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Autore: aresian    15/07/2011    6 recensioni
E’ legata alla fanfictions “Un confronto chiaritore”. Giunto al Grande Tempio come nuovo Comandante delle Guardie di Athena, Ikki fa l’incontro di una intraprendente, dolce e avventata giovane Sacerdotessa Guerrero. Galeotto fu il primo… pugno.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cassiopea 1

DISCLAIMER:
I Cavalieri dello Zodiaco, i suoi personaggi e tutti i film legati alle serie sono copyright © di Masami Kurumada,  Toei Production  e Shonen Jump.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

CASSIOPEA - LA SACERDOTESSA GUERRIERO

CAPITOLO 1 – UN’AVVENTATA VIRAGO’

E’ così anche Shun si era “impiccato”. Ikki osservo il volto raggiante del fratello mentre, mano nella mano con Nemes salutava gli invitati al loro matrimonio. A ben vedere si trattava per lo più di persone che lavoravano a Villa Kido, il personale e i bambini dell’Orfanotrofio di Nuova Luxor dovere erano cresciuti, e gli immancabili compagni d’avventura. Insofferente alla bolgia in cui si era trasformata la festa a Villa Kido, nonché all’insopportabile cravatta che lo stava, letteralmente, soffocando Ikki si avviò verso il bosco, al limitare del giardino, alla ricerca di un po’ di pace e silenzio.
“Salve, Ikki. Ammetto che vederti in giacca e cravatta è stata una vera e propria sorpresa”.
Il tono dolcemente ironico di Shaina, lo fece voltare. Accanto ad un gigantesco platano la giovane sacerdotessa guerriero, per l’occasione priva dell’inseparabile maschera d’argento e fasciata in un elegante vestito da cerimonia, pareva disperatamente volersi isolare dal trambusto generale. Evidentemente non era il solo ad essere insofferente alle chiacchiere “inutili” da salotto.
Con una smorfia eloquente, dipinta sul volto, Ikki si tolse la cravatta, orrendo strumento di tortura, prima di slacciarsi il colletto dell’immacolata camicia. Il completo blu, giacca e pantalone, che Lady Saori lo aveva costretto ad indossare lo faceva sentire impacciato.
^Ikki, insomma, sei il testimone dello sposo, non puoi presentarti alla cerimonia in jeans e maglietta. Infilati questo e per una volta, cavaliere, non fare storie^.
Al pensiero di quanto fosse stata autoritaria in quell’occasione gli venne da sorridere.
Tornando a guardare Shaina notò la sua bellezza fuori dal comune, e l’incredibile somiglianza con Shun. Gli stessi colori tinteggiavano i loro capelli e i loro occhi. Bizzarro scherzo del destino.
“Anche tu non mi sembri particolarmente a tuo agio senza la maschera d’argento e l’inseparabile cloth guerriero” l’apostrofò dopo un attimo, appoggiandosi all’albero.
“Dove hai lascito Seiya?” la punzecchiò poi, dopo qualche istante di silenzio.
“Ad abbuffarsi di ogni ben di dio al buffet” fu la pronta risposta della giovane, con un vago tono di riprovazione.
Ikki guardò nella direzione indicata da Shaina e intravide, in mezzo alla ressa, la capigliatura castana dell’amico. Seiya era sempre lo stesso. Poco distante da lui Shyriu e Shunrei stavano discorrendo pacatamente con Lady Saori, mentre Hyoga e Flare erano affianco alla neo-coppia di sposi, presumibilmente con l’intento di fornir loro ragguagli sulle insidie della vita in comune.
Notando ove si fosse posato lo sguardo azzurro del cavaliere Shaina gli chiese, in tono tranquillo.
“Adesso che cosa farai, Ikki. Sparirai nuovamente per un periodo medio lungo, sino al prossimo evento rilevante, tipo la nascita di un nipote o hai deciso di mettere radici?”
Ikki ripensò a quanto era successo nell’ultimo periodo, al confronto avuto con Saga (vedi “Un confronto chiaritore” – N.d.A.). Ad essere onesto non aveva preso ancora una decisione in merito. Con tutta probabilità ne avrebbe discusso con Lady Saori nei giorni a venire.
“Credo che per ora resterò un po’ a Nuova Luxor. Poi si vedrà” fu la laconica risposta.
Shaina non fece commenti, ma si limitò a studiare il profilo deciso del ragazzo. Non poteva dire di conoscere bene Ikki, in effetti, non aveva mai avuto modo di frequentarlo molto, giacché spariva sempre. Aveva tuttavia l’impressione che qualcosa gli rodesse dentro, che lo rendesse irrequieto. Quel giorno, purtuttavia, gli parve diverso. Non c’era la solita ombra cupa ad oscurare i suoi occhi. In quel mentre, il gesticolare plateale di Seiya la richiamò al presente. O si sbrigava a raggiungerlo, o tutti gli invitati al ricevimento avrebbero riso per la sua spontanea, quanto esagerata, allegria.

Erano trascorsi due mesi da quel giorno. L’arroventato sole di Grecia, ed il profumo di ulivi ed oleandri, accolse l’arrivo di Ikki al Grande Tempio. Con l’immancabile cloth (armatura – N.d.A.) della Fenice al seguito si avviò lungo la marmorea scalinata che, più di quindici anni prima lo aveva visto impegnato nella sanguinosa lotta contro i Gold Saints fedeli ad Arles. Un pensiero da cancellare, un ricordo che andava bene esclusivamente per evitare di incorrere negli errori del passato ma che, come gli aveva suggerito Saga, non doveva lacerargli l’anima. Era passato, il presente ed il futuro contavano adesso. Gli fece in ogni modo effetto attraversare le case deserte di Mu e Aldebaran. Una sensazione particolare gli portò la vista della 3^ Casa, quella di Saga. L’armatura dei Gemelli era sempre lì, unica silente custode di quel luogo. Quando abbandonò il piccolo tempio, avvertì una strana sensazione di benessere, era come essere tornato a casa, anche se non sapeva bene il perché di quell’impressione. Tuttavia qualcosa lo lasciava perplesso. Era presumibile che Saori avesse avvertito i soldati del Grande Tempio del suo arrivo imminente, ma la facilità con la quale era giunto sino alla soglia della 9^ Casa di Sagitter era sconcertante. Possibile che non vi fossero guardie in giro? Si aspettò, per lo meno, di trovare Seiya a custodire la casa che fu di Aiolos, invece ad attenderlo… il silenzio più assoluto. Ottimo, di questo passo avrebbe raggiunto il sacrario, ove si ergeva la statua di Athena, assolutamente indisturbato. Cominciava a comprendere le ragioni di Lady Saori quando, una settimana prima, gli aveva proposto di trasferirsi al Grande Tempio con il ruolo di Comandante delle Guardie che costituivano l’Esercito di Athena. Gli venne il sospetto che avrebbe avuto un bel po’ di lavoro da fare. 
^Di certo non avrò di che annoiarmi^ pensò ironico.
All’improvviso, un movimento furtivo alle proprie spalle lo mise in allarme. Evidentemente qualcuno si era degnato di controllare la sua scalata al Tempio principale. Fingendo noncuranza, proseguì la salita verso la casa di Shura, i sensi in allerta. All’improvviso, l’ombra che lo seguiva, balzò in avanti con agilità, tentando di agguantarlo alle spalle, ma Ikki fu più lesto e con decisione afferrò il braccio che aveva tentato di ghermirlo per la gola e, con un brusco e repentino colpo di polso, catapultò il mal capitato oltre la propria testa, contro le bianche colonne che costeggiavano la scalinata. Rimase vagamente sorpreso nel notare l’agilità con la quale l’avversario si coordinò in volo, per usare la colonna come trampolino e lanciarsi, audacemente, in  un attacco frontale. Il luccichio al sole della maschera d’argento gli fece comprendere che aveva innanzi una sacerdotessa guerriero, ma di certo non era Shaina, giacché l’avversaria che ora lo incalzava con feroce rapidità aveva ricci e folti capelli neri. Evitando il suo nuovo attacco, la spiazzò con un modesto pugno all’altezza dello stomaco, che la fece indietreggiare di qualche passo.
“Chi diamine sei, straniero. Non sai che non è concesso salire al Grande Tempio?” domandò all’improvviso la giovane.
Ikki sogghignò leggermente, simpatica la ragazza prima attaccava e poi gli rivolgeva la parola.
“Conosco perfettamente le regole, sacerdotessa guerriero. Piuttosto mi sorprende l’inefficienza delle Guardie giacché sono giunto sin qui senza trovare ostacolo alcuno” rispose tagliente, mentre studiava la reazione della giovane guerriera.
“Beh, puoi considerarti fortunato ad essere giunto sin qui, perché la tua salita al Grande Tempio si conclude ora” fu la pronta risposta della ragazza, apparentemente per nulla turbata dalle parole del cavaliere, mentre il suo microcosmo si espandeva avvolgendola in un’aura d’energia.
^Però, decisa la ragazza^ pensò Ikki. Evidentemente, prima di ragionare con lei… bisognava batterla. Sarebbe stato uno scontro breve, ma divertente. Istantaneamente il cosmo vigoroso della Fenice avvolse il corpo del cavaliere, mentre partiva, questa volta per primo, all’attacco.
La giovane guerriera fu letteralmente travolta dall’impeto del Saint che, senza troppi complimenti, la scaraventò a più di sei metri di distanza, prima di sovrastarla, inchiodandole una spalla al suolo ponendovi sopra, un po’ di malagrazia, un piede.
Un gemito di dolore sfuggì alla giovane. Era stato talmente rapido che non lo aveva neanche visto attaccare.
“Lasciami!” urlò, furiosa, consapevole che al minimo gesto il cavaliere avrebbe potuto spezzarle il braccio, senza alcuno sforzo.
“Prima rispondi ad una semplice domanda. Dove posso trovare Seiya il Saint di Pegasus?” chiese Ikki, senza allentare minimamente la pressione del piede.
La ragazza parve sorpresa da quella domanda, ma non volle rispondere.
“Va al diavolo” esclamò furente, prima di sprigionare al massimo il proprio cosmo di fatto, costringendo Ikki a scostare il piede onde evitare di ustionarsi. Con felina rapidità la sacerdotessa schizzò in piedi, e con un paio di capriole si portò a distanza di sicurezza, massaggiandosi la spalla dolorante.
Ikki si stava spazientendo. Non era sua intenzione usare le maniere forti, ma quella testarda di una ragazza non gli stava offrendo alcuna via scelta.
“L’hai voluto tu, ragazzina. Ma poi non lamentarti se proverai dolore” disse ironico, prima di liberarsi dello scrigno ove riposava la sua sfavillante armatura. Non aveva bisogno delle sue vestigia di cavaliere per piegare la resistenza di quella mocciosa.
Perplessa la giovane, assunse istintivamente una posizione di difesa, sentiva che l’avversario si era stancato di “giocare”. Neanche il tempo di congetturare tali pensieri che la violenza devastante delle “Ali della Fenice” piombò su di lei, travolgendola. Per evitare di recarle gravi ferite, Ikki aveva notevolmente contenuto il colpo. Travolta da una sorta di uragano rovente, la giovane fu scagliata in aria e poi contro le scoscese rocce a strapiombo, prima di crollare dolorante e semi-svenuta al suolo. Non ebbe il tempo per riprendersi dalla violenza del colpo che Ikki l’aveva già agguanta per le spalle, stringendola in una morsa decisa e dolorosa.
“Allora, sacerdotessa guerriero, ti decidi ora a dirmi dove posso trovare Seiya, o debbo continuare?” le sibilò all’orecchio il Saint della Fenice.
“Basta così, Ikki. Lasciala andare” si intromise all’improvviso il tono deciso di Seiya, mentre osservava con rimprovero l’amico e i tagli che segnavano il corpo della giovane.
“Alla buon ora, Seiya. E’ in questo modo che proteggete il Grande Tempio? L’unico Gold Saint presente che si eclissa e una sacerdotessa, alle prime armi, non mi sembrano il massimo” fu la pronta risposta di Ikki, mentre lasciava andare la giovane che, con un rantolo sommesso, si lasciò scivolare al suolo.
“Va tutto bene, Cassiopea?” chiese Seiya, ignorando la sfuriata dell’amico. Certo che Ikki non c’era andato tanto sul delicato, un rivolo di sangue fuoriusciva da sotto la maschera, segno che la giovane aveva ricevuto un colpo sul viso.
“Insomma, Ikki. Che ragione avevi per conciarla in questo stato?”. Seiya pareva realmente arrabbiato. Ikki, non rispose, osservando il corpo tremante della giovane. Forse non aveva tutti i torti. Aveva contenuto, e parecchio, la sua forza, ma evidentemente non abbastanza. Vide Seiya chinarsi accanto alla giovane, con l’intento di sincerarsi sulle sue condizioni ma, quest’ultima scansò con un gesto violento la sua mano protesa.
“Volevo difendere il Tempio in vostra assenza, cavaliere. Ma non ne sono stata capace. Vi chiedo perdono” e prima che qualcuno potesse aggiungere qualcosa scattò in piedi, fuggendo lungo la scalinata.
“Di un po’, ma chi era quell’avventata virago?” chiese Ikki, perplesso.
Gli occhi castani di Seiya si restrinsero un attimo, mentre studiava il volto abbronzato dell’amico.
“Si chiama Cassiopea ed un’allieva di Shaina. Hai davvero esagerato con lei, Ikki. Non ha ancora completato l’addestramento, avresti potuto farle veramente male”. Il tono di Seiya era carico di rimprovero, ma il Saint della Fenice prevenne altre recriminazioni dell’amico dicendogli in tono deciso “In primo luogo è stata lei ad attaccarmi. In secondo luogo, non è certo un vanto di eccelsa organizzazione porre alla difesa del Tempio una principiante. Se invece del sottoscritto si fosse fatto vivo un nemico pronto a tutto, la ragazzina adesso sarebbe morta e non, leggermente ammaccata” fece notare, infatti, in tono duro.
Seiya abbassò lo sguardo, traendo un sospiro rassegnato.
“Hai ragione, ma dopo lo scontro con Hades, e la scomparsa dei Gold Saints, il Tempio è rimasto sguarnito, non mi hai trovato alla 9^ Casa perché ho l’abitudine di presiedere quella di Aphrodite, dalla cui cima riesco a vedere gran parte della Vallata. Di solito, alle altre case pensano i soldati capitanati da Shaina, ma oggi c’è stato un incendio al Villaggio e la maggior parte di loro sono andati a dare una mano” spiegò, riprendendo la salita verso il Tempio principale mentre Ikki, raccolto lo scrigno con il cloth, si incamminava al suo fianco.
“E Marin che fine ha fatto?” chiese lanciando un’occhiata in giro. Anche la Casa del Capricorno aveva un aspetto trasandato, come le precedenti.
“Si occupa dell’addestramento delle nuove reclute, dovrebbe essere all’Anfiteatro dei Tornei, in questo momento”.
“Dimmi un po’, eri al corrente del mio arrivo, o il messaggio di Saori non ti è pervenuto”.
Se neanche la posta funzionava più, al Grande Tempio erano proprio messi male.
“No, la lettera l’ho ricevuta. Non diceva però l’ora del tuo arrivo. Quando hai iniziato la lotta con Cassiopea ho riconosciuto il tuo cosmo e ti sono venuto incontro”.
Improvvisamente Seiya scoppio a ridere, di gusto.
“Sai amico, non ti ci vedo nelle vesti di Comandante delle Guardie del Tempio” rifletté poi, ad alta voce, attirandosi un’occhiataccia da parte dell’amico.
“Sì, certo. Come io non ti vedo in grado di gestire tutto questo complesso, data la spensierata sbadataggine che fa parte della tua indole” fu la pronta risposta di Ikki.
Seiya era già pronto a ribattere, quando uno sparuto gruppo di soldati si fece loro incontro.
“Cavaliere di Pegasus, volevamo informarla che l’incendio è stato domato. Tutti i soldati sono rientrati pochi minuti fa” disse uno di questi, chinandosi in un ossequioso saluto.
“Ehm. Molto bene. Dite loro…” iniziò a dire Seiya, prima di essere bruscamente interrotto da Ikki.
“Sono il Saint della Fenice e per ordine della Dea Athena da oggi assumo il comando della Guarnigione. Dite al vostro comandante che lo aspetto, entro mezz’ora, alla 5^ Casa. E’ tutto, puoi andartene”.
Il tono di Ikki non ammetteva repliche e, seppur confuso, il soldato si chinò prima di rivolgere uno sguardo a Seiya che annuì prontamente confermando, di fatto, l’autorità che Ikki aveva palesato.
“Vedo che hai deciso di prendere in mano la situazione fin da subito” costatò Seiya, incuriosito dal cipiglio severo apparso sul volto dell’amico.
“Non sono venuto per una vacanza. Torna pure alla casa di Aphrodite, io scendo a quella di Aioria. Ci vediamo dopo il tramonto, al Tempio”. Detto questo, senza neanche attendere la replica del cavaliere, Ikki girò sui tacchi e ridiscese la scalinata, sparendo oltre la curva naturale della montagna.
Seiya, perplesso, si passò una mano tra i folti capelli, prima di sorridere debolmente. Forse Athena aveva trovato l’incarico giusto per l’irrequieto cavaliere della Fenice.

- continua -

  
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