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Autore: mey chan    26/06/2011    5 recensioni
Ti amo. Ti amo.
Dimmi Justin, quanto le hai aspettate queste parole?
Guardi Brian ora, trovandolo con un sorrisetto ironico stampato in faccia.
“Allora Raggio di sole, cosa farai? Mi terrai tuo prigioniero?”
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti amo. Ti amo.
Dimmi Justin, quanto le hai aspettate queste parole?
Quanto tempo hai fissato le labbra di Brian pensando come un ossesso che era davvero il momento in cui le avrebbe pronunciate?
Ironia della sorte, hai ricevuto questo regalo proprio quando meno te lo aspettavi; nella serata della bomba al Babylon, tra vigili del fuoco e persone ferite.
Mr. Kinney ha ammesso di essersi legato indissolubilmente a un altro essere umano.
L’amore ti cattura e Brian ha posto entrambi i polsi verso il sentimento per eccellenza, guardandolo bieco; sai che Cupido avrà annuito, lieto di chiudere le manette attorno ai polsi dell’uomo e che quest’ultimo sbuffando si sarà congedato con un “Cazzo, devo scopare così ora?”
Ridacchi, leggero.
Puoi ancora immaginare Brian venirti incontro e guardarti con sufficienza. Ed ecco raggiungervi anche Cupido che è immediatamente fulminato dal bel pubblicitario; viene ignorato comunque perché il signorino alato sta svolazzando davanti a te. Lo guardi, incuriosito, notando un qualcosa nel pugno della sua mano destra; la apre, rivelandoti cosa racchiude.
Un qualcosa dal colore dell’oro. Una chiave. La chiave.
Te la porge, sorridendo. Fai un cenno del capo come ringraziamento e lo vedi voltarsi e allontanarsi da voi.
Guardi Brian ora, trovandolo con un sorrisetto ironico stampato in faccia.
“Allora Raggio di sole, cosa farai? Mi terrai tuo prigioniero?”
Scuoti la testa, scacciando via quell’assurda domanda.
La risposta è così ovvia che temi che sia anche la più stupida possibile.
Con quattro passi gli sei davanti.
“Sarebbe un problema?” Ti ritrovi a controbattere.
Ghigna ancora, simulando non interesse.
Ed ecco che esponi la tua teoria, sperando in cuor tuo di non deluderlo.
“Siamo froci. Non abbiamo bisogno di lucchetti alle porte… e nemmeno di manette ai polsi.”
Impugni saldamente la chiave e porti la mano a compiere due brevi rotazioni che fanno automaticamente scattare le manette. È libero, adesso.
Noti che ti osserva con un sopracciglio inclinato mentre con un secco gesto si libera del tutto i polsi e tu fai cadere la chiave a terra.
“Sicuro Justin? Ora posso scappare se voglio.”
“Non lo farai.” Ribatti fermamente e con una certa soddisfazione accennata.
“Ah sì?” Sta ridacchiando.
“Sì. Mi ami. Quelle servivano solo per mettere a verbale ciò.”
D’un tratto ti arriva a un palmo dal naso e riesci a sentire il suo respiro sul viso, perdendoti in quegli occhi.
“Solo per questo?” Sussurra roco.
“Cos’ha in mente Mr. Kinney?” chiedi affabile.
“La risposta è sempre la stessa, Taylor. Sesso.”
Chiudi le palpebre e ti lasci andare contro di lui.
“E queste,” continua “Serviranno. Cosa ne dici se le uso per immobilizzarti? Ho voglia di sentirti supplicare il mio nome.”
Sorridi, per niente imbarazzato.
“Lo faccio sempre. Sei colui che mi ha salvato, Brian. Nel bene e nel male.”
Osservi divertito il suo sospirare.
“Ma come, io cerco di sedurti e tu me ne viene fuori con una frasettina smielata?”
Alzi le mani in segno di resa. Si porta due dita alla tempia destra, sbuffando.
“E va bene, Raggio di sole. Niente manette e niente sesso stasera. Faremo un’altra cosa.”
Ascolti incredulo le sue parole e apri un poco la bocca senza però emettere nessun suono articolato.
“Queste via.” Lascia cadere le manette a terra e con un tonfo toccano il duro terreno.
“Quella invece riprendila.”
Non capisci inizialmente a cosa si riferisce, finché seguendo il suo dito vedi la chiave dorata luccicare per terra.
Ti chini e ubbidisci, afferrandola con la mano destra.
“Posso tenerla?”
“Ha lo stesso significato delle manette ai miei polsi ed è molto meno scomoda. È tua.”
Boccheggi per qualche secondo.
“Vuol dire che-”
“Che se la fai vedere a qualcuno sei morto.”
Sorridi un poco.
“Ovvio.” Affermi candidamente.
“Bene. E ora andiamo.”
Pieghi un poco la testa.
“Dove?”
“A fare quella cosa che ti dicevo prima.”
“Che sarebbe?” domandi, incuriosito.
Dopo aver ghignato un’altra volta ti dà le spalle, cominciando a camminare. Ed ecco che senti arrivare la sua risposta, forte e chiara.
“Ciò che affermi di aver fatto con me la prima volta che sei entrato nel loft.”
Il respiro si mozza tutto d’un tratto e il cuore fa su e giù nel tuo corpo, facendoti dolere ogni muscolo per le pulsazioni.
Senza aggiungere altro ti slanci verso di lui e sa di averti al suo fianco adesso.
Osservi la chiave custodita nella tua mano, mordendoti le labbra per non ridere come una ragazzina.
“Ti amo Brian Kinney.”
E la chiave risplende, rispondendo al suo posto.










Cosa dire, ho conosciuto per caso Queer as Folk e ne sono rimasta stregata.
Soprattutto da loro due, la coppia per eccellenza della serie a mio parere.
Amo Justin. È il mio personaggio preferito, l’ho adorato fin dalla prima volta che l’ho visto.
E Brian, beh, lui è semplicemente Brian; la sua personalità mi ha catturata. Sì, adoro anche lui.
È la prima fanfic che scrivo in questa sezione, spero solo di aver mantenuto i caratteri IC, mi spiacerebbe troppo rovinarli.
Grazie per la lettura, un bacio ^^
  
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