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Autore: DanP    04/08/2011    3 recensioni
[Teen Wolf_spoiler episodio 10]
"Derek se ne stava in piedi, a pochi passi da lui. Guardando oltre a sé con quei suoi occhi che splendevano nella penombra, come una statua di ghiaccio messa lì ad ammonimento.
E Scott capì subito che qualcosa era cambiato."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I will never regret 
Theres a fire inside of this heart in a riot 
about to explode into flames. 

(Hurricane_3STM)


 

Scott McCall poteva dirsi sprovveduto, impulsivo, ma era sempre costantemente vegliato da due ombre differenti. Una era l'uomo che voleva trascinarlo nel limbo oscuro del suo branco, tramutandolo da preda ad assassino. L'altra era Derek Hale.
Aveva da sempre nutrito sentimenti contrapposti per il suo “maestro”. Qualcosa che oscillava pericolosamente tra il rispetto, la pena e poi, più spesso, il terrore.
Il terrore che potesse essere lui, alla fine, a portargli via tutto.
Allison, sua madre, Stiles...perché nonostante si nascondesse dietro i continui ammonimenti su quanto fosse letale l'Alpha lui non era da meno.
Aveva intravisto, in molteplici aspetti, quale potesse essere il vero potenziale del licantropo e a sua differenza, che non era minimamente attento a quel che gli stava capitando troppo confuso dall'insieme di situazioni e preoccupazioni, era focalizzato su una frequenza in cui solo lui sembrava vivere.
Era pericoloso. Imprevedibile e assennato ad affrontare la sua personale vendetta.
Perciò, Scott, in una piccola parte della sua anima, ogniqualvolta percepiva il battito regolare e calmo di quel cuore, era atterrito.
Parlargli, discutere normalmente come se ormai fossero amici, gli risultava impensabile. E non perché non lo volesse per davvero. I suoi continui sforzi di accettarlo, lasciare che sgusciasse nella sua vita con una frequenza quasi maniacale, lui li portava avanti con spirito battagliero. Ma quando si trattava di dargli fiducia, come darla a Stiles, per lui era inconcepibile.
Troppi dubbi, troppi segreti, troppa distanza.
Il suo cuore lo nascondeva dietro ad uno spesso muro di cemento. Una cortina nera e impenetrabile che, quando si dissolveva in silenzi, lasciava sempre un'atmosfera disincantata tra loro.
Come se anche Derek in realtà, comprendesse appieno le sue riserve, e le rispettasse, lasciando che fosse lui, Scott, a decidere quando allontanarlo.
Ma l'indecisione continuava a crepitare sotto le sue ossa, la tensione irrigidiva i muscoli e più lo guardava, anche solo di sfuggita, perdendosi nel mare in tempesta che erano quegli occhi, più si sentiva trascinare nella sua rabbia.
Un astio cieco che si perdeva all'orizzonte. E il processo per calcificare quel cuore era iniziato dieci anni addietro e ancora portava con sé i segni della disfatta degli Hale.
Lo vedeva nella casa in cui aveva deciso di continuare a vivere, perpetrando l'angoscia nel suo cervello, ascoltando forse il rumore dei fantasmi che la notte andavano a fargli visita, ricordandogli che erano ancora lì, e che qualcuno li aveva strappati alla loro esistenza.
Bastava uno scricchiolio, uno sbuffo di vento, e lui, immobile al centro di una delle stanze polverose, li implorava di attendere, perché di certo li avrebbe salvati, almeno dopo la morte.
Ma la redenzione, in una qualunque forma lui se l'aspettasse, ancora non era giunta ad incontrarlo e per quanto lodevoli fossero i suoi intenti, lasciare che quegli spettri gli portassero via l'anima, la corrodessero fino alla sua sorgente, non aveva fatto altro che spingerlo sempre più alla deriva.
Era un castigo, una punizione divina per essere quel che era?O forse una scappatoia per renderlo finalmente quell'uomo freddo e razionale che, rimanendo insieme agli altri -sua madre, suo padre, Laura- non sarebbe mai diventato.

Se anche Stiles fosse riuscito a placare almeno in parte la ferita che aveva infettato il suo cuore, nei suoi occhi il ricordo non sarebbe scomparso mai. Il fuoco che bruciava lentamente dietro le sue iridi non si sarebbe estinto, rimanendo impresso a vita.
Perchè dieci anni prima, quel bambino aveva visto tutto, sentito tutto, le urla, tra il fumo e il sapore aspro in gola, che occludeva il respiro e lo faceva piegare sulle ginocchia, trattenendo le lacrime, con l'aria che era diventata una pioggia di cenere quasi fosse il cielo stesso ad andare a fuoco, e in quel momento, solo in quel frangente, capiva che tutto il peso della sua famiglia gli sarebbe ricaduto sulle spalle. Quelle spalle sottili, da fanciullo imberbe che avrebbe ben presto trasformato in una macchina pronta ad uccidere, per proteggere o vendicarsi, a lui la scelta.
Ma ancora non era arrivato il momento e lui, nell'alto del suo totale controllo, osservava. Lo svolgersi degli eventi, i suoi progressi come mannaro, come uno di lui che mai sarebbe arrivato alla sua stessa consapevolezza di essere diverso da chiunque altro, ad avere quell'aura attorno a sé come di un principe che sfidava il mondo e comprendeva i suoi doveri.
Ma un sedicenne trasformato in un mostro, che cosa ne poteva capire lui di tutto quello? Di un mondo che gli era lontano come lo erano la luna e le stelle, sconosciuto, scostante, pericoloso.
Reale.
E in quanto reale, ancora più spaventoso.
 

“Grazie a Dio!Dove sei stato?Hai idea di quel che sta succedendo?!” aveva gracchiato, percependo una nota stonata nella presenza di Hale lì, negli spogliatoi, al buio.

Derek se ne stava in piedi, a pochi passi da lui. Guardando oltre a sé con quei suoi occhi che splendevano nella penombra, come una statua di ghiaccio messa lì ad ammonimento.
E Scott capì subito che qualcosa era cambiato.

Io proprio non lo capisco il Lacrosse.
(...)


 

N.d A.:E poi non si dica che tratto male Scott, anche lui merita un ruolo di tutto rispetto ma in qualche modo, più angst degli altri -ma molto meno di quello che attribuirei a Jackson- questo è tutto. C'è sempre la presenza del rapporto tra Stiles e Derek.
Grazie dell'attenzione e delle recensioni, magari?
Dan

   
 
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