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Autore: DanP    17/07/2011    6 recensioni
[Teen Wolf_ StilesxDerek_spoiler!]
"...ovvero come Derek Hale sia poco soggetto a mostrare un sorriso e nel caso che questo evento si verifichi, probabilmente non porterà a nulla buono."
Collocata tra il quinto ed inizio del sesto episodio, una riflessione di Stiles sul suo rapporto con Scott, coinvolgendo anche quell'anima saggia ed affranta che è Derek Hale.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lupo acido

...ovvero come Derek Hale sia poco soggetto a mostrare un sorriso e nel caso che questo evento si verifichi, probabilmente non porterà a nulla buono.

 

La sua vita aveva preso una piega talmente inusuale e caotica da non avere più bene un'idea di cosa fosse normale e cosa “alieno”. Il sovrannaturale non lo spaventava nemmeno più, tranne per qualche sporadico attacco da parte di un lupo geneticamente modificato, alto più di tre metri ed irritato col mondo intero.Normale amministrazione.
Gli eventi della sua adolescenza gli erano un poco sfuggiti di mano. Era avvenuto, in ordine casuale, che Scott, il suo migliore amico da che aveva memoria, venisse morso da un Alpha di natura sconosciuta dopo il cruento omicidio di una donna nei boschi di Beacon Hills, donna che poi era stata identificata come Laura Hale, sorella perduta del più indisponente e acido di tutti i lupi mannari in circolazione, non che ne conoscesse molti, ben inteso.
Ma Derek Hale sembrava avere la particolare predilezione di considerare l'intera specie umana -e non- come scomoda e superflua. Inutile dire che la sua, di presenza, non veniva nemmeno tenuta in considerazione, che si trovasse nei pressi del lupo o meno. Cane cattivo.

E poi, ultimo ma non meno importante, la nuova girlfriend di Scott era niente meno che la figlia dell'uomo che voleva impallinare lui e quelli della sua specie -o nel migliore dei casi piantargli una freccia in mezzo agli occhi- per sfoltire la comunità dei licantropi.
Stiles stesso aveva avanzato un'infelice battuta sulla possibilità di chiedere rifugio all'associazione protezione animali. Scott non l'aveva presa molto bene ed era abbastanza sicuro che proporre una simile arguzia al sopravvissuto degli Hale, gli sarebbe valsa un'intera vita di incubi, o come amava dire l'altro, avrebbe posto fine ai tormenti di tutti squarciandogli la gola coi denti. Cane megalomane.

Ricordava ancora con un certo disgusto la vicenda del proiettile magico e della clinica, quando con voce perentoria gli aveva ordinato -non sembrava essere in grado di fare altro che abbaiargli contro intimidazioni- di mozzargli il braccio, come se lui amputasse arti nel tempo libero.
Le minacce costanti alle quali veniva sottoposto poi, manco a parlarne, erano la ciliegina sulla torta del suo rendersi sempre coscientemente più antipatico.
Dettaglio insignificante era che quell'uomo gli si presentasse davanti agli occhi praticamente ogni santo giorno. Tra i corridoi della scuola o gli avvistamenti di cacciatori e licantropi fuori controllo, non necessariamente separati o in quest'ordine. Di nuovo, normale amministrazione.
Non ricevere invettive, passare una giornata senza soccorrere Scott o correre a una sua qualsiasi richiesta di aiuto, gli sembrava quasi noioso.

Da quando però aveva stabilito una sorta di distanza di sicurezza con McCall, per via delle mille chiamate perse, dopo aver deciso consciamente di cancellare una schiacciante prova dell'esistenza di quell'altro mondo dal cellulare di Lydia, e l'incidente avvenuto nel parcheggio della scuola a discapito di suo padre, gli incontri -o scontri- con Derek si erano addirittura intensificati. Nei suoi solitari pomeriggi, mentre vanificava ogni tentativo da parte di Scott di riavvicinarglisi, aveva sviluppato una sorta di gioco di sguardi con il lupo anziano. Vero però, che le sue apparizioni fossero tanto inaspettate quanto imprevedibili, e non coincidessero mai con ciò che lui si augurava.

Perciò, chiudendo il proprio armadietto con un secco rumore metallico e vuoto, vederselo apparire al proprio fianco, pigramente appoggiato alla fila scura e grigia che correva alla sua destra, fu l'ennesimo shock che lo distrasse dall'ora buca che doveva affrontare.
Dopo aver smorzato un grido davvero poco mascolino, si portò più vicino a lui, sussurrando con astio:
“Potresti avvisare prima di farmi prendere un infarto, amico?” disse esasperato, aggrappandosi al freddo metallo per tentare di calmarsi ed eludere la tachicardia che l'aveva colpito.
“E perdermi la tua espressione terrorizzata? Sarebbe uno spreco.” proferì Hale con un tono tanto solenne quanto apatico, senza la minima traccia di umorismo.
Stiles fu lì lì per ribattere che il vero spreco, come lui lo intendeva, era continuare quella conversazione, ma preferì lanciargli un eloquente occhiata offesa, piuttosto che alzare un polverone.
Riacquistando coraggio e normalizzando il proprio respiro si ritrovò a seguire il profilo granitico di Derek, con gli occhi che baluginavano sotto le luci artificiali, sembrava essere ancora più freddo, glaciale quasi, sottolineato dalle labbra che esercitavano una linea dura e priva di dolcezza. Senza esalare un sospiro o una parola superflua Derek si staccò dal suo scomodo supporto e procedette spedito al centro del corridoio, puntando senza esitazione la porta che conduceva al campo di Lacrosse.
Ecco che esibiva uno dei suoi ennesimi atteggiamenti strafottenti. Ingrato.
Certo che volesse essere seguito, Stiles si affannò a tenere il suo passo. Con una certa, insolita, deferenza, le persone che incrociavano nel senso opposto la sua direzione si aprivano come le acque al passaggio di Mosè, lanciando al più giovane occhiate dubbiose e sorprese. Convinti che trovarsi al fianco di un elemento simile non potesse portare che guai. Bhè, avevano colpito nel segno.

Giunto al suo fianco gli parlò senza nemmeno essere certo che lo stesse a sentire.
“Sai, non per sottolineare un'ovvietà ma sono convinto che qualunque cosa tu voglia dirmi abbia a che fare con Scott e ormai non mi inte...”
“Sono a conoscenza della vostra faida infantile.”Lo interruppe subito Derek, inguaiato nella sua giacca da bad boy. “E per quanto quest'idiozia non mi tocchi più di tanto, sta intaccando la sua concentrazione.”concluse con un ringhio -sì, Derek Hale ringhiava e lo faceva in maniera molto poco umana- infastidito.
Stiles dubitava che Scott fosse mai stato minimamente concentrato in nessuno dei loro “allenamenti di controllo” ma rivelarlo a Derek, che probabilmente già lo sapeva ma preferiva accantonare anche solo l'idea per paura di poi volerlo sbranare prima ancora di insegnargli qualcosa, non sarebbe stato di alcuna utilità.

“E la colpa sarebbe...mia?” soggiunse il ragazzo umano, sconvolto e vagamente irritato, come se non facesse abbastanza per evitare che Scott finisse sempre in situazioni di estremo pericolo o mortali. Non aveva preteso mai nulla dalla loro amicizia, se non che, prima della trasformazione, il loro rapporto era sempre stato profondo e con solide basi, ora invece iniziava ad intravedere delle zone buie di sfiducia, che lo avevano fatto riflettere su quanto continuare a frequentare da vicino quel mondo a lui sconosciuto e incerto potesse nuocere alle persone alle quali teneva davvero e che aveva intenzione di proteggere. Ma poi, giungendo alle giuste conclusioni, si era reso conto che gli unici davvero importanti per lui erano suo padre e lo stesso McCall. E lui, senza poteri ne armi era quello più vulnerabile di tutti. Inutile, in un certo senso.
Sospirando sconsolato si ritrovò a sbattere contro la schiena imponente e massiccia di Derek, fermo davanti alle tribune vuote, intento a fissarlo senza sconti. Si stagliava come un iceberg di fronte ad una piccola imbarcazione alla deriva, senza meta ne controllo.
Alzando lo sguardo si ritrovò a combattere contro la tentazione di fuggire a gambe levate prima di trasformarsi nella sua cena ma poi, un dettaglio significativo lo fermò dalle sue macabre elucubrazioni.
Non era molto bravo a leggere le espressioni o i pensieri delle persone, non percepiva una bugia ascoltando il battito del cuore con i suoi sensi di lupo o quel che era, essendone completamente sprovvisto, ma aveva l'assoluta certezza di aver intravisto, agitarsi sotto la superficie degli occhi color cielo d'inverno di Derek, una sorta di preoccupazione così intensa da lasciarlo tramortito.
Lo vide aprire la bocca ma poi richiuderla subito, come a cercare le parole adeguate.
Fu un avvenimento sconvolgente perchè mai prima d'ora l'aveva visto tentennare di fronte a qualcosa, qualsiasi cosa. Era atipico, e lo riempiva di significati particolari. Caldo, umano, aggettivi che mai si sarebbe sognato di attribuirgli.
Forte di quel silenzio decretò asciutto e pensoso, mentre si sedeva sugli spalti: “Tu sei importante per lui.”
Non aspettandosi un commento o una replica decisa, Stiles capì a chi si riferiva e lo sorprese con la sua voce cristallina e spiccia: “Lo so bene.”

La loro amicizia, con Scott, era nata dal niente ma col passare del tempo si era riempita di dettagli ricchi e floridi, sin da che ne aveva ricordo. La paura però, che Stiles gli leggeva negli occhi l'aveva riempito di terrore, gettando anche lui nel panico e ora tutto era stato messo in discussione.
Sedendosi al suo fianco, abbassò le difese e iniziò a parlare, quasi più a se stesso che all'altro.
“Sai, mi sono chiesto...se quella sera non l'avessi portato nel bosco a cercare tua sore...ehm, quella donna, insomma...forse lui non sarebbe mai stato morso e tutto sarebbe rimasto uguale a prima, o forse anche meglio di prima, ecco...”
Forse è colpa mia.

Ma non lo disse ad alta voce, per paura che Derek confermasse il suo sospetto.
Ti biasimi per questo?Credi sia una tua responsabilità?” chiese infatti l'altro, con un sospiro sentito e maturo, come poteva essere solo lui, leggendo attentamente la sua espressione e forse anche i suoi intimi pensieri, con quella voce che era velluto pallido e carezzevole.
Non c'era alcun bisogno di replicare, lo sguardo di Stiles valeva più di mille parole.
Scuro in volto e senza l'usuale traccia allegra, era una risposta più che sufficiente.
Il ragazzino incassò la testa nelle spalle e se la prese con il terreno di freddo cemento, fresco di pioggia, dandogli dei deboli calcetti.
Penso comunque, che saresti un allenatore migliore di me, a questo punto.” disse Derek senza preavviso, com'era solito fare. Nel sottofondo percepì una traccia d'ironia, per questo si costrinse ad incrociare finalmente i suoi occhi. Lo sguardo interrogativo sul viso di Stiles prometteva domande inespresse, per questo Hale decise di spiegarsi meglio, riassumendo brevemente il suo tentativo di spaventare il poco riconoscente allievo/lupo, tanto da indurlo a prendere seriamente le sue lezioni ed applicarsi di più.
Stiles ascoltò a bocca spalancata l'intera vicenda un po' perchè era bello vedere come Derek, toccando i giusti argomenti, riuscisse ad abbandonare l'usuale facciata di ragazzo monosillabico per creare un discorso articolato e sentito e un po' per le disavventure a cui aveva sottoposto Scott.

Fantastico.” sussurrò appena terminato il racconto.
Sembra che questa sia la tua parola preferita.” sibilò l'uomo lupo.
Stiles arrossì senza contegno, grattandosi la testa per l'imbarazzo e sbuffando come una locomotiva.
Poi, scherzosamente, ritrovando il suo vecchio spirito, esclamò animoso:
Vorrà dire che farò un tentativo e lo addestrerò come si deve!” Gonfio d'orgoglio si alzò, già carico di piani diabolici che mettessero in difficoltà l'amico.
Stringendo i pugni davanti a sé e nel silenzio ovattato, interrotto solo dalla campanella che preannunciava l'inizio di una nuova ora di lezione, accadde l'imprevedibile.
Tutta la tensione e l'angoscia che erano spariti dal suo viso furono registrate immediatamente da Derek che, ancora seduto sulla nuda roccia, lo raggelò, regalandogli un sorriso che per la prima volta raggiunse anche gli occhi, illuminati ora da una luce diversa, calda e invitante, ora sembravano una tempesta in piena estate, violenta e magica.
Fu un'inaccettabile senso di ansia che gli fece pulsare il sangue e vibrare i muscoli. E accelerare il battito del suo cuore.

Senza nemmeno salutarlo o aspettarsi altre parole di qualunque genere, saltò sull'erba umida e corse fino all'ingresso principale, recuperando i libri e infilandosi in classe, senza pensare alla possibilità che Derek fosse rimasto sugli spalti a ridere di lui e delle sue patetiche uscite.
Però l'apatia e la paura si erano un minimo dissipate, lasciando spazio ad una certa euforia. Ora si sentiva pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo gli sarebbe toccato in sorte.
Era elettrizzato e non volle pensare che il motivo di tanta adrenalina fosse dovuto a quel mostro arrogante e borioso -e sexy- e insulso che era Derek Hale. No, era fuori questione.
Scosse la testa e rinsavì nell'esatto momento in cui Scott fece capolino dalla porta, abbattuto, con la coda letteralmente tra le gambe, fissandolo con tormento.
Gli avrebbe concesso qualche minuto per scusarsi e prostrarsi ai suoi piedi, poi, fingendo totale indifferenza, avrebbe ascoltato le sue motivazioni e i suoi piani per smascherare l'Alpha, tentando per l'ennesima volta il suicidio assistito. Ma lui l'avrebbe assecondato, quale che fosse il piano, perchè è così che faceva sempre e avrebbe sempre fatto. Dandogli man forte, che ne valesse della sua vita o meno.
Certe cose non cambiavano mai, mutazioni o meno. Scott era Scott e lui il solito nevrotico e iperattivo migliore amico, Stiles Stilinski.
Con l'aggiunta di qualche componente in più al loro singolare e sconclusionato branco di teenager.



End (?)


Note a margine: Amo questa coppia e continuerò a sostenere i mille film mentali che Teen Wolf mi provoca (yaoi docet) sfortunatamente non esistono molte fanfic italiane, ma spero che qualcun altro apprezzi il mio debole e scarso sforzo di rendere al meglio questi due scemi integrali -scherzo, non li offenderei mai!- grazie a chiunque commenti o anche solo legga questa fic! Bacioni.
(Ho in programma molte altre idee per questi due, quindi preparatevi al peggio!)

   
 
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