Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |       
Autore: VaniaMajor    05/09/2011    6 recensioni
La primavera giunge accompagnata da due lieti eventi: un matrimonio e un anniversario. Sesshomaru sembra deciso a perderseli entrambi. Affari lo chiamano in Cina...affari che hanno una stretta relazione con la figura di suo padre. Durante la sua assenza, però, la pace viene fatta a pezzi da un pericolo allarmante...Ultimo (forse) capitolo della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Saga di 'Cuore di Demone''
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Author's note: Benvenuti! Inizia qui una nuova avventura della saga di Cuore di Demone :) Spero che vorrete leggerla fino alla fine e che riceverò la solita dose di minacce di morte, ah ah ah! Cominciamo!!

Era una notte magnifica. Il cielo era terso come se qualcuno avesse pensato a spazzarlo da qualunque residuo di nube. Le stelle splendevano con un’intensità pura e fredda, lasciando intravedere lo spettacolo della Via Lattea. La luna era solo uno spicchio crescente, un’unghia di luce che solcava il cielo. L’aria era tiepida, piacevolmente apportatrice di pensieri primaverili. Tutto era perfetto.
Anna si voltò verso Sesshomaru. Lui era a pochi passi da lei, seduto per metà all’interno della camera, con la schiena appoggiata alla porta scorrevole. La guardava con occhi scintillanti, che nulla avevano da invidiare allo spettacolo della volta notturna. Un brivido piacevole scosse il corpo di Anna quando lui allungò una mano verso di lei.
«Vieni.» mormorò, un ordine che lei fu ben felice di assecondare. Sfiorò le lunghe dita con le proprie e lui la fece inginocchiare di fronte a sé. Seguì le linee del suo volto con le dita, assorto, come se cercasse nei suoi lineamenti qualcosa di particolare, poi si chinò a baciarla. Le sue labbra sfiorarono quelle di Anna…
«Anna!»
Anna si svegliò con un grido di spavento e frustrazione incastrato in gola, mentre si metteva a sedere di scatto sul futon, stringendosi contemporaneamente addosso la coperta. Il suo istinto le aveva ricordato di essere pressoché nuda. Del tutto sveglia e non poco arrabbiata per quella chiamata così brusca, Anna si voltò verso colui che le aveva perforato l’orecchio con la sua voce. Sesshomaru era seduto accanto a lei e quegli occhi che le avevano provocato le palpitazioni fino a un istante prima, in quel momento la stavano squadrando con quello che era senza dubbio compatimento.
«Non si è mai visto che uno yokai impieghi tanto tempo a svegliarsi.» disse Sesshomaru, squadrandola.
«Stavo sognando.- ribatté Anna, seccata- Adesso non si può più nemmeno sognare?»
«Non se questo inibisce i tuoi sensi.- disse Sesshomaru, con una smorfia- Ti ho chiamata quattro volte, di cui l’ultima dritta nel tuo orecchio. Non hai nemmeno avvertito il mio odore.»
«Visto che sognavo te, non mi pare una cosa tanto grave.» sbuffò Anna, scostandosi i capelli biondi dalla spalla. Quando Sesshomaru la svegliava con la ferma intenzione di provocare discussioni, l’avrebbe strozzato volentieri. Se c’era una cosa che odiava a morte, era svegliarsi male la mattina, soprattutto quando doveva lasciare a metà un bel sogno. Il problema era che Sesshomaru lo sapeva benissimo. Purtroppo, sembrava che la passione di Sesshomaru per le loro ‘curiose conversazioni’ non fosse affatto scemata…e forse gli faceva piacere vederla arrabbiarsi.
«Sognavi me?» chiese Sesshomaru, sollevando appena un sopracciglio. Anna lo guardò da sotto in su, imbronciata. Sul volto del demone comparve un breve sorrisetto e nei suoi occhi luccicò un lampo pericoloso e tremendamente seducente. «Cosa sognavi, Anna?» chiese Sesshomaru, mormorando.
Anna si accorse di essere arrossita. Maledizione, perché riusciva sempre a metterla a disagio? Eppure, era ormai un anno che si conoscevano! E da mesi erano legati da sentimenti indissolubili, nonostante i vari problemi in cui erano incappati! Perché riusciva sempre a coglierla in flagrante?
«Fatti miei.- borbottò Anna, decisa a non rivelare il proprio sogno allo yokai- Ora, se non mi hai chiamata per un qualche motivo, perché non esci e lasci che mi vesta?»
Sesshomaru si alzò per metà, posando una mano oltre il corpo di Anna e protendendosi su di lei, sempre con quella luce pericolosa negli occhi.
«Sei sicura? Devo andarmene?- chiese, il viso a un niente da quello di lei- Scommetti che indovino cosa stavi sognando?»
«E invece non lo sai!» esclamò Anna, imbarazzata da morire, mentre il cuore prendeva a galoppare come un puledro impazzito. Il suo viso era in fiamme. Il sorriso di Sesshomaru si accentuò.
«Sei come un libro aperto.» sussurrò, prima di iniziarle a baciarle il viso con delicatezza. Anna mugolò una protesta, ma invano. Si sarebbe arresa, come sempre.
«Sei impossibile.- protestò, borbottando- Allora è per questo che mi hai svegliata?»
Sesshomaru le chiuse la bocca con un bacio e Anna non trovò più occasione di protestare. Più tardi, mentre Anna faceva colazione avvolta solo da una veste leggera color oro, Sesshomaru le tese una lettera.
«Cos’è?» chiese Anna, prendendola in mano.
«Leggila e lo saprai.» fu la risposta di Sesshomaru, che come sempre evitava quando possibile di perdersi in chiacchiere. Anna non se la prese e srotolò invece il foglio di pergamena. Lo scorse velocemente e una smorfia le comparve sul viso.
«Ma com’è scritta questa lettera?- gemette, confusa dagli ideogrammi scritti in fretta e con una pessima calligrafia- E’ giapponese più antico di quello che si parla qui, non capirò niente!»
Guardò Sesshomaru con aria supplichevole, ma il demone non le diede la minima considerazione. La guardò soltanto di sottecchi, come in attesa di altre lamentele. Seccata, sapendo bene che Sesshomaru provava un certo piacere nel vederla in difficoltà e soprattutto nel sentirla chiedere aiuto, Anna strinse le labbra e si immerse nella titanica impresa di decifrare quella missiva. Se la sarebbe cavata da sola a costo di perderci sopra la vista! Dopo qualche tempo passato a litigare con gli ideogrammi, riuscì infine a capire il senso della lettera.

- A Sesshomaru-sama, Principe dei Demoni dell’Ovest.
Salve, sovrano di demoni. Il mio nome è Kun Yan e mi fregio di essere un demone di questa onorata terra di Cina. Tu non mi conosci, ma io conosco te attraverso il tuo sangue. Per meglio esprimere questo concetto, ti confiderò che conoscevo tuo padre. Ho avuto l’onore di legarmi a lui in amicizia al tempo ormai lontano del suo viaggio in Cina, ben prima della funesta battaglia che vide la sua dipartita da questo mondo. Egli mi parlò di te, suo unico figlio ed erede, e in seguito mi illustrò la lotta di potere che la nascita del suo secondogenito aveva generato. Ma non ti sto scrivendo per rinvangare il passato…soltanto per gettare le basi a questo presente che in modi misteriosi mi lega ora a te, figlio di Inuken.
Sappi, Sesshomaru, che dodici mesi orsono mi apparve lo spirito di tuo padre. Egli non si soffermò in mia presenza che per chiedermi un favore che al momento non compresi e che ancora non mi è chiaro. Nonostante ciò, ho esaudito le sue richieste, in nome della nostra lunga amicizia. Lo spettro di tuo padre mi chiese di fabbricare per te un gioiello.
Ti sia noto, Sesshomaru, che io sono un mastro gioielliere fra i demoni, conosciuto e stimato nei suoi tremila anni di vita, in grado di donare a metalli e pietre poteri antichi che nessuno più conosce. Ho approntato per te questo dono, riuscendo a ultimarlo nel tempo limite di un anno, tempo che mi fu chiaramente segnalato da tuo padre. Io sono vecchio e per quanto i miei poteri di mastro gioielliere non siano scemati, il mio corpo non risponde più ai comandi come un tempo. Non posso recarmi nelle tue terre per consegnarti il mio dono. Ti invito quindi a venire a prenderlo di persona, domandandoti perdono per una richiesta così sfacciata. Tu forse saprai dirmi per quale motivo Inuken mi ha fatto una tale richiesta. Spero non siano in vista pericoli per il tuo casato, ma che il dono approntato possa servire al solo scopo di accrescere il tuo potere.-

Seguiva una rozza mappa che indicava la dimora di Kun Yan e l’arzigogolata firma dello stesso. Anna alzò gli occhi su Sesshomaru.
«Tuo padre…» mormorò, pensierosa. Anna aveva avuto modo di conoscere Inuken nella sua forma spettrale. A ben guardare, era stato proprio lui a favorire l’apparizione di Anna nella Sengoku Jidai e a spingerla a votarsi a Sesshomaru per il resto della vita. Anna doveva essere il suo dono al figlio maggiore, il cui cuore non sapeva amare. Nonostante le vicissitudini e i nemici che avevano cercato di separarli in ogni modo, si poteva dire che il desiderio del defunto Signore dei Demoni si fosse realizzato. Anna corrugò la fronte nell’accorgersi che Inuken era comparso a Kun Yan un anno prima, in concomitanza con il momento in cui si era ritrovata sola e sperduta in una foresta sconosciuta dell’antico Giappone.
«Non hai altro da dire?» chiese Sesshomaru, dopo averle lasciato qualche istante per pensare.
«Cosa vuoi che dica?- rispose lei, con un gesto distratto- Mi sembra evidente che tu debba andare in Cina. Se tuo padre ha commissionato per te un oggetto magico, è giusto che tu vada a prenderlo.»
«Mi chiedo cosa l’abbia spinto a mostrarsi e cosa abbia chiesto a quel vecchio.» mormorò Sesshomaru, socchiudendo appena gli occhi ambrati in un’espressione cupa e sospettosa.
«Kun Yan spera che tu possa spiegarlo a lui.» osservò Anna, arrotolando di nuovo la lettera.
«E cosa vuoi che ne sappia?» disse Sesshomaru, secco.
«Probabilmente quando ti spiegherà le funzioni dell’oggetto magico comprenderai perché è stato fatto creare.- disse Anna, pensierosa- Tuo padre non è tipo da fare cose inutili.»
«No, non lo è.» disse Sesshomaru, dopo un istante, sfiorando Tenseiga. Anna sorrise. Sesshomaru aveva iniziato ad accettare l’eredità paterna quando aveva usato Tenseiga per salvare Rin, ma si era convinto di non essere stato messo in secondo piano dal padre solo quando aveva potuto far tornare in vita Anna, che si era sacrificata per lui. Si alzò e andò a sedersi accanto a lui, posando la testa sulla sua spalla.
«Vengo anch’io?» chiese, guardandolo con i suoi luminosi occhi azzurri. Sesshomaru le lanciò un’occhiata, sollevando appena un sopracciglio.
«Perché, volevi rimanere a casa?» chiese, sarcastico. Anna sorrise, avvicinandosi ancora di più per godere del suo calore. Mai una volta che Sesshomaru non le rivoltasse la domanda! Non le avrebbe mai chiesto di andare con lui, doveva essere lei a farlo. Soffocò una risata. Nonostante il fatto che le disgrazie che li avevano quasi divisi fossero invece riusciti a legarli indissolubilmente l’uno all’altro, l’atteggiamento esteriore di Sesshomaru non sarebbe mai cambiato.
«Non si sa mai, magari la mia presenza ti dà fastidio.- lo stuzzicò, birichina- Magari ti sei stancato di sentirti ripetere che ti amo ogni cinque minuti.»
«Quando non mi dai dello stupido.» osservò Sesshomaru, senza cambiare tono ma assecondando lo scherzo. Anna rise, poi lo baciò con impeto sulla guancia.
«Ma certo che vengo anch’io! Da solo non ti lascio di sicuro.- ridacchiò, felice al pensiero di viaggiare con lui- Ogni volta che scompari da sotto i miei occhi succede qualcosa.»
«Non me lo ricordare.» mormorò Sesshomaru, stringendo le labbra. Anna gli accarezzò una guancia, intenerita. Sesshomaru non si era ancora perdonato le atrocità che aveva commesso contro di lei quando il demone forbice Kiokumushi gli aveva sottratto la memoria. Il ricordo era ancora doloroso per entrambi. Sesshomaru si tormentava nel ricordo di averla quasi uccisa e lei rabbrividiva al pensiero di averlo quasi perduto. La loro vita insieme subiva troppo spesso grandi scossoni.
«Non ci pensare.- sussurrò lei, appoggiando la fronte al suo braccio- Finché stiamo insieme, non abbiamo nulla di cui preoccuparci.»
Sesshomaru le circondò le spalle con un braccio, stringendola a sé. Anna sorrise. Per quanto litigassero spesso e si irritassero l’un l’altro, ormai non c’era alcun dubbio sul grande amore che li legava. Questo la rendeva più felice di chiunque altro.
«Allora partiamo domani.» disse Sesshomaru, ritrovando la propria freddezza.
Proprio in quel momento, un suono di passi minuti e due voci infantili che chiacchieravano con allegria, turbarono la pace dei corridoi del Palazzo. Anna, corrugando la fronte, si voltò verso la porta.
«Chi c’è con Rin?» chiese Sesshomaru, contrariato.
«Credo che sia…» mormorò Anna, sorpresa, prima che la porta si spalancasse, facendo entrare Rin e il suo seguito, formato da Shippo e da Jaken, che aveva tentato invano di fermarli. Purtroppo, Rin non aveva l’abitudine di bussare. Grazie al cielo, sembrava capire in quali momenti poteva irrompere nella camera dei due demoni senza dar luogo a scene imbarazzanti.
«Buongiorno! Sesshomaru-sama, guardate chi c’è?» esclamò Rin, con tutta la gioia della sua voce di bimba.
«Shippo-chan!» esclamò Anna, sorpresa, alzandosi in piedi e andandogli incontro.
«Anna-chan!- la salutò il piccolo kitsune, saltandole in braccio- Che bello vederti!»
«Ma quando sei arrivato?» chiese Anna, basita. Non era una cosa comune che il kitsune viaggiasse da solo.
«L’ha portato Kirara!- intervenne Rin, lieta di poter dare spiegazioni- Rin giocava nel giardino con Misao e Shuei, e Jaken stava correndo alla Prima Porta. Vero, Jaken?»
«Chiedo perdono, Sesshomaru-sama!- gemette il piccolo rospo, prosternandosi di fronte al suo padrone, che non aveva ancora detto una parola- E’ stata Rin a insistere perché entrasse.»
«Tu sei veramente antipatico.» osservò Shippo, con le palpebre a mezz’asta.
«Mi fa piacere che tu sia qui, Shippo-chan!» disse Anna, sorridendo.
«Fate troppo baccano.» disse Sesshomaru, senza alzare la voce, ma il suo tono fu sufficiente a riportare una certa compostezza tra i presenti.
«Come mai questa visita?» chiese Anna, andando a sedersi con Rin e Shippo in un angolo della stanza per disturbare Sesshomaru il meno possibile.
«Ti porto un invito.- disse subito Shippo- Beh, in realtà è per tutti voi. Per chi vuole venire.» Lanciò un’occhiata di sbieco a Sesshomaru, ma si affrettò a riportare gli occhi su Anna quando si accorse di essere a sua volta osservato.
«E’ la giornata delle lettere.» commentò Anna, prendendo in mano il foglio di carta color avorio che Shippo le stava porgendo. Constatò che quella carta veniva dall’epoca moderna e, mentre Rin le si metteva accanto per sbirciare, si preparò a leggere un messaggio di Kagome. Con sua grande sorpresa, invece, la missiva conteneva ben altro.

- Miroku e Sango vi invitano al loro matrimonio, che si terrà il quinto giorno di primavera al villaggio di Edo.  Saremo lieti di vedervi alla cerimonia, Anna, Rin e Sesshomaru (anche Jaken, se vuole…). Vi aspettiamo con ansia in questo giorno di giubilo.
Miroku e Sango
Miroku : Anna, vieni sola! Scappiamo insieme!
Sango : Cercate di venire tutti, se potete. Purtroppo non garantisco che troverete lo sposo ancora in vita…
Miroku : …credo che i miei giorni ad andare di fiore in fiore siano definitivamente conclusi…-

Anna rise di quel particolare invito alle nozze, poi lo lesse a Rin, in maniera che anche Sesshomaru potesse sentire. Evitò i post scriptum per amor di pace e vide sul viso di Shippo un sorriso divertito. Il kitsune doveva aver letto l’invito prima di consegnarlo.
«Il quinto giorno di primavera…mancano otto giorni.- osservò Anna- Verremo volentieri, Shippo-chan.»
«Non credo proprio.»
Anna si voltò verso Sesshomaru, che si era alzato in piedi e la guardava con un’espressione preoccupante. Anna corrugò la fronte, perplessa.
«Perché no? Due nostri amici si sposano…» disse.
«Nostri amici?- disse Sesshomaru, con disprezzo- Amici tuoi, vorrai dire!»
«Come minimo sono stati tuoi alleati.- disse Anna, seccata- Sia Miroku che Sango hanno combattuto per te e, se non ricordo male, grazie a Miroku hai potuto attuare il tuo piano per salvarmi dal Sigillo della Vita.»
Sesshomaru strinse le labbra e negli occhi gli passò un lampo pericoloso. Non sopportava che gli si ricordassero certe cose. Anna, però, era sul piede di guerra. Quell'atteggiamento non le piaceva. Shippo e Rin si guardarono, perplessi. Sembrava stesse per scatenarsi una litigata da una cosa molto semplice.
«Non ci andremo.» sentenziò Sesshomaru, marmoreo. Anna si alzò subito in piedi, battagliera.
«Non crederai che io mi perda il loro matrimonio?!- sbottò- Non è giusto!»
«Domani partiamo per la Cina. Abituati all’idea.» disse Sesshomaru, desideroso di chiudere la discussione, facendo per andarsene. Anna gli si parò di fronte, ben lungi dall’aver finito con le sue rimostranze.
«Non c’è nessuna fretta.- disse, a voce bassa ma densa di elettricità- Possiamo andare al matrimonio di Sango e Miroku e poi partire insieme per la Cina.»
«Io parto domani.- disse Sesshomaru, che iniziava ad irritarsi davvero- Tu fai quello che ti pare. Posso anche fare a meno della tua compagnia.»
Comprese subito di aver detto le parole sbagliate. Gli occhi di Anna si incupirono fin quasi a diventare blu e il suo viso si ammantò di nubi di tempesta.
«Presto ci sarà un anniversario importante.- disse la demone, a voce bassissima e ringhiante- Volevo passarlo con te, ma vedo che tu non te ne ricordi, o forse non te ne importa niente, visto che non puoi nemmeno farmi il piccolissimo favore di ritardare la partenza a dopo il matrimonio! Se vai via ora, non tornerai per tempo!»
«Di che anniversario stai parlando?» chiese Sesshomaru, sprezzante.
«Lo sapevo! Non te lo ricordi!» sbottò Anna, pestando un piede per terra in uno scatto d’ira.
«Un anno fa abbiamo conosciuto Anna-nee-chan.» intervenne timidamente Rin, guardando con i suoi occhioni luminosi Sesshomaru. Scese un silenzio pesante. Anna strinse i pugni, nel vedere che la notizia non aveva minimamente colpito lo yokai. Quella era la data più importante della sua vita. Rappresentava la sua seconda nascita ed era il momento in cui Sesshomaru era entrato nella sua esistenza. Mancavano venti giorni a quella data, che Sesshomaru aveva completamente dimenticato.
«Non capisci niente.- ringhiò, offesa- Non ricordi niente di ciò che io reputo importante! Non sai niente di me! Non sai nemmeno il mio vero nome!»
«Il tuo nome è Anna.» disse Sesshomaru, guardandola come fosse pazza.
«Non è il mio nome completo!» obiettò Anna. Sesshomaru mosse appena le spalle.
«E’ sufficiente.» disse, lapidario. Anna si morse un labbro per evitare di lasciarsi scappare di bocca qualche parola pesante in presenza dei bambini. «Al di là di queste chiacchiere inutili, io ricordo che mi avevi appena promesso di venire in Cina con me.- disse lo yokai, scansandola- Ma sembra che le tue promesse siano come il vento.»
«Ho detto che verrò con te dopo il matrimonio!» scattò Anna, arrabbiatissima.
«Io parto domani.- disse ancora il demone, uscendo dalla stanza- Tu fai quello che ti pare.»
Sbatté la porta alle sue spalle e Anna rispose dando alla stessa un gran calcio, che quasi la spaccò.
«Sei un cretino, Sesshomaru!» urlò, furiosa. Il grido echeggiò nel corridoio, ma Sesshomaru non tornò indietro. Furibonda, Anna strinse i pugni, mentre dagli occhi le partivano lampi d’ira che avrebbero fatto tremare chiunque.
«Anna-nee-chan…»
Anna si voltò verso Rin, cercando di recuperare almeno un po’ di compostezza. Non le faceva mai piacere litigare con Sesshomaru davanti alla bambina.
«Anna-nee-chan, forse Sesshomaru-sama ci è rimasto male.» mormorò Rin, preoccupata. Anna quasi spalancò la bocca per la sorpresa.
«Ci è…rimasto male? Lui?!- sbottò- Rin-chan, sono io che ci sono rimasta male!»
«Rin lo sa.- si affrettò a dire la bambina- Però Rin crede che Sesshomaru-sama volesse tanto fare questo viaggio con te. Forse è un po’ geloso perché tu ora preferisci andare al matrimonio di Sango-chan e Miroku.»
Interdetta, Anna fissò la bambina per qualche istante, in silenzio, poi si sedette a gambe incrociate, guardandosi le mani.
«Insomma, ho torto io?» mormorò, dopo un po’.
«Ma nemmeno per sogno!» sbottò Shippo. Per quanto lo riguardava, Sesshomaru era stato davvero cattivo!
«No, nee-chan!- disse Rin, scuotendo il capo con veemenza e correndo ad aggrapparsi al suo braccio- Rin dice solo che anche lui è triste come te. Avete ragione tutti e due!»
Anna sorrise, abbracciando la bambina.
«Il che significa che abbiamo torto tutti e due.- riassunse, con una breve risata- Va bene, cercherò di fare pace con lui.»
«Allora andrai con Sesshomaru?- chiese Shippo, corrugando la fronte- Sango e Miroku saranno molto dispiaciuti.»
«No, verrò al matrimonio. Anzi, verremo. Io e Rin.- lo tranquillizzò Anna, con un sorriso- Non ce lo perderemmo per niente al mondo, vero Rin-chan?»
«Verissimo!» rispose Rin, che era emozionata al pensiero di vedere Sango vestita da sposa. Le sarebbe piaciuto che anche Anna-nee-chan e Sesshomaru-sama…
«E Sesshomaru?» chiese Shippo, piano. Anna sospirò.
«Cercherò di farlo ragionare, ma so già che andrà in Cina. Quando decide una cosa, è impossibile fargli cambiare idea.» disse, stringendosi nelle spalle. Non le piaceva che Sesshomaru si allontanasse da solo. Da quando si erano conosciuti, ogni volta che non avevano avuto l’altro a fianco era successo qualcosa di terribile. Il Sigillo della Vita, il demone Kiokumushi…Questo pensiero non la rendeva tranquilla. D’altra parte, non era giusto che Sesshomaru le togliesse la possibilità di assistere al matrimonio di due amici preziosi.
Sospirando e cercando di attingere al profondo pozzo della sua pazienza, Anna si alzò e uscì dalla stanza, andando a cercare quel testardo di Sesshomaru per cercare di far pace.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: VaniaMajor