Anime & Manga > Yu degli spettri
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Autore: Dicembre    09/03/2006    0 recensioni
Da diverso tempo ormai i Reikai Tentei conducono vite normali. Kurama, rimasto nel mondo degli umani, però, non sa trovare un giusto equilibrio fra la sua anima demoniaca e quella umana. Hiei invece, rimasto nel mondo dei demoni, cerca di sfuggire a tutto ciò che il suo amico rappresenta per lui, ancora una volta, allontanandosi da ciò che ama...In realtà, però, a riportarli l'uno vicino all'altro, è la persona che meno ci si aspetterebbe: Yukina. La piccola dama dei ghiacci, infatti, dopo aver riflettuto molto sulle parole che Hiei le aveva detto prima che quest'ultimo partisse per il Makai, s'è decisa a tornare nella sua terra d'origine per affrontare, a suo modo, il passato. Kurama decide di accompagnarla, convinto che l'unico modo per ritrovare un'armonia interiore sia quella di cercarla insieme allo Youko. Ci sono dei cacciatori di volpi, però, sulle tracce dei nostri amici, e il pelo d'argento è quello più pregiato. Hiei quindi, più d'istinto che ragionando, decide di tornare nella sua terra con Kurama e la sorella, pur vivendo nel disperato tentativo di cancellare dalla sua testa l'unico nome che per lui rappresenta tutto. [KuramaxHiei]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come sempre Hiei e Kurama (e neanche gli altri, se è per questo) non sono miei. Purtroppo non li ho comprati nel mentre ...

 

Hiruseki è il nome che hanno le lacrime dei Koorime (i demoni di ghiaccio) che, una volta piante, si trasformano in preziosissime perle ^_^

 

Per ultimo (piccola nota, per gli interessati), sono piuttosto avanti con la stesura di questa fiction. La posto poco alla volta per riuscire ad essere regolare nella pubblicazione.

 

Per ultimissimo ( ò_O ah, come blatero), buona lettura ^_^

 

 

-Hiruseki-

Capitolo Secondo

 

Rimanere Makai era stata l’unica soluzione possibile di fronte al vuoto della mia vita, l’unico appiglio per non esserne risucchiato è stato rimanere a casa. E’ quasi ironico come, dopo tutti questi anni in cui ho covato odio e vissuto nel rancore per il mio luogo d’origine, quello che abbia fra le mani ora sia una casa, e quello che abbia nel mio cuore ora sia una sorella.

E per ora sono salvo.

L’artefice di tutto questo, la persona che ha istillato in me la speranza prima e  felicità dopo ha un nome che non pronuncerò qui, nei miei pensieri. Perché è un nome che ho bandito e che non voglio più sentire, perché è un nome che non m’appartiene, né ora né mai.

E’ un nome che voglio fare scomparire, anche se per ora, non ci riesco.

Forse la sorte, a cui ancora non ho pagato il debito di tutte le vite che ho preso, ha pianificato così la sua vendetta: ostracizzato con disprezzo, schiacciato, isolato, cancellato e rifiutato, questo nome ritorna in ogni cosa che faccio, che vedo o che vivo. E’ ovunque, intorno e dentro di me.

 

“Le notti di luna nuova ti rendono malinconico, Hiei?”

Senza girarsi, il demone di fuoco alzò impercettibilmente le spalle.

“Pensi che l’ordine che s’è stabilito durerà?”

“se non ti conoscessi meglio, fraintenderei le tue parole per apprensione”

“Ma mi conosci” sorrise Mukuro “e sai che non m’interessa la politica…”

“…e sai anche che le cose continueranno così”

“Perché c’è chi protegge il confine, non lo trovi divertente?”

Hiei sorrise impercettibilmente “Che sia io a farlo, o che le cose continuino così?”

Rimasero in silenzio per un po’, tutt’e due immobili, se non per il leggero vento che scuoteva i loro indumenti.

Fu Mukuro la prima a cedere e sospirò “la tua ricerca non è finita e non hai ancora trovato pace”.

Hiei si girò di scatto, ma Mukuro se n’era già andata.

 

La pace per me non esiste…

 

A Hiei non restò altro che seguirla.

 

La foresta era immersa nel buio, ma non sembrava ostile: gli alberi e gli animali non si sentivano minacciati dalle presenze demoniache nel loro territorio.

“Ricordi quando combattemmo il Torneo nel Mondo dei Demoni?”

La donna annuì ripensando al giorno in cui, davvero, Hiei aveva buttato il suo passato alle spalle dando il coraggio anche a lei di farlo.

“Mi dicesti che il mio drago si nutre delle mie intenzioni…”
”Intenzioni a cui ora non sai dare direzione”

“La sto ancora cercando”

Sapere che Hiei fosse alla ricerca di qualcosa non stupì più di tanto il demone, perché significava, se non altro, che il Koorime vedesse qualcosa di concreto di fronte a sé. Quando l’aveva conosciuto, Hiei non aveva futuro: tutto gravava sulle sue spalle, nulla gli era davanti.

A volte si era persino chiesta se sperasse di essere lei il futuro di Hiei, ma lei stessa era confusa. Era combattuta: riteneva di provare sentimenti fraterni, ma poichè nati in un breve arco di tempo, spesso non li distingueva da dei sentimenti passionali.

 

Non posso, né tanto meno voglio tornare nel Ningenkai. Per cosa tornare?

Troppe ragioni che s’accavallano, senza che ne veda una precisa.

Mi manca Yuukina, quel suo sguardo dolce e le sue maniere fin troppo delicate, se penso alla sue origine di ghiaccio; mi manca Yuusuke e la sua follia… Quasi mi manca anche la cieca stupidità dello scemo, in fondo sebbene non lo sopporti, lo trovo quasi divertente… E avrei voluto rivedere il tempio di Genkai (e la vecchia s’intende), avrei voluto rivivere per qualche giorno quell’atmosfera di gruppo che s’era venuta a creare durante il torneo delle Arti Nere. Sarebbe stato bello rivedere i miei amici – che nessuno ripeta mai queste mie parole alle loro orecchie- ma poi sarei tornato qui e tutto sarebbe rimasto come prima, parzialmente irrisolto.

C’è qualcosa nei miei pensieri e nella mia vita che non riesco ad afferrare, me lo sussurrano le piante e lo bisbigliano le foreste, ma io non riesco a capire.

E ancora una volta, sento la mia mente intrappolata ed ho l’istinto di liberarla fra le braccia di Mukuro. Che follia.

Una donna di un fascino che raramente m’è capitato d’incontrare, così terribilmente potente e fragile al contempo, così vicina a me per vissuto ed esperienza:  entrambi abbiamo cercato di purgare la nostra anima nel sangue. Tuttavia troppo simile a me. Sin da subito siamo entrati in sintonia, ma lei è così carente in tutti quegl’aspetti di cui ora ho bisogno... E che ama.

Chi dice che le due estremità s’attraggono, è un pazzo. A mio vedere, questo significherebbe una persona estroversa magari, ma priva di nervo e priva di lealtà.

Ma anche chi sostiene che solo due persone uguali si amalgamino, è altrettanto folle.

Mukuro sarebbe probabilmente stata la donna ideale ai miei occhi se fossi stato più ingenuo. Avrei scambiato le sua comprensione e la sua empatia per un miracolo. Ora il mio cuore sa bene  che Mukuro è forse una sorella di vita, ma come me, non ha ciò che più voglio.

E ancora mi viene in mente lui, nonostante non voglia e cerchi di eluderlo. Con i suoi passi felpati e il suo profumo m’ha sedotto senza che me ne accorgessi. Estirparlo dalla mia anima sembra impossibile.

 

“Prendi quello stupido umano” Gridò Hiei all’orco che insieme a lui, quella mattina, era di guardia al confine.

“Hey Hiei, guarda come corre! Il poveretto non sa dove si trova…”

Hiei sorrise, ma preferì essere cauto piuttosto che, com’era già successo, cancellare grossolanamente la memoria del malcapitato di turno e ritrovarsi poi sulle pagine dei giornali.

“Meglio fare un lavoro veloce, ma ben fatto”
afferrato l’uomo, Hiei lo riaccompagnò al confine esterno del Ningenkai.

L’orco che era con Hiei lo guardò con ammirazione “Forse anch’io dovrei farmi impiantare uno Jagan”

Hiei roteò gli occhi e non rispose. Se non per l’incredibile somiglianza con George, avrebbe già abbandonato questa matricola fra i boschi profondi del Makai condannandolo per la sua idiozia e per quell’eccessivo entusiasmo, sprecato su un lavoro che spesso rischiava di diventare monotono.

“Dimmi, è vero che hai incontrato Raizen e Yomi?” chiese l’orco a Hiei, il quale neanche si disturbò a correggere l’informazione parzialmente sbagliata “e sono davvero forti come la nostra signora?”

Di nuovi Hiei roteò gli occhi e si chiese se l’essere blu al suo fianco non fosse davvero George, mandato lì per dargli fastidio  “se non avessi un’aura demoniaca, ti caccerei a prenderti cura del moccioso col ciuccio”
Questa volta fu l’orco a non rispondere, perché non aveva capito cosa gli fosse stato detto, e più volte gli era stato consigliato di non contraddire il protetto della sua regina.

Ma si sa, la gioventù, spesso, è sorda ai saggi consigli, per cui non demorse nel suo tentativo di fare conversazione.

“Se ne parla dappertutto, ed è per questo che voglio diventare più forte”
”Per partecipare al torneo?”

“Si vede, signor Hiei, che lei proprio non ascolta quello che si dice in giro! Però sono certo che abbia sentito parlare dello Youko che ha partecipato proprio a quel torneo, metà demone e metà umano”

Questo catturò subito l’attenzione di Hiei “e…?”

“Vorrei partecipare anch’io al torneo, la prossima volta, vorrei vedere lo Youko…le pellicce d’argento sono di valore inestimabile ormai, ne vorrei …”
Non concluse neanche la frase che la Katana di Hiei gli aveva già provocato una ferita superficiale sul collo.

“Una sola parola in più su quest’argomento, ora o in futuro, e non sarò così generoso”.

 

 

continua...

 

  
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