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Autore: AlessiaDettaAlex    25/05/2011    2 recensioni
Storia revisionata il 16/3/15
[MinoRyuu | Slice of life | Pre-Toradora!]
Da ciò che si evince dall'anime, sembra che per Minori e Ryuuji sia stato un colpo di fulmine.
Allora come si sono conosciuti? Com'è scattata quella scintilla che li accompagna per buona parte della storia? Ecco come ho immaginato il loro primo incontro.
"«Io sono Takasu Ryuuji, piacere di conoscerti» e tese la mano.
La rossa fissò prima quel palmo aperto di fronte a sé e poi i sottili occhi scuri del ragazzo. Sembravano nascondere... preoccupazione? La ragazza scosse la testa e afferrò prontamente la mano, sfoderando il suo sorriso migliore:
«Io mi chiamo Kushieda Minori! Il piacere è tutto mio Takasu-kun!»
"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minori Kushieda, Ryuji Takasu, Yusaku Kitamura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima impressione è quella che conta
 
«Kushieda!! Ehi, Kushieda! Eccoti finalmente!»
«Kitamura, buongiorno!» fece un’energica ragazza del primo anno, tale Minori Kushieda, al suo nuovo amico Yuusaku Kitamura.
«Ti stavo cercando! È vero che ti iscritta al club di softball femminile di questo liceo?»
La rossa sfoderò uno dei suoi leggendari sorrisi.
«Certamente! Ed è vero che tu ti sei iscritto al club maschile?»
Stavolta fu lui a sorridere.
«Sì, e sogno di diventarne il capitano»
«Mai prima di me…» ribatté lei.
Yuusaku rise.
«Allora ti auguro buona fortuna! Ora devo tornare in classe, mi aspetta un amico»
«Yosh! Una super giornata a te, Kitamura-kun!» e si congedarono.
Il ragazzo dai capelli verdi si avviava di corsa verso la sua classe quando una figura minacciosa gli si avvicinò.
«Oh Takasu! Buongiorno! Cercavo proprio te»
Accennando un sorriso timido, Ryuuji Takasu, un ragazzo dai capelli blu scuro e lo sguardo ingannevolmente truce, lo salutò a sua volta.
«Kitamura! Che stavi facendo? Non ti ho visto stamattina all’entrata»
L’altro si grattò la nuca colpevole.
«Scusami, stavo cercando una mia amica»
«Ah, capisco… l’hai trovata?»
«Ora sì»
«E chi è?»
Yuusaku si voltò e indicò con noncuranza una ragazza che chiacchierava con un gruppo di sue compagne. Stava gesticolando visibilmente, e ogni tanto si poteva sentire persino la sua squillante voce innalzarsi su tutte le altre. Era un concentrato di energia.
«È quella laggiù in fondo»
Ryuuji sbarrò gli occhi.
«Bella ragazza che ti sei trovato! Era proprio ora che ti mettessi con qualcuno» rise il blu.
«Non è la mia ragazza! L’ho conosciuta quest’estate durante una vacanza; abbiamo scoperto di avere la stessa passione per gli sport e siamo diventati amici. Tutto qui, non c’è altro!» si affrettò a giustificarsi Kitamura col suo solito sorriso sornione.
«Sicuro?»
«Io per ora ho altre mire, Takasu, figurati»
«Ah, hai ragione, la ragazza misteriosa e carismatica di cui mi parlasti» fece Ryuuji con un’alzata di spalle.
La campanella risuonò tra le pareti del corridoio e i due migliori amici rientrarono in classe.
Iniziava da poco il secondo mese di scuola per i due ragazzi del primo anno del liceo Ohashi. Alle prese con nuove materie, nuovi professori, nuovi compagni, sembravano davvero soddisfatti di iniziare così la loro avventura da liceali.
Il giovane Yuusaku aveva da poco fatto la conoscenza della sprezzante e pericolosa Taiga Aisaka, detta la Mini Tigre, e se ne era subito innamorato; prima della fine dell’anno i suoi obiettivi erano riuscire a dichiararsi a lei e sfondare come capitano della squadra di softball maschile.
Ryuuji era un tipo di più umili pretese: il suo scopo per quell’anno era solo evitare che la sua spaventosa faccia terrorizzasse ancora altri studenti, di qualsiasi anno essi fossero. Non passava giorno che incontrando o conoscendo nuovi ragazzi a scuola, questi non si mettessero ad urlare e scappassero via da lui a gambe levate, consegnandogli tutti i loro averi solo per paura di essere picchiati dal “delinquente”. Ryuuji non ne poteva già più. È vero, il suo sguardo terribile, ereditato da suo padre, metteva davvero soggezione. Ma in fondo Ryuuji, se si provava a conoscerlo davvero, non era altro che un ragazzo qualsiasi. Non avrebbe fatto del male nemmeno a una mosca. L’unico che conosceva la sua vera natura era appunto Kitamura, suo amico storico dalle scuole medie. I due passavano la maggior parte del tempo insieme, nell’Istituto. Quando però Ryuuji il pomeriggio tornava a casa, Yuusaku rimaneva a scuola per gli allenamenti col suo club sportivo.
Accadde però un giorno che, sulla via di casa, il ragazzo dallo sguardo di drago si ricordasse improvvisamente di aver lasciato un foglio d’appunti importante sotto il suo banco. Maledicendo la sua sbadataggine il giovane si avviò quindi di corsa verso l’edificio. Però, una volta raggiunta l’entrata, vi si bloccò davanti distratto da alcune grida.
Che diavolo...? Cos’è tutto questo casino?, si ritrovò a pensare.
Decise di cambiare rotta e dirigersi verso i campetti da softball e baseball, da dove gli sembrava provenisse quel gran frastuono. Quello che vide lo lasciò di stucco: due ragazze in uniforme sportiva, per di più bellissime, stavano litigando a grandi vociate, mentre altre due persone tentavano di separarle: erano Yuusaku e l’amica di cui gli aveva parlato. Ryuuji si avvicinò.
«Che sta succedendo qui, Kitamura?»
«Ohi, Takasu! Non ti preoccupare, una piccola incomprensione in squadra! Ma tu, piuttosto, che ci fai ancora a scuola?»
«Ho dimenticato un foglio importante sotto al banco» rispose imbarazzato lui.
Yuusaku scoppiò a ridere, lasciandogli una manata sulla schiena robusta.
«Comunque qui ci pensa Kushieda, ci sa fare in queste dispute! Sai, la sua presenza riporta il buonumore in squadra»
Ryuuji spostò appena la testa di lato, quel tanto che bastava per oltrepassare il viso dell’amico e scorgere con i suoi occhi scuri la ragazza dai capelli rosei che si frapponeva tra le due contendenti.
«Ragazze!! Ma cosa fate? Dobbiamo collaborare, siamo una squadra! E per di più una SUPER squadra!! E le super giocatrici di una super squadra non si lasciano conquistare dal malvagio, infernale seme della discordia! La vittoria è nelle mani di chi vuole vincere! L’amicizia è nel cuore di chi vuole amare i compagni! La fratellanza è nei pensieri di chi vuole aiutare il prossimo!» enumerava accuratamente lei, aiutandosi con una gestualità piuttosto accentuata e un’espressione determinata. «Non ho forse ragione?» concluse incrociando le braccia e sorridendo a trentadue denti.
Le due ragazze davanti a lei erano rimaste visibilmente basite di fronte alla positività e decisione disarmanti di lei, tanto che sembravano aver totalmente dimenticato il loro piccolo battibecco per allearsi tra loro in virtù dell’idea superiore e mistica di “squadra di softball” appena proclamata da Minori. E infatti confermarono all’unisono con le lacrime agli occhi:
«Hai ragione Kushieda-san!»
La ragazza allargò maggiormente il suo sorriso. Era semplicemente incredibile osservare come anche se non fosse ancora davvero il loro capitano, le sue compagne la consideravano già tale.
«Dovete concedervi l’un l’altra la grazia del perdono ora!» ordinò infine Minori.
Le due litiganti si guardarono negli occhi sinceramente addolorate e, con un profondo inchino, ammisero:
«Ti chiedo scusa, non volevo litigare!» e poi si strinsero la mano beate, sotto lo sguardo soddisfatto del loro quasi capitano.
Ryuuji inarcò un sopracciglio allibito: ma come... come diavolo aveva fatto? Doveva ammetterlo, quella ragazza era semplicemente qualcosa di sconvolgente, un vero uragano che quando passa mette in subbuglio tutto attorno a sé e non lascia niente com’era prima.
Yuusaku, dal canto suo, si era abituato ormai a quelle scene di grande maestria psicologica di Minori e, vedendo così perso nei suoi pensieri l’amico a fissare la rosa, decise di agire. Afferrò per un braccio il ragazzo e lo trascinò verso di lei. Poi, con tono assolutamente serafico e impassibile, annunciò:
«Kushieda, ti devo presentare il mio migliore amico!»
Il ragazzo lo spinse con più forza di fronte a lei, che lo fissava curiosa. Ryuuji, appena si rese conto di ciò che aveva fatto Yuusaku, lo maledisse mentalmente: ed ecco che per causa sua un’altra persona nella scuola che stava per conoscerlo sarebbe scappata a gambe levate spaventata dal suo sguardo. Nonostante il disagio, inspirò e fondo e scandì con tutto l’ottimismo di cui era capace:
«Io sono Takasu Ryuuji, piacere di conoscerti» e tese la mano.
La rossa fissò prima quel palmo aperto di fronte a sé e poi i sottili occhi scuri del ragazzo. Sembravano nascondere... preoccupazione? La ragazza scosse la testa e afferrò prontamente la mano, sfoderando il suo sorriso migliore:
«Io mi chiamo Kushieda Minori! Il piacere è tutto mio Takasu-kun!» gridò quasi lei.
Ma quelle parole appena pronunciate rimasero sospese nell’aria, non trovando altra voce che ne coprisse il suono; a quel tocco e a quella presentazione erano rimasti inspiegabilmente paralizzati entrambi a indagarsi.
Ryuuji fissava i suoi occhi brillanti rimuginando sull’ammirevole fermezza di colei che aveva parlato presentandosi come Kushieda Minori. Uno, due, tre, quattro secondi... le lancette picchiettavano imperterrite ma lei... lei ancora non era fuggita via spaventata. Com’era possibile che non avesse paura di lui? Era ancora lì, a guardarlo mentre non dava segno di voler mollare la presa. Una ragazza così non l’aveva mai conosciuta: tutto in quella stretta gli trasmetteva carica.
Minori, dal canto suo, era rimasta carcerata dentro quello sguardo tetro, affascinante da togliere il fiato; le sembrava quasi che la stesse pregando, che stesse elemosinando da lei un po’ di comprensione e, perché no, anche amicizia. Quella presa ferrea su di lei l’aveva lasciata senza parole. Eppure non c’era nulla di particolare in lui, era il solito esemplare di essere umano maschio di età non inferiore ai 16 anni, aspetto piacente e stretta decisa ma allo stesso tempo attenta a non far del male. Nonostante la banalità evidente del suo ragionamento sembrava che quella mano le stesse succhiando via tutta l’energia, lasciandola con più niente addosso: era la prima volta che le accadeva una cosa simile.
Entrambi parevano non voler interrompere il contatto tra le loro mani, la catena impalpabile che si era formata tra i loro sguardi. Yuusaku, avvertendo una certa ed insolita tensione nell’aria, tossicchiò.
«Ehm... ragazzi? Tutto apposto?»
I due sussultarono, ritornando nel mondo reale.
Accorgendosi di aver ancora la mano stretta in quella del ragazzo, Minori si affrettò a lasciarla, anche se le dispiacque non poco.
«A-Ah, scusami!» borbottò imbarazzato il blu.
Lei gli sorrise:
«Ma non ti preoccupare! Sono stata anche io a non lasciarti» e scoppiò a ridere.
Kitamura, constatando che fosse tutto apposto, prima accennò un sorriso a entrambi, poi lanciò uno sguardo al suo orologio:
«Ah, cavolo, sono in ritardo per l’appuntamento col dentista, se non torno a casa subito i miei mi uccideranno! Allora ciao Kushieda! Takasu, ci si rivede domani a scuola!» salutò, dileguandosi poi oltre i cancelli della scuola.
Una volta sparito all’orizzonte i due ragazzi tornarono a incrociare i loro sguardi e decisero di congedarsi a loro volta.
«Beh, Takasu-kun, ci rivedremo presto in qualche angolo oscuro di questo liceo! Tu però non dimenticarti come mi chiamo, eh?» scherzò lei.
«Non credo accadrà… spero ci rivedremo presto Kushieda»
Lei gli regalò un sorriso dolce e lo salutò con un braccio alzato.
 
Ryuuji, già lontano, calciò un sassolino. Alzò lo sguardo verso il sole pallido delle sette di sera, e pensò a lei.
 
Non è scappata. Non è scappata. Non è scappata!! Non posso crederci. Non ha avuto paura di me! Questo è un evento! Quella ragazza è.. è... meravigliosa!! Voglio, devo assolutamente rivederla! E poi, con che forza ha calmato le sue compagne di squadra! Con che parole, che energia! E quando mi ha stretto la mano? Oh, c’era il sole stesso in quella stretta!
Ma io lo so cosa accadrà d’ora in poi... prevedo il futuro: ci ameremo, ci dichiareremo, ci fidanzeremo, ci sposeremo, avremo dei figli e invecchieremo insieme fino alla morte. Oh sì! I miei presentimenti non sbagliano mai! Sarà sicuramente così! Tieniti pronta, Kushieda, sta per cominciare una nuova storia!

 
Una volta che Ryuuji fu sparito in lontananza, Minori rimase a fissare il terriccio del campo da softball sotto i suoi piedi, perplessa.

Che strano. Non mi era mai capitata una cosa simile. Dico, perdermi negli occhi e nella mano di qualcuno! È assurdo, davvero sconcertante. Lui… è come se mi avesse risucchiato via tutta l’energia di dosso, lasciandomi debole e scoperta davanti a quegli occhi ipnotici.
Ho brutto presentimento nei suoi confronti... già lo vedo: io innamorata di lui e lui innamorato di me che cercherà in tutti i modi di rivedermi, complottando addirittura con la mia migliore amica per potermi conquistare; poi magari si accorgerà di essersi innamorato di lei e ricambiato, mentre io rimarrò sola e messa da parte perché non mi sono dichiarata prima per paura di ferire la mia amica del cuore. Dio, che pessimismo oggi. Figuriamoci se accadrà una cosa del genere! Perché dovrebbe? Certo che ho una fervida fantasia... inutili presentimenti.
Però... devo ammettere che un po’ quel Takasu già mi piace.




Note di me

Every girl wants you to be.... her man! *canta*
Eh-ehm.
No dico, a scrivere sta cosa mi ci sono proprio divertita xD Ryuuji è un imbecillozzo, lui e i suoi sbagliatissimi presentimenti °O° E Minori la solita super genia ♥ beh che dire, io è così che ho immaginato il loro primo incontro! Vediamo che ne pensate, soprattutto Sho-chan, la mia socia per la conversione del mondo verso la monopolizzazione della Minori x Ryuuji.
Insomma, abbiamo scopi umili e modesti.
Salutisssimi, *con 3 esse*
Videl (Alex)
   
 
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