!
"Brutto?"
"Sì, ha insistito tanto, dice che vi siete già frequentati. Ma tu ultimamente non esci con nessuno, no? No? No, ecco."
"E perché scusa?" gli chiese leggermente contrariato - da quando doveva rendergli conto delle sue uscite? "Perché non posso aver iniziato a frequentarlo?"
"Perché tu sei innamorato di me."
Un silenzio piuttosto assordante seguì le sue parole, le mani di Matteo si fermarono dalla ricerca del cerotto e persino i primi uccellini del mattino smisero di spettegolare tra loro, probabilmente in attesa di una qualche evoluzione in quello strano dialogo; solo alcune macchine facevano sentire ancora la loro presenza nella strada vicina, ma in fondo si sa, il mondo non si ferma mai del tutto.
Fece per aprire la bocca quando Samuele lo anticipò:
"Lo sei sempre nella mia mente, innamorato di me, dico, però... però ero triste perché in realtà non è vero e quel tipo... sai mi sa che insisterà ancora e tu cederai, lo fai sempre. Allora ero triste."
E hai bevuto.
Matteo non lo disse, non ce ne era bisogno; in quel momento ogni non detto gli tornava alla mente e una strana sensazione di euforia gli prese il petto, salendo dallo stomaco fino al cuore che quasi sembrava non poter contenere quell'emozione così grande.
Rimase ancora in silenzio, mormorando un leggero "Idiota" nascosto da un sorriso, quindi si alzò e, prendendolo per mano, lo portò in camera sua dove, tolte le scarpe, lo fece sdraiare vestito nel letto. In fondo fare da crocerossina non era da lui, era già tanto quello che aveva fatto, no?
"Sei arrabbiato?"
"No."
"Prometti che non lo dirai mai a Matteo?"
"Cosa?"
"Che lo amo."
Corrugò ancora la fronte, adesso realmente divertito.
"A te l'alcol proprio brucia il cervello, vero?"
"Prometti?" ripeté il biondo.
"Sicuro che non sia meglio dirglielo?"
"No, lui mi trova noioso."
"Vero."
"Visto? Dice che studio sempre."
"Vero."
"Siamo tanto diversi."
"Vero."
"I suoi amici poi sembrano dei... dei grifoni!"
"Grifoni?"
Ma doveva mettere la mitologia ovunque?
"Sì."
"Uno stormo di grifoni allora!"
"I grifoni si muovono in stormi?"
"Siete diversi e quindi?" decise di riportare l'argomento al punto di origine.
"Quindi mai mi amerà."
"Mmm. Io dico che ti amo."
Lo vide bloccarsi appena, spalancando gli occhi mentre uno sprazzo di lucidità si faceva largo in lui.
"Matteo?"
"Buongiorno, mio caro!"
Bentornato.
"Merda."
"Già."
"Penso di aver immaginato che mi dicessi..."
"Che ti amo."
"Oh."
Gli sorrise leggermente impietosito, poi gli spostò i capelli sudati dal viso.
"Sei ubriaco?" si sentì chiedere dal biondo.
"Samuele sei tu l'ubriaco stasera! Dio, che situazione!"
"Ma sono io che ti amo, non tu!"
"E chi lo dice?"
"Io... io... TU!" sobbalzò spaventato all'impeto del grido "Asino!" ma era posseduto davvero? "Potevi dirmelo prima? H-ho sofferto come un matto, uscivi sempre con qualcuno, rifuggivi sempre il mio sguardo, a volte... l'ho detto che rifuggivi il mio sguardo? E adesso che dovrei fare, perdonarti?"
"Ovvio."
"Ovvio?"
"Ovvio, tu mi ami, io ti amo, mi perdoni."
"Oh, ovvio." lo fissò ancora perplesso, poi aggiunse, "Ora mi baci?"
Matteo sorrise - se i suoi amici l'avessero visto in quel momento si sarebbero messi a far la ola, e poi avrebbero iniziato a chiedergli ogni dettaglio! Quei pettegoli!
Socchiuse così gli occhi allungandosi appena, ormai a poca distanza dal suo viso, notando che l'altro, leggermente sporto in avanti, lo imitava velocemente.
Era una sensazione stranissima, lo è sempre quando, dopo aver atteso qualcosa per una vita, quella si realizza, eppure a lui tutto quello sembrava ancora più unico, ancora più importante, come se nessun altro avrebbe potuto mai riprovare qualcosa di simile.
Avvicinandosi percepiva già il leggerissimo respiro di Samuele che iniziava a sfiorargli il viso e quell'inizio di barba che cominciava a pizzicargli il mento.
Poi fu un attimo.
E il niente.
Con le labbra leggermente sporte in avanti aprì gli occhi di scatto, basito. Cos'era successo?
"Ah."
Sbatté le palpebre più volte, poi sbuffò divertito.
Samuele, il ragazzo per cui aveva una cotta da qualche tempo e per cui si era dato a una vita di momentanea castità, e che soprattutto doveva finalmente ricambiarlo dopo mesi di attesa, era irrimediabilmente, assolutamente crollato addormentato nel letto, spalmato su quelle lenzuola profumate di muschio bianco.
"Perfetto."
Lo guardò ancora un istante ma, lungi dall'arrabbiarsi, gli rimboccò le coperte in un lampo di premura che non sempre aveva, per poi spegnere l'abat-jour sul comodino, notando confusamente che della luce mattutina entrava dalle fessure della finestra.
"Oh." Il suo compleanno. Era domenica.
Era stato così preso dal biondo che non si era nemmeno accorto che era rientrato di mattina.
Lo fissò così più dolcemente, pensando a cosa gli aveva detto riguardo al suo regalo, quindi sorrise.
Non poteva certo dire che non si era impegnato a fargli un dono gradito, anzi, aveva scelto proprio il migliore quell'anno.
"Sciocco romantico." mormorò uscendo dalla stanza.
"Buon compleanno a me."

Fine

*Fiuuu... che stanchezza! Di tempo ne ho davvero poco e so che non sarà perfetta ma spero vi sia piaciuta!^^ Lo so che Samuele sembra regredire a uno stato di intelligenza infantile, ma ho le prove che in casi di eccezionale amministrazione può succedere! Non chiedete vi prego. u.u
Nel frattempo grazie a tutti e se volete... commentate!

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Isy_264