Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: FallingInLove    15/06/2011    8 recensioni
Roba da pazzi! Poggiai una mano su un fianco cominciando a gesticolare animatamente con l'altra.
-Punto primo: mi stai rinfacciando tutte le volte che sono venuta a piangere da te? -domandai sentendo il veleno fra i denti -Perché io pensavo di trovare supporto fra le braccia di un amico e non di uno stronzo pronto a portarmi il conto!
-Non sto facendo niente di tutto questo -tentò di difendersi, ma io ormai ero partita come un treno e non mi sarei fermata tanto presto
-Punto secondo: io non sono una guerra che vi giocate tu e Riccardo, non sono una battaglia da vincere!
-Per me invece lo sei -mi interruppe, guardandomi dritta negli occhi; rimasi in silenzio, colta alla sprovvista e lui ne approfittò per continuare -Sei una di quelle poche cose per cui vale la pena lottare.. ed è per questo che non rinuncerò facilmente, soprattutto se ti so con quell'idiota
Avevo detto che non mi sarei fermata? Be' non avevo tenuto conto di questo. Proprio no.
-E punto terzo -aggiunse lui alla mia lista -non hai risposto alla mia domanda
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 1. Il reggiseno


Bianco o nero? Nero o bianco? Questo è il dilemma..

Sbuffando, mi guardai dubbiosa allo specchio, rimettendomi l'accappatoio e arrovellandomi su quella questione di vitale importanza.

Avevo sempre pensato che se una cosa la vuoi davvero, lo sai a prescindere da tutto: da tutte le altre scelte che hai, da tutte le idee che gli altri cercano di metterti in testa e persino da tutte le stronzate che cerchi di metterti in testa da sola.

Ma quel ragazzo evidentemente stava sconvolgendo i miei equilibri (ormonali e mentali).

DRIIIIN!

La campana della salvezza!

Mi precipitai alla porta di casa, dove vivevo da sola già da qualche mese, e mi ritrovai davanti niente di meno che l'Arcangelo Gabriele; solo che si chiamava Mirko, e io non ero Maria ma semplicemente Ludovica.

-Ma quanto ci hai messo?! -lo accolsi con estrema gentilezza.

-Le persone importanti devono sempre farsi aspettare, lo sai -mi rispose lui a tono, chiudendosi la porta alle spalle mentre mi seguiva in camera -E poi sono venuto appena hai chiamato

-Mi serve il tuo aiuto -esordii

-Scommetto che c'entra Riccardo -si sedette sul letto, con aria maliziosa ma non annoiata.

Era proprio questo che mi piaceva di lui: con Mirko potevo stare a parlare per ore senza che lui si annoiasse mai, persino quando lo stressavo con Riccardo o peggio ancora con i miei “film mentali”, ovvero tutte le mie fantasie demenziali. Anch'io lo ascoltavo sempre quando voleva parlarmi ma, inevitabilmente, se apriva una discussione sui motori di qualche automobile dalla marca impronunciabile, partivano gli sbadigli.

-Ovvio che c'entra Riccardo, ma stavolta è diverso -un brivido mi scosse mentre mi ascoltavo pronunciare quelle parole -mi ha chiesto di uscire. Fra.. -lanciai un'occhiata alla sveglia sul comodino -mezz'ora.

-Ah, così si è svegliato finalmente!

Riccardo aveva un anno più di me, lo avevo conosciuto all'università. Alto, biondo, fisico di chi fa pallanuoto a livello agonistico. Quella sera era il nostro primo appuntamento: come avreste potuto biasimare la mia ansia?

-Su cosa ti devo consigliare? -mi chiese Mirko divertito della mia espressione tesa; lo avrei volentieri preso a pugni, ma mi serviva vivo, almeno nei prossimi dieci minuti.

-Questo -risposi per poi aprire di scatto l'accappatoio.

Ebbi la mia vendetta sul suo divertimento: lo vidi sgranare gli occhi, lo sguardo perso sulle curve del mio corpo decisamente poco coperte da quel completino di pizzo nero.

-Hai.. intenzioni serie -constatò deglutendo e riportando con fatica lo sguardo ai miei occhi -Mi piace come ragioni!

-Certo -risposi. Come avrebbe potuto non essere così? -ma sono indecisa fra questo completino e quest'altro bianco -e gli mostrai un altro reggiseno, più semplice e meno provocante ma dotato di un eccellente push-up.

-E mi hai chiamato per questo?

-Di' che ti dispiace -lo stuzzicai rimettendomi davanti a lui e senza preoccuparmi di chiudere l'accappatoio.

L'amicizia che c'era fra noi era semplice e spontanea, senza troppe regole o eccessivi confini. Ci eravamo conosciuti tra i banchi di scuola, alle medie e penso che se non fosse stato per lui, avrei odiato ogni singolo giorno di quegli otto anni.

-Non è mai un dispiacere -rispose lui -meglio bianco.. se vuoi farlo sudare sette camicie per fargli venire un'erezione.

La scimmia e la sua finezza, parte prima.

Ma agli uomini bisognava sempre spiegare tutto, persino l'ABC?

-Lo so che è meglio quello nero a vedersi.. ma io mi riferivo al tocco.

Mirko aggrottò le sopracciglia -Vuoi che ti tocchi le tette?

Mi fece ridere il suo palese stupore -Sei un uomo, hai il cromosoma Y.. le mie due X non riescono a darmi consigli su questo.

-Hai qualcosa di molto più eloquente delle X -rispose fissandomi il seno

-Mi vuoi aiutare, sì o no? -incalzai. Il tempo stringeva e io volevo essere al meglio.

-Farò questo enorme sacrificio -rispose lui alzandosi tutto contento, lungi dall'espressione di chi sta andando al patibolo.

Si avvicinò, e io rimasi dov'ero, le mani sui fianchi, ad aspettare il verdetto. Appoggiò cautamente le mani guardandole attentamente (le tette, non le mani), poi sollevò lo sguardo verso il soffitto rimanendo a pensare.

-Allora?

-Aspetta, mi sto concentrando.

-E devi proprio farlo lasciando le mani lì?

Non mi stava dando fastidio, il suo tocco non era né invadente né esagerato ma mancava sempre meno all'appuntamento.

-Shhht, lasciami fare mentre mi approfitto di te -rispose

Gli diedi una pacca sulla spalla, allontanandolo.

-Hey, me lo hai chiesto tu! -protestò

-Sì, ma ora tocca al bianco -e gli diedi le spalle cambiando velocemente reggiseno.

-Toccare e non guardare? Mi sembrava fosse il contrario..

-Prova a sbirciare e ti ammazzo -lo minacciai per poi voltarmi di nuovo, con indosso l'altro reggiseno

-Complimenti allo stilista -commentò ammirando i miracoli del push-up.

-Allora è questo il tuo giudizio?

-No, no, devo fare le cose serie -rispose prontamente, e io non mi opposi quando le sue mani, lentamente, si posarono di nuovo su di me

Adesso però non vorrei che intendeste male: sì, insomma, ero lì a farmi “testare” o meglio tastare da Mirko con in mente un bel programmino per la serata con Riccardo.

Ma non ero una così.

Era da tanto che mi piaceva Riccardo, ed era per questo che non volevo aspettare oltre e cogliere al volo l'occasione; Mirko invece era il mio migliore amico, che pur andando a letto tutte le notti con una ragazza diversa, riusciva ad avere per chissà quale motivo un rapporto normale con me.

Oddio, normale forse era un parolone vista la situazione...

-Le tue tette stanno bene ovunque, Nina

Ecco, appunto. Mentre mi chiamava con quel solito buffo soprannome di sua invenzione (che non avevo mai capito cosa c'entrasse effettivamente con il mio nome), tirò giù le mani.

-Tutto qui il tuo aiuto? -chiesi, sentendomi punto e accapo.

-Ma -disse allora -sono per il pizzo nero: il push-up te le farà pure straboccare, ma alla fine è la sostanza che conta.. e il pizzo attizza parecchio

-Ok -risposi sollevata -Non mi resta che..

DRIIIIIN!

Merda.

-Oh no! -esclamai -Perché l'unico uomo sulla terra che arriva in anticipo me lo becco io?

-Potresti uscire mezza nuda così almeno capisce subito dove vuoi arrivare

Gli tirai un cuscino, seguito subito dall'accappatoio che mi ero tolta al volo

-Dov'è il vestito? -mi chiesi guardandomi intorno; sì, il vestito, perché Riccardo aveva detto che mi avrebbe portata in un posto elegante

-Mi è sempre piaciuto il tuo tatuaggio -fu la risposta di Mirko mentre fissava il piccolo delfino che mi ero fatta tatuare a sedici anni sulla spalla sinistra a insaputa dei miei (poi quando d'estate al mare mi avevano beccata, ne avevo viste delle belle).

-Dà un senso di spensieratezza -aggiunse

-Che c'entra il mio tatuaggio, adesso? -chiesi trovano il vestito e infilandolo al volo-Passami quelle scarpe -e gliene indicai un paio con uno scomodissimo quanto fantastico tacco.

-Sono trampoli o scarpe? -mi chiese osservandole dubbioso

-Spiritoso -risposi strappandogliele dalle mani

DRIIIIN!

-Un po' impaziente.. e ancora non ti ha toccato le tette!

Almeno i capelli erano a posto.. presi al volo la borsa e guardai Mirko -Magari non uscire adesso, potrebbe capire male.

Lui annuì, ma aveva l'aria assorta mentre mi osservava

-Che c'è? -chiesi preoccupata guardandomi allo specchio per la milionesima volta

-Niente.. -rispose -è solo che sei bellissima -sorrise.

Mi resi conto dopo qualche istante di starlo ancora fissando

-Grazie -risposi, stranita.

Mirko era un rapper. Uno di quelli conosciuto da tutti i ragazzi nella nostra cittadina, ma sconosciuto appena mettevi un piede altrove. Quando l'avevo conosciuto a 11 anni con le guance ancora lisce, si stava solo affacciando su quel mondo musicale, ma adesso era diventato veramente bravo, e nel gruppo c'era anche suo fratello minore, Nick.

Tutto questo per dire che ero abituata a sentirlo parlare di sesso, birra e donne in rima quasi in tutte le sue canzoni, oltre che a voce. Ma un complimento così casto, puro e semplice capitava di rado.

-Però non è da te -aggiunse smontando tutto mentre guardava dubbioso i miei tacchi e la mia scollatura.

DRIIIIN!

-Devo scappare! -mi scossi dai miei pensieri -Hai le chiavi, no?

-Sì, tranquilla: darò 4 giri

-Bravo

Vivevo da sola in quell'appartamento perché era vicino all'università, mentre casa dei miei si trovava fuori città. Mirko era l'unico oltre me ad avere le chiavi, nel caso io avessi perso il mio mazzo (cosa possibilissima data la mia testa vuota).

Lo salutai di corsa, poi aprii il portone trovandomi davanti Riccardo, bello da togliere il fiato come al solito. Mi sorrise, 32 denti bianchi e perfetti.

-Ciao -esordì -sei splendida

Due complimenti in meno di due minuti, wow!

-Grazie -risposi -anche tu

Sono un'idiota.

Stavo già pensando ai modi più crudeli e orribili per torturarmi dopo quell'uscita decisamente infelice e impacciata, quando lui mi sorrise e mi porse la mano; forse non ero stata così pessima dopotutto..

Mano nella mano, ci dirigemmo verso la sua auto, parcheggiata quasi di fronte al portone, e lui mi aprì persino lo sportello.

Mentre guidava con tranquillità, mi chiese dell'università, dei miei programmi e quel che mi fece più piacere è che sembrava realmente interessato, non erano solo una domande per fare conversazione.

La serata prometteva bene..



°°°


Mirko tese l'orecchio, mentre si acquattava zitto, zitto contro il muro.

-Ciao. Sei splendida

Banale e prevedibile pensò dentro di sé alzando gli occhi al cielo. Non lo aveva detto a Ludovica, ma quel tizio non gli ispirava molta simpatia.

-Grazie.. anche tu.

Piccola e dolce bambina pensò scuotendo la testa con un sorriso. C'era sempre stato quel lato ingenuo nel carattere della ragazza che andava contro il suo vestito attillato, la sua terza di pizzo nero e i suoi trampoli, mettendone in risalto la vera essenza. Lei la odiava.. lui invece non perdeva occasione di prenderla in giro e scherzarci su.

Sentì la porta chiudersi, ma aspettò un po' prima di andarsene.

Certo, di lì a poco quella casa avrebbe visto scintille partire dal letto e lui non voleva certo essere presente, ma non voleva nemmeno rovinare la serata a Ludovica facendosi vedere dal biondone che l'accompagnava.

Si accomodò sul divano, rassegnandosi ad aspettare almeno cinque minuti ma non tollerando oltre.

D'un tratto, gli squillò il telefono.

-Pronto?

-Ciao, tesoro -rispose una voce suadente e nota dall'altra parte

-Giada! Che combini?

-Niente -rispose con voce sin troppo innocente -mi stavo annoiando.. non è che ti andrebbe di venire a trovarmi?

Mirko si alzò, pregustando già l'interessante nottata -Dove sei?


°°°


Quasi non ci credevo.

Avevo la schiena contro la parete gelata del muro, ma dentro era tutta un fuoco, con i baci di Riccardo che annegavano il mio collo.

Non so bene come ci fossimo arrivati. Dopo cena mi aveva riaccompagnato a casa, io lo avevo invitato a entrare per “bere qualcosa”, ed ora eccoci lì.

Mi sfilò velocemente il vestito e solo a quel punto ricordai con un certo rammarico di non essermi cambiata reggiseno e di aver tenuto quello bianco senza pizzo.

Poco importava, tanto Riccardo nemmeno lo vide, gli importò solo di sganciarmelo per poi chinarsi sui miei seni nudi. Reclinai il capo all'indietro, andando quasi a sbattere contro il muro, ma cosa me ne poteva importare del dolore fisico quando avevo le mani sui suoi fantastici pettorali nudi?

Mi sollevò tenendomi ancora appoggiata contro la parete e con le mani sotto le mie cosce; potevo sentire la sua eccitazione premere contro le mie mutandine e mi si mozzò il fiato.

Mi piaceva la foga con cui mi baciava, anche se forse era un tantino esagerata.

A un tratto non sentii più il muro contro la mia schiena e capii che mi stava portando sul letto; mi adagiò sulle coperte, poi si slacciò velocemente i jeans, sfilandosi anche i boxer; avrei fatto lo stesso con le mie mutandine se non vi fosse arrivato prima lui.

Adesso eravamo nudi, e continuava a baciarmi e accarezzarmi, mentre i nostri gemiti riempivano la stanza. Provai a spingerlo di lato, per poi potermi mettere a cavalcioni su di lui, ma Riccardo si avventò nuovamente sui miei seni e rinunciai.

Lo sentii muovere il bacino sempre più verso il mio, e chiusi gli occhi in attesa di quel contatto magico che bramavo da tempo.

Entrò dentro di me, senza troppa delicatezza, ma la mia eccitazione riuscì a fare da cuscino alla sua impazienza.

Si muoveva svelto e devo dire che il fatto che non lasciasse fare niente a me mi irritava non poco.

-Riccardo..

-Dimmi, principessa

Principessa? Mi ripetei perplessa

-Oddio, mi fai impazzire -aggiunse con voce roca, quasi strozzata.

Cosa? Possibile che già..? Proprio così: ancora pochi istanti, il suo volto pieno di piacere, e poi tornò a sdraiarsi accanto a me, con il respiro affannoso e un'espressione soddisfatta.

Un momento.. significava che la nostra notte d'amore era già finita? Era già finita e io non avevo nemmeno..?

Ero rimasta immobile dall'istante stesso in cui aveva abbandonato il mio corpo, le gambe non molto elegantemente aperte e lo sguardo dubbioso verso il soffitto.

-Sei stata magnifica -mi sussurrò prendendomi fra le sue braccia.

Sì, era già finita e io non sapevo se essere arrabbiata con lui o con me stessa.

Be', può capitare mi dissi. Si sa che i ragazzi vengono prima, e lui magari non si era accorto che io ancora non..

Insomma era Riccardo, il mio sogno numero uno da mesi ormai, e quella era stata solo la prima delle tante notti che avremmo passato insieme.. perché tenergli il broncio?

Mi lasciai cullare mentre mi baciava la spalla.

-Dormi qui stanotte? -gli chiesi sperando ardentemente che la risposta fosse sì. Mi sarei sentita troppo sola senza lui accanto a me, soprattutto dopo essere rimasta così.

-Mi dispiace tantissimo, Ludy, ma proprio non posso. Devo tornare a casa stanotte -rispose con un sussurrò che s'infiltrò fra i miei capelli e che mi gelò il sangue.

E poi.. Ludy? Più che un diminutivo mi sembrava la versione storpiata di “Lucy”.

-Oh.. capisco -decisi di sciogliere l'abbraccio e mi misi a sedere

-Sei arrabbiata? -chiese imitandomi

-No -risposi e non sapevo nemmeno io se fossi sincera o meno; è che avevo aspettative del tutto diverse per quella serata

-Bene. Allora ci vediamo domani all'università?

-Certo -mi sforzai di sorridere mentre lui si alzava e si rivestiva

-Buonanotte bellissima -mi baciò teneramente -Non alzarti, vado da solo

-Ok..

-Sogni d'oro

Ascoltai i suoi passi percorrere il piccolo corridoio, poi il rumore del protone che si chiudeva.

Avevo fatto l'amore con Riccardo. Ok, non ero venuta ma lui era stato comunque carino con me.. perché mi sentivo uno schifo?

Mi girai su un fianco avvolgendo le morbide e calde coperte attorno al mio corpo nudo e insoddisfatto, sperando che il sonno arrivasse presto.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°








Ciao a tutte e benritrovate a chi mi conosce già:)

Mi presento: sono una ragazza come tante che ama scrivere e questa è la mia ultima “creazione” xD

Chiedo umilmente perdono a chi ha letto le altre mie storie e mi aveva chiesto di pubblicarne altre: lo so che sono sparita per dei mesi, ma mi serviva tempo per scrivere con calma questa storia. Comunque, eccomi qua!

Spero che vi abbia fatte divertire questo primo capitolo e che non vi abbia scandalizzato troppo la scena del “tocco” xD

E' la prima volta che metto una scena "sconcia" nel primo capitolo.. brutta idea??

La storia ruoterà attorno a questi tre personaggi che vi ho appena presentato, protagonista assoluta sarà però questa ragazza un po' matta di nome Ludovica, detta Nina; nel prossimo capitolo farete anche la conoscenza della sua migliore amica, Nadia.

Ecco le loro identità: Ludovica, Mirko, Riccardo ,Nadia

Come avrete già capito, l'amicizia tra Mirko e Ludovica è un po' fuori dal comune, e proprio questa sua caratteristica, unita al fatto di non avere confini precisi o prestabiliti, potrebbe dare dei risvolti interessanti nel corso dei capitoli.. ma non dovete dimenticare che lei ha letteralmente perso la testa per questo Riccardo anche se, a quanto pare, non è un granché almeno a letto..

Ok, ho già parlato troppo xD

Se sono riuscita a incuriosirvi, ci sentiamo nel prossimo capitolo!

Un bacione a tutte voi :D

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: FallingInLove