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Autore: Xavisio Bluttemberg    27/08/2011    8 recensioni
Dunque, dopo aver letto La Trappola del Tempo, la mia giá alta voglia di scrivere un'altra avventura che avesse come protagonisti questi due eroi atipici é aumentata a dismisura! Un pairing controverso, una coppia unita da una serie di disavventure, che hanno portato due mondi completamente diversi ad avvicinarsi fino a toccarsi, a fondersi addirittura, anche fisicamente. E tutto questo, almeno secondo me, non é soltanto una questione di magia.
In questa storia, poi, un legame di tipo diverso complicherá le cose in modo del tutto inaspettato. Vedrete ancora Artemis e Spinella avere bisogno l'uno dell'altro e coprirsi le spalle a vicenda... ma se stavolta non si trattasse di salvare il mondo?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Allora?”
Artemis non distoglieva lo sguardo dal Cubo che aveva davanti, nel quale vedeva l’elfa grattarsi la nuca con una certa impazienza, l’occhio nocciola che rifletteva la luce di un lumino da scrivania. Nonostante l’altissima definizione dello schermo, Spinella invece non riusciva a decifrare nulla dallo sguardo del suo interlocutore ed era fermamente convinta, conoscendolo bene, di non essere presa sul serio.
«Ma figurati,» pensava «piú che altro si stará chiedendo perché aveva ancora quell’aggeggio in casa.»
Se oggettivamente lo sguardo di Artemis appariva distante e non poco perplesso, tuttavia, egli sapeva bene che quel Cubo non era il suo, distrutto anni prima: da quando Polledro non lavorava piú per la LEP non gli ci voleva nulla ad anticipare la tecnologia del Popolo, ed aveva potuto tranquillamente vedere Spinella entrare in casa sua di nascosto con la sue ali ultimo modello, lasciare il Cubo su di uno scaffale isolato ed uscire con la massima cautela possibile.
Il ragazzo sollevó leggermente la testa dal sontuoso baldacchino sul quale riposava, per voltarsi ad osservare la parete opposta della stanza, interamente ricoperta di apparecchiature elfiche, perfettamente sistemate e funzionanti, collegate con Cantuccio 24 ore su 24. Se Spinella aveva avuto bisogno del Cubo per comunicare con lui, allora il favore che gli stava chiedendo, e che Artemis era davvero poco propenso ad accettare, poteva essere solo qualcosa di estremamente contrario ai principi della Polizia Elfica o, piú probabilmente, uno scherzo di cattivo gusto. Di conseguenza, sospiró e si convinse a ripetersi.
“Allora, Capitan Tappo?” esclamó accigliato ma tranquillo, tornando a guardare l’elfa nel display.
“Allora cosa, Artemis, mi sembra di essere stata abbastanza chiara!” rispose Spinella, il cui disagio sembrava aumentare a dismisura.
Erano tre mesi che non si sentivano.
”Davvero? Mi hai solo detto che hai bisogno di me e vuoi che ti segua sotto Cantuccio!” Artemis fece attenzione a calcare la parola ”sotto” proprio come avrebbe fatto la sua guardia del corpo. “Non pensi che per una cosa del genere avrei bisogno di qualche spiegazione in piú? Sai, di solito non vado a fare il bagno nel mare di lava!”
Spinella si sorprese a sospirare. Pareva tornato un fastidioso Fangoso uguale a tutti gli altri e, per quanto trovasse assurdo ammetterlo a sé stessa, la cosa le dispiaceva non poco.
Ma si sbagliava di nuovo. Artemis recitava. Si sentiva obbligato a recitare. Dopo quello che era successo sei mesi prima, davanti a lei non riusciva a non far finta di essere piú forte di quello che era, e per quanto la cosa gli riuscisse bene attraverso lo schermo, dentro di sé sentiva il cuore battere cosí forte che gli sembrava quasi volesse sfondargli il polmone sinistro. Dopotutto era vero: era anche lui un umano come gli altri… piú o meno.
Improvvisamente un rumore di passi echeggió nel Cubo e Spinella si avvicinó allo schermo per sussurrare: “Va bene, va bene, d’accordo, avrai capito anche tu che qui le cose non vanno come dovrebbero e io non potrei salire a darti spiegazioni, ma visto che non mi lasci altra scelta…”.
Dopodiché la comunicazione si interruppe e, nell’ala del castello riservata ad Artemis, caló il silenzio, elettroronzii a parte.
«Era seria» realizzó pienamente, fissando l’affresco sul soffitto «Aveva davvero bisogno del mio aiuto e non le ho dato peso. Ci siamo salvati la vita almeno tre o quattromila volte a testa, abbiamo affrontato e superato assieme sfide all’apparenza insormontabili, e io volevo davvero una spiegazione? Ho davvero bisogno di un buon motivo per aiutare un’amica in difficoltá, per dare una mano all’unica persona di cui riesco a fidarmi al di fuori della mia guardia del corpo?»
Scuotento la testa come per rispondere alla domanda che si era fatto da solo, Artemis si giro su di un fianco e, recuperato il Cubo come un vecchio compagno dei tempi andati, si mise a riflettere e ad indagare su cosa potesse star succedendo.
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Angolo dell'autore
Vi avviso, sará una cosa lunga. Il che vuol dire che siccome ho un casino di cose in mente al momento, potrebbero volerci diversi mesi a finire la storia, per quanto la trama sia giá tutta nella mia testa. Ah, e scusate per tutto quello di cui mi posso scusare, é la prima fanfic che ho il coraggio di postare xD
  
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