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Autore: Lucenera88    11/08/2011    1 recensioni
ONE-SHOT PER IL CONCORSO SULL'ESTATE!
Ci troviamo su una spiaggia assolata, è passato qualche anno... ed a fare compagnia a Jessie, James e Meowth non ci saranno solo i fidati Pokémon!
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James, Jessie, Meowth, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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il team rocket si ritira

Pokémon usati:

Wooper (femmina, questo è un maschio per via delle antenne)

Starly

Gliscor 

Tangrowth

Granbull

Nidoking



Il Team Rocket si ritira e se la gode!

James stava sdraiato sul futon, solo un paio di slip grigi e neri indosso, i capelli violacei tagliati più corti rispetto a qualche anno prima seppur comunque lunghi sparsi sul guanciale all’occidentale. Era quasi paralizzato, la calura si faceva sentire impietosa già di mattina. Beh, tanto presto non era – erano passate le undici – ma era vacanza, e si poteva oziare a letto. Emise un gorgoglio stanco, “che caldo”.
Allargò le gambe e le braccia prendendo possesso di tutto il futon matrimoniale, si stiracchiò e sbadigliò prima di rilassarsi nuovamente. Dei rumori provenivano dalla stanza accanto, e la sua voce che voleva far passare per un bisbiglio lo fece sorridere.
“Adesso andate a svegliare papà, e …”
“Guarda che ti sente”.
Un rumore molto familiare di qualcosa di sordo e al tempo stesso metallico – sicuramente gli aveva mollato un cazzotto proprio sopra il medaglione dorato. James si girò su un fianco dando le spalle alla porta, e chiuse gli occhi.
“Papà!”
“Papino!”
Due specie di Aipom gli saltarono addosso con l’intento di immobilizzarlo, e James che fingeva ancora di dormire dovette trattenersi dal ridere.
“Papino, sveglia!” strillò allegra Jackie con quella vocina adorabile, a cavalcioni sul suo fianco.
“Andiamo, papà, svegliati!” tuonò Johnny, e da figlio di sua madre gli mollò uno schiaffo sulla guancia per indurlo a reagire. Il fatto che non si muovesse un dito lasciò interdetti i due bambini, che si guardarono un istante. James approfittò di quel secondo di distrazione per uscire dal suo letargo e sopraffarli con un urlo da mostro che li fece strillare divertiti.
“Vi ho presi, piccoli Ledian!” esultò James piombando su di loro che continuavano a strillare e a ridere, immobilizzò le braccia di Johnny (il più pericoloso) e sollevò Jackie come se fosse stata un sacco, i capelli tra il blu e il lavanda gli oscurarono la vista; Johnny cominciò a mollare calci che per poco non lo colpirono alle parti basse, “Ahi! Ehi, tu!”, James lasciò andare Jackie così da avere tutte e due le mani libere per occuparsi di Johnny, lo immobilizzò ma nel frattempo Jackie gli si era arrampicata sulla schiena, “No no no, non ci provare!” James si concentrò sulla piccola, Johnny si trovò libero e pronto ad attaccarlo a sua volta, James li afferrò tutti e due dimenanti.
“Ecco che arrivano i rinforzi!”
Il tono da generale in battaglia, Jessie entrò nella stanza e si tuffò nella baraonda con l’evidente scopo di aiutare i suoi figli e mettere il compagno alle strette; “Eh no, signorina!” James lasciò i due, la prese in vita e la scaraventò dall’altro lato del futon, ma sarebbe stata solo quella la sua unica vittoria perché Jessie era intenzionata a vincere anche quella lotta finta… “Jessie, no!” gridò alla fine James, pancia sotto e quasi con le lacrime agli occhi, mentre Jessie era seduta a cavalcioni sulla sua schiena imitata dai figli e lo teneva a bada tirandogli i capelli.
“Di’ che ti arrendi!” gridò lei.
“E’ normale, sono uno contro tr… - aaaahiooo!” Jessie gli aveva strattonato i capelli verso l’alto.
“Di’ che ti arrendi!”
“Mi arrendo!”
“Yu-huuu, abbiamo vinto!” esultò lei braccia in alto, e James colse al volo l’occasione per rigirarsi su sé stesso e far rotolar via di dosso tutti e tre; Jessie stava perdendo l’equilibrio ma lui l’afferrò per le spalle portandosela vicino ridendo, e i due si scambiarono un profondo bacio complice e felice.
“Bleah, che schifo!” sentenziò Johnny vedendoli abbracciati.
“Ne vuoi uno anche tu?” lo provocò Jessie girandosi verso di lui, in faccia un’espressione divertita.
“No no, per carità!” così dicendo, Johnny scappò fuori dal futon devastato, e sparì dalla stanza seguito a ruota dalla piccola Jackie.
Jessie tornò a guardare James, entrambi ridendo sotto i baffi.
“Allora, ti alzi adesso?”
“No”.
L’abbracciò e delicatamente la fece rotolare accanto a sé, una gamba sulle sue per tenerla più vicina.
Jessie aveva indosso solo un paio di mutandine ed un top giallo che in quei giorni d’estate usava come babydoll, e James notò con piacere la presenza vivace dei suoi capezzoli sotto di esso.
“James, fa caldo” si lamentò lei cercando di schiodarsi la sua gamba da dosso, ma lui non se ne curò e la baciò sulle labbra, sorridendo. Ovviamente quella del caldo era tutta scena: lei non si sottraeva ai suoi baci, anzi gli cinse il collo con le braccia lunghe e magre, senza difese come una bambina.
“Piccioncini, volete alzarvi? Io muoio di fame – miaoo”. Meowth entrò nella stanza, ritto sulle zampe posteriori e quelle anteriori ben conserte, apparentemente seccato.
“Perché non vai tu con i bambini, Meowth?” gli propose spudoratamente James, tenendo ancora stretta Jessie. “Vi raggiungiamo subito”.
Meowth fece roteare gli occhi azzurri, “dove avete il portafogli? Non sborserò un centesimo, io”.
“Ehm…” James stava cercando di ricordarsi dove l’aveva lasciato.
“Quanto sei distratto, James!” sbuffò Jessie, al che lui rispose con fare leggero: “pensaci tu, amore, dividiamo dopo!”
“Quando ti presto dei soldi, poi non li rivedo più!” rimbeccò lei. “James! Non avrai mica già speso tutto?”
Jessie stava già alterandosi, ma James la bloccò subito: “cosa? No, amore, tutto no!”
Jessie stava cambiando colore a vista d’occhio: il modo in cui le aveva risposto le aveva fatto presagire che gli fossero rimasti pochi dollari.
“JAMES!”
“Ci ho ripensato, Meowth, ci vestiamo e scendiamo insieme!” In un battibaleno James era balzato fuori dal futon, e con un’arietta superficiale era sfuggito alla tempesta imminente chiudendosi a chiave nel bagno. Meowth, che aveva avuto la sfortuna di vederlo per bene, era a dir poco immobilizzato dalla nausea.
“Povero me!” esclamò una volta rinvenuto strofinandosi gli occhi felini, “povero me! Me lo ricorderò per tutte le mie sette vite! James, sei disgustoso! Povero me!”
Borsa termica, crema solare, olio abbronzante, costumi all’ultima moda, ombrellone, salvagente, pannello abbronzante, lettore mp3, portafogli (quello di James, riemerso dal nulla): tutti presenti e pronti a partire alla velocità della luce alla volta della spiaggia!
Avevano affittato un bungalow per due settimane in quella piccola località balneare. Non era una zona granché frequentata, ma proprio perché le discoteche e altri divertimenti di sorta si trovavano nelle cittadine vicine, i costi di soggiorno lì erano decisamente più abbordabili. Inoltre, la sabbia era pulita e ci volevano diversi metri prima che il fondale marino diventasse profondo, l’ideale per Jackie che non sapeva ancora nuotare.
Dopo aver fatto colazione con gelato al cioccolato al chiosco sul lungomare, l’allegra famigliola si diresse alla spiaggia libera già gremita di bagnanti.
Nel giro di mezzo secondo, Jessie era già prona su una stuoia e James supino reggeva un pannello per attirare i raggi solari, occhiali da sole e oliati come due wurstel pronti alla cottura; Johnny e Jackie erano ricoperti di protezione per bambini da capo a piedi tanto da sembrare due Seel rinsecchiti, ma non per questo meno intenzionati a sfidare le onde con i loro salvagente a forma di Magikarp; al riparo sotto l’ombrellone, Meowth si teneva invece a debita distanza dall’acqua su una piccola sdraio a leggere una rivista.
Gli altri Pokémon che erano con loro in quel periodo avevano diviso le loro preferenze tra una sana dormita (era il caso del Tangrowth di James e del Gliscor di Jessie) e allegri giochi (era il caso della femmina di Wooper di Jackie e dello Starly di Johnny, svolazzante in cerchio sopra i due bambini).
“Mmmh, preparatevi a passare una giornata di relax…”
Risate in sottofondo.
“Mmmh… una giornata di relax mooooolto lunga….”
Rumore delle onde.
“Proprio così…Uh, guarda, un cruciverba. Jessie, hai portato una penna?...”
Johnny schizzando acqua agli altri bagnanti, “molto bene!”
Jackie piagnucolante travolta da un’onda, “molto male!”
Una tranquilla giornata di vacanza in famiglia per il Team Rocket.

“Ehi, ragazzino”.
Johnny smise di schizzare acqua alla sorellina e si voltò a guardare la figura controluce che faticò inizialmente a riconoscere.
Era alta, con i capelli biondi legati in uno chignon seminascosto da una paglierina da mare a tesa larga decorata da un nastro di seta. Il fisico rivelava che non era più giovanissima, ma non per questo in ottima forma; il costume intero era esattamente uguale a quello che indossava quel giorno la sua mamma, solo che invece di essere rosso era blu.
“Chi è, Johnny?” chiese Jackie, aggrappata ancora al suo Magikarp di plastica. Il suo Wooper di nome Lyla nuotò in cerchio attorno alla padroncina, alquanto perplessa.
La donna abbozzò un sorrisetto poco raccomandabile. “Ma che bella bambina che sei!” la piccola indietreggiò quando l’estranea si chinò inquietantemente verso di lei.
“Cosa c’è, brutta zia?” disse a questo punto Johnny, appellativo che fece a dir poco accapponare la pelle alla donna.
“Come ti permetti, piccolo scostumato!” gli disse minacciosa, “io sono ancora giovane e bella!”
“Sarà, ma la mamma dice che sei solo una brutta strega” asserì Johnny mettendo le braccia conserte, e la guardò scocciato.
“Ma allora la conosci!” esclamò Jackie sollevata, e Lyla saltellò anch’ella tirando un respiro di sollievo.
“Certo che la conosco” assicurò Johnny, “è quella brutta befana che sta sempre insieme a quel mollusco coi capelli verdi…”.
“Bin?”
“Esatto!”
“BUTCH!!!!” Schizzò fuori dall’acqua a pochi centimetri da loro facendo volare il finto Wartortle che aveva usato come copertura.
Cassidy trasalì all’urlo del suo compagno. “Idiota! Ci avranno scoperto!”
I due malvagi membri del Team Rocket girarono contemporaneamente la testa verso l’ombrellone dove i tre adulti con i loro Pokémon riposavano. Sorprendentemente, nessuno di loro si era accorto di nulla: James aveva gli occhi chiusi così come Jessie a pancia in giù e Meowth russava vistosamente sul giornale, la penna ancora stretta nella sua zampa destra. Anche i Pokémon sembravano nel mondo dei sogni. Cassidy e Butch si scambiarono uno sguardo di puro sbigottimento.
“Che ne dite se vi portiamo a mangiare un gelato?” propose Cassidy ai due bambini, ritornando prontamente in sé.
“Già mangiato, grazie” rispose Johnny, cosa che irritò visibilmente Cassidy ma che cercò di contenersi.
“E se venite con lo zio Butch a comprare un pallone?” propose quindi Butch.
“Un pallone da mare?” la cosa parve allettare Johnny, che considerò per un istante l’idea.
“Sicuro. Lì c’è un negozietto che vendono anche maschere da sub e pinne” sorrise Butch indicando un punto oltre la spiaggia, “vi va?”
“Ma, Joh” si intromise Jackie, “mamma ha detto che non dobbiamo giocare con palloni da mare e maccherine se…”
“Se?” Cassidy e Butch allungarono i colli verso di lei.
“Se papino non tira fuori i soldi che sono ‘ccompassi!”
La guardarono allibiti. Cosa poteva dire altrimenti Jessie a quelle due pesti, per far sì che non chiedessero giocattoli inutili? Inoltre, dal portafoglio di James erano magicamente scomparsi dei soldi, il che non aveva fatto altro che inacidirla ancora di più al punto da intimargli di farli ricomparire prima che venisse sera.
“Oh, insomma” Cassidy si spazientì, “volete venire o no?”
“Certo che no, brutta zia” rispose Johnny con un sorriso impertinente tutto sua madre. Adorava prenderla in giro: sapeva fin dall’inizio che mai sarebbero andati con loro.
“Non usare quel tono con me, mostriciattolo!”
“Mio fratello no è mottriciattolo!” strillò Jackie, e tirò aria per gridare forte verso riva: “Papi…”
Butch le aveva tappato la bocca, Jackie si sbracciava per liberarsi, Johnny si scagliò su di lui: “Lasciala!”
L’uomo si trovò in evidente difficoltà con il ragazzino che gli stava praticamente affondando le unghie nel collo, e allo stesso tempo con la piccola tra le mani che cercava invano di strillare con quanto fiato avesse in corpo.
“Aiutami, Cassidy!”
“Ci penso io”.
Cassidy afferrò il finto Wartortle che galleggiava lì accanto, e premuto un tasto sulla superficie del suo guscio questo si sollevò; prontamente la donna estrasse dal suo interno una bomboletta spray. “Questo li addormenterà per bene” sogghignò, avvicinandosi a Johnny pronto ad infliggere un morso alla spalla nuda di Butch.
Lyla, avvertita la gravità della situazione, si scagliò contro Cassidy ma questa la neutralizzò facilmente mollandogli un ceffone a mano aperta che l’atterrò con la testa sotto la sabbia. Toltosi da mezzo l’impaccio, la bionda corse in aiuto del suo collega intento a trattenere le urla di dolore, e spruzzò sul naso dei due bambini il gas addormentandoli all’istante.
Johnny si staccò dalle spalle di Butch e cadde nell’acqua, ma Cassidy lo sollevò per le braccia.
“Andiamocene di qui” ordinò Cassidy, soddisfatta.
Dall’interno del Wartortle i due tirarono fuori un pacchettino arancione. Butch tirò una cordicella che vi era attaccata, ed istantaneamente il pacchettino si allargò ed si gonfiò fino ad assumere le fattezze di un gommone. Saltarono su, avviarono il motorino di cui era provvisto e partirono a tutta birra tra lo scompiglio di alcuni bagnanti che avevano rischiato di finire travolti.

“Ahi, ahi! A- a-ahio!” James si mise a sedere massaggiandosi la testa, gli occhiali penzolanti da un orecchio solo. Starly scese in picchiata sulla testa di Jessie e le riservò la stessa razione di beccate che aveva appena propinato a lui.
“Ahi, a-ahi-ahi, ma che - maledetto uccello!” Jessie cercò di girarsi su sé stessa maledicendo il Pokémon che stava cinguettando in maniera fastidiosa.
Jessie e James provarono ad alzarsi, ma stando troppo tempo al sole si erano ustionati al punto che se l’uno era rosso pomodoro davanti, l’altra lo era di dietro e faticava a mettersi anche solo in ginocchio.
“Adesso so come si sente un wurstel sulla griglia!”
“Neanche le patatine fritte hanno fatto la mia fine!”
“Si può sapere che ti prende?” anche Meowth aveva avuto la stessa lezione, così come Tangrowth e Gliscor, e si massaggiava i due bernoccoli rossi spuntati come corna ai lati del medaglione. In quel momento Lyla, scrollandosi la sabbia di dosso, emerse fuori dall’acqua e con fare agitato zampettò da Meowth farfugliando confusamente in linguaggio Pokémon. Sentendo le sue parole, Meowth trasalì assieme agli altri due Pokémon.
“Cosa è successo? Dove sono i bambini?” chiesero Jessie e James quasi all’unisono, intuendo l’allarme sul viso del Pokémon felino.
“Johnny e Jackie sono stati rapiti!” esclamò Meowth in preda all’agitazione. Questo fece totalmente saltare in piedi i due, dimentichi delle scottature.
“Cosa?! Chi è stato?”

“Tooondi tondi, stretti stretti
Un po’ pelosi o spigolosi
Forza su, spiegamelo tu!
C’è chi nuota, c’è chi scappa,
C’è chi vola, c’è chi scotta
C’è chi più di un ghiro dormirà…
Ma chissà perché tutti quanti
Così diversi son?
Variazione è Pokémozione,
Un ane-ello di mi-isterio-osità!
Acchiapparli, allenarli,
E ballando, adorarli!
allenarli, acchiapparli,
E giocando, coccolarli!...”

“Piantala!” strillò Cassidy verso Jackie, facendola ammutolire all’istante. Johnny, legato come un salame, si allungò a guardare la sorellina.
“L’hai fatta piangere, brutta befana!”
“Non sta piangendo” ribatté Cassidy mentre si accendeva una sigaretta lunga e sottile. “Vero, piccola?”
Jackie annuì, tirando su col naso. Era visibilmente spaventata, e questo non poté che far piacere alla perfida Cassidy.
“Non abbiamo esagerato, Cassidy?” le chiese Butch, mentre si stava passando un batuffolo intriso di alcol sulla spalla là dove erano entrati tutti e trentadue denti di Johnny. “Che male!...”
“No che non abbiamo esagerato, Beef” rispose prontamente lei espirando il fumo. “Il capo ci ha detto di tenere d’occhio quei buffoni ed è quello che abbiamo fatto”.
“Ma non è ve…”
“Ci hanno messo i bastoni tra le ruote fin troppe volte” continuò Cassidy, “e sebbene sgobbiamo come muli rispetto a loro, vengono sempre trattati meglio di noi”. Fece una pausa, spostando lo sguardo da Butch ai due ostaggi legati. “Questi bambini sono la nostra miniera d’oro, non capisci? Il Capo li tiene molto in considerazione. Specialmente lui”.
Puntò il dito verso Johnny, che si dimenava con tutto sé stesso per liberarsi dalla fune. Cassidy, famelica, gli si avvicinò fermando il traballare della sedia sulla quale era bloccato, guardandolo dritto negli occhi.
“Johnny, come Giovanni” disse continuando a guardarlo. “Perché secondo te quei tre percepiscono lo stipendio completo, nonostante i loro miserabili fallimenti? Per crescere questi due”.
Espirò il fumo in faccia a Johnny, prima di spostare la sua attenzione verso Jackie.
“Puzzi, strega!” commentò il ragazzino tossendo, ma Cassidy non gli prestava attenzione.
“Voi sapete come si accede al caveau di zio Giovanni, non è vero? Si dice che lì siano conservati Pokémon rari di valore inestimabile”. I suoi occhi brillavano di pura avidità nello specchiarsi in quelli di Jackie. “Se ci lascerete entrare nel caveau e prendere qualcuno dei tanti Pokémon del capo, non vi sarà fatto alcun male”. Faceva leva sulla paura incontenibile di una bambina di soli tre anni: perfino Butch pensava con disgusto che la cosa non le faceva assolutamente onore.
Jackie non disse nulla, trattenendo a fatica le lacrime. “Andiamo, solo qualcuno” continuò Cassidy, accarezzandole il viso con un dito. “Che cosa se ne fa zio Giovanni di così tanti Pokémon stipati lì dentro? Vedrai che non se ne accorgerà neppure!”
“Non ti dirà un bel niente!” le gridò Johnny distraendola da sua sorella. “E quando Giovanni lo saprà vi caccerà – tutti e due!”
“Tu hai la lingua troppo lunga, ragazzo mio” sibilò Cassidy buttando la sigaretta per terra.
“E tu sei una vecchia zitella invidiosa, mamma ha proprio ragione!”
Mai frase avrebbe potuto inorridirla peggio di così! Johnny sorrise beffardo, entusiasta della sua vittoria psicologica su di lei.
“Basta! Dicci come arrivare al caveau!”
“No!”
“Butch!”
“Io mi chiamo Beef!”
“Porta lo strumento di tortura”.
Il suo compare si avvicinò ai due bambini legati portando con sé una scatolina in lacca nera dall’aria alquanto inquietante. Cassidy rise sotto i baffi, osservando l’espressione terrorizzata dei suoi ostaggi mentre si apprestava ad aprire il cofanetto.
“Joh…” piagnucolò Jackie, tremando.
“S-st-sta-ta-sta-tai tranquilla, Jackie” la rassicurò suo fratello tremando come una foglia.
Ridacchiando, Cassidy sollevò il coperchio.
Al suo interno, quella che sembrava essere una piuma di pavone lunga una decina di centimetri era ben posata in un incavo del fondo di velluto blu notte. I due piccoli ostaggi non potevano credere ai loro occhi.
“E quello sarebbe uno strumento di tortura?” commentò Johnny alquanto seccato; ma oramai Cassidy era troppo su di giri per prestare attenzione alle sue frecciatine, intenta ad osservare Butch prendere l’oggetto con estrema cura. Dopodiché Butch si bloccò con la piuma tra l’indice e il pollice, assorto nei suoi pensieri.
Cassidy attese qualche secondo, poi si spazientì: “Allora?”
Butch guardò per aria sovrappensiero, poi si voltò verso di lei:
“Aspetta, non è Beef, è Butch…”
“Non è il momento di filosofare sul tuo stupido nome, Bob!” strillò Cassidy in preda all’ira, così forte che Butch stramazzò per terra quasi gli avesse spaccato il timpano destro. Johnny e Jackie osservarono la scena con rassegnata incredulità.
“Sollevati, forza!” Cassidy tirò su Butch per un braccio, lui si gonfiò il petto come un ranocchio piantando davanti a sé la piuma con fare solenne. “E ora agisci!”
Butch si avvicinò sogghignando ai piedi nudi di Johnny, ma quando fu a qualche centimetro di distanza da essi il bambino gli mollò un calcio proprio sotto il mento facendolo rotolare all’indietro.
“Haaa-ha! Ti sta bene, mollusco!” rise Johnny divertito, ma nel frattempo Cassidy aveva preso al volo la piuma sfuggita al suo compagno e con l’altra mano aveva afferrato bene tutti e due i piedini di Jackie facendola gridare di spavento.
“Adesso mi dirai del caveau, o la tua sorellina si gonfierà la pancia di risate fino a scoppiare!”
Non fu tanto la minaccia in sé per sé quanto l’espressione terrificante di Cassidy a far scomparire l’aria spavalda dalla faccia di Johnny.
Sghignazzando, Cassidy avvicinò la punta della piuma alle piante dei piedi di Jackie.
“Non parli…?”
Jackie ritrasse le dita dei piedi e cercò di tirare, intimorita. Cassidy avvicinò la piuma, più vicino, più vicino…
“Non ti azzardare a usare quella piuma contro la mia bambina, Cassidy!”
Cassidy si voltò dietro di sé, imitata da Butch ancora mezzo stordito. Johnny e Jackie scorsero dietro i loro aguzzini le sagome che non avrebbero mai potuto non riconoscere, ed esultarono con entusiastiche grida:
“Mamma!”
“Papino!”
Il Team Rocket troneggiava all’imbocco della tana, sfavillante, agguerrito ed infuriato come di più non poteva essere. Jessie e James erano l’uno di spalle all’altra, la gamba destra di lui e quella sinistra di lei piegate a toccarsi le piante dei sandali da mare, due parei l’uno rosso magenta attorno James e l’altro azzurro attorno alla vita di Jessie, Meowth con gli artigli in fuori li precedeva.
“Se questo quello ci chiederai…”
“Grossi guai ti ritroverai!”
“Non è possibile!” esclamò Butch.
Meowth balzò gridando “banzaaaaai!” e si aggrappò alla testa di Cassidy facendola strillare come un’ossessa: “scendi, abominio!” Meowth le strapazzò ben bene lo chignon, poi si fiondò in grembo a Johnny.
“Sei tutto intero, poppante?”
“E me lo chiedi? Io sono troppo super per farmi mettere K.O.!” replicò il ragazzino mentre Meowth recideva con i suoi artigli le corde così da liberare lui e la sorellina.
“Bill, fa’ qualcosa!”
“E’ Butch, perdio!”
“Preparatevi a passare dei guai!” esordì Johnny, seguito dalla sorellina che si ricongiunse a Lyla esclamando:
“Già, dei guai molto, ma molto, ma molto g’ossi!”
“Wooper Wooper woo!”
“La strada è lunga e dura è la salita” esordì James, abbassandosi un po’ gli occhiali da sole per sfoggiare il suo sguardo ammaliante.
“Ma alla fine sarà nostra la buona riuscita!” continuò Jessie imitando il suo compagno.
“Il Bene e l’Amore da soli cadranno” proseguì Johnny alzando un braccio su cui si posò delicatamente Starly.
“Se al Team Rocket non si arrenderanno!” terminò Meowth, minaccioso.
Jackie terminò con una graziosa spaccata, e indicandosi il faccino con gli indici sorrise:
“Già, propio così, sì!”
“Wooper Woo!”
Butch si rialzò scrollandosi la polvere dal costume da bagno, mentre Cassidy stava letteralmente svenendo per la quantità di capelli biondi che Meowth era riuscito a strapparle.
“Pagherai per questo affronto, sottospecie di scherzo della natura!” strillò, lo chignon tutto stravolto con delle ciocche di capelli che spuntavano in maniera strana dalla capigliatura.
Jessie ridacchiò con spavalderia. “Cassidy cara, non è educato chiamare gli altri con il tuo stesso nome!”
“Ma non capisco!” si intromise Butch, “come avete fatto a trovarci?”
James sfoggiò un sorriso sfacciato. “Siamo professionisti, noi”.
“Scovare il vostro squallido nascondiglio è stata una sciocchezza!” continuò Jessie.
“Esatto! E adesso la pagherete cara, miaoo!”
Avessero saputo che Jessie e James si erano subito lasciati andare al panico più totale, le lacrime a fiotti senza avere idea di dove cercare quei due mascalzoni di Butch e Cassidy! Solo grazie a Starly, che li aveva condotti in pedalò fino a dove li aveva visti sparire, erano approdati sulla terraferma alcune centinaia di metri dal loro punto di partenza. Si erano messi ad aggirarsi come disperati, finché non avevano sentito chiaramente strillare:

“Non è il momento di filosofare sul tuo stupido nome, Bob!”
E così, avvicinandosi al punto di provenienza della voce avevano scorto una grotta non immediatamente visibile perché celata da alcune piante selvatiche. Un vero colpo di fortuna!
“Non credo proprio!” replicò Cassidy ricorrendo alla sua Pokéball. “Se non potremo avere i due poppanti, allora prenderemo i vostri Pokémon!”
Lanciò la sua Pokéball dalla quale emerse un Granbull molto grosso e minaccioso che fece tremare la piccola Lyla da capo a piedi rifugiandosi dietro le gambe di Jackie. Anche Butch tirò in ballo il suo Pokémon mettendo in scena un altrettanto minaccioso Nidoking.
“Se volete mangiare la polvere fino in fondo…” James cercò nella tasca del suo costume la Pokéball.
“…Vi accontentiamo subito!” Jessie lanciò la sua sfera Poké assieme al compagno mettendo in campo Tangrowth e Gliscor, leggermente incazzati neri.
I Pokémon si sistemarono in assetto di combattimento, ma nonostante la superiorità numerica non sarebbe stato facile battere due avversari a quel livello.
“Vai Granbull, colpisci!” ordinò Cassidy, e senza farselo ripetere due volte il mastino schizzò contro Gliscor con un attacco Azione; “Gliscor, evitalo!” il Pokémon di Jessie evitò con una svolazzata il suo avversario, che frenò con le zampe girandosi alle sue spalle.
“Vai, Tangrowth!”
Questa volta, contrariamente a quanto accadeva di solito, il Pokémon erba non si avventò su James bensì approfittò dell’attimo di distrazione di Granbull per immobilizzarlo con le lunghe liane di cui era composto l’80% del suo corpo.
“Bravo! Ora usa Velenpolvere!”
Ma Tangrowth non fece in tempo ad attivare il suo attacco che Nidoking con un potente Colpocoda gli aveva reciso le liane, liberando il furioso Granbull dalla loro stretta.
Cassidy rise di gusto, “non siamo mica così facili da neutralizzare, noi!” si vantò.
“Non è mica finita!” rimbeccò Johnny, “Starly, attacca Granbull!”
Udire l’attacco servì solo a far aumentare le risate di Cassidy, “Quel passerotto non ha speranze contro il mio Granbull!”
“Staremo a vedere!”
In effetti Starly si rivelò essere molto più astuto di quello che Granbull aveva previsto: iniziò a girare in tondo attorno al grosso Pokémon così velocemente che Granbull, incapace di acciuffarlo, rotolò per terra stordito e confuso. Cassidy spalancò letteralmente la bocca alla vista della facilità con cui il suo campione era stato sconfitto.
“Bavo, Stally! Vai così!” Jackie e Lyla si improvvisarono ragazze pon pon e ballavano in perfetta sincronia, “Woo- woo- wooper woo…!”
“E bravo il mio ometto!”
“Ha proprio la stoffa dei suoi genitori!”
Jessie e James si complimentavano – più che con Johnny, con loro stessi per aver generato quello stratega – e con lo sguardo perso d’ammirazione si tenevano le mani commossi.
“Non dite gatto prima di averlo nel sacco!” gridò a questo punto Butch. “Nidoking, Geoforza!”
“Parlando di gatto – sorpresa!” Meowth con un salto felino si attaccò letteralmente alla faccia di Butch per lasciarla solo una volta dilaniata dai suoi artigli. Toccare i poppanti, errore madornale!
Nidoking si scagliò contro Gliscor, e il colpo andò a buon segno: il povero Pokémon fu scagliato per aria finendo quasi addosso a Jessie e James.
“Bravissimo, Nidoking!” esultò Butch, sanguinante e anche mezzo stordito. “Adesso finiscilo!”
Nidoking si apprestò a terminare Gliscor, quando Lyla infranse la paura e gli si piazzò davanti con un sorriso innocente. Nidoking, perplesso, guardò la piccola Pokémon con aria interrogativa. Di contro, Lyla sorrise. Senza indugiare oltre, Nidoking cercò di scavalcare il Wooper. Ma l’aveva sottovalutata: a tradimento, Lyla con l’attacco Fangata schizzò della melma negli occhi del Pokémon accecandolo; Nidoking barcollò evidentemente irato, ma quando poté aprire gli occhi si avvertì stretto nella morsa dei tentacoli ricresciuti di Tangrowth.
“Bene così!” esclamò Jessie, “ora Gliscor, Fulmindenti!”
Come un razzo, Gliscor affondò il morso al collo del malcapitato facendolo barrire di dolore: da ognuno dei suoi denti sgorgarono scosse elettriche che lo penetrarono in tutto il corpo, mandandolo definitivamente al tappeto.
“No!” Cassidy era fuori di sé dalla rabbia. “Buddy, idiota, è colpa tua!” si scagliò verso il compagno afferrandolo per i capelli verdi.
“Eccoci per il secondo round!” Meowth si intromise nel battibecco riservando ai due una raffica di artigli affilatissimi che quantomeno servì a terminare la distruzione dello chignon di Cassidy, tutta graffi e lividi in faccia.
“Mostro! Il mio viso!” piagnucolò isterica.
“Adesso è il momento di sloggiare!” sentenziò James. “Andate, toglieteceli dalla vista!”
Gliscor partì alla carica con un attacco Turbosabbia contro il gruppo di nemici al completo, Starly si sfogò su di loro a forza di attacchi Azione e di beccate in testa, Tangrowth li castigò con un attacco Frustata… così lavorando, il gruppo di Pokémon fu in grado di scacciarli fuori dalla caverna e di farli schizzare in aria, alla stessa maniera in cui Ash e compagnia aveva fatto tante volte con loro stessi.
“Ciao ciao, Cassidy!” salutò Jessie allegra, “ciao ciao, Bill!”
“Mi chiamo Buuuutch!!” fu l’ultima cosa che udirono, oltre al tonfo dei loro antagonisti nel mare aperto.

“Dovremmo dire al capo dell’ammutinamento di quei tre?” domandò James sulla via del ritorno. Il sole stava calando, e la spiaggia oramai deserta si era colorata di un arancione tenue. James camminava di fianco a Jessie reggendo l’ombrellone e la borsa termica, Jessie dal canto suo portava la borsa grande con gli asciugamani e le altre cianfrusaglie oltre ad uno dei galleggianti a forma di Magikarp.
“Naah” decise Jessie dopo averci pensato un po’ su, “sicuramente quella strega di Cassidy troverebbe una qualche ignobile scusa”.
“L’importante è che li abbiamo rispediti al mittente!” commentò Meowth dietro di lei, trascinandosi la sediolina a sdraio. “Quello che mi scoccia è che per colpa loro non ho potuto finire il cruciverba”.
“Lo finirai a casa”.
Johnny e Jackie camminavano allegramente davanti a loro, in compagnia di Starly e Lyla. Johnny reggeva l’altro Magikarp di plastica, lanciandolo ogni tanto per aria.
“Sei stato grande, Starly!”
“…Ma di più Lyla!...”
“Ma se ha fatto tutto Starly!”
“Noè vero!”
“Finitela o vi scuoio con le mie mani!” li minacciò Jessie da dietro, e James non perse l’occasione per ironizzare: “che mamma dolce che sei, Jess!”
Non avrebbe dovuto provocarla.
Jessie si girò a guardarlo con aria a dir poco terrificante, al punto che un brivido percorse la schiena di James e lui si arrestò intimorito.
“James” lo chiamò lei con la stessa voce di un mostro marino, “adesso è sera”.
“…Eh?”
“DOVE DIAVOLO SONO I SOLDI, IMBECILLE SBADATO?!” Jessie prese a lanciare addosso a James, che cercava di schivarla in tutte le maniere, qualunque cosa trovasse nella borsa – oramai lui era un esperto nello schivare gli oggetti lanciati dalla sua donna, ad eccezione del pentolame.
“Ecco che ci risiamo” sbuffò Meowth prima di essere colpito accidentalmente da un pettine da mare.
James cominciò a correre verso casa, seguito dai bambini e braccato da una specie di mostro di nome Jessie.
Non era il caso spiegarle che aveva speso duecento dollari perché aveva affittato per quella sera una vera e propria carrozza trainata da Ponyta, e che l’avrebbe portata a quel ristorantino di classe a picco sul mare, soli soletti con Meowth a casa che badava alle piccole pesti…
L’avrebbe scoperto comunque fra un paio d’ore e lui sarebbe stato perdonato – semmai fosse rimasto ancora integro.

 
Fine.
19 luglio 2011

 

Salve! Questa one-shot mi è venuta in mente a letto (no, non ero in dolce compagnia purtroppo!). In verità avevo immaginato solo la parte iniziale da inserire come flashback in una storia che sto ancora scrivendo, ma siccome c’è il concorso sul tema “estate” ho pensato di cogliere la palla al balzo.

Ammetto di essermi auto-spoilerata alla grande, presentando Jackie e Johnny che fanno parte della maggioranza delle cose che ho scritto sul mio PC (cose che posterò a tempo debito), ma non potevo assolutamente farne a meno. Johnny e Jackie esistono nella mia immaginazione fin dall’anno 2000, hanno accompagnato tutta la mia adolescenza e sono protagonisti di una gran parte dei miei disegni, per cui mi sono affezionata a loro al punto tale da non vedere altri come degni figli di Jessie e James.

-          Sì, mi auto-spoilero ancora à i nomi dei due bambini non sono scelti a caso: il nome completo di Johnny è Giovanni James Sakaki, laddove Sakaki è il nome in giapponese del boss Giovanni. Quando avevo undici anni l’avevo chiamato solo Jimmy, senza sapere con innocenza che quello era il diminutivo di James; successivamente è subentrato Johnny, lasciando a “James” il posto di middle name. Il nome completo di Jackie è Jacqueline Morgan Miya, laddove Jacqueline è il nome della nonna paterna Lily e Morgan quello della nonna materna (sono due nomi partoriti dalla mia fantasia). Miya deriva da Miyamoto, il nome della madre di Jessie esistente in Giappone ma mai comparsa negli anime, che io ho tradotto in versione occidentale con Morgan. Infine, i quattro si connotano dalla ripetizione della lettera “J” come iniziale dei loro nomi all’occidentale.

-          Il titolo “Il Team Rocket si ritira e se la gode!” è la frase finale del primo film “Pokémon. Mewtwo colpisce ancora”. Alla fine del film Jessie, James e Meowth si ritrovano su un’isola sperduta e decidono di prendersi un periodo di vacanza.

-          Il riferimento ai soldi non restituiti fa parte di una delle più brutte abitudini di James: quella di sperperare denaro. La sua prima manifestazione palese risale al Pokémon Shipwreck della prima serie, la puntata precedente all’affondare della nave S. Anna. James acquista un Magikarp facendosi gabbare da un astuto mercante impegnando parte dello stipendio di Jessie perché il suo l’aveva già dissipato, e questo fa andare Jessie su tutte le furie. Mai dare del denaro a James! Anche i galleggianti a forma di Magikarp fanno parte di una vasta gamma di accessori targati Team Rocket a forma del famoso Pokémon, che hanno caratterizzato le primissime serie dell’anime.

-          Le frasi di Jessie e James al sole sono un riferimento al loro motto, “preparatevi a passare dei guai/ dei guai molto grossi”, mentre le esclamazioni dei due bambini sotto un riferimento a “い い感じ[ii kanji] / い やな感じ[iyana kanji!] ” (in italiano “bella sensazione!/ brutta sensazione!”) che sono stati tradotti nell’anime in svariati modi. La frase più famosa è quella di iyana kanji, ovvero “il Team Rocket riparte alla velocità della luce!/ il Team Rocket va in orbita” ecc. Vi chiederete perché “brutta sensazione” è stato tradotto cosi? Chiedetelo alla 4Kids, che ha stravolto il copione di intere puntate… noi abbiamo solo tradotto dall’inglese.

-          Il costume rosso di Jessie e quello blu di Cassidy fanno riferimento ai due colori indossati dalle rivali all’Accademia del Team Rocket in Training Daze!.

-          La canzone che Jackie canta è una mia libera rielaborazione della canzoncina usata come sigla finale (una delle tantissime sigle finali) dell’anime. Non è stata tradotta in inglese né tantomeno in italiano, ed è un peccato perché sono adorabili. Qui di seguito ho riportato il testo in originale tradotto da me. Vedrete che la mia rielaborazione differisce moltissimo, è perché volevo che le parole si intonassero bene alla musica. Chi vuole vedere il video, eccolo qui: http://www.youtube.com/watch?v=IRtXnqqqiVM&feature=related.

ポ ケッターリモンスターリ(Pokettando Monsterando)

まー るいやつ ほっそいやつ
Cose tooonde, cose sottiliii

とがったやつ けぶかいやつ
Cose appuntite, cose pelose

せつめい むずかしいやつ
Cose difficili da spiegare!

はしるもの およぐもの
Cose che corrono, cose che nuotano

とんでくもの もえてるもの
Cose che volano, cose che bruciano

あさ・ひる・ばん ねてるもの
Cose che dormono da mattina a sera

どうしてこんなにもみんな
ちがっているの?
Ma perché mai sono tutti così diversi?

バリエーション ポケモーンション
Variation, pokémotion à la varietà è una pokémozione
あらま ふしぎ わっかができた!
Uau, è misterioso, si è formato un anello!

ポケッターリモンスターリ
Pokettando monsterando

オドッタリ マワッタリ
Ballando giravoltando

ポケッターリモンスターリ
Pokéttando monsterando

コチョッタリ ワラッタリ
Esagerando, ridendo! 

-          “Se questo quello ci chiederai…” “Grossi guai ti ritroverai!” è una mia rielaborazione della famosa frase di apertura del Team Rocket: “な んだかんだと聞かれたら。。。答えてあげるが世の情け” (“se ci chiedi questo o quello, la risposta sarà la compassione del mondo!”), In italiano, una delle traduzioni più famose è: “preparatevi a passare dei guai! Dei guai molto grossi!”. Perché è stata tradotta così in italiano? Per via della discutibile traduzione in inglese della 4Kids. “Prepare for trouble” “and make it double” è la versione da cui in italiano è stata tratta la traduzione. In giapponese i passi del motto rimano solo in alcuni punti, la rima è stata resa in tutte le righe nella versione inglese il che ha però richiesto l’invenzione di un motto praticamente ex novo che è stato tradotto pari pari in italiano eliminando la rima (così, almeno, per il primo motto dell’anime). Dal momento che il Team Rocket recita periodicamente motti nuovi, anche io mi sono presa la libertà di inventare delle nuove righe per i nostri amici!

-          La piuma come strumento di tortura è un riferimento ad un episodio che è stato censurato dalla 4Kids perché troppo violento (Jessie e James minacciano con pistole alla mano, un vecchio spara a sangue freddo contro tutti). L’episodio è il numero 35 e si intitola “The Legend of Dratini”. Jessie e James, dopo aver minacciato l’uomo con delle pistole, ricorrono a mezzi più estremi e cioè… ad una sedia-robot capace di fargli il solletico con manine meccaniche, piuma e pennello! Ecco la scena: http://www.youtube.com/watch?v=9fT1YROmSGI

 Spero di aver allietato la giornata a qualcuno, e spero anche vi piacciano le mie fan art (ne farò altre su questa one-shot)... Grazie e buone vacanze a tutti!

 

 

 


   
 
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