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Autore: kae    24/08/2011    2 recensioni
Basata su una scena della seconda parte del settimo film.
Voldemort ha appena annunciato che Harry Potter è morto. I Malfoy chiamano Draco perché si unisca ai Mangiamorte, ma il ragazzo tentenna. Cosa starà pensando?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nota

Nota. Questa storia si basa sia sui libri che sui film. Si svolge quando Voldemort arriva alle porte del castello di Hogwarts, dopo che Harry gli si è consegnato, quando Draco deve scegliere da che parte stare.

 

 

 

 

A Marzia, che mi ha chiesto questa storia e che mi ha portato di nuovo a pubblicare.

E a Nahid, la beta di questa fanfiction, per la sua amicizia e per il tempo che ci ha dedicato.

 

 

 

 

Hopeless

 

Draco sapeva cosa i suoi genitori si aspettassero da lui. Non poteva negare che quella fosse la scelta più logica: abbandonare lo schieramento di Hogwarts per raggiungere quello del Signore Oscuro. Ma cosa avrebbero pensato di lui gli studenti e i professori? Ormai tutti sapevano che lui era un Mangiamorte, un Mangiamorte fallito, come suo padre, o forse peggio; almeno Lucius Malfoy era stato un buon tirapiedi da giovane. Draco invece aveva fallito su tutti i fronti. Beh, non era finito a Serpeverde per caso. Non era coraggioso, non era audace, non era Harry Potter. A lui bastava poco per conquistare il cuore della gente, cuori simili al suo, impavidi, tenaci, capaci di sacrificarsi per il bene comune, per salvare i loro cari. Draco era certo che Narcissa avrebbe dato la vita per lui, come aveva fatto Lily Potter, ma suo padre? Avrebbe affrontato l'Oscuro Signore per permettere a moglie e figlio di salvarsi? Non lo credeva. Suo padre era un codardo, e in questo Draco gli assomigliava più di quanto volesse.

Avrebbe voluto possedere la forza per rimanere con i suoi compagni di scuola, avrebbe voluto avere il coraggio di difendere Hogwarts a costo della vita. Avrebbe voluto essere un uomo migliore, riuscire a vivere in pace con se stesso, invece di guardare indietro, ai suoi fallimenti, e vedere soltanto mediocrità e disonore. Sì, perché nonostante gli fosse sempre stato detto che il suo status di Purosangue lo metteva in una posizione privilegiata rispetto a tutti gli altri, sapeva che non c'era bugia più grande di quelle parole che suo padre continuava a ripetergli. Lucius, che aveva fallito al Ministero, come un dilettante. Che si era lasciato sfuggire la Profezia e si era fatto catturare. Draco era stato così orgoglioso di sé quando il Signore Oscuro aveva deciso di accoglierlo nelle sue schiere! Avrebbe fatto vedere a tutti quanto fosse migliore di suo padre. Sua madre, invece, non era stata altrettanto contenta. E poco tempo dopo neanche Draco lo fu più. Era un terrore ingestibile quello che lo dilaniava, di non riuscire a farcela, di fallire come aveva fallito suo padre, di perdere tutti i suoi affetti. Era come avere il torace perennemente schiacciato da un masso, con l'impressione che tutti lo stessero osservando, con Piton sempre in mezzo a offrire il suo aiuto – per cosa poi, per poter ridere di lui? –, con Harry Potter che lo seguiva ovunque convinto che lui fosse un Mangiamorte. Era stato quasi sollevato quando il Grifondoro lo aveva colpito a morte in quel bagno. Non che Draco volesse morire, ma la morte avrebbe messo fine ad ogni cosa, al dolore, alla disperazione, alla paura. Invece Piton l'aveva salvato. Beh, non poteva fare altrimenti.

Poi era arrivata quella maledetta notte: Silente era morto e lui era fuggito da Hogwarts, roso dal senso di colpa per il fatto che il preside si sarebbe salvato se lui avesse accettato il suo aiuto un po' prima. Perché sì, Draco aveva dato ascolto alle parole del mago, voleva una vita lontana da tutto quel dolore, una vita normale. Si era aggrappato al sogno che Silente gli aveva offerto su un piatto d'argento, ma ci si era aggrappato troppo tardi.

Erano passati mesi da quella notte e la sua vita era stata un susseguirsi di morti e distruzioni, di aspettative infrante, di terrore. Poi Harry Potter era arrivato sulla soglia di casa sua e lui non aveva saputo se tradirlo o meno. Harry Potter. L'unico che avrebbe potuto fermare Voldemort una volta per tutte. Il Prescelto. Se lui avesse distrutto quel mostro, Draco e la sua famiglia sarebbero stati liberi. Niente più guerre, niente più terrore.

Poi aveva duellato con lui e Potter gli aveva rubato la bacchetta. E quando l'aveva rivisto, a Hogwarts, non aveva esitato a inseguirlo per recuperarla. Era sua, sua soltanto.

La Stanza delle Necessità data alle fiamme era uno spettacolo terrificante. Nonostante sapesse che arrampicarsi sulle cataste di oggetti accumulate dagli studenti non sarebbe servito a niente, Draco non riusciva a impedirsi di farlo. Aveva visto Potter e i suoi amici fuggire a bordo delle scope e aveva sentito il groppo alla gola farsi più stretto. Stava per morire. Ma i Grifondoro erano tornati indietro e Harry lo aveva salvato, ed era stata una boccata d'aria fresca stringersi sulla scopa dietro di lui, e Draco aveva pregato con tutto il cuore di uscire vivi da quella storia, tutti e cinque.

I suoi genitori lo chiamarono ancora e Draco tremò. L'Oscuro Signore aveva detto che Potter era morto, e se così era, il Mondo Magico non aveva più speranze, perché con la morte del Prescelto la fiammella che era rimasta ad alimentare i cuori dei più coraggiosi si sarebbe andata spegnendo. E così Draco pensò nuovamente a se stesso prima che a tutti gli altri. La codardia lo sconfisse ancora, e lui avanzò, evitando gli studenti, i suoi coraggiosi compagni, per raggiungere i suoi genitori e la sua vita di terrore, amarezza e disonore.

 

 

 

Commento dell'autrice.

Questa è la mia prima fanfiction su questo fandom. Non pensavo ne avrei mai pubblicata una (sebbene mi attirasse scrivere qualcosa su Grifondoro e Serpeverde) visto che questa saga è strasfruttata dagli scrittori e finirei per plagiare certamente qualcuno. Dio non voglia che accada proprio con questa storia.

Tutto è nato dalle insistenze di una fan di Malfoy (la mia cara cugina) che mi ha chiesto di scrivere qualcosa su di lui. Quando ho visto la seconda parte del settimo film, e nello specifico quella scena, ho pensato che ci si poteva scrivere una fanfiction, ma il pensiero è nato e morto in quel momento, e io non ci ho davvero più pensato se non quando mia cugina mi ha chiesto una storia. Come avrei potuto rifiutare, visto che lei non legge fanfiction?

Quindi ringraziate o spedite a lei le lettere minatorie che volevate inviare a me.

Altra colpevole di questa pubblicazione è la mia nuova, e amata, beta ufficiale (insieme a mamma): Nahid. Non la ringrazierò mai abbastanza per il suo aiuto in questo frangente. Con lei ho discusso riguardo ad una frase che non ci trovava d'accordo, e lo stesso ragionamento voglio riproporlo a voi, perché possiate capire le motivazioni che mi hanno spinto a parlare di Draco in quei termini.

La frase incriminata è “Sì, perché nonostante gli fosse sempre stato detto che il suo status di Purosangue lo metteva in una posizione privilegiata rispetto a tutti gli altri, sapeva che non c'era bugia più grande di quelle parole che suo padre continuava a ripetergli”. Nahid, a ragione, mi ha fatto notare che Draco crede davvero di essere migliore degli altri per il semplice fatto di essere un Purosangue, e che è solo negli ultimi due libri che si rende conto che non è certo il sangue a renderti migliore di un altro, ma il cuore, la mente, l'anima o come volete chiamarlo. Quello che io ho obiettato è che Draco ci crede come ci potrebbe credere un bambino quando a dirglielo sono i genitori. Pensate a Babbo Natale: i bambini ci credono perché sono mamma e papà a dir loro che esiste, perché hanno fede in loro. Sono i loro genitori, perché dovrebbero mentire?

D'altro canto, con il passare degli anni, continui a credere ai tuoi ma cominci anche a pensare con la tua testa, per cui il cambio di opinione di Draco deriva dalla sua crescita come persona. Quindi penso sia stata una cosa graduale, un processo che è cominciato quando Draco è arrivato a Hogwarts, e che è culminato nei libri sesto e settimo.

Detto questo non aggiungo altro. So che spesso e volentieri i commenti non vengono letti, e spesso e volentieri i miei sono molto, molto lunghi.

Ringrazio chi ha letto questa storia e chi vorrà lascerà un commento. Risponderò a tutti quelli che lo faranno.

Alla prossima storia, anche se sarà di un altro fandom.

Chiara.

8-24 agosto 2011

   
 
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