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Autore: frenz    25/08/2011    2 recensioni
Una chitarra e una storia. L'incontro estivo e la fine invernale. Un cuore caldo che è destinato a diventare freddo, colmo di neve.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Serenata di Strada



Le storie smettono anche senza bisogno di un litigio. Le storie smettono per le esperienze passate e perchè è arrivato il momento. Basta mettere un punto per farla finire, anche se senza un finale vero e proprio. Le relazioni sono come le corde di una chitarra che corrono verso il manico: suonando e accordandole si può rischiare che si spezzino. Ma lasciarle inutilizzate sarebbe come farle marcire e riempirle di polvere nell'angolo dello scantinato, affinchè qualcuno prima o poi possa giocare di nuovo con i sentimenti.
Abbiamo vissuto come le corde di quella chitarra: abbiamo corso insieme ma distanti, due vite diverse ma unite da due mani onniscenti e poi, una, si è spezzata. Verrà rimpiazzata, lo so, ma non sarà mai la stessa corda di prima. Non suonerà più allo stesso modo, non farà più quell'assolo o quella singola nota che dentro una canzone poteva suscitare un'emozione. Forse cambierà anche il materiale, forse sia dentro che fuori sarà completamente differente dalla precedente. Però è un rischio che, a volte, bisogna correre.

Ti lascio questa canzone
perché adesso il momento è arrivato
ho messo qui dentro i giorni, le cose
e le storie che abbiamo vissuto
c'è dentro un pacco di libri
e un paio di scarpe bucate
ci sono i biglietti, le foto
e tutti i viaggi rimasti da fare



Apro i miei occhi. Mi ritrovo su una strada desolata. Guardo l'orologio. Sono le quattro del mattino e le luci della via sono accese. Su di me riesco a trovare un plaid di lana che non avevo mai visto prima. Non so di chi sia, ma ringrazio chi lo ha poggiato sul mio corpo mentre dormivo, mi ha scaldato da una gelida notte. La mia chitarra è sempre stata qui al mio fianco, come se fosse la mia consorte, la mia compagna, l'unico amore della mia vita con cui condividerei tutti i miei momenti migliori. Mi stropiccio gli occhi, mi tolgo la coperta di dosso e mi rendo conto che vicino ai miei piedi c'è una scatola di cartone. Ci sono giorni e storie vissute, un pacco di libri tascabili e le scarpe bucate che indossavo fino a qualche giorno fa. Ci sono i biglietti e le foto delle nostre storie.
Una spiaggia, il fuoco che illuminava il tuo viso e sempre lei, la chitarra. E' bastata qualche nota affinchè i tuoi occhi mi guardassero con uno scintillio diverso rispetto a quelli di qualche minuto prima. E non era il caldo del fuoco o la fuliggine che attraversava i tuoi capelli. E non era nemmeno la sabbia smossa vicino a te dai tuoi amici che si burlavano. Era qualcosa che era nata dentro e stava per uscire fuori. Incrociai il tuo sguardo limpido e non riuscì più a staccarti dalla morsa che avevano creato. Mi avevi catturato, ed io avevo catturato te. E anche a festa finita, mentre tutti stavamo per andarcene a casa, col fuoco ormai spento dall'acqua del mare e dalle lacrime del cielo, non smettemmo di guardarci. Sotto la pioggia io andai da una parte e tu da un'altra, per ripararci. Ma ti voltasti, mi fermasti e mi baciasti. Ci bagnammo ma non ce ne rendemmo conto. Ci fermammo e ci guardammo ancora una volta. La notte è passata parlando, suonando, cantando e giocando. E poi te ne andasti. Mi voltai un attimo e al tuo posto ritrovai il codino che legava i tuoi capelli. Ti cercai e non ti trovai, almeno per tutta la notte.


Ti ho scritto questa canzone
perché adesso il momento è arrivato
ci troverai dentro i sogni e i rumori
delle notti che abbiamo passato
ci ho messo i pianti e la rabbia
e una manciata di buoni ricordi
della donna che un giorno mi ha amato
con gli occhi più scuri e gli abbracci più dolci



Mi sono messo a scrivere quel giorno stesso questa canzone che adesso suono su una panchina, nell'attesa che qualcuno mi dia un passaggio per andare lontano da qui, lontano da te.
Il giorno successivo ci incontrammo sul molo: stavi mangiando un gelato alla menta con una tua amica. Ridevi, chissà cosa ti faceva ridere. Ci salutammo di sfuggita ma sapevo leggere bene i tuoi occhi, perchè erano uguali ai miei. I miei li osservavo su un qualsiasi specchio che trovavo per i locali o i bar dove suonavo per arrangiarmi. Erano quelli di un vagabondo destinato a esser trasandato per tutta la vita alla ricerca di qualcosa che ha già ricevuto ma che non ha mai visto nè toccato. Lo sguardo di una persona dall' ego troppo piccolo per poter credere in se stesso.
La sera andai alla spiaggia e tu venisti. Non avevamo nessun appuntamento ma entrambi sapevamo che ci saremmo incontrati a quell'ora in quel posto. Eri sola stavolta e ti muovevi come impacciata, con lo sguardo basso. Come se tu fossi colpevole di qualcosa che non avevi realmente commesso. Col tuo viso da bambina mi guardasti in silenzio e poi riabbassasti gli occhi, come per dire che avevo capito tutto. Ma non avevo capito un bel niente perchè quegli occhi non erano più i miei. Erano i tuoi, con tue emozioni che realmente non avevo mai provato. Mi dicesti che ieri non volevi andare ma fosti obbligata a farlo. E ti credetti. Come potevo non farlo? I tuoi occhi erano così sinceri. Abbiamo passato un'altra notte insonne, stavolta bagnati dall'acqua salata del mare. Le onde increspavano sui nostri piedi e la salsedine copriva il tuo viso rendendolo salato. Avrei voluto leccarlo per sapere che gusto avevi, ma sarei sembrato inopportuno. Ma cosa è davvero inopportuno in questo momento? Forse proprio quello che stavamo facendo. Stavamo passando un'altra notte come quella scorsa. E sapevamo entrambi come sarebbe andata a finire. Quella volta mi voltai di proposito e tu sparisti, come da copione.
Terzo giorno. Terza storia, non diversa dalle altre. Solo che stavolta son sparito io, lasciandoti un foglio riempito dei ricordi passati. Ti ho sorpreso, non te lo saresti mai aspettato da me. Anche se non mi conoscevi bene.
E' nata da lì la nostra vera storia. Ci incontravamo, passavamo le notti insieme e poi uno dei due spariva. Il quarto giorno mi rivelasti il tuo nome. Ti chiamavi Giada e quel nome ti si addiceva proprio. Bionda e dai capelli lunghi che arrivavano fino alle spalle, con gli occhi castani e colma di lentiggini sulle guancie. Io potevo sembrare tuo nonno a confronto con la mia barba incolta e il mio sguardo sempre assonnato. Digerivamo il tempo in modo diverso eppure lo vivevamo insieme. Intensamente, allo stesso modo. I nostri abbracci, nonostante il caldo estivo, erano coinvolgenti e non ci saremmo mai staccati da quell' avvolgersi con i propri corpi. Poi l'estate è finita e di te posso dire che conoscevo quasi tutta la tua vita ormai. Eri più piccola di me di cinque anni. Avevi diciassette anni da poco compiuti, ma non eri più una ragazzina. La tua apparenza poteva trarre in inganno ma il tuo essere l'avrebbe sovrastato, facendo vedere realmente ciò che sei. Andavi ancora a scuola, eri la più brava della classe. Non facevi nessuno sport, "non ne ho il tempo", ripetevi. E non comprendevo. Come riuscivi a trovare tempo per me?
Arrivò ottobre e tutto mi fu chiaro. Ci vedevamo pochissime volte, ed io non avevo davvero niente da fare. Ero un disoccupato, un vagabondo che girava per le strade italiane senza sosta, sempre con quella chitarra o in mano o sulle spalle. E per te ero rimasto in quel paesino che doveva essere una delle tantissime tappe della mia vita. Una delle tappe che non avrebbe segnato niente del mio viaggio. E invece tu hai segnato l'inizio della mia mia rinascita e della mia fuga.
Attesi fino a Dicembre, resistendo alla bontà generale richiesta dal Natale. Dov' eri finita, fanciulla dai capelli adornati di fiori che giravi intorno al fuoco facendo una danza sensuale e pericolosa? Dov' eri finita, goccia di rugiada che hai rigato il mio viso dalla felicità il primo giorno che ti ho vista? Dov' eri finita? Eri imprigionata in quel corpo oppure eri volata via senza che nessuno se ne accorgesse? Eri davvero tu oppure chi avevo davanti era un'altra persona che vedevo come te? I miei occhi erano appannati, non riesco a mettere a fuoco quello che realmente c' era davanti a me. Eppure c' è sempre quella ragazza che ho conosciuto un' estate fa. Chi era cambiato, in realtà, ero io. Perchè mi hai cambiato, hai scombussolato i miei piani, la mia vita. E prima non me n' ero reso conto perchè ero troppo preso da te. Mentre adesso cerco di essere come quello che ero un tempo, sforzandomi di ricordare cosa facevo e riviverlo allo stesso modo. Ma ogni mossa in realtà sarà un'imitazione della precedente e in ognuna ci sarà il tocco della tua mano che guida il mio corpo verso mete sconosciute che una volta raggiungevo da solo e che invece faremo insieme, anche se non sarai con me.

La magia se n'è andata, la luce si è spenta
sono partito, e il resto è passato
potrai sempre dire che non era più il tempo
o che forse era un mondo sbagliato
e se un giorno dovessi incontrarmi ancora
a una svolta del nostro destino
salutami come l'amico di un tempo
che la vita ha portato lontano



Stavolta son sparito davvero mentre eri voltata. Non ti ho avvertito, e forse è questo il mio sbaglio più grande. Però lo rifarei, senza pensarci due volte. Quelle notti non potranno mai ripetersi, nemmeno con la fantasia che la tua mente e la mia possano raggiungere. La polvere fatata proveniente dal mare non coprirà mai più il tuo viso, e io non potrò più usufruirne per allietare i ricordi e condire come cibo i miei giorni.
Mi ritrovo qui, in questa panchina. Ricontrollo l'orologio. Si sono fatte le cinque del mattino e il cielo sembra schiarirsi, come il mio cuore adesso che si è liberato di questa storia. Eppure all'orizzonte vedo la tua sagoma, i tuoi capelli muoversi a rallentatore. Sei vestita di bianco con un vestito che arrivo fino alle ginocchia. I capelli biondi lasciati al vento e una lacrima che scorre dal tuo viso. Ma sei tu? Sei davvero tu o è un miraggio? Chiudo gli occih e non ci sei più. Mi alzo da quel freddo e lurido pavimento che ha funzionato come letto per la notte. Lascio la scatola a terra, come se ormai non mi appartenesse. Come se ormai non facesse più parte della mia vita. Ci metto sopra la coperta che mi ha scaldato, metto la chitarra in spalla e inizio a camminare, a percorrere quella strada da solo.
La corda spezzata eri tu. Fino a poco tempo fa mi saresti stata accanto, anche non toccandomi. Adesso invece dormi nel tuo letto, avvolta tra le coperte, ignara di quel che ti accadrà domattina. Inizio a rallentare e alzo il pollice. Non so dove andrò ma è quello che ho sempre fatto.
Si ferma un camion bianco alle sei e quarantacinque. Il conducente è un uomo panzuto con una maglietta sudata.
" Qual è la tua meta, ragazzo? "
" Un luogo sconosciuto. Non so nemmeno se esiste. "
L' uomo alzò il sopracciglio un pò basito vista la mia risposta. Mi disse che lui era diretto a Lucca e che poteva darmi un passaggio, se volevo accettare la proposta. Senza pensarci due volte, con l'amaro in bocca, salì su quel mezzo che mi avrebbe portato chissà dove, ad iniziare una nuova avventura, lasciandomi alle spalle e su quella panchina una storia, un amore che avrebbe segnato, un giorno, le pagine della nostra storia.
Mi misi a suonare su quel camion ancora una volta quella canzone, quella serenata che ti suonavo. La visione non è più la stessa adesso: al mio fianco ci sta una figura completamente differente da quello che eri. Non sarà sicuramente la corda che ti rimpiazzerà eppure sembra iniziare ad odiarmi. Smetto di suonare un pò per cortesia e un pò per nostalgia, mentre inizio a gustare l'inizio di una nuova storia.

Non venire mai a cercarmi
sono andato, la vita è cambiata
ti mando un abbraccio
e la mia serenata di strada.




PS: Buonsalve! Ci tenevo a specificare soltanto che questa fanfiction in realtà è una songfiction, ispirata appunto a "Serenata di Strada" dei Modena City Rambles. E' l'unica loro canzone che ho ascoltato in vita mia e l'ho fatto per partecipare ad un concorso. Non me ne vogliate se ho stravolto la storia o ne ho colto delle sfumature che non erano appropriate! Che non me ne abbiamo i Modena City Rambles se ho usato una loro canzone. No scopo di lucro. So che sono nuovo però una recensione non fa altro che invogliarmi a scrivere ancora in questa torrida estate! Quindi non abbiate timore e, se volete, potrete anche suggeririe consigli o altro! :D Buona lettura! chaser of nightmares.
   
 
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