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Autore: Andy Grim    24/04/2006    9 recensioni
Questa storia, che ho già pubblicato sul sito MANGANET.IT ha la pretesa di fare chiarezza su alcuni interrogativi "scabrosi": Ataru ama davvero Lamù? Se non la ama perchè non la molla? E se la ama perchè non la corrisponde? Ma - soprattutto - come fa un arrapato cronico come lui a non cedere ai suoi tentativi di seduzione? Proviamo a scoprirlo "entrando" nel personaggio protagonista... ma "entrandoci" veramente con una fanfic "organica"! Cosa vuol dire? Ve ne accorgerete presto!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo: “Tu volevi che io vincessi, non è vero…

Epilogo: “Tu volevi che io vincessi, non è vero…?”

 

U

na sera di non moltissimo tempo dopo, rientrando da un ordinario briefing alla Centrale Operativa, il capo della sezione Genetica ritrovò il suo fido assistente Barry Pitt occupato a esaminare un microfilm con la massima attenzione.

“Ben rientrato, capo!”

“Grazie, Pitt… tutto bene, qui?”

“Tutto bene!” rispose Pitt stropicciandosi gli occhi.  

“Va’ pure a riposarti, Barry: provvedo io a terminare il controllo!” disse Gus, posandogli una mano sulla spalla.

“Oh, non si preoccupi, signore… stavo giusto per finire!”

“Mi dispiace di averti imposto questo tour de force… ma la mia collega urusiana mi ha confermato che questo è il periodo migliore… e sai bene quanto sia importante verificare la perfezione reticolare del DNA!”

“Ma certo, capo… stia tranquillo: le nostre colleghe disporranno delle migliori informazioni per costruire il primo organismo umano interplanetario!”

“So perfettamente di essere in ottime mani, amico mio. Vado a fare un ultimo controllo del miscelatore cromosomico, allora: ci vediamo fra dieci minuti, in camera di controllo!”

“A dopo, signore!”

I due si separarono con un sorriso leggermente tirato. Nonostante fossero ormai abbastanza “navigati” in quel genere di operazioni, la consapevolezza del momento rendeva tutti un po’ nervosi: quella notte le due Genetiche non avrebbero “operato” solamente per il puro piacere degli sposi, ma avrebbero eseguito il compito più importante che giustificava la loro esistenza!

Con tutta la sua scrupolosità, il capo della Genetica moroboshiana non poteva essere perfettamente tranquillo: fecondare una donna di un’altra galassia era un atto troppo solenne e avventuroso per considerarlo normale routine![1]

Comunque, quando giunse il momento “fatidico” e l’assistente preposto al controllo ebbe annunciato “Avvenuto rilascio STF![2] un notevole senso di sollievo si diffuse in tutto il personale della “Ripro”. L’ottimo August Percival aveva assolto egregiamente il proprio compito: ora, un compito un po’ più impegnativo, toccava alla collega Agilla Afros!

 

***

Qualche giorno dopo August Percival venne chiamato in tutta fretta nell’ufficio di Christopher Wellington. Il capo della Genetica aveva appena sostenuto una spossante discussione coi colleghi dell’Immunitaria, della Cardiaca e della Metabolica circa il modo migliore per convincere il Consiglio Organico della controparte sulla necessità di moderare leggermente l’intensità dei rapporti C… va bene che la “signora” voleva essere assolutamente sicura di rimanere incinta, ma se le assistenti di Agilla Afros e di Fiona Mercury[3] non si fossero date una calmatina, Ataru Moroboshi sarebbe potuto andare incontro a qualche problema! Per fortuna il calendario del ciclo mestruale di Lamù, che l’omologa di Percival aveva gentilmente fornito a quest’ultimo, indicava che presto si sarebbe potuto sapere qualcosa…!

“Eccomi, comandante. Aveva bisogno di me…?”

Il Coordinatore dell’Organismo aveva la cornetta del “telefono rosso” in mano.

“La responsabile genetica della signora ha una comunicazione da farle personalmente!”

“Davvero?” chiese l’altro, in tono nervoso “Di che si tratta…?”

“Risponda, invece di far domande!” ribatté A1, porgendogli la cornetta, che Gus afferrò con la mano che tremava.

“Pronto…? Sono Percival!”

“Felicissima di sentirla, Gus… volevo ringraziarla direttamente!”

“Per cosa…??”

“Oh, che adorabile ingenuotto! Per quel che ci avete fornito l’altra notte, no? Può comunicare a tutti i suoi colleghi che Ataru Moroboshi diventerà papà! E sa una cosa? Sono due!!”

“DUE..??!!” urlò August Percival, facendo sobbalzare Wellington sulla sedia.

“Proprio così: due gemelli biovulari. E di sesso opposto, per giunta! Le faccio i miei più vivi complimenti per l’ottima miscelazione cromosomica. Dica al signor Simons che può iniziare a pensare ai nomi!”

“È… è una fantastica notizia, collega… immagino che la vostra Neuro sarà al settimo cielo!”

“Può ben dirlo, Percy! Anzi, la signora Venus mi ha raccomandato di superare me stessa nell’esprimervi tutta la nostra gratitudine! A stanotte, carissimo...!”

Il collega ebbe un guizzo: “Ecco… a questo proposito, volevo dirle…”

Troppo tardi. Agilla aveva già tolto la comunicazione!

Rassegnato, il direttore della prima Genetica “intercosmica” mise giù lentamente la cornetta volgendo verso A1 uno sguardo abbastanza indecifrabile.

“Novità…?” chiese quest’ultimo, con fare sornione.

“Sì… una ottima, l’altra un po’ meno! Quale vuole sentire, per prima…?”

 

***

“Insomma, Hugh: non hai modo di rallentare questi dannati tremiti? Fatico a non farli cadere…!!”

“Sto facendo del mio meglio, Burt… dopotutto non è un exploit da poco per Ataru Moroboshi… pensa un po’: da libertino a padre di famiglia!”

“Ad ogni modo” intervenne Brad Fewer “i pargoletti sembrano gradire… si addormenteranno più facilmente!”

“Comunque sono stupendi…” sussurrò Percival “…stupendi!”

“Nessun dubbio, in proposito” confermò Chris Wellington “i miei complimenti al bio-architetto. E alla sua collega della controparte, naturalmente!”

“Riferirò con piacere, signore” rispose il capo della Genetica “comunque non va dimenticato che il grosso del lavoro l’ha fatto lei… il nostro contributo è stato relativamente piccolo…!”

“Tanto piccolo quanto fondamentale, signor Percival: non lo ridimensioni più del necessario!”

“Il capo ha ragione, papà” lo burlò Jerry Humper dandogli una pacca sulla nuca “mi viene poi da ridere, se ricordo tutta la paura che avevi all’inizio!”

“Oh, finiscila… che ne sapevo io, che la signora aveva conservato quel nastro?”[4]

“Ora che ci penso” se ne uscì il capo della Cerebrale “chissà se i gemellini hanno ereditato i poteri della madre!”

“Lo sapremo presto” rispose Percival “comunque penso di sì: non vedete che hanno le corna?”

“Vero” ammise Humper “curioso, però: anche per il colore dei capelli, il maschietto sembra la copia del padre e la femminuccia la copia della madre!”

Ed era esattamente così… fra le braccia del neo papà riposavano beatamente due bellissimi neonati, che già rivelavano le medesime fattezze dei loro genitori. Ataru rimaneva imbambolato a contemplarli, incapace di spiccicare una parola e Lamù l’osservava teneramente dal suo letto, con gli occhi luccicanti di gioia immensa.

“Se lo volete sapere, io lo trovo meraviglioso” dichiarò il capo della Neuro “questo è sicuramente il giorno più bello della mia vita… oltre che della loro!”

“È un grande giorno per noi tutti, Hugh, sicuramente” ammise Brad Fewer “ma perché hanno deciso di dargli proprio questi due nomi?”

“Elementare, Brad” rispose Simons “sono i nomi delle persone che più hanno amato i loro genitori, dopo gli stessi partner. I loro padrini saranno felici di sapere che l’amore di Ataru e Lamù per i propri figli conterrà implicitamente una parte dell’affetto per i loro migliori amici!”

“Quella ragazza è buona come il pane” sospirò il capo della Sensitiva, leggermente commosso “pensare che abbiamo fatto di tutto per scatenare le sue ire… fortuna che ci siamo fermati in tempo!”

“Vorrà piuttosto dire: fortuna che i SISAS hanno ceduto in tempo, caro Jerry!” lo burlò A1.

L’interessato accusò il colpo, ma subito assunse un’espressione di pacata dignità: “Forse non è stata una questione di fortuna, signore… può darsi che sia stato lo stesso Ataru a vincere la resistenza di quei maledetti ordigni, quando si è reso conto che Lamù meritava di essere pienamente corrisposta!”

“Forse” replicò il Coordinatore, sorridendo “ad ogni modo, è veramente bizzarro che una donna s’innamori perdutamente di un uomo, solo perché quello l’ha battuta in una gara di corsa…!”

“In effetti” ammise Fewer, per parte sua “tuttavia, per quanto sia bizzarro, è molto più stravagante che un comandante alieno pianifichi l’invasione di un pianeta, per poi giocarsi tutto con una sfida di acchiapparella…!”

“Beh, che questi Oni fossero un po’ strambi, ormai si sa…!” disse Simons.

Il capo della Cerebrale scosse la testa. Aveva ancora in archivio l’ambigua risposta che il nonno dei due frugoletti - dormienti fra le braccia del suo assistito - aveva dato al genero durante il banchetto nuziale[5] e, in tutto quel tempo, più aveva cercato di seppellirlo, più quel dubbio era tornato a galla!

“O sono strambi” borbottò “o non erano quelle le loro vere intenzioni…!”

 

***

Qualche tempo dopo, mentre Ataru stava tentando di studiare per il test d’ammissione all’università (nonostante le insistenze di Lamù, lui voleva sostenere la sua nuova famiglia nei sei mesi all’anno in cui vivevano sulla Terra) fu interrotto da uno scoppio di risate e, all’improvviso, due piccoli bolidi piombarono nella sua stanza saltando sul kotatsu…!

“Bambini, smettetela con questa confusione” li redarguì la madre, spuntando dalla camera adiacente “il papà sta studiando…!”

*O almeno ci prova…!* pensò quest’ultimo, con ironia… poi però sorrise e afferrò quei due deliziosi diavoletti: “Su, su.. venite qui… che ne dite se facciamo un patto?”

“Che patto…?” chiese il maschietto.

“Dicci, papà…!” replicò la femminuccia.

“Allora… se il babbo vi racconta una favola, voi andate dopo a fare una bella passeggiata con la mamma e sarete così buoni da fare tutto quello che vi dice! Okay…?”

“Sì, sì… promesso…!!!” dissero i piccoli, in coro.

 “Dunque, vediamo un po’… potrei raccontarvi di come la mamma e il papà si sono conosciuti...!”

 “Sì, sì… dai, papà… racconta!” lo incitò Shutaro.

“Che bello…!” replicò Shinobu.

“Allora…” accondiscese il padre abbracciando i due figlioletti che si erano accoccolati ai suoi fianchi “…dovete sapere che vostro nonno, cioè il papà della mamma, era un gran burlone…!”

“COSA…??” esclamò la moglie.

“Beh, in senso buono, intendo!”

“See, see…!” borbottò Lamù sedendosi anche lei all’altro lato del kotatsu e prendendo una crocchetta di riso da un paniere. 

“Un giorno, quel gran burlone di vostro nonno, convocò il suo esercito spaziale e disse ai suoi ufficiali: sapete che si fa? Andiamo a conquistare la Terra! Allora la flotta del pianeta della mamma salpò per quello del vostro papà… e quando le astronavi arrivarono sopra questa città, vostro nonno si presentò a casa di vostro papà e gli lanciò una sfida…!”

“Una sfida…?” chiese Shinobu.

“Che sfida…?” chiese anche Shutaro.

“Gli disse: tu dovrai rincorrere mia figlia - cioè la vostra mamma - e, se entro dieci giorni riuscirai a prenderla e a toccarle le corna, io dirò alla mia flotta di tornare a casa… se invece non ci riuscirai, allora conquisterò la Terra e sarete tutti nostri schiavi!”

“Il nonno era così cattivo…?” chiesero i due bambini rivolgendosi alla madre che, con palese imbarazzo, rivolse uno sguardo supplichevole al marito.

“Ma no! Il nonno - ve l’ho detto - era un gran burlone! Voleva soltanto fare uno scherzo ai terrestri! Non  sapeva, però, che il vostro papà era molto veloce a correre e quindi avrebbe avuto buone possibilità di vincere… e infatti ha vinto!”

“E allora…?” chiese la bambina.

“E allora il nonno dovette ordinare alla sua flotta di ritirarsi, così la Terra rimase libera… ma la mamma - che durante la corsa si era innamorata di papà - gli disse che, avendole toccato le corna, avrebbe dovuto sposarla… perché, sul pianeta degli Oni, toccare le corna a una ragazza equivaleva a farle una proposta di matrimonio!”[6]

“Ma è proprio vero…?” chiese Shutaro, con interesse, guardando la madre.

“Beh, vedi…” disse lei, con fare piuttosto agitato.

“Sì che è vero” rispose la piccola, con estrema convinzione “me lo ha detto la zia Ran!”

“Shinobu…!!!” la sgridò la mamma.

“Ma allora, papà” intervenne il piccolo Shutaro “il nonno ti ha costretto a sposare la mamma…!”

“Shutaro, cosa dici…?!” esclamò Lamù, sempre più in preda al panico.

“Ma no, ma no…” le venne in aiuto il marito “…il nonno aveva sfidato il vostro papà a toccare le corna di sua figlia pensando che lui non ci sarebbe mai riuscito, dal momento che la mamma poteva volare!”

“E allora come hai fatto a prenderla e a toccarle le corna…?” chiese Shinobu, mettendo le manine sulle sue.

Ataru incrociò le braccia, gonfiò il petto e chiuse gli occhi: “È stata la forza dell’amore” rispose, con sguardo severo “volere è potere!”

“Allora anche tu ti eri innamorato della mamma…?!” dedusse il piccolo Shutaro.

“Eh, già… proprio così! Bravo, figliolo: sei davvero sveglio!”

“Già… come suo padre…!” commentò la moglie “Adesso basta, bambini: usciamo a prendere una boccata d’aria, su… papà deve lavorare. Andate ad aspettarmi in giardino!”

“Va bene… ciao, papà!” dissero in coro i due, correndo fuori dalla stanza.

Quando furono usciti, Lamù si avvicinò al marito e lo baciò sulla guancia: “Grazie, tesoro… quando saranno cresciuti, gli spiegheremo meglio!”

“E che vorresti spiegargli? Che ho vinto la corsa solo perché ti avevo strappato il reggiseno…?”

Per quanto già moglie e madre, la dolce Lamù non riuscì a non arrossire: “Sei il solito sporcaccione!! Lo sapevi bene che quella era la tua unica possibilità di vincere, eh…?!”

“Non lo nego… ciò che ancora non so, è un’altra cosa!”

“Quale…?” chiese lei, ansiosamente.

“Come mai, quando sei venuta a casa mia, quella sera, non mi hai tramortito con una scarica elettrica, per riprendertelo…?”[7]

Lamù trasalì… cercò qualcosa da rispondergli, ma non trovò nulla. Il suo tesoruccio le accarezzò allora teneramente la guancia: “Dì la verità, Lamù… non era solo per darmi sportivamente una possibilità… tu volevi che io vincessi. Non è vero…?”

La sua donna lo fissò per alcuni secondi e infine annuì, sussurrando: “Sì…!”

“E… lo volevi perché pensavi non fosse giusto che la Terra venisse invasa?”

Un’altra breve attesa e un nuovo sussurro: “Non era solo questo…!”

“Allora, quel che Ran ha raccontato a Shinobu… è la verità?”

“Sì… beh, non è proprio una legge… ma è una tradizione!”

“Un po’ come… quando calpestai l’ombra di Elle…?”

“Sì…!”

“Posso farti un’ultima domanda?”

“Dimmi…!”

“Per caso… Ran è anche un’esperta di computer…?”

Un nuovo sussulto di Lamù e un nuovo rossore acceso sul suo volto…

“Credo di sì…!”

“Beh, in tal caso” disse Ataru, posandole le mani sulle spalle “la prossima volta che la vedi, potresti farmi un favore?”

“Quale…?”

“Dille che tuo marito la ringrazia per l’ottimo lavoro…!” concluse posando le sue labbra su quelle di Lamù…

Dopodiché, i due si persero completamente l’uno nell’altra, tanto che Shinobu e Shutaro dovettero uscire con i nonni…!

***

“Complimenti, signor Fewer” disse il Coordinatore Wellington al capo della Cerebrale “grazie a lei, anche questo mistero è stato svelato!”

“Niente di che, signore… bastava solo mettere insieme qualche pezzo!”

“Certo che quella donna è diabolica” commentò Hugh Simons, il capo della Neurologica “meravigliosamente diabolica, per la verità!”

“Tutte le donne sono diaboliche…!” puntualizzò il capo della Genetica, August Percival.

“Sì, va bene” ammise Jerry Humper, il capo della Sensitiva “però, chi avrebbe mai immaginato un piano macchinoso come questo?!”

“Oh, altre fanno anche di peggio” intervenne Burt Racer, della Motoria “ce ne sono di quelle che diventano addirittura delle ladre, pur di farsi inseguire dal poliziotto di cui si sono innamorate!”

“Cosa…??” esclamò Simons “Non ci credo!!”

“Come no? Pensa che, l’altro giorno, stavo giusto parlando con Rip Kirby, un mio collega che gestisce la motoria del detective Asuka Junior… mi chiedeva qualche consiglio per…”

 

FINE

 



[1] Vedi nota 3 al capitolo 10.

[2] Vedi nota 2 al capitolo 11.

[3] La responsabile della Motoria.

[4] Il famoso nastro giallo isolante di Sakurambo.

[5] Vedi capitolo 15.

[6] Questa “versione” l’ho letta su un’edizione pirata dell’ “anime-comic” relativo alla prima puntata del cartone.

[7] Qui faccio ovviamente riferimento alla versione del manga, scartando invece quella dell’anime, dove Ataru “pesca” il reggiseno di Lamù grazie a una pistola a ventosa nell’ultimo giorno della gara. La versione cartacea mi sembra infatti molto più convincente e, del resto, è anche quella che viene ripresa nel film “Beautiful Dreamer” (dove infatti il nostro “campione” estrae l’indumento dell’avversaria da sotto la sua canotta).

  
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