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Autore: BeaterNightFury    30/08/2011    1 recensioni
Questa storia è una raccolta di missing moments sulla serie "Al Potter e il Viaggio nel Tempo". Potrete trovarci il primo incontro tra Fred e Fiuto, un'avventura di Albus alla scuola elementare, e altre storie che in realtà sto cogliendo l'occasione di scrivere contest dopo contest.
Il titolo è una citazione da "Al Potter e la Bilancia di Crono".
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Fanfiction classificatasi terza al “New Generation Contest” di June, sul forum di EFP, e vincitrice del Premio Risata nello stesso contest.

 

Dal capitolo 13 di “Al Potter e la Bilancia di Crono”

Rose guardò la creatura con aria scettica.

“Fred, non sei un po’ troppo cresciuto per i Puffskein?”

“Non è un Puffskein” disse Fred togliendoselo dalla faccia “È uno dei prototipi di papà, mi ha chiesto di testarglielo durante questo semestre. Non ha nemmeno un nome, la sua specie. Praticamente sarebbe un Puffskein, sì, ma fa un casino di cose. Può rintracciare una determinata persona soltanto usando l’odorato, ha un udito fenomenale, e soprattutto è un ottimo sistema di difesa per maghi inesperti. Vi faccio vedere”

Posò la bestiola per terra.

“Fiuto, attacca!”

 

Decisi di tagliare la parte in cui Fred riceveva Fiuto in quanto bisognava lasciare spazio al viaggio nel tempo, alla love story di Tom e Lily e... sì, insomma, anche andando a riscrivere non avrei potuto metterla da nessuna parte.

E quindi, è diventata una storia a sé.

 

Episodio 1

Il migliore amico del mago

 

7 Gennaio 2020, Diagon Alley n°93, appartamento sopra i Tiri Vispi Weasley

 

Chiunque avesse inventato una fine alle vacanze di Natale meritava il rogo.

Frederick Brian Weasley, meglio conosciuto come Fred, non era esattamente il classico tipo mattiniero che sua nonna si sarebbe aspettata da lui.

La sveglia gli era suonata tre volte, e invece lui era ancora sotto il piumone blu, la testa coperta di riccioli scuri infilata saldamente sotto il cuscino.

Riusciva a sentire suo padre che se la rideva. Non prendeva mai le cose molto sul serio, almeno non i trucchetti che Fred combinava ogni tanto (ogni troppo poco tanto, avrebbe detto invece sua madre)

Roxanne, seduta sul letto sotto il suo, aveva iniziato a gridare qualcosa a proposito di “perderai il treno”. Mpf.

Fred non capiva affatto per quale motivo i suoi genitori avessero deciso di tirare fuori una sorellina. Insomma... era una peste, ecco. E nonostante avesse cinque anni meno di lui, era terribilmente ostinata a fargli da balia.

Una volta Fred era riuscito a farle credere che “tramare qualcosa” volesse dire “mettere un petardone sotto la sedia di zio Percy”. Peccato che ormai era un anno che non ci credeva più...

Qualche mese prima di essere ammesso a Hogwarts, ben tre anni prima, era persino riuscito a combinarle un bello scherzetto con la magia.

Roxanne gli aveva pasticciato la faccia con i trucchi della mamma mentre lui dormiva sul divano. E lui, un po’ perché si era incavolato nero (sì, proprio così), un po’ per farsi quattro risate alle spalle della sorella, aveva trasformato il suo gattino di pezza preferito (una cosa sdolcinata Babbana trovata chissà dove dal nonno, Hello Kitty se Fred non si ricordava male, che gli faceva venire carie e diabete solo a guardarla) in un rospo.

Un grosso rospo violaceo, taglia record come lo era stato il pupazzo.

E con un gracidio da... com’è che lo chiamava nonno Arthur? Ah, sì, Guinness Depravati.

L’espressione – e lo strillo – di Roxanne erano stati impagabili.

E anche la reazione di papà: dopo aver fatto sparire il rospo aveva serrato il collo di Fred in una mezza morsa con un braccio e gli aveva grattato la testa con un pugno, all’inequivocabile commento “E bravo il mio ragazzo!”

La reazione di mamma, invece, era stata davvero indimenticabile: niente Quidditch per un mese, divieto di scendere nel negozio con papà, giocattoli e Gomme Drooble sequestrati. Per non parlare poi della mezz’ora che aveva passato a strillare.

E ovviamente il trauma mentale rimasto per mesi. Senza contare che da quel giorno, i Mollicci davanti a lui prendevano la forma di sua madre che strillava.

Però l’avrebbe fatto altre mille volte per sentire Roxanne strillare di nuovo. Senza contare che adesso non voleva più vedere né Hello Kitty né rospi o cose del genere, con grande sconforto del suo amichetto Frankie che andava pazzo per qualsiasi cosa fosse rettili o anfibi e si portava sempre dietro una testuggine che rispondeva al nome di Malocchio.

“Fred o esci dal letto o lo dico alla mamma!” stava strillando Roxanne al momento

“E io dico a Frankie di portarsi Malocchio la prossima volta che viene qui!” ribatté Fred facendo capolino tra cuscini e coperte

Poco lontano da Roxanne, papà stava guardando un orologio.

“Fred, se avessi la cortesia di alzarti, io e te dovremmo parlare di una faccenda seria”

Ah, bene! Una faccenda seria... chi era quello, che ne aveva fatto di papà?

“Faccenda seria? Bene, rimango a dormire. Non mi interessa”

Si infilò di nuovo con il piumone blu tirato su fin sopra alle orecchie, e coprì di nuovo la testa con il cuscino.

Certo, prima o poi si sarebbe alzato, ma non aveva intenzione di darla vinta a nessuno, specialmente a sua sorella.

Nella stanza, strano a dirsi, era calato il silenzio.

Non era un buon segno.

Tra gli esperimenti di papà, le sgridate di mamma o gli strilli di Roxanne, il silenzio era merce decisamente rara a casa Weasley, a meno che non fossero tutti a passare il weekend da nonno Arthur e nonna Molly. In quel caso, il casino scoppiava alla Tana.

Rumore di passi. Fred cercò di capire da dove veniva.

Una delle tante cose che aveva imparato fingendo di dormire era riconoscere i membri della sua famiglia dal rumore dei passi. Papà ce l’aveva più pesante, mamma un po’ più rapido, i passi di Roxanne invece sembravano quasi un rullante Babbano per ritmo e velocità (Fred suonava il basso in una band a Hogwarts, e sapeva esattamente cos’era un rullante perché il suo migliore amico era il batterista).

A giudicare dalla cadenza dei passi, era papà. Bene, con papà poteva stare sicu...

“AAAAAHH!”

Fred scattò a sedere e per poco non picchiò la testa contro il soffitto. Qualcosa di umido e tiepido gli aveva sfiorato la faccia – qualcosa che si muoveva!

Si portò la mano dove il coso lo aveva toccato. Bagnato e appiccicaticcio. Il che voleva dire... bava!

Qualcosa che sembrava un incrocio tra uno squittio e le fusa di un gatto attrasse l’attenzione di Fred su quella che sembrava una palla di pelo accoccolata sul suo letto. Il “coso” era a macchie crema e rosso scuro, aveva due occhietti neri seminascosti da tutto quel pelo, un naso rosa che a stento emergeva dalla lanugine, delle orecchie triangolari tipo gatto un po’ flosce e persino una coda, ma la lunga lingua di fuori tradiva la specie a cui apparteneva la strana creatura.

Puffskein.

La bestiola a quanto pareva stava cercando qualcosa – e Fred aveva idea di cosa fosse quel qualcosa, dato che il coso gli stava avvicinando la lingua alle narici.

“E questo da dove salta fuori?” chiese a papà, allontanando la lingua della creatura con una manata

Quello si chiama Fiuto. Ed è la cosa seria di cui ti parlavo”

Fred scese giù dal letto a castello, una smorfia dipinta sul volto, e tirò giù la palla di pelo.

“Papà, avevo dieci anni quando ho smesso di chiederti un Puffskein” protestò mentre “Fiuto” tentava di nuovo di leccargli le caccole

“Lo so” disse papà grattando la creatura dietro l’orecchio “Ma uno, non è propriamente un Puffskein. Due, ho bisogno che tu me lo testi durante questo semestre. Voglio vedere come si comporta in un ambiente affollato, quanto effettivamente sia leale ad un mago, cose del genere. E magari anche che tu faccia un po’ di pubblicità”

“Come se tu ne avessi bisogno” commentò Fred ricordandosi di quanto era affollato il negozio durante le vacanze “Ma che cos’è esattamente?”

“Non ha ancora un nome” disse papà “Ma stai tranquillo, tutti i permessi possibili e immaginabili per l’Allevamento Sperimentale. Praticamente ho provato ad incrociare Puffskein con Snasi e con un’altra creatura trovata da Luna in Germania, non chiedermi come abbia fatto, sappi solo che ho avuto un grosso aiuto da parte di Rolf Scamander e Hagrid. Per quello che ci ha messo Hagrid, ti posso solo assicurare che se gli ordini di attaccare è un ottimo strumento di difesa, e resiste al Gas Strozzante e cose del genere, alle botte e a venire lanciato. Però scoprire il resto tocca a te”

“Scommetto che è stata un’idea di zio Ron” fu l’ultimo commento di Fred mentre, sogghignando, si dirigeva in cucina a fare colazione. Zio Ron, che Fred aveva spesso aiutato a dar da mangiare alle Puffole Pigmee quando ancora non andava a Hogwarts, aveva sempre raccontato di aver avuto un Puffskein da bambino.

E di come papà lo aveva ridotto più volte in fin di vita usandolo come Bolide per allenarsi.

A quanto pareva, Roxanne ce l’aveva ancora con lui, perché per tutta la durata della colazione lo guardò in cagnesco, con un cipiglio che a Fred ricordava molto sia la mamma che nonna Molly che zio Percy e la Prefetta Perfetta Lucy.

Quel cipiglio, quando partiva da Roxanne, significava solo guai. Tempo qualche minuto, e la sua adorabile sorellina si sarebbe vendicata.

E l’ora della resa dei conti arrivò puntualmente, quando nel piatto di portata al centro rimase solo una fettina di bacon. Fred allungò la forchetta per prenderla (era un adolescente in piena crescita, lui, era normale che avesse bisogno di nutrimento!) ma Roxanne, con uno scatto fulmineo, agguantò la fettina e la depositò nel suo piatto, esibendo un sogghigno che non poteva che voler dire “alla faccia tua!”

“Ah, sì?” fece Fred alzando un sopracciglio “Fiuto... attacca!”

Fiuto aprì la bocca e rigurgitò una specie di moccio verdastro su Roxanne e sul piatto. Roxanne strillò, scattò in piedi e scappò nell’altra stanza chiamando a gran voce la mamma, mentre Fiuto leccava via dal piatto sia il moccio che il bacon.

“Sai, Fiuto” gli disse Fred grattandolo dietro un orecchio come aveva fatto papà “Penso proprio che io e te diventeremo grandi amici”

 

 

 

Giudizio del concorso:

Il migliore amico del mago, di JediKnightMarina55.
Grammatica e lessico: 14,40/15. 
Non ci sono errori se non due virgole dimenticate (-0,20) e quattro punti mancanti (-0,40). 

Stile e forma: 15/15. 
Una storia ben scritta e ben strutturata, eh già. Lo stile è semplice ma essenziale, e, cosa molto importante, non hai inserito nella storia cose assurde. Brava. ^^ 

Caratterizzazione: 14,90/15. 
George è George, e lui è l’unico punto ‘Rowling’ di riferimento che abbiamo. Ho adorato Roxanne, dico davvero, e anche Fiuto, specialmente quando sputa moccio sul piatto della ragazza! 
Di Fred, che è il protagonista, purtroppo non sappiamo niente, ma mi è piaciuta molto la tua caratterizzazione. 

Originalità: 15/15. 
Beh, la tua è una storia molto originale e divertente, una cosa nuova che mi ha fatto ridere. E non poco. L’incrocio tra il Puffskein, uno Snaso e la creatura trovata da Luna era a dir poco fantastica. Fiuto è una trovata geniale. *_____* 

Gradimento Personale: 14,90/15. 
Ti dirò la verità, non ho mai letto qualcosa su Fred. Non per altro, solo che non mi ha mai incuriosito come personaggio. Ora, però, la tua storia mi ha fatto cambiare idea. Il fatto è che ho sempre preferito Fred, e la sua morte mi ha fatto cadere il mito dei gemelli… Credo che adesso cercherò di più sul suo conto. 

Totale: 74,30/75. 

   
 
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