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Autore: Miwako_chan    17/05/2011    11 recensioni
Ventiquattro ore con Sasuke, ventiquattro ore di puro Sasuke, sempre e solo Sasuke. Naruto potrebbe anche non sopportarlo, potrebbe anche andare in overdose di Sasuke, soprattutto quando una persona ti urla a labbra serrate ‘il mio cuore, le tue mani’ e sai che non può starci null’altro tra quelle parole se non — nelle —.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Teneva il capo chinato verso il basso, le mani dietro la schiena gli erano state legate così strette da impedire quasi che il sangue circolasse nei polsi, e i suoi occhi, bendati da una spessa fascia nera, erano per la prima volta completamente inoffensivi.
Era lì, Sasuke Uchiha, da almeno due ore in quella tana di lupi. Restava fermo, immobile, al centro della sala, accompagnato unicamente dall’opprimente consapevolezza che il suo tempo stesse ormai per scadere. Sasuke portava al collo l’invisibile cappio della fine e senza opporsi si lasciava sommergere, come all’interno di una clessidra, dalla sabbia di ore, minuti e secondi della sua vita. Non faceva così male la sensazione di soffocamento, Sasuke del resto era abituato ad affogare negli abissi più bui.

Quando il tuo corpo affonda tra i flutti dell’oceano fino a raggiungere la sabbia,
per sprofondare ancora ti basta solo scavare.



Terza giornata del processo.

Erano all’incirca dieci gli ANBU stretti intorno a Sasuke. Alle sue spalle un’assemblea d’idioti confabulava con insistenza, e davanti ai suoi occhi bendati sedevano almeno tre Kage e un consiglio di vecchi moribondi che si dibattevano per aver l’ultima parola sulla sua vita.
Non aveva paura della morte, né del cappio a cui sarebbe stato appeso, e nemmeno di dover scontare il resto dei suoi giorni dentro una lurida cella, a spaventarlo era la sua totale indifferenza verso se stesso.
“Valutando il significativo contributo di Uchiha Sasuke alla sconfitta di Uchiha Madara e…”
La voce autoritaria della Godaime risuonò forte nell’aula mescolandosi alle feroci repliche del Consiglio, e Sasuke si chiese in quel momento perché oltre gli occhi non gli avessero chiuso anche le orecchie.
“Chiedo la revoca della pena capitale, affinché Uchiha Sasuke sia sottoposto a custodia cautelare in carcere, e in seguito sia reso possibile un suo eventuale reintegro in società sotto la tutela di personale scelto.”
Sasuke sollevò il viso inclinandolo lievemente di lato. La metaforica sabbia che lentamente cominciava a soffocarlo, penetrandogli nelle narici e infilandosi tra le sue labbra, iniziò a ritrarsi e turbinando nell’aria si ricongiunse alle ore e agli anni nell’altra metà della clessidra. Il tempo era tornato al suo giusto scorrere, al suo inesorabile scandirsi con lenti battiti.
Udì il distinto rumore di un sospiro di sollievo, ma non seppe riconoscerlo come suo. Schiuse le labbra respirando con affanno, come se fosse riemerso sulla superficie dell’acqua dopo un’infinità di tempo.
Sasuke aveva paura, dannatamente paura, di ricominciare a vivere. Sarebbe stato molto più facile per lui abbandonarsi a quel morbido e rassicurante cappio. Era già morto da tempo, precisamente da quando aveva sette anni. Si era affogato con le sue stesse mani; non avrebbe avuto alcun senso ricominciare.


Ottocentosedicesimo giorno di carcere.

“Te lo presento Sasuke, questa è la tua cura.”
Osservò, assottigliando le iridi scure, lo sghiribizzo arancione dagli indefiniti contorni a pochi passi da lui.
Aveva sempre creduto che Tsunade fosse una beota, ma non certo fino a questo punto.
“Naruto Uzumaki”

















Pigia il naso contro la vetrina del negozio per riuscire a osservare meglio il piatto esposto ricolmo di senbei.
Tondeggianti, di pasticceria e dalla scorza dorata, niente male davvero. Devono essere suoi.
“Sì dai, sei bello teme. Ora però puoi smetterla di specchiarti e scrostarti dal vetro?”
Osserva per un attimo l’immagine riflessa di Naruto che lo richiama scaccolandosi.
“Usuratonkachi.” Mormora istintivamente. Poi socchiudendo gli occhi e sbuffando con stizza si raddrizza in piedi, avvicinandosi all’amico.
“Voglio quelli.” Ordina perentorio.
“Quanto costano?” Chiede tirando le labbra in una smorfia, mentre con una mano estrae l’inguardabile portafoglio verde a forma di rospo.
“Non lo so, ‘sti dannati scrivono troppo in piccolo.”
Nel momento in cui Naruto si abbassa davanti alla vetrina per controllare il prezzo, Sasuke solleva lo sguardo concentrando l’attenzione sulla sua immagine riflessa. Gli fa uno strano effetto non potersi riconoscere a causa della miopia, riesce soltanto a distinguere l’alta figura di un uomo dai capelli neri e la pelle bianchissima. Per un istante si confonde e in quello che dovrebbe essere il suo volto, rivede il viso del fratello.

“Dieci ryo per ‘sta roba! Ma è un furto!”

Sgrana gli occhi di fronte a quella somiglianza che in modo fulmineo e lancinante gli ha fatto riaffiorare alla mente ricordi che avrebbe preferito dimenticare. Non saprebbe spiegarlo a parole, ma non vuole assomigliare a lui, per quanto lo ami, non vuole essere come Itachi.
Lascia scorrere lo sguardo più in là, oltre la sottile lastra di vetro, posandolo su alcuni clienti che si sono voltati verso di lui. Non riesce a scorgere le loro espressioni colme di disprezzo, anche se può facilmente immaginarle.

“Sas’ke sei proprio sicuro di volerli?”

Non può negare che a volte ripensi alla vendetta, a distruggere la causa del suo dolore, a macchiarsi del sangue di tutti coloro che godono tutt’ora di una pace nata dal massacro. Perché trova profondamente ingiusto che quei bastardi, che ora stanno guardando sia lui che Naruto con occhi di biasimo, vivano sereni nella loro ignoranza, mentre la sua famiglia e Itachi sono…

“Da Abeshi, sì ne sono certo, costano per lo meno la metà. Ok che non saranno di pasticceria, questo te lo concedo, ma comunque non c’è confronto!”

Ma non lo farà, no, non troverà sollievo nella morte di quella miserabile società, non distruggerà il Villaggio dell’Ipocrisia.

“Oi, ma mi stai ascoltando?!”

Non si è mai pentito del suo passato, nemmeno una volta. Ogni sua scelta, per quanto estrema e talvolta suicida, gli è stata dettata dal cuore. È stato l’amore per la sua famiglia a muoverlo verso quell’abisso di tenebre ed è stato sempre l’amore a farlo riemerge.
Sasuke ama follemente Mikoto, Fugako e Itachi, ma ama ancor più Naruto, tanto da mettere da parte tutto l’odio e ogni desiderio di vendetta, talmente tanto da poter risollevarsi dal vortice della disperazione.
Cadrà di nuovo ne è certo, ma ora sa che esiste nella sua vita un ottimo motivo per continuare a rialzarsi.


“Teme sto parlando con te!”

Finalmente solleva lo sguardo sul ragazzo biondo, che da qualche minuto gli sta sbraitando contro alla disperata ricerca d’attenzione.
“Scusami, ero sovrappensiero.” Sussurra, guardando altrove.
Rialza immediatamente gli occhi neri non appena Naruto gli poggia una mano sulla fronte, scostandogli la frangia.
“Ehi, mi stai chiedendo scusa? Sicuro di sentirti bene?” Gli domanda perplesso.
In pochi secondi Sasuke riesce a pizzicarsi dolorosamente il labbro inferiore dall’interno, a stringere convulsamente i pugni, a fremere di rabbia, e a far riassopire il tutto sotto uno spesso strato di autocontrollo e calcolata freddezza.
“Smettila idiota.” Esordisce infine scacciando con un gesto la mano di Naruto, riservandogli lo stesso trattamento di una mosca fastidiosa.
Naruto gli risponde prontamente con una linguaccia.
“A che pensavi teme?” Riprende la parola dopo qualche attimo di silenzio.
“Nulla che tu debba sapere.” Replica, iniziando a incamminarsi lungo il viale.
Naruto resta un attimo interdetto, poi raggiunge correndo l’amico.
“Oi teme, e i senbei? Non li vuoi più?” Blatera trotterellandogli vicino.
Sasuke ovviamente tace, probabilmente non considera la domanda degna di risposta.
“Allora?”
Vado al negozio di Abeshi.” Replica laconico, sottolineando accuratamente con la voce il verbo prima persona singolare — vado —.
Naruto sorride radioso, guardando Sasuke con interesse.
“Va che prima non dicevo sul serio, cioè sì, ma se vuoi quelli, anche se costano di più te li prendo ugualmente.”
“Dio, ma di che stai farneticando?” Sibila, inarcando con irritazione il sopracciglio destro.
“Eh? Ma di prima, no? Quando ti ho detto… Non hai ascoltato una sola parola, vero?! Bah, lascia stare!”
“Usuratonkachi
[1].” Bisbiglia a fior di labbra.
“Va teme che ti ho sentito!” Esclama Naruto offeso, mettendo su il broncio. “Ma davvero pensi che io sia inutile?” Aggiunge poco dopo, con voce mesta.
Sasuke tira le labbra in una lieve smorfia. Quella domanda oltre ad essere inaspettata è pure troppo imbarazzante e inopportuna per i suoi gusti;
“Che c’è ti sei morso la lingua?”
e se fosse soltanto scomoda e fuori luogo potrebbe anche farsene una ragione, ma mette anche in luce con tremenda evidenza le sue sconfinate contraddizioni personali.


Lo insulto sempre dandogli dell’inutile, quando invece penso che sia la persona — l’unica — più importante della mia vita.


“Tzs.”
“Sarebbe questa la tua risposta?” Commenta seccato, portandosi le mani dietro la nuca.
“Taci,” Ringhia a denti stretti. “us’ratonkachi.”
“Teme.” Borbotta Naruto di rimando, giusto per avere l’ultima parola. Alza lo sguardo al cielo osservando le sporadiche nuvole bianche, mentre segue Sasuke a qualche passo di distanza.

I due ragazzi sono un vero e proprio catalizzatore di sguardi, lo conferma il fermarsi improvviso della maggior parte dei passanti non appena sono a portata di vista. Molti abitanti di Konoha non sono ancora abituati all’idea di ritrovarsi un ex-ninja traditore tranquillamente in giro per il villaggio, e alla situazione già di per sé paradossale si aggiunge anche il lato ironico di vederlo perennemente accompagnato da quel casinista di Naruto Uzumaki, il suo, per così dire, custode personale.
Quindi, una buona dose a ciascuno di occhiate perplesse e di biasimo, quest’ultime dedicate in particolar modo all’Uchiha, non gliele risparmia proprio nessuno.

Sasuke è costretto ad ammettere che quegli sguardi insistenti e per nulla amichevoli stanno incominciando a irritarlo, e con la coda dell’occhio cerca il volto di Naruto per verificare se anche lui è dello stesso avviso, ma ne resta deluso poiché l’amico sembra fregarsene altamente, impegnato più che altro a sputacchiare per terra i noccioli di ciliegie, che di tanto in tanto ruba dalle fronde basse degli alberi che fiancheggiano il viale.
Adesso che ci pensa saranno almeno dieci minuti che Naruto non spiccica parola e questo in un certo senso lo turba. La sua voce ha come un effetto estraniante su di lui, lo allontana dai pensieri dolorosi riempiendogli la testa di altro, e anche se questo altro si rivela il più delle volte estremamente snervante e fastidioso, per Sasuke è molto meglio che essere da solo faccia a faccia con i suoi ricordi.
Bene, che la Naruterapia inizi.
“Ti faccio presente che non sei costretto a seguirmi, dobe.” Proferisce mordace. Non c’è modo migliore, e soprattutto non ne conosce altri, per cominciare una piacevole conversazione tra amici.
“Ne, teme,” Mugugna sputando l’ennesimo nocciolo tra i cespugli. “guarda che se dipendesse da me stai certo che spenderei il mio tempo più decentemente di così.”
“A volte ho come l’impressione che te ne approfitti.” Mormora sibillino, gettando una rapida occhiata a Naruto per vedere la sua reazione.
“Che stai insinuando scusa?”
“Che mi stai dietro più di quanto ti sia richiesto.”
“Ancora con questa storia? Sai che ti dico? Che tu hai le manie di persecuzione! Come puoi minimamente pensare che mi faccia piacere starti dietro tutto il santo giorno, condividere i miei risparmi con te, addirittura il mio letto e...”
Sasuke irrigidisce ogni muscolo del corpo al solo sentire quelle parole e, socchiudendo gli occhi in un’espressione rabbiosa, decide di distrarsi canticchiando mentalmente il ritornello di qualche canzoncina idiota, ma quando si rende conto di non conoscerne nessuna si arrende di fronte all’inevitabile e terribilmente imbarazzante monologo di Naruto.
“…doverti seguire perfino al cesso e accompagnarti ogni volta a comprare ‘sti cacchio di senbei come se fossi la tua balia!? No! Ti assicuro che non è assolutamente piacevole, ma questi sono gli ordini di Tsunade-baba e non posso farci proprio nulla!” Termina di abbaiare, accorgendosi improvvisamente che i suoi schiamazzi hanno attirato più occhiate indesiderate del previsto.

Ora che Naruto si è finalmente deciso a tacere, cala un tiepido silenzio tra i due che continuano a camminare a circa un metro di distanza l’uno dall’altro; sembra quasi di vedere appeso a mezz’aria un sottilissimo filo rosso a tenerli uniti.
La piccola bottega di Abeshi fa capolino da dietro l’angolo all’ombra di alcuni ontani. Sasuke con un rapido ed elegante movimento della mano si asciuga le gocce di sudore sulla fronte, scompigliandosi la frangia. Con un lieve sbuffo si ritrova a confermare a se stesso che, sì, quella è davvero una delle estati più torride della sua vita.
“Oi, Sas’ke, guarda in su.” Le parole di Naruto lo sfiorano dolcemente.
“Cosa.” Replica atono, senza neanche sforzarsi di dare una flessione interrogativa al tono di voce.
“Un aquilone.”
Solleva lo sguardo al cielo cercandolo, e a pensare che a lui manco piacciono quei cosi volanti.
Ecco che improvvisamente l’aria dispettosa gli ingarbuglia i capelli neri, e sia le nuvole che il cielo iniziano a correre veloci proprio davanti ai suoi occhi.
No, il mondo non è ancora impazzito, è solo Naruto che dopo aver preso Sasuke per mano lo trascina via con sé.
É da dodici anni che nessuno lo teneva più per mano e ora, mentre quella di Naruto racchiude la sua in una salda presa, è come se una scarica di adrenalina gli percorresse tutto il corpo.
La mente di Sasuke è affollata da miriadi di sentimenti sciocchi e scontati, ma al contempo straordinariamente soffici e piacevoli. Incredibile come il suo migliore amico riesca, con un gesto così semplice e spontaneo, ad annientare tutte le barriere che imprigionano il suo cuore e a scuoterlo fin nel profondo.
La mano di Naruto è bollente, in confronto alla sua così fredda. Lo sta ustionando, eppure non intende né smettere di correre insieme a lui, né tantomeno lasciare la presa, anzi, se fosse un po’ meno Sasuke e un po’ più se stesso in un momento simile potrebbe addirittura scoppiare a ridere o urlare di gioia.


Ramen e pomodori.

Rivolge uno sguardo sconsolato alla sua cena: una potenziale ciotola di ottimo ramen irrimediabilmente rovinata. Si potesse poi chiamare ramen… il piatto in questione sono semplici soba
[2] con sugo di pomodoro e qualche verdura. Si può sapere che fine ha fatto il pollo? O il maiale? I kamaboko[3]? Le uova? Il miso? Volatilizzati.
“Dannato Sasuke e dannato il suo ‘E oggi cucino io!’” Borbotta a bassa voce Naruto, rimestando con nervoso gli spaghetti.
Dopo aver scrutato con sospetto l’ennesimo boccone, porta le bacchette alla bocca masticando titubante. A esser sinceri non è proprio così pessimo, ma non può certo definirsi ramen! Al massimo gli concede la nomina di ‘aborto di quello che sarebbe dovuto essere’.
Solleva un altro grumo di soba e polpa di pomodoro. In fin dei conti, pessima o a malapena commestibile che sia, quella roba l’ha fatta Sasuke, e già questo di per sé è un motivo più che valido per sforzarsi di apprezzare la cena.

In questa sera d’estate c’è pace e tranquillità. C’è Naruto seduto sul bordo del porticato che rigira i soba sulle bacchette mentre immerge i piedi nudi nell’erba, e c’è Sasuke accovacciato sul ciliegio di casa Uzumaki con una gamba a penzoloni.
Naruto l’osserva d’ogni tanto, alzando lo sguardo per scovare il suo profilo tra le fronde. Fra tutti gli alberi del giardino Sasuke sale unicamente su quello lì, come se fosse il prescelto, disdegnando il bellissimo pesco e l’alto nocciolo. Tra la chioma verde e i rami flessibili del ciliegio è capace di trattenersi anche per ore osservando il tramonto e il lento calar della sera.
È in questi momenti che Naruto ha come l’impressione che nell’amico scatti qualcosa, forse, una sottile malinconia del passato.
Sasuke non manca mai l’occasione per ribadire che è del tutto indifferente a Sakura, ma Naruto è convinto che la sua sia solo la solita farsa in cui dice il contrario di ciò che realmente pensa. Quel ciliegio su cui sale tutte le sere ne è la dimostrazione. Può anche darsi che si sbagli, eppure ha come l’impressione che la vicinanza di Sasuke a quell’albero, che porta lo stesso nome dell’amica, sia il suo modo per colmare la mancanza di Sakura, per placare la nostalgia di quei giorni lontani, quando loro tre erano ancora una squadra e la follia della vendetta non si era ancora impadronita del suo cuore.

Sopra i due ragazzi si staglia il cielo della sera con le sue meravigliose tonalità del blu che diventano verso l’orizzonte, dove il sole è tramontato, più chiare e luminose, di un azzurro tenue screziato di rosa.
I vivaci colori del giardino, ora che il sole non può più illuminarli, sono mutati nelle fredde tinte del mare e rischiarati soltanto dai giochi delle lucciole tra gli steli d’erba. I tulipani rossi del viale sembrano delle coppe dai grandi petali turchesi, mentre i caldi girasoli si richiudono su se stessi chinando il capo in attesa di un nuovo giorno.
Naruto poggia a terra la ciotola ormai vuota e solleva lo sguardo per cercare la figura di Sasuke nascosta tra le fronde, ma non riuscendo a scorgerlo è subito sopraffatto dalla preoccupazione. Il suo cuore perde un battito e poi lo recupera insieme ad un altro milione quando con la coda dell’occhio ritrova l’amico: Sasuke è proprio davanti a lui, con quella maglia bianca e sempre troppo larga, con quelle labbra tirate in una sottile linea orizzontale, e i capelli neri e spettinati che gli incorniciano il volto. Sasuke ha la stessa maestosità ed eleganza di una pantera, ma al contempo è debole e dannatamente fragile, come il cuore di una quattordicenne.
Uno sbatter di ciglia è sufficiente perché Naruto si ritrovi un braccio dell’Uchiha poggiato sulla spalla e quel viso perfetto accanto al suo. Il profumo di Sasuke gli invade le narici e schiudendo lievemente le labbra cerca di respirarlo anche con la bocca, è lo stesso identico profumo dell’attimo prima che ti accada qualcosa di bello.
Naruto resta immobile con i capelli serici di Sasuke che gli solleticano una guancia, aspetta solo che arrivi il qualcosa di bello.
“Vieni dentro.” Mormora raucamente. La voce non è più atona come al solito, ma flessa in una particolare intonazione.
Naruto sgrana gli occhi azzurri per un istante. La vicinanza di Sasuke gli ha sempre fatto uno strano effetto: lo agita e gli dà pace, lo entusiasma e lo sotterra, è come un pugno nello stomaco e il sesso, depressione ed euforia insieme.
In quelle due parole Naruto è capace di leggerci di tutto: disperazione, malizia, rabbia, erotismo. — Vieni dentro casa —, — Naruto, vieni con me —, — vieni —, — Naruto, vienimi dentro —. Non ci capisce più nulla, la voce profonda di Sasuke sa pizzicargli con maestria ogni singola corda dell’anima.

Quella semplice frase con le sue sfumature e interpretazioni contrastanti, la forza di Sasuke e la sua intima fragilità, il suo cuore che batte furioso e il freddo autocontrollo. Sasuke è un urlo straziante e il silenzio dei sensi, odio intrinseco all’amore.
È antitesi e contraddizione, è incoerenza assoluta.


Naruto si volta lentamente verso di lui. Lo guarda negli occhi, gli osserva la bocca sottile, ma invitante, e i lunghi capelli che gli sfiorano il volto. Gli prende una ciocca tra le dita — ha sempre desiderato farlo — e con un gesto spontaneo attira Sasuke verso di sé, baciandolo a fior di labbra.

Non c’è rabbia, né impazienza, né disperazione, è solo un bacio dolcemente provocante, vagamente passionale, pieno di curiosità e sentimenti che s’intrecciano.
Sasuke stringe gli occhi colto da qualche emozione più forte delle altre, e quasi si lascia andare sull’amico circondandolo in un debole e solamente accennato abbraccio. Vuole prolungare il suo legame con Naruto, sentirlo parte di sé, avere il suo sapore impresso per sempre, vuole dimenticarsi di qualcosa e ricordare solo di questo istante.
Termina l’unione delle labbra, e Sasuke rimane con gli occhi fissi sul volto di Naruto e la mano che ancora gli stringe possessiva un braccio.
Schiude la bocca, mai prima d’allora aveva sentito il bisogno così assoluto di esprimere un sentimento; ma è dannatamente difficile per lui dar voce alle emozioni, è come se mettesse a nudo la sua parte più vulnerabile e non può sopportarlo.
Alla fine sceglie di tacere, e così fa riassopire quel coraggioso sentimento nel cuore che scalpita, singhiozza, urla disperato, perché si rifiuta di essere ancora una volta il cimitero dell’amore. Ma Sasuke non vuol sentir ragioni, che gridi pure, che gli sfondi il petto quell’insensato cuore, tanto lui è ancora troppo debole per accorgersi anche solo di esserlo. Serra le labbra e abbassa lo sguardo.

“Ti voglio bene, Sas’ke.”
Alza gli occhi neri non appena quel sussurro gli trapassa le orecchie. La voce di Naruto è piena di calore e le sue parole sono talmente cariche di sincerità che non riescono a librarsi e disperdersi nell’aria, ma rimangono sospese tra loro due.
Naruto, al contrario di Sasuke, è fortissimo e coraggioso, non ha paura di soffrire e dice sempre quello che pensa.
Uchiha volta il capo di lato e, corrucciando le sopracciglia, allunga sulle labbra un amaro sorriso. Poi si gira improvvisamente verso l’amico, con i lineamenti del viso tesi e i pugni serrati.
“Idiota!” Lo sgrida alzando la voce.
Naruto rimane allibito a fissarlo, mentre Sasuke si tira su in piedi evitando accuratamente di rivolgergli lo sguardo. Allora si alza anche lui di scatto, ritrovandosi a pochi centimetri dal volto di Sasuke, e con una rabbia e frustrazione addosso non indifferenti.
“Ehi! Stupido di un Uchiha, che c’è? Non ci credi a quello che ti ho detto?”
Sasuke tace continuando a negargli lo sguardo. Non è che non ci crede, semplicemente non si capacita di come Naruto possa sprecare il suo tempo a voler bene a una persona come lui.
“Ahou sai che ti dico? Che…”
“Cosa.” Gli spezza la frase bruscamente, guardandolo finalmente negli occhi.
“Non m’interrompere teme!” Abbaia arricciando il naso e afferrandogli con forza un lembo della maglia. “Che non me ne frega niente se non mi credi! Io saprò dimostrartelo ogni volta!”
Che Dio gliene scampi dal subirsi le dimostrazioni di affetto di Naruto, soprattutto perché lui… perché lui non se le merita.
Sasuke socchiude le iridi scure e, alzandosi appena sulla punta dei piedi, posa un bacio rude e impacciato sulla fronte di Naruto.
A loro basta un solo scambio di colpi per comprendersi alla perfezione, e lo stesso vale per quando si baciano, i loro sentimenti scaturiscono spontanei senza alcuna possibilità di fermarli. Naruto sa già tutto, conosce ogni cosa, Sasuke gli ha appena detto che va bene così.

Il fusuma si apre con il suo inconfondibile rumore che sa di casa, Sasuke entra, Naruto lo segue. Non c’è più bisogno di dirsi nulla.





Alla fine, Naruto,
è sempre la solita
tacita promessa
‘il mio cuore, le tue mani’.


















Note:

[1] = Lo so, lo so che sapete perfettamente cosa vuol dire, ma aggiungo soltanto una piccola precisazione per far capire meglio una frase della fanfiction. ‘Usuratonkachi’ letteralmente significa "piccolo martello" e quindi potrebbe voler dire anche inutile.

[2] = I soba sono un piatto della cucina giapponese consistente di sottili tagliatelle di grano saraceno, solitamente cotti e serviti con varie guarnizioni e condimenti. Occasionalmente si usa soba per riferirsi alle tagliatelle in generale. A volte il ramen viene chiamato chūka soba o shina soba (entrambe le parole significano "spaghetti cinesi").


[3] = Sono le rotelline del ramen!^-^




Angolino dell’autrice:

Ciao a tutti!

Come prima cosa vorrei ringraziare di cuore chi ha recensito il precedente capitolo: wari, ryanforever, Lovy chan, DienLeben, AliH, Aria_chan e Ilarione. Le vostre recensioni mi hanno reso davvero felicissima!
Mille grazie anche a chi ha inserito la storia nelle preferite, ricordate e seguite!
Passando al capitolo, spero veramente di non avervi deluso, anche se credo proprio di averci ficcato un po’ troppo zucchero e la mia solita dose di banalità e fesserie a vanvera xD
Comunque sia, ci tengo a sapere cosa ne pensate, quindi se avete tempo e voglia, sarei felice di ricevere la vostra opinione!

Un bacione grande a tutti coloro che hanno letto, seguito e commentato ^-^

















  
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