Questa storia è stata rivista e ricorretta da Sharel che io ringrazio moltissimo per l'impegno e tutto il tempo dedicato per Yeol *_* Grazie di cuore <3
Davanti
ai miei occhi c'era davvero un bello spettacolo. La sua pelle era
chiarissima, i biondi capelli ricci che le arrivavano fino
alle
spalle, gli occhi color smeraldo così intensi che solo
osservarli
era un piacere, il top attillato che le metteva in risalto il seno di
una quarta abbondante, il ventre piatto messo in mostra da un percing
all'ombelico, una mini gonna e sotto delle lunghe gambe affusolate.
Era proprio il mio tipo di ragazza. Peccato che non era possibile
fare con lei un discorso serio, poiché le uniche cose che
conosceva
erano la moda e i ragazzi. Non che questa cosa mi desse più
di tanto
fastidio. Dovevo solo portarmela a letto, mica sposarla. Le guardai
di nuovo quel corpo da paura e lei mi sorrise con quei denti minuti e
acuti. Si vedeva da lontano un milio che era una Fata: le sue ali
erano abilmente celate agli occhi degli esseri umani da un
incantesimo, ma non alle altre creature come me.
Mi trovavo in
uno dei locali più costosi e
“particolari” della città.
Particolari perché l'ultimo essere che quelli come me
potevano
incontrare era un umano. Potevano entrarci solo le creature
sovrannaturali. A volte ero proprio contento di essere nato in questo
mondo: avevo solo diciannove anni e avevo già un branco di
lupi
mannari sotto il mio potere. Lo sono anch'io un lupo mannaro, ma
è
diverso: io a differenza degli altri sono nato così. Tra noi
ci
chiamiamo Sangue Puro. Ci sono ben pochi Licantropi che nascono tali.
L'unico motivo per
il quale andavo in quel tipo di locali era per
trovare la scopata del giorno. Non m’interessava chi fosse,
bastava
che la tipa avesse un bel davanzale, un sedere da paura e la faccia
angelica come quella fata seduta al mio tavolo. Era bella, molto e
aveva qualcosa nei movimenti...come mi se stesse chiedendo di
portarla nell'hotel più vicino e scoparla fino alle prime
luce
dell'alba.
- Sei famoso, sai?
- mi disse mentre si avvicinava
maggiormente a me, su quel divanetto di pelle dove ero seduto.
Le
sorrisi e la vidi trattenere il respiro. - Famoso? - le chiesi
maliziosamente. Non le diedi nemmeno il tempo di rispondere che mi
abbassai e le baciai il collo. La sentii trattenere un gemito.
Perfetto, quella notte sarebbe stata mia.
Sapevo che nel mio
aspetto c'era qualcosa che faceva impazzire le ragazze. Bello e
dannato, come piaceva a loro definirmi. Avevo i capelli di un castano
scuro, gli occhi color pece, ero alto e avevo il fisico possente,
dovuto agli allenamenti con il mio branco. Ah già! Avevo
anche i
soldi, cosa che alle ragazze piace tanto.
- Qua
c'è troppo
rumore. Che ne dici di andare da qualche altra parte? - mi chiese
lei. E non fui nemmeno io a proporlo! La ragazza sapeva perfettamente
che non avevo bisogno della sua compagnia dentro quel locale, ma da
un’altra parte.
Stavo per
risponderle di sì, ma mi bloccai.
Come tutti i licantropi avevo l'olfatto molto sviluppato, potevo
perfettamente sentire qualsiasi odore anche a grandi distanze. Il
profumo che sentii in quel momento era diverso da qualsiasi altro
avessi mai sentito: mi provocò una stretta al cuore e capii
che era
l'odore della mia compagna.
Ogni lupo mannaro
ha una sua compagna
a vita, era questo che mi diceva mio padre. Si può
riconoscere
dall'odore. Una compagna, che una volta trovata, non la lasci
più
andar via. Diceva anche che c'è sempre un legame fortissimo
tra il
lupo e la sua prescelta.
Mi bloccai per un
momento. Non era
possibile, non avevo mai creduto a quella storia; ma l'odore che
sentivo era talmente forte, talmente invitante, talmente...mio.
Come se fosse fatto per appartenermi.
Guardai di nuovo
quella
fata della quale non sapevo nemmeno il nome. Mi stava guardando con
occhi interrogativi mentre strusciava il proprio seno contro il mio
braccio. La spinsi via e mi alzai in ricerca della fonte di quel
profumo. Merda! Perché quel locale doveva essere pieno di
gente?
Cercai di seguire la scia d'odore; ma c'erano troppe persone con
troppi profumi addosso e tutti si mescolavano tra di loro. Provai a
individuare tutte le ragazze della mia razza che riuscivo a
vedere...non ce n'erano tante. Le squadrai con gli occhi,
avvicinandomi a quella che sembrava la più bella. Appena
feci
qualche passo mi arrestai: avevo quel profumo proprio sotto il mio
naso. La mia compagna mi era passata vicino ed io non me ne ero
nemmeno reso conto! Mi voltai, cercando di vedere in mezzo a quella
folla che ballava la persona che si allontanava da me. La intravidi
per un momento. Mi fiondai in quella direzione, spingendo via la
gente che si trovava sulla mia strada: dovevo raggiungerla il
più
velocemente possibile!
Quando uscii fuori
presi una boccata
d'aria: finalmente potevo respirare a pieni polmoni qualcosa di
pulito e non quell'accozzaglia di odori; riuscivo a sentire il
leggero odore di gasolio e...quel profumo. Annusai l'aria
attentamente, proprio come un predatore in cerca della preda. Mi
girai verso destra e iniziai a camminare con passo svelto. La strada
era incredibilmente affollata. Cazzo! Cosa ci faceva tutta quella
gente in giro a mezzanotte?! Continuai a camminare velocemente, fino
a quando riuscii ad individuare la sorgente di quel profumo; solo
allora mi rilassai. Mi limitai a seguire la ragazza e studiarla: era
alta più o meno un metro e settanta, abbastanza per essere
una
ragazza; non portava i tacchi, ma un paio di scarpe sportive; i jeans
erano di una misura o due più grandi e aveva una maglia
larga con
cappuccio sopra la testa, invece di top sexy o chissà che
altro. E
quella sarebbe dovuta essere la mia compagna?! Non dovrebbe essere
bionda, occhi chiari, con un corpo da paura?!
La figura si
fermò
un attimo, colta da un attacco di tosse. Era anche malata? Mi
avvicinai a lei maggiormente, tanto che mi bastava tendere la mano
per sfiorarle la schiena. Il suo odore m’invase le narici.
Dio, non
avevo mai desiderato tanto una persona. Smise di tossire e
ricominciò
a camminare, io dietro di lei. Come avrei dovuto presentarmi? "Ciao,
piacere sono il tuo compagno di vita e lo so che non mi conosci ma
vorrei tanto portarti a letto perché il tuo odore mi fa un
effetto
più forte dell'ecstasy"? Non so perché, ma mi
sembrava
abbastanza pessima come presentazione.
Mentre stavo ancora
pensando, lei girò l'angolo ed entrò in un
vicolo. Perfetto. Appena
fui certo di trovarci lontani dagli occhi indiscreti della gente, mi
avvicinai velocemente e prendendola per una spalla la voltai verso di
me.
Ero preparato a
tutto. Quando l'avevo osservata da dietro,
avevo capito perfettamente che era leggermente lontana dal mio ideale
di donna, ma... ma... lei era un ragazzo! Un maschio! Essere di sesso
maschile, del mio stesso sesso! Sgranai gli occhi. Non era possibile.
Portai velocemente la mano sul petto per assicurarmi della cosa.
Niente seno, neanche un po'. Lui si spaventò e
cercò di
divincolarsi dalla mia stretta che ancora gli cingeva la spalla. Non
gli permisi di farlo, anzi lo spinsi contro il muro di mattoni e
affondai la testa nell'incavo del suo collo inspirando il suo odore.
Non c'era dubbio, era lui a emetterlo. Ma com'era possibile?!
Cercò
di spingermi via, provò persino di colpirmi, ma gli bloccai
entrambe
le mani sopra la testa e con il mio corpo schiacciai il suo contro il
muro. E adesso? Non era possibile: in tutto ciò doveva
sicuramente
esserci qualche errore. Avrei chiesto spiegazioni a mio padre: lui la
sua compagna l'aveva trovata già, anche se a cinquant'anni.
Io ne
avevo solo diciannove, quindi non era possibile che l'avessi
già
trovata...non così presto. Era sicuramente un errore.
Cosa dovevo
fare con quel moccioso? Lo guardai. Vidi chiaramente che stava
tremando e cercava con gli occhi delle vie di fuga. Non potevo
lasciarlo andare, ovviamente.
Presi il cellulare
dalla tasca e
telefonai al mio autista, dicendogli dove mi sarebbe dovuto venire a
prendere. Appena sentì quelle parole il ragazzo sotto di me
si mosse
disperatamente, nel vano tentativo di scappare. Sarebbe soltanto un
problema portarlo con me, con tutta quella reticenza, così
lo colpii
forte facendolo svenire. Quando vidi la macchina fermarsi davanti al
vicolo, lo caricai in spalla e mi diressi verso l'auto. Quel ragazzo
pesava pochissimo. Maschio, moccioso, malato e debole, poteva andare
peggio? Nel momento in cui quella domanda prese forma nella mia
mente, una strana sensazione mi serpeggiò lungo la schiena:
era come
se qualcosa di peggio sarebbe potuto veramente accadere.
-Non
mi sembra l'ora adatta per telefonarmi, Eric. -
Furono le parole
di mio padre quando lo chiamai. Era ormai l'una passata ed io ero
già
a casa.
- Anche se ti
dicessi che è questione di vita o di
morte?- Gli chiesi io nervosamente.
-Cos'è
successo? Sei stato
attaccato?-
Presi un respiro
profondo. -Da cosa lo capisci che
l'odore della tua compagna è proprio il suo? Insomma...non
c'è
certezza nella cosa, vero?
-Quando lo senti
capisci che...non so
come spiegartelo... Semplicemente, la persona che ha quel profumo
è
fatta per appartenerti.- Mi rispose lui stancamente.
Merda, stava
uccidendo anche la mia piccola speranza.
-Non dirmi che
l'hai
trovata...-
Mi morsi il labbro
inferiore. -Più o meno-
-Se
il suo odore ti ha provocato quella sensazione non c'è
dubbio...-
-Tu non capisci!
Lui non può essere la mia
compagna!-
-Lui?-
Presi una boccata
d'aria. -E' un
maschio.-
Silenzio. Mio padre
rimase zitto per alcuni minuti,
tanto che pensai che avesse lanciato il telefono dall'altra parte,
preso dalla rabbia.
-Succede che a
volte le coppie siano dello
stesso sesso.- Mi rispose alla fine.
Sospirai.
Perché doveva
capitare proprio a me? Io volevo una ragazza mozzafiato, non un
ragazzo.
-Dov'è
adesso lui?- Mi chiese mio padre
-A casa mia,
l'ho incatenato nella mia stanza.-
Mio padre
scoppiò a ridere.
-Il tuo benvenuto alla compagna è molto caloroso, non
c'è
dubbio!-
-Vorrei che al
posto di ridere mi dicessi cosa fare con
questa puttana. - sibilai arrabbiato.
-Scopalo. Lo sai
che il suo
odore continuerà a eccitarti finché non lo
prenderai. Comunque ti
saluto, vorrei dormire perché domani dovrò
lavorare.-
Riattaccò.
Come poteva essere
così insensibile? Chiusi il
cellulare e lo lanciai contro il muro, spaccandolo. Se solo non
avessi sentito quell'odore, adesso sarei in un hotel a scoparmi
quella Fata. Mi diressi verso la mia stanza, dove avevo incatenato il
ragazzo. Ovviamente non tenevo le catene come semplice decorazione,
mi servivano durante la luna piena quando mi trasformavo: solo in
quella notte perdo il controllo, quindi potrei sbranare decine di
persone.
Era ancora a terra,
esattamente dove l'avevo lasciato. Mi
chinai vicino al corpo e gli alzai la felpa in una flebile speranza
di vedere un po' di seno: magari era una ragazza particolarmente
sfortunata. Il suo petto era liscio e candido e...niente curve.
Cazzo. Com'era possibile? Eppure il suo profumo mi eccitava!
Prima
non l'avevo osservato bene, quindi mi fermai a scrutarlo
attentamente: aveva gli occhi a mandorla, le labbra rosee, i capelli
grigio-marroni che spuntavano dal cappellino che indossava. Anche se
era abbastanza alto, il suo fisico sembrava debole. Era molto magro
ed era...bello. Era il tipo di ragazzo che è spupazzato
dalle
ragazze e chiamato "carino e coccoloso"; insomma, qualcosa
del genere. Il suo viso aveva bei tratti, le ciglia lunghe, la pelle
sembrava così morbida, di un colore olivastro chiaro...ed
era un
ragazzo!
Mi soffermai
maggiormente sui suoi capelli, il loro
colore era strano. Una tinta? Gli tolsi il cappellino per vederli
meglio. Rimasi di sasso. La mia "compagna" era maschio,
moccioso, malato, debole e mezzo gatto?!bOra sì, che non
poteva
andare peggio.
Magari mi ero
sbagliato. Magari non era un
gatto, seppure vedessi benissimo le orecchie sulla testa. Ovviamente
di creature sovrannaturali non esistevano solo i Licantropi come me,
o le Fate. Erano in tanti e di diverse razze, come Elfi, Gnomi,
Demoni, Angeli, Ninfe e tante altri. C'erano anche i
“Gatti”;
erano così chiamati perché, proprio come i gatti
domestici, hanno
le stesse orecchie e la stessa coda di un comune gatto. Normalmente
non sono considerati, i loro poteri non sono di chissà quale
potenza. Si dice che nell'antichità potessero trasformarsi
completamente in un gatto e poi in un umano; alla fine rimasero in un
limbo, una via di mezzo tra le due cose: non completamente uomo, non
completamente gatto. Genericamente sono visti male e maltrattati:
persino il folletto più debole riuscirebbe a far loro del
male.
Nella nostra “società” era molto
importante essere forte, questo
ti da potere e rispetto e loro...beh, diciamo che erano delle
creature inutili.
Insomma, qualcuno
avrebbe la decenza di dirmi
cos'ho fatto di così sbagliato nella mia vita? Sarei stato
decisamente più contento se fosse stato della mia stessa
razza!
Presi la
bottiglietta con l'acqua dal mio comò e gliene
versai il contenuto in viso; lui si svegliò, saltando su
quattro
zampe. Ah giusto, i gatti odiavano l'acqua. Lo guardai, mentre si
rendeva conto di dove fosse. Quando si accorse di essere incatenato
in una stanza e della mia presenza vicino a lui, balzò in
piedi
appiattendosi completamente contro il muro. Le orecchie, che mentre
dormiva erano piegate, scattarono improvvisamente in aria. Non seppi
spiegarmene il motivo, ma pensai che fosse buffo: con i capelli
bagnati incollati al viso e le orecchie grigio-marroni alzate.
Era
completamente terrorizzato. E quello sarebbe dovuto essere il mio
compagno di vita?! Non avrebbe dovuto sentire qualcosa anche lui nei
miei confronti?
Mi avvicinai
lentamente. Non era poi così male;
avrei risolto facilmente chiudendo gli occhi, immaginandomi che fosse
una femmina.
- Come ti chiami? -
chiesi.
Lui
continuò a
osservarmi spaventato, ma non rispose. Avrei dovuto far ricorso alla
forza bruta, per ottenere qualcosa da lui? Appena quella domanda si
affacciò nella mia mente, notai che fino ad allora l'altro
non
avesse visto altro che forza e prepotenza provenire da me.
Mi
avvicinai ancora di più e sentii il suo profumo invadermi le
narici.
Merda! Volevo il suo corpo incastrato sotto di me precisamente in
quel momento! Però non avevo intenzione di prenderlo; non
pensavo ne
sarebbe stato particolarmente contento. Oltretutto non avevo mai
violentato nessuno: tutte le persone con le quali ero stato avevano
chiesto espressamente il mio corpo. Non avevo alcuna intenzione di
prenderlo con la forza...e poi anche perché era un maschio,
me ne
fregavo di cosa dicesse il mio l'olfatto: lui non poteva essere il
mio compagno! Punto.
- Da oggi in poi
sei mio. - gli dissi
semplicemente, mettendolo a parte di una cosa ovvia. In quel momento
desiderai prendermi a schiaffi per i miei pensieri coerenti con le
parole.
Mi girai e me ne
andai via dalla mia stanza, via da quel
profumo afrodisiaco, via da quegli occhi spaventati. Avevo bisogno di
una donna. In quel preciso istante. Uscii di nuovo da casa mia,
chiudendo a chiave la porta.
Non avevo mai
creduto in nessun
legame tra due persone, non avevo mai creduto al fatto che una volta
trovata la tua compagna, non la volevi più lasciare andar
via; e
allora perché mentre ero con una focosa ragazza dagli occhi
azzurri,
era il suo corpo, il suo viso che vedevo tra le mie mani? Era la sua
pelle che baciavo, era il suo odore che continuavo a sentire come se
ormai fosse entrato a circolare del mio sangue come una droga? Mentre
la guardavo negli occhi, era in quelli di lui, spalancati dalla
paura, che mi vedevo riflesso; quei suoi occhi color cioccolato fuso
dalla pupilla allungata e affusolata identica a quella dei
gatti.
Rientrai a casa
solo il pomeriggio del giorno dopo. Lo
trovai rannicchiato nell'angolo a dormire; aveva rimesso il
cappellino sulla testa, sicuramente per nascondere le proprie
orecchie. Il suo volto era rigato di lacrime e pensare che non gli
avevo ancora fatto nulla... Pensandoci bene, io non sapevo
assolutamente niente di lui, anzi non sapevo nemmeno se parlava la
mia stessa lingua! Se si fosse trattato di qualsiasi altra creatura
ci avrei pensato bene prima di rinchiuderla in casa mia, ma visto che
stavamo parlando di una gatto...tanto nessuno sarebbe venuto a
cercarlo.
Ero rimasto tutto
il giorno fuori per evitare il suo
profumo, per riuscire a disintossicarmi; ma non avevo pensato
minimamente che il suo odore così eccitante avrebbe
impregnato la
stanza in quella maniera. Merda! Quindi da quel momento in poi avrei
dovuto scoparmi qualcuna ogni sera, per riuscire a frenare in qualche
modo lo stordimento dato da quell'odore...
Sinceramente ero
leggermente curioso a proposito di quel ragazzo; ne avevo visto
davvero pochi nella mia vita di esseri come lui e tolte le orecchie,
non sapevo com'erano fatti.
Mi avvicinai a lui
tappandomi il naso:
quell'odore era tropo intenso. Gli osservai di nuovo il viso
leggermente arrossato e addormentato. Quella pelle olivastra sembrava
così liscia che mi venne voglia di toccarla. Tesi la mano e
la
sfiorai: era calda e, esattamente come supponevo, liscia. Nello
stesso momento in cui appoggiai l'intera mano sul suo viso, si
svegliò spalancando quegli occhioni cioccolato. Mi aspettavo
che si
spaventasse e che si raggomitolasse maggiormente dentro
quell’angolo
come aveva fatto la sera prima. Ma non lo fece. Non vedevo paura nei
suoi occhi, ma solo...stanchezza? Possibile? Voltò il viso
verso il
mio palmo e cominciò a leccarmi. Con gli occhi chiusi
passava quella
lingua sulla pelle della mia mano. Perché lo stava facendo?!
Non
sapevo cosa fare. Quel gesto sarebbe dovuto essere sgradevole, ma
allora perché non riuscivo a staccare i miei occhi da quella
lingua
calda?
- I gatti fanno
così quando chiedono pietà. - disse una
voce proveniente dalle mie spalle.
Mi girai e vidi mio
padre
entrare nella stanza. Beh, una cosa che odiavo del mio vecchio era
che arrivava quando gli pareva, come gli pareva e da dove gli pareva,
un po' come i funghi. Non dissi niente in risposta a
quell'informazione e quindi mi girai di nuovo verso il mio gatto.
Aspetta, aaaaaaaspetta...da quando lo chiamavo il
“mio” gatto?!
-
Quindi è lui. - sussurrò il mio vecchio. Si
avvicinò maggiormente
per guardare il ragazzino. - Non è nemmeno della nostra
razza.-
-
Ma dai? - gli dissi sarcastico. Non c'era bisogno di evidenziare
tutte quelle cose. Lo sapevo già da solo, senza il suo
grandissimo
aiuto.
- Lo hai
già preso?-
Lo fulminai con lo
sguardo. -
Secondo te, io andrò con un ragazzo?! -
Il mio vecchio
sorrise
divertito. - Dimmi che non lo desideri.-
Aprì la
bocca per
urlarli conto qualcosa, ma mi morsi la lingua: aveva ragione.
-
Beh, sono venuto solo per dare un'occhiata alla mia futura nuora. Lo
trovo davvero delizioso. - mi disse dandomi una pacca sulla spalla
come per dirmi "ben fatto" e se ne andò. Avevo
già
menzionato il fatto che mio padre sembrasse un fungo? Proprio nei
momenti in cui serviva, lui se ne andava?!
Menomale che erano
almeno quattro anni che non vivevo più con lui; di fatto,
prima
finivamo per ammazzarci di botte almeno una volta al giorno.
Mi
girai di nuovo verso il gatto. Mi stava guardando dal basso verso
l'alto. Appena incrociai il suo sguardo, si girò dall'altra
parte
con il viso in fiamme. Era per quello che avevamo detto io e mio
padre? Perché lo desideravo? Sospirai, per prima cosa dovevo
scoprire chi fosse, non potevo certo continuare a tenerlo con me come
se fosse stato un animaletto domestico...oppure sì? Dovevo
parlargli, ma prima avevo assoluto bisogno di una doccia. Fredda.
Ghiacciata. Dovevo prima calmare il mio corpo.
Mi spogliai
conscio del suo sguardo su di me e questo non faceva che peggiorare
le cose. Merda, non potevo mica andare con un ragazzo! Lanciai i
vestiti sul letto matrimoniale che c'era nella stanza. Prima di
dirigermi verso il bagno lanciai un'occhiata verso di lui: lo vidi
sussultare dalla sorpresa e guardare in seguito da un’altra
parte;
aveva il volto in fiamme. Questa cosa iniziava a divertirmi.
Quando
entrai nella doccia, girai la manopola per far uscire quanta
più
acqua fredda potessi, ma come potevo calmarmi se il suo odore
arrivava fin lì? Forse avrei dovuto lasciarlo andare, quello
che
stavo facendo non aveva il minimo senso; ma se lo avessi lasciato
andar via, non avrei più avuto quel suo odore vicino...
Uscii
dalla doccia e indossai i pantaloni da ginnastica con una maglietta.
Dovevo lasciarlo andare via...no! Lui era mio!
Mi bloccai.
Perché
quel pensiero? Cosa mi stava succedendo?
Sospirai. Forse era
solo
un’ossessione la mia. Forse una volta preso, questa strana
cosa mi
sarebbe passata. Cosa m’impediva di prenderlo se lo
desideravo
tanto? Nulla.
Entrai nella mia
stanza lanciando uno sguardo verso
l'angolo in cui era seduto prima. Le catene erano state abbandonate
per terra e lui non c'era. La mia stanza era vuota.