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Autore: beat    03/05/2011    1 recensioni
Gli esseri umani sono creature che fanno rumore.
Le azioni e le reazioni sonore sono uno dei modi
con cui affermiamo la nostra esistenza.

{Fic partecipante al Contest Cinque Stagioni - Tema invernale, indetto da Gold Insanity}
[Personaggio principale: Rune]
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

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Autore: beat
Titolo: Silenzio
Genere: Nonsense, Drammatico
Personaggio: Rune
Altri personaggi: Caronte, anime random
Avvertimenti: One-shot
Altro: virtuosismi di impaginazione. Così, perché ci stavano. Ma non sono nemmeno troppi


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Gli esseri umani sono creature che fanno rumore.
Le azioni e le reazioni sonore sono uno dei modi
con cui affermiamo la nostra esistenza.


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Le rive dell'Acheronte sono sempre affollate, inumanamente gremite di ogni genere di persone. Una folla continua, rumoreggiante. Non diversa da una qualsiasi massa di gente. Ognuna di quelle anime bisbiglia, ognuno in realtà rivolto più a se stesso che non a qualcun altro in particolare. Bisbiglio che si somma a bisbiglio, e il rumore è quasi assordante. Come una normale massa di gente. L'acqua del fiume putrido sciaborda contro le rocce della riva, placida, un rollio continuo. Un altro rumore che si va a sommare al mesto vociare. Poi dalla nebbia compare una figura: arriva il nocchiero, cantando. Attira l'attenzione. Canta canzoni così allegre da mettere angoscia. Un'altra voce che, per quanto alta e limpida, non serve ad altro che ad aumentare il rumore. E poi c'è il tintinnare delle monete, le onde contro le fiancate della barca e il remo che imperioso fende il fiume; e ancora il nocchiero che canta a gola spiegata. In un sottofondo continuo di mormorii e cantilene senza senso. E infine arriva potente la voce del vento. Ulula con voce assordante. Fischia e taglia. La vera voce dell'Inferno, talmente potente da coprire qualsiasi altro suono, dal canto di Caronte fino anche all'ultimo lamento di quell'infinita folla di anime perse. Il vento li accompagna tutti fino al grande edificio bianco che si staglia maestoso contro il cielo iridescente. Il vento fa loro da guida, ancor più di quei soldati che tanto sembrano degli scheletri semoventi, armati di falce come sono. Vociano anche loro, imprecano, impartiscono ordini secchi; ma è il vento con la sua voce tonante ad indirizzare tutti quanti. Il bianco edificio si avvicina sempre di più, e la voce del vento si fa sempre più possente.


E poi si varca la soglia del Tribunale, uno alla volta, il pesante portone che si richiude dietro ad ogni anima.



E quando si chiude perfino il vento impetuoso viene tagliato fuori.




I rumori cessano tutti





All'improvviso






Silenzio







L'anima non ha peso, i suoi passi non fanno rumore.
L'anima è nuda, non ha vesti da far frusciare.
L'anima non ha bisogno di respirare e l'aria non passa più nei polmoni.
L'anima non ha vita e mancano anche i battiti del cuore.



L'anima si rende conto in quel momento
di essere null'altro
che un'ombra,
e non può
fare altro che
tacere.







Rune dall'altro dello scranno del Giudizio verga con mano rapida nomi e condanne.
L'inchiostro scivola sulla pergamena, la penna non graffia contro il foglio.


Non il più leggero rumore.


Non esiste sulla terra un silenzio così.
Così perfetto.
Così totale.

Così disumano.


Non un suono, non un respiro, non un battito di cuore.
Non un singolo rumore.
In questo modo un'anima non riesce nemmeno a pensare.
La sola idea di un pensiero è così rumorosa da risultare insopportabile.
Non è possibile infrangere un silenzio così perfetto.


Eresia


Le anime sono come di vetro di fronte al Giudizio.
Trasparenti.
Irrimediabilmente fragili.
Nessun suono, nessun pensiero.
Sono solo anime.
Nude, completamente scoperte di fronte all'assolutezza.
Spogliate di tutto.
Spogliate perfino del ricordo della vita.
Sospese in un momento assurdo che pare infinito, un tempo che non si può nemmeno dire presente. Qualcosa di inconcepibilmente indefinibile.
Un presente che semplicemente non esiste.
Non può esistere.



Non può esistere tanto silenzio.




E poi la frustra schiocca, rapida, decisa, secca.
Un'unica nota sibilante che è di accusa e condanna.
Completa, definitiva, perenne condanna.

Schiocca di nuovo un'altra nota, quando Rune ritira a sé la frusta.
E per un attimo cala ancora quel silenzio immondo.
Solo per un attimo.
Un attimo che è infinito, un presente dilatato all'inverosimile.
Un presente che non può essere tale.
Di nuovo la totalità del silenzio, in cui mancano gli appigli della realtà.
Sta succedendo davvero?
Come è possibile?


Come può esserci tanto silenzio?



Ma poi l'Inferno si apre, pronto ad accogliere il suo nuovo ospite.
Un universo di gemiti, grida, dolore e supplizio.
Un'eternità di supplizio.
Un infinito presente, dilatato all'inverosimile.
Impossibile.
Un rumore, insopportabile quanto il silenzio.
Impossibile.

Infine, l'Inferno inghiotte l'anima e soddisfatto richiude le sue fauci e il Tribunale torna nel silenzio più completo.



Nessun suono



Rune dall'alto dello scranno del Giudizio fissa imperturbabile l'anima svanire nelle profondità dell'Erebo, e si concede un sospiro.
Un suono lieve, inudibile da chiunque altro.
Quanto basta per tenergli presente alla mente che lui è ancora vivo.






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Angolo dell'Autrice:

A volte ritornano.
Questa fic allucinante è stata scritta per il Contest Cinque Stagioni - Tema Invernale indetto dal forum di Gold Insanity.
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Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche.

Grazie a chi vorrà recensire e a quanti leggeranno e basta!

Beat


   
 
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