Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Hookina90    02/09/2011    1 recensioni
Salve ragazze questa è la miaprima fan fiction
Dpo la morte di Andrea la mia vita era diventata uguale troppo uguale. Ogni giorno avevo una crisi di pianto, ma non sapevo che la ia vita sarebbe cambiata totalmente
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo due settimane dall’arrivo di Angel, lui ed io ci eravamo uniti molto. Era un ragazzo molto simpatico e dolce, anche se a volte era molto vanitoso e sfacciato.
Come mi aveva promesso mi aiutò molto per affrontare la mia paura per le moto. Io invece non gli ero stata d’aiuto perché ogni volta che provavo a salire sullo scooter di Angel, vedevo con la mente l’immagine di Andrea sull’asfalto in una pozza di sangue e così scendevo subito, pallida e madida di sudore. Ogni volta che sbiancavo Angel mi confortava e mi faceva sentire al sicuro.
Sabato, al termine della scuola, stavo aspettando Angel vicino alla moto, ma quando arrivò, mi disse: “Cassy ho capito che non riuscirai mai a superare la tua paura finché non superi la morte di Andrea”, disse sfacciatamente.
“Angel, il mio ragazzo è morto solo un mese mezzo fa! Come faccio a dimenticarlo tutto così da un momento all’altro”, ribadii alzando la voce.
“Non ti sto dicendo di dimenticarlo ma affrontare la verità sulla morte di Andrea e andare avanti. Se lui ti vedesse adesso non credo che sarebbe contento o mi sbaglio?”
Aveva ragione, come al solito, Andrea voleva vedermi sempre felice. Mi diceva sempre che quando ero triste lo era anche lui. Non l’avevo mai vista da quel punto di vista. Poteva essere il mio nuovo modo di vedere la vita. Però dovevo essere intransigente ed andare avanti e pensare ad essere felice.
Lo dovevo fare per Andrea. Ci dovevo riuscire!
“Hai ragione c….”
Non riuscii a finire la frase perché mi sentii chiamare. Mi girai e vidi Dani. Ormai erano giorni che non ci parlavamo e mi dispiaceva molto perché era il mio migliore amico. Quando incontrai il suo sguardo era un misto di tristezza e rabbia. Quell’espressione, non lo so perché, mi aveva dato uno strano presentimento.
“Ciao Cassy, ti posso parlare?” chiese freddamente, avvicinandosi.
Angel mi guardò, gli sorrisi, lui ricambiò. Poi mi salutò e se ne andò lasciando me e Dani da soli.
“Certo”, dissi serenamente.
“Perché passi molto tempo con quel tipo?” chiese con rabbia.
“Quel tipo ha un nome: Angel. Abbiamo passato molto tempo insieme per la tesina e perché mi sta aiutando a superare la mia paura per le moto. Siamo diventati amici. Non ci vedo niente di male”.
“Solo amici?”
“Sì, perché c’è qualcosa che non va?” chiesi in modo acido. Non mi piaceva parlare così con Daniele, perché era un mio amico anzi il mio migliore amico, ma mi urtava il suo modo di fare.
“Sì perché non stai più con me”, dichiarò furioso.
“Lo so che non parliamo da un paio di settimana e mi dispiace, però non voglio perdere Angel per un tuo capriccio”, dissi urlando.
“Cassy, lo dico per il tuo bene, è meglio che lo lasci stare”
“Cosa? Perché? Angel è un bravo ragazzo. Dani, perché ti comporti in questo modo? ”
Non rispose subito.
“Io voglio stare sempre con te perché Cassy, per me, tu sei più di un’amica”
Rimasi allibita, non me lo aspettavo proprio. Non volevo crederci.
Vedendo che non davo segno di vita, Dani continuò: “Cassy io ti amo. Lo sapevo inconsciamente, ma quando ti ho iniziato a vedere sempre con Angel dentro di me, è nata una rabbia incontrollabile. Forse ho iniziato a provare qualcosa di più dell’amicizia quando stavi male per la morte di Andrea. Era nato qualcosa ma non lo avevo ancora capito”
Adesso iniziai a comprendere perché si stava comportando così. Era geloso.
Io per lui provavo solo una forte amicizia ma niente di più.
Sapevo che la nostra amicizia non sarebbe stata come prima, ma non volevo perderlo. Speravo che non si arrabbiasse con me. Non potevo stare con una persona di cui non ero innamorata.
“Dani, mi dispiace ma non provo il tuo stesso sentimento”, dissi tristemente perché sapevo che avevo ferito i suoi sentimenti. Non rispose, abbassò lo sguardo. Quando incrociai di nuovo i suoi occhi vidi anche aveva una
strana espressione, provai a decifrala ma non ebbi il tempo perché iniziò ad avvicinarsi.
All’improvviso sentii le sue labbra premere sulle mie. Provai a respingerlo ma era troppo forte.
Quando si allontanò, sentii scendere lacrime copiose sulle mie guance.
Era impossibile. Doveva essere un brutto sogno, mi dissi fra me e me, sperando di risvegliarmi nel mio letto.
“Scusa Cassy….”, disse dolorosamente.
Non sentii finire la frase che me ne ero già andata via di corsa. Dani provò a chiamarmi, ma non mi fermai e non mi volsi a guardarlo. Sarebbe stato troppo doloroso.
Arrivai a casa in pochi minuti. Quando entrai, non c’era nessuno. Ero sola. Avevo il volto rigato dalle lacrime e mi mancava l'aria e ogni respiro era una fitta dentro di me che mi toglieva il fiato.
Volevo urlare, ma anche le parole mi avevano abbandonato. Se mi tenevo tutto dentro, era ancora peggio. Dovevo sfogarmi con qualcuno. Ogni volta che stavo male, parlavo con Daniele ma quella volta era stato proprio lui a ferirmi.
Dopo aver girato per casa per un paio di minuti tentando di calmarmi inultilmente, decisi di
chiamare Angel.
Drin….Pronto ciao Cassy”
“Ciao” gli risposi con una voce tremolante.
Cassy, cosa è successo?” chiese preoccupato.
“Puoi passare un attimo a casa mia?”, mentre glielo stavo chiedendo, mi scappò un singhiozzo.
Arrivo subito”
Mentre lo aspettavo, mi sdraiai sul letto, le lacrime stavano diminuendo, forse la mia crisi stava per finire.
Angel arrivò subito. Appena mi vide mi abbracciò e iniziai di nuovo a singhiozzare. Lui mi teneva stretta tra le sue braccia. Quando iniziai a calmarmi, mi chiese: “Cassy, cosa è successo?”
Gli raccontai tutto senza tralasciare niente. Dopo un momento di silenzio che a me sembrava interminabile, mi disse: “ Cassy, mi dispiace molto.”
“Non so cosa fare. Non so se riuscirò a perdonarlo per avermi baciato contro la mia volontà. Nello stesso tempo non voglio perdere anche lui.”
“Cassy, lo so che adesso non lo vuoi perdonare però tu ci tieni molto a lui e con il tempo riuscirete a far ricominciare la vostra amicizia più forte di prima”
Improvvisamente sentii suonare il citofono. I miei genitori non potevano essere perché erano ancora a lavoro. Così andai a sentire chi era e Angel mi seguii.
“Chi è?”
Ciao Cassy sono Daniele mi puoi far salire ti voglio parlare”
Prima di rispondergli tappai la parte della cornetta da cui passava la mia voce.
“Cassy, chi è?” mi chiese preoccupato Angel.
“Daniele” gli dissi laconicamente.
“Cosa vuole?”
“Parlarmi”
In quel momento non riuscivo a formulare una frase come potevo affrontare Dani.
“Tu cosa vuoi fare?”
“Non lo so. Una parte di me vorrebbe incontrarlo e perdonarlo e riavere il mio amico ma l’altra parte non vuole aprire perché ha paura di soffrire. Secondo te cosa dovrei fare?”
“Secondo me dovresti parlargli. Più tempo passa, peggio è. Te lo dico per esperienza personale” Gli sorrisi. Non so se aveva ragione. Sapevo che non volevo perdere il mio migliore amico e volevo ristabilire la nostra amicizia, anche se questo voleva dire soffrire. Avevo passato momenti peggiori.
“Si” risposi a Daniele.
Dopo un paio di minuti incontrai di nuovo gli occhi di Daniele e senza dire niente andai verso la mia camera, lui mi seguì. Angel restò in salotto.
“Scusa Cassy per prima, non volevo farti soffrire ma è stato più forte di me. Sono stato un
grandissimo stupido e un pessimo amico. Io non dovrei farti del male invece l’ho fatto e per questo ti capisco se non mi vorrai più parlare. Cassy, sai che io ti voglio un gran bene e te ne vorrò per sempre. Non voglio perderti perché sei stata un grande amica, la mia migliore amica. Mi sei stata vicina nei brutti momenti come quando è morto mio padre. Purtroppo ho rovinato tutto solo per un momento di debolezza. Questo mi fa sentire malissimo. Vorrei tornare indietro nel tempo e cancellare quell’enorme errore. Scusami ancora”, disse, mentre le lacrime gli scendevano sulle guance arrossate.
Non mi stava mentendo. Era veramente dispiaciuto. Lo sapevo che aveva sbagliato ma non lo avevo ancora perdonato.
“Dani, il gesto che hai fatto mi ha ferito molto. Forse ti potrei perdonare ma per adesso ancora no. Ho bisogno di un po’ di tempo”
“Ti capisco spero di poter tornare presto un tuo caro amico perché tu sei una delle persone più importanti e non ti voglio perdere”
“Anche tu lo sei e non voglio perdere pure te. Però ho bisogno di tempo”
“Ok va bene. Ci vediamo lunedì a scuola”
Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Dopo pochi secondi mi raggiunse Angel.
“Com’è andata?” chiese premuroso.
“Così e così”
“Perché cosa è successo?”
“Mi ha detto che quel bacio è stato solo un momento di debolezza. Non voleva farmi soffrire e non vuole perdermi perché sono molto importante per lui”
“Tu cosa gli hai risposto?”
“Prima di poterlo perdonare ho bisogno di un po’ di tempo”
“Cassy, so che alla fine tornerà tutto come prima”
“Lo spero”, dissi sospirando.
“Adesso devo andare. Ma se vuoi che resti…”
“No stai tranquillo ci vediamo lunedì”, dissi provando a sorridere .
“Ok ciao, e se hai bisogno di qualsiasi cosa fammelo sapere”, affermò dolcemente.
Quella sera mangiai poco non avevo molta fame. Mia madre mi chiese preoccupata: “Perché non mangi? Cosa è successo?”
Purtroppo io non mi confidavo molto con mia madre, quindi conosceva poco della mia vita sociale al di fuori di casa. Sapevo che sbagliavo, ma alcune volte ci sono cose troppo dolorose che non devono venire a galla.
“Stasera non ho molta fame. Ho mangiato molto a pranzo”
“Ok. Cassy hai pensato a cosa fare per il tuo compleanno. E’ tra una settimana. Dovresti già iniziare ad organizzare qualcosa”
Mi ero scordata del mio compleanno. Maledizione! Dovevo fare qualcosa era pur sempre il mio diciottesimo compleanno. Poi lo volevo fare anche per Andrea. Lui mi avrebbe preparato una serata indimenticabile. Avrei organizzato una piccola festa con pochi amici.
“Si ci sto pensando. Però non so ancora di preciso cosa fare.”
Mio padre intervenne nella discussione dicendo: “Cassy semmai puoi usare la nostra casa in campagna.”
Era una bella idea. Almeno non c’erano genitori nei dintorni.
“Bella idea, papà.”dissi abbozzando a un sorriso.
“Lo so sono sempre mie le belle idee”
“Modesto” disse in modo sarcastico mia madre.
“Grazie papà”
“Di niente piccola. La festa la organizzerai con Daniele, siete proprio bravi quando le progettate ”
Era vero. Ogni anno Dani ed io preparavamo feste spettacolari. Molto famose nella mia scuola. Infatti, alcune volte avevo aiutato dei miei compagni a progettare le loro feste di compleanno.
Quell’anno non potevo chiedere aiuto a Daniele. Mi serviva del tempo per diminuire il dolore che mi aveva provocato.
Non era giusto perché non potevo avere una vita felice come tutte le ragazze!
“Cosa c’è, Cassy?” chiese mia madre preoccupata.
Molto probabilmente il mio sorriso si era trasformato in una smorfia di tristezza e mia madre se ne era accorta.
“Niente mamma” dissi provando a sorridere.
Per la festa avrei chiesto aiuto ad Angel. Il problema era: Daniele lo dovevo invitare? 
   
 
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