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Autore: SC_Swami    28/07/2011    4 recensioni
La storia è tradotta dall'inglese. Spero meglio possibile. E' molto triste, ma anche molto bella. L'ho tradotta proprio perché mi ha colpita profondamente. Non voglio anticiparvi nulla...Brittany e Santana bastano da sole a raccontarvela.
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa.
Come già detto, ci tengo a sottolineare che la storia non è mia, semplicemente mi sono limitata a tradurla dall’originale inglese.
E’ molto molto triste. Ma allo stesso tempo bellissima.
Vi consiglio di leggerla in ogni caso.
Sperando di non aver tradotto male… vi auguro una buona lettura.
Love. Stefy.

Autrice: slushied
Permesso: "[...] Of course, permission
granted. Hope they enjoy :) "
Link dell'originale:http://www.fanfiction.net/s/7051077/1/Into_The_Sunshine


Into the Sunshine


< San >
< Si, Britt >
< Dove si va quando si muore? >

Sentendo questa domanda Santana si accigliò. Non le piaceva parlare di queste cose con Brittany. Sospirando pensò di elaborare una risposta adeguata per l’amica seduta accanto a lei. Erano sdraiate nel cortile di casa Pierce, nell'erba.
Il tempo era caldo e afoso, ma Brittany amava l'estate e quindi piaceva anche a Santana.
Chiuse gli occhi, come se li sottraesse alla vista dell’amica per affrontare il cielo.
Vide la luce rossa del sole dietro le palpebre.

< Si va nei raggi del sole > Sentenziò felice della sua risposta.
< Nei raggi di sole? > ripetè Brittany la sua risposta, per lo più se stessa.
< Proprio così >
Stettero in silenzio fianco a fianco godendosi i raggi caldi dell'estate.
Santana poteva praticamente sentire gli ingranaggi della testa dell’altra ragazza girare, ripensando ancora alla sua risposta.
< Quando andrò nei raggi del sole... sarai lì con me? > chiese nervosamente Brittany.
Il cuore di Santana si strinse dolorosamente nel petto. La golale bruciò per la semplice menzione della morte di Brittany.
Girando la testa a guardare l'altra ragazza sorrise debolmente ingannandola con l’apparenza.
< Naturalmente B. Non posso mica farti prendere tutti i raggi per te ?!?>
Chiese cercando di alleggerire l'atmosfera. Brittany sorrise e scosse la testa.
< Io li condivideròcon te San > Santana deglutì per non lasciar fuoriuscire il suo profondo dolore interno.
< Grazie B >


Si stava avvicinando la fine di giugno. Santana aveva appena finito il suo primo anno di liceo. Brittany avrebbe voluto così tanto andare a scuola con Santana, ma l’aveva fatto per non restare indietro e veniva istruita a casa. Continuava a studiare, ma nessuno in realtà le diceva davvero di farlo. Qual era il punto? Che tutti avrebbero preferito vederla divertirsi e star bene con se stessa fin quando poteva, invece di perdere tutto il suo tempo dietrolibri e di imparare cose che non avrebbe mai potuto applicare. Avrebbe voluto essere una cheerleader. Santana non vedeva ciò che lei vedeva in quelle, vedeva solo un mucchio di ragazzeesaltate con i pon pon . Ma Brittany sognava di indossare l'uniforme rossa e bianca della scuola della sua città e così Santana aveva provato ad accontentarla. Non era particolarmente male a farla, ma di sicuro non era tanto brava quanto sapesse fosse Brittany se solo fosse stata più forte.
Voleva portare l’uniforme a casa di Brittany e lasciargliela indossare.
Sapeva che se fosse successo qualcosa a quell’uniforme la coach si sarebbe infuriata, ma vedendoBrittany sorridere e volteggiarle intorno felice per un po’, non le importò più.


< Ragazze! >Sentirono chiamare la madre di Brittany dal portico.
< La mamma di Santana è arrivata! > Santana sospirò e si tirò sui gomiti, guardando la sua biondina e sorridendo al suo broncio.
< Io non voglio che tu vada> disse triste Brittany.
< Lo so, Britt ma sarò di nuovo qui domani, proprio come sempre ricordi? > Brittany annuì e si mise a sedere. Santana si alzò e porse la mano alla sua Brittany per tirarla su.
Non ci volle molto.Era incredibilmente leggera.
La ragazza non era mai stata pesante, ma l'anno precedente aveva iniziato a pagare le conseguenze sul suo corpo.
Camminavano lentamente verso la casa mano nella mano, come sempre.
Raggiunta la porta Brittany fece una breve pausa, stringendo la presa alla mano di Santana.


< San… >
< Hmm? >
< E se… e se è buio. Come può un raggio di sole portarmi via se è buio? >
Chiese la bionda preoccupata.
Ancora una volta Santana deglutì a forza il groppo doloroso formatosi in gola.
< Perché B. Il sole splende sempre da qualche parte. Quando tramonta qui, va da qualche altra parte e risplende>
< Quindi .. Non importa dove si trova? Non si dimenticherà di me, vero? >
< No Britt. Il sole non potrebbe mai dimenticarsi di te>
Brittany sorrise e proseguì verso casa.

Mentre ritornavano in casa e si salutavano non separarono mai le loro mani, fino a quando non fu necessario. Con un ultimo abbraccio e un’ultima stretta alla mano, Santana si avvicinò alla macchina dove sua madre l’aspettava. Si sedette sul sedile anteriore, guardando fuori dal finestrino in silenzio, pregando chiunque l’avrebbe ascoltata di risparmiare la sua amica un giorno in più, solo un altro. Questo era diventato un rituale per lei sin da quando a Brittany era stato diagnosticato un cancro, e ogni giorno le sue preghiere erano state esaudite. Anche se sapeva che non era realistico che i suoi rituali sarebbero sempre serviti.
Alzarsi la mattina era sempre una lotta per Santana, ma ora non più.
Spegneva la sveglia non appena cominciava a suonare e si alzava.Faceva la doccia e si vestiva.
Sentiva la madre chiamarla dal piano di sotto e subito scendeva a mangiare la colazione.
< Pronta? > le chiedeva la madre quando finiva di lavarsi i denti.
< Sì> Diceva con leggerezza, portando la sacca in spalla.
Camminando verso il lato passeggeri della sua macchina sentiva il cuore pulsarle forte nel petto.
Questo era diventato ormai tutta normale routine per lei.
Ogni mattinaprima direcarsi a scuola, passava davanti casa di Brittany.
Le convulsioni del suo cuore non si fermavano fino a quando non passava con l’auto e vedeva che tutto andava bene a casa Pierce. Senza auto in più, o mancanti, senza luci extra accese.
Mentre passavano emetteva un rumoroso sospiro e la madre la guardava consapevolmente.
Guardava la casa fino all'ultimo momento.

Santana era seduta nel suo banco all’ultima ora a fissare l'orologio non troppo disposto ad accettare il suo disperato invito ad accelerare. Quando la campana suonò balzò fuori dal suo posto e praticamente volò fuori dalla scuola. Senza fermarsi al suo armadietto o per chiacchierare con gli amici fece una linea dritta verso l’auto di sua madre e ci saltò dentro. Sua madre non ebbe bisogno di spiegazioni, rapidamente si fece strada fuori dal parcheggio.
< Ci vediamo più tardi San >, disse valicando il vialetto d’ingresso dei Pierce.
< Ok. A più tardi. > Scese dall'auto e si diresse verso la porta senza aver bisogno neanche di bussare. Era sempre andata lì dopo scuola, quindi di solito la aspettavano.

< Ciao Santana, come è stata la tua giornata? > chiese la madre di Brittany, mentre la ragazza richiudeva la porta.
< Sempre lo stesso, niente di eccitante > le rispose sorridendo. La madre della biondina andò dritta al punto che Santana voleva sentire.
< E 'al piano di sopra >
Aquelle parole Santana si fermò.
< Cosa? > Brittany non era quasi mai al piano di sopra nella sua stanza. Faceva caldo fuori quindi la ragazza sarebbe dovuta essere al di fuori ad aspettarla come sempre.
< E’ stanca, Santana >, disse la madre con uno sguardo solenne sul viso.
Santana annuì nella comprensione e salì le scale.


Arrivata alla porta, la spinse tranquillamente non volendo disturbare la ragazza nel caso stesse dormendo. La vide stesa su un fianco,sulletto di fronte alla finestra. Le ombre danzavano sul suo viso mentre dormiva. Santana sfilò le scarpe e scivolò dietro di lei sul letto. Leggermente passò le dita tra i capelli biondi sparsi sul cuscino. Brittany aveva fatto la chemio per un po', ma si era rifiutata dopo che i suoi capelli avevano iniziato a cadere.
Santana aveva cercato di convincerla a continuare, ma Brittany aveva insistito dicendole che non voleva perdere i capelli e che la terapia la faceva sentire comunque male.
Non capiva perché la medicina che avrebbe dovuto aiutarla la faceva solo sentire peggio.
< Non mi sono mai sentita così male ... non voglio sentirmi mai più così San>
Le aveva detto. Santana aveva annuito, sapeva che sarebbe servita per farla resistere solo un po' più a lungo, così non aveva più insistito.
Sentì l’altra ragazza stirarsi e sorriderle dolcemente.

< Santana? >
< Sono io> Brittany si girò lentamente e la guardò sorridendo assonnata.
< Quando sei arrivata? >
< Non molto tempo fa, nonpreoccuparti, non ti sei persa niente>
Non c’era molta luce nella stanza, ma lei poteva vedere il buiodaisuoi occhi.
< Bene. Volevo uscire oggi, ma sono stanca. Mi sento come, come se fossi bloccata nel fango.>
Disse accigliata.
< Va bene Britt, tranquilla non è neanche bello oggi fuori >

Le due ragazze rimasero nel letto a chiacchierare del più e del meno per tutto il resto del pomeriggio. Santana lanciò uno sguardo all'orologio sul muro di Brittany e notò che era già ora che sua madre venisse a prenderla. Tornò con gli occhi alla sua amica.

< Brittany >, disse emettendo un respiro tremante.
< Sì >
< Ti amo, lo sai vero?> chiese.
< Sì, sì che lo so scemina. Anch'io ti amo. Più di ogni altra cosa San> affermò Brittany sorridendo. Santana si sporse e poggiò delicatamente le labbra su quelle di Brittany.La baciò con tutta la cura e l'amore possibile. Si staccò dopo poco, sentendo ridacchiare Brittany con quel suo magnifico sorriso.
< Qualcosa di divertente?>
< No. >
< E allora perché ridi? Eh?> chiese sorridendo alla ragazza al suo fianco.
< Niente.Sono solo felice > Le rispose sorridendo di rimando. Rimasero in silenzio per alcuni secondi prima che Brittany prendesse la parola.
< Ehi San >
< Sì >
< Ho qualcosa per te >
< Ah sì?Cos’hai per me Britt? > Brittany sorrise di nuovo.
< E’ nel mio armadio… in una scatola di scarpe. Lo puoi prendere, ma non devi aprirlo okay?>
< Okay > disse Santana mentre si muoveva dal letto per recuperare la scatola.
La raccolse da terra e tornò a letto.
< Cos'è? >chiese.
< E' una sorpresa. > canticchiò Brittany. Santana rise.
< Beh, quando posso aprire questa sorpresa? > Brittany portò le dita al mento beffarda, facendo finta di pensarci profondamente.
< Al tuo compleanno >
< Il mio compleanno? Ma Britt è tra 4 mesi! >
< Lo so>, annuì.
< Allora, perché me lo stai dandoora? >
< Solo nel caso… > disse Brittany semplicemente stringendosi nelle spalle.
Santana morì in quelle parole.
< Va bene. Beh, ti ringrazio molto per il mio regalo di compleanno. Sono sicura che mi piacerà molto >
< Promettimi che aspetterai San > disse in tono serio.
< Promesso>

Santana tornò sul letto per stingersi di nuovo a Brittany e fissare il soffitto con le mani intrecciate alle sue. Pochi minuti dopo la mamma di Brittany venne a dir loro che sua madre era lì.

< Mi mancherai San > disse Brittany appenaSantana si mise a sedere.
< Cosa vuol dire Britt Britt, tornerò domani per vederti > disse tentando di controllare il panico nella sua testa.
< Lo so, ma mi manchi sempre quando vai via. Anche se solo per un po' >
< Oh, mi manchi anche tu. >
< Anche se solo per un po'? > chiese Brittany speranzosa.
< Anche se per un po 'B. > si sorrisero l'un l'altra.
< Dovrebbe essere una bellissima giornata di sole domani Britt. Veramente bella,forse potremmo andare fuori >
< Sì, sarebbe bello San >, disse. Santana annuì e si alzò, abbassandosi poi per lasciare un altro bacio sulle labbra di Brittany prima di andar via.
< Cos’era questo per Santana? >
< Quello fino alla prossima volta >
< Va bene allora > Brittany si appoggiò e rapidamente baciò nuovamente Santana sulle labbra.
< Beh, cos’era questo per Britt? > chiese Santana ridendo leggermente
< E’ Perché ti amo ed è fino la prossima volta > rispose sorridendo.
< Ti amo anch’io, Britt >. Santana si alzò e prese la scatola ai piedi del letto, camminando verso la porta.
< Ci vediamo domani San ... In un raggio di sole. > le urlò Brittany dal letto.
Santana si voltò e le donò un sorriso splendente.
< Certo Britt. Ci vediamo in un raggio disole. >
Guardando indietro per l'ultima volta lasciò la stanza.
Le lacrime minacciavano di scenderle dagli occhi, così la ragazza si aggrappò alla scatola come fosse la sua unica ancora di salvezza.


Il mattino dopo Santana colpì la sveglia appena inziò a suonare. Senza saltare per iniziare la sua routine, come al solito faceva alzandosi dal letto. Sentì un grosso pesosul suo petto non appena aprì gli occhi. Doveva respirare profondamente solo per riuscire a tirare su un po’ d’aria nei polmoni. Espirò e con l’aria uscì anche un singhiozzo soffocato. Dicendosi che non era niente si sforzò di uscire dal letto combattendo contro quel peso e ritornò a prepararsi. Il peso sul petto si fece sempre più pesante quando si avvicinarono all'angolo dove si trovava la casa di Brittany. Invece di fare respiri profondi e lenti iniziò ad affannare, facendo brevi respiri, col petto che le saliva e scendeva convulsamente. Si disse che non era niente la brutta sensazione che provava, ma sapeva che non era così. Prima ancora che girasse l’angolo che ormai conosceva a memoria. Lei non aveva bisogno di vedere casa Pierce per sapere cosa fosse successo. Si aggrappò al fianco del suo sedile e il suo sguardo si scagliò sulla casa. Sentì sua madre sussultare leggermente al loro passaggio.

< Mi dispiace tanto Santana>, riuscì a direla madre emettendo un lento sospiro.
Santana rimase in silenzio, silenziosa come le lacrime che le rigavano il viso. Stava stringendo la mascella così stretta da esser quasi sicura che avrebbe mandato in frantumi i suoi denti.
La madre guidò fino alla fine della strada e poi fece manovra e tornò indietro, non avendo preso il viottolo di casa Pierce.

****


Oggi era il compleanno di Santana. Era Sabato, per cui la scuola era chiusa. La ragazza non aveva chiesto nulla e aveva detto di non voler fare una festa. Riprendendo la scatola da terra l’armadio sembrò volerla portare in braccio per aprirla. Ma la portò con se, lungo tutta la strada. C'era il sole e c'era una leggera brezza nell'aria che le fece alzare i capelli appena si sedette con le gambe incrociate e con la scatola ancora chiusa in grembo. Sorrise.

< Ehi Britt Britt. È il mio compleanno oggi. Ho aspettato, ho aspettato B, proprio come ti avevo promesso. > Poggiò la scatola a terra di fronte a lei lentamente, sollevò il coperchio e diede un’occhiata al contenuto all'interno. Un libro, uno di quei libri di scarto a cui è possibile aggiungere roba, o anche plastificarli. Era verde, un verde limone odioso. La parte anteriore aveva una finestra e in essa c’era un’immagine delle due ragazze fatta in una di quelle cabine foto del centro commerciale. Stavano facendo una faccia buffa e Santana rise ricordandosi quel momento, prima che delle lacrime calde iniziassero a scenderle sul viso. Aprì il libro e prendendosi il suo tempo lentamente cominciò a sfogliare le pagine. Conservando di tutto Brittany era riuscita a spremere in ogni pagina ciò che per loro era stato importante. Santana continuò a passare attraverso i ricordi e ogni tanto alzava lo sguardo e ri-raccontava il ricordo che le era stato suscitato da una certa foto, ridendo tra le lacrime. Dopo aver sfogliato l'intero album chiuse il coperchio ma lasciò fuori vivi tutti i suoi contenuti. Santana maneggiò il libro come se fosse potuto cadere in pezzi in qualsiasi momento e lo ripose nella scatola.

< Mi piace moltissimo B. Il miglior regalo di compleanno che abbia mai ricevuto… e non lo dico solo perché lo hai fatto tu. > Disse sorridendo. Non si era accorta di quanto tempo fosse passato, di come il tramonto avesse portato ombre su ogni cosa intorno a lei.Espirò rumorosamente.
< Devo andare Britt, si sta facendo buio. >
Rimase con la scatola in braccio, era ancora pesante ma non così tanto come prima. Chinandosi impresse un bacio alla parte superiore del marmo freddo.
< Ti amo B, sempre e per sempre>, disse in un sussurro.
La brezza si alzò e fece una piccola danza sul terreno.
Andando via la ragazza socchiuse gli occhi e sorrise, il sole le illuminava in pieno il viso mentre camminava verso casa.
   
 
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