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Autore: schwarzlight    24/06/2011    4 recensioni
Conoscevo una persona, intrappolata nei suoi sogni.
Un giorno si svegliò, e vide il mondo per com'era.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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conoscevo una persona Conoscevo una persona, non apriva mai gli occhi.
Se ne stava sempre immobile, in quel letto candido, fra quelle pareti candide, con quel suo viso candido.
Era una persona luminosa, ma immobile. Non voleva svegliarsi.

Ogni tanto pensavo a lei, mentre passeggiavo in giardino. Pensavo a lei, mentre sedevo su quella panchina, a rimirare il cielo primaverile.
Pensavo che forse avesse ragione, che non valesse la pena vedere quel mondo strano e malato, come noi.
Tentai di seguire il suo esempio, qualche volta: provai a chiudere gli occhi, nella mia stanza candida, fra le mie lenzuola candide. Ma non mi riusciva.
La luce mi raggiungeva sempre.

Poi, un giorno, si svegliò.
Quella persona si era stufata di sognare, e aveva aperto gli occhi, per guardare il mondo da cui era fuggita, ancora una volta.
I primi tempi non si muoveva, non usciva mai. Passando di fronte alla sua stanza, la vedevo sempre lì, sempre nel suo letto, sempre candida.
Ma infine uscì. La trovai seduta sulla mia panchina, anche lei incantata dall'azzurro sopra di noi.
Poi le parlai, entrai nella sua esistenza.

Era una persona gentile, sensibile, di quelle che soffrono anche per gli altri. Di quelle che si spezzano, per gli altri.
Amava questo mondo, si struggeva per questo mondo.
Aveva sognato un mondo senza dolore, un mondo in cui gli uomini non si ferivano l'un l'altro, in cui la natura non urlava la sua fine.
Aveva sperato che una volta sveglia, quel mondo l'avrebbe seguita. Ma non fu così.

Il mondo non era cambiato, e fredde lacrime d'aria caddero al suolo.

Un giorno, la panchina divenne vuota. La stanza candida divenne vuota, e lo stesso cielo divenne vuoto.
Quella persona era stata sconfitta, piegata dal suo stesso dolore, distrutta dalla sua stessa mente.
Quella persona si era arresa, era corsa altrove, nel suo mondo onirico. Aveva richiuso gli occhi, per l'ultima volta, circondata dal suo verde, sporcata del suo rosso. Ma sempre candida.
I suoi sogni l'avevano portata via per sempre.

Conoscevo una persona, intrappolata nei suoi sogni.
Un giorno si svegliò, e vide il mondo per com'era.
Se ne andò, scelse di fuggire. E io rimasi solo a combattere.
A vivere.







A vostra libera interpretazione.

Grazie per aver letto, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate =)

   
 
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