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Autore: SakiJune    05/08/2011    4 recensioni
Sembrava lo stralcio di uno sceneggiato radiofonico, di quelli con la pubblicità del Solvente di Nonna Acetonella infilata in mezzo. Anzi, si rese conto allora che, da quando la conosceva, lei aveva parlato sempre e solo per luoghi comuni. Forse tutte le donne, a conoscerle bene, erano così.
Moody/Mrs.Lupin.
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Scritta in risposta alla sfida di Trick: Alastor Moody/signora Lupin, prompt "tradimento", lunghezza, genere e rating a scelta, e mancanza di lieto fine.

Avrei potuto scrivere facilmente una Constant Blue Chameleon, ma ho preferito costruire qualcosa di nuovo: d'altronde è una sfida, che diamine. Non mi convince del tutto ma so che sarai clemente u.u




PER FARE DEL BENE



Da anni non provava un sentimento così bello. Prendeva molto sul serio il suo lavoro - fin troppo, a detta di colleghi e conoscenti, che gli davano del matto - nonché il suo impegno con l'Ordine della Fenice, e aveva sempre cercato di evitare coinvolgimenti che lo distraessero; senza contare che il suo aspetto poteva risultare ridicolo o persino ripugnante ad occhi femminili. Per un tempo lunghissimo, quindi, non si era concesso quella gioia che la vedova di John Lupin ora gli stava facendo assaporare. Lei era qualcosa di pulito, di semplice, nel suo dolore pieno di dignità; era riuscita a far riaffiorare quanto di tiepido e affettuoso egli aveva ancora in cuore.
"No, non posso" mormorò la donna, interrompendo il bacio. "Puoi dirmi quanto vuoi che dovrei lasciarmi andare, ma mi sembra di tradire John. Perdonami."
Lui si scostò, annuendo, ma le parole che pronunciò smentirono quel gesto. "In realtà stai pensando a tuo figlio. Hai cercato una giustificazione che lui possa capire, e non l'hai trovata. O forse non hai mai avuto intenzione di dirglielo."
Come sempre lei ammirò il suo intuito, e piegando la testa di lato, come a raccogliere una parte intima di sé, confessò: "Remus non potrebbe mai accettare che io mi leghi a qualcun altro. Gli rimangono solo i ricordi, i ricordi di suo padre... gli danno tanta forza, e non oso immaginare cosa gli accadrà un domani che io..." Torcendosi le mani, tentò di trasmettergli i suoi timori: "Sarà solo, per tutta la vita! Voglio lasciargli almeno una certezza, l'amore da cui è nato!"
Sembrava lo stralcio di uno sceneggiato radiofonico, di quelli con la pubblicità del Solvente di Nonna Acetonella infilata in mezzo. Anzi, si rese conto allora che, da quando la conosceva, lei aveva parlato sempre e solo per luoghi comuni. Forse tutte le donne, a conoscerle bene, erano così.
Però faceva male lo stesso. Ammettere tra sé e sé di essersi innamorato era stato difficile; dichiararsi, un rischio paragonabile solo a certe sortite in territorio nemico; prenderla tra le braccia e baciarla, invece, era stato così naturale...
Avrebbe dovuto ricordarsi che perdere la lucidità non era mai una cosa positiva. Che per fare del bene agli altri bisogna innanzitutto mantenere una distanza, e ciò era indubbio visto che aveva quasi dimenticato di darle la notizia:
"Ero venuto per dirti... anzi, avrei voluto informarlo di persona, ma se hai deciso così, glielo dirai tu." Lei lo fissò con aria interrogativa.  "Ho parlato con Albus Dumbledore, il Preside di Hogwarts. Ha acconsentito a che il ragazzo frequenti la Scuola, ha predisposto tutto perché non accada nulla di male a lui o... agli altri."
Lei non sentì nemmeno l'ultima parte della frase, perché era scoppiata in lacrime: "Hai... fatto questo... per me? Per noi?"
Un guizzo di speranza gli attraversò la mente, per poi ricadere negli abissi dell'improbabile. Noi significava Remus e me. Lui non c'era, nella cerchia di quel pronome blindato.
"Ma se dovesse accadere qualcosa? Non se lo perdonerebbe! È un bambino così sensibile, lo sai..."
"No, non lo so," rispose asciutto. "Visto che non vuoi permettermi di conoscerlo." Si strofinò il volto con fare nervoso. "È giusto, non sono nessuno per lui. Strano, però, sai? Avevo idea che avrebbe funzionato. Che immenso coglione."
Non aveva pronunciato ad alta voce le ultime parole, naturalmente, ma lei riuscì comunque a percepire la sua rabbia e un poco ne ebbe paura. Come se la generosità e le attenzioni che le aveva dimostrato potessero trasformarsi in rancore assassino. Perché era anche questo, lui: un Auror, un cacciatore di maghi oscuri, che di oscurità doveva pur averne di propria per trovare il sangue freddo necessario a svolgere la sua missione nel Mondo Magico. Gli era stata conferita la facoltà di proteggere o ferire in ugual modo...
Ma guardandolo nell'unico occhio umano che brillava come una perla scura, ella vide solo il riflesso di un rimpianto neonato.
"Andrà tutto bene, Dumbledore sa quello che fa: gli affiderei il mio stesso sangue. Se tu hai deciso di non vivere, lascia che almeno tuo figlio abbia un futuro."
Lei non rispose, nel frenetico tentativo di costruire un'altra obiezione. Poi smise di cercare parole, lo sguardo fisso al pavimento - che pareva ondeggiare tra le sue lacrime - e incapace persino di guardarlo allontanarsi. Sentiva solo i suoi passi diseguali avviarsi verso la porta.
Tac. Tac.
Era la decisione giusta per tutti, no?
Tac. Tac.
Silenzio.
"Dagli questa possibilità. Se non lo fai, allora sì che l'avrai tradito. Li avrai traditi entrambi."



Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
   
 
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