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Autore: ancientstar    12/09/2011    1 recensioni
Ginko si trova nel posto giusto al momento giusto...
Almeno per i piani di qualcun altro,
che sta tessendo una trama alle spalle del Re Del Terrore.
Eva Kant ha capito come stanno le cose...
Ma Diabolik non sembra volerle dare ascolto...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GINKO

La pioggia cade imperterrita su Clerville. Quanto può puzzare questa città?
Specialmente sotto la pioggia, specialmente un venerdì notte di Novembre.
Specialmente se, nonostante la stagione, si stia scatenando quella che sembra una tempesta.
Gli odori delle fogne si mescolano a quelli delle pasticcerie,su in alto nell'atmosfera,
e ricadono al suolo in forma di goccioline di pioggia intermittenti.

Eppure è bella questa città, è bella e maledetta.
Se fosse una donna sarebbe una signora di mezza età ben curata ma con il brutto vizio dell'alcol.
E' una città di matti furiosi e di eccessi soprattutto, ma anche di vizi e segreti.
Percorro una strada che potrei fare ad occhi chiusi.
La strada per il mio appartamento.

Ma questa notte non voglio tornare a casa.
Le mura del mio bilocale stanno diventando troppo strette.
Sembrano avvicinarsi ogni notte di più.
Fino a comprimermi la testa e farmela scoppiare.

Trovo un parcheggio poco distante da un locale.
Locale è un eufemismo.
Una bettola sarebbe più appropriato.IL Red Apple Club.
L'insegna semibruciata fastidiosamente rumoreggia mentre illumina a scatti
e a malapena il marcapiede nero e inzuppato sottostante.

Scendendo dall'auto mi prendo tutto il tempo per raggiungere sotto la pioggia fredda,
l'entrata, la pioggia mi conforta.
Alzo quasi noncurante il colletto del mio impermeabile, giusto per non renderlo una grondaia
contro la schiena.

All'interno una vampata di calore misto a tabacco mi accoglie.
Rivoli di fumo si alzano qua e là tra i tavoli.
Musica blues sommessa e qualche schiamazzo di ubriachi.
Non è il posto migliore dove stare per me.

Nessun posto è il migliore, negli anni ho coltivato sempre più la mia natura misantropa.
Questa sera ho bisogno di bere e di essere lasciato in pace.
Non voglio pensare. Altrimenti impazzirò.

Se ci fossi tu, Altea, sarebbe diverso, ma non ci sei.
Almeno per un'altra settimana.
Se ti avessi detto come mi sento avresti senz'altro preso il primo volo per tornare da me,
raggiungermi nei miei deliri e consolarmi.
Ma non posso essere così egoista, almeno con te, che oltretutto sei al capezzale di tua zia che
sta morendo. E' giusto che io me la cavi da solo.

Non posso riversare su di te le mie frustrazioni di questo ultimo periodo.
Meglio se mi riversi da solo addosso dell'alcol, piuttosto.
Mi sento inerme, incapace di andare avanti.
Mai prima d'ora mi ero sentito così.

Gli sgabelli al bancone sono quasi tutti vuoti. Ne scelgo uno, il più in disparte possibile.
Ordino un gin tonic, il primo di quello che so già sarà una lunga serie.
Il barista mi serve frettolosamente per tornare a guardare lo schermo della tv sopra il bancone.

Come può la gente svagarsi con questo?
Ci sono giorni, come oggi, in cui prov invidia per loro.
Mi piacerebbe tornare a casa alla sera.
E svagarmi, ed avere una vita normale,
potermi concedere il lusso di preoccuparmi per una partita.

Ma per me non è così.Lavoro di giorno, lavoro di notte,
Mai un attimo di riposo e un pensiero fisso, un'ossessione.

Il barista non è l'unico nel locale,
altri sono rapiti da quattro imbecilli che commentano una partita.
In fondo sono grato di questo.
I pochi che sembrano ancora leggermente sobri sono rapiti dalla tv.
Un paio di coppiette si divertono e tutti gli altri sono troppo ubriachi anche per
contarsi le dita di una mano.

Non mi andrebbe proprio di avere altre seccature se qualcuno mi riconoscesse.
Già ho dovuto rilasciare 3 conferenze stampa nell'ultima settimana.
Altre domande non sono ammesse.
Ordino un altro bicchiere, poi un altro.
Mantengo lo sguardo fisso sul bancone.

Dopo il quarto bicchiere mi tocca andare in bagno.
E mi fa anche un po' schifo.
Mi alzo dallo sgabello e non voglio barcollare.
Doso i movimenti cercando di mantenere il bersaglio della porta del bagno.
E un comportamento disinvolto.

Poi ci ripenso, mi costa troppa fatica, nessuno bada a me,
e in questo momento nemmeno mi interessa più.
Finalmente guadagno la porta del bagno.
Qui la musica si sente più forte rispetto al resto del locale,
ma chi fa gli impianti in posti simili?
Di cosa mi sto preoccupando? Ah bene l'alcol ha fatto il suo effetto.
Sto iniziando a vaneggiare su qualcosa di diverso da...Diabolik.
Ecco l'ho detto. Il tuo nome mi risuona in testa come una martellata.


...Nello stesso momento...
...Un'anonima e solitaria villa sulle rive di un piccolo lago...
...In lontananza le luci di Clerville...

EVA

Lampi potenti illuminano la camera di una luce che sembra innaturale.
I tuoni risuonano di una violenza inaudita.
Tutto questo non è normale a Novembre.

Esco sulla terrazza.
Voglio raccogliere tutta la pioggia e il freddo del monmento,
e cancellare questa sensazione di inquietudine.

Da quanto tempo non mi sentivo così?
Mi sono mai sentita così?
Mi manchi. Mi sento vuota. Non posso sopportare oltre il silenzio.
Un muro di silenzio interotto dai battiti di ciglia.
Pochi sguardi ci siamo scambiati.

Non ho visto rancore nei tuoi occhi.
So che non potrai mai trovare del risentimento nei tuoi occhi.
Non nei miei confronti.
Ma piuttosto che questo, lo preferirei.

Ho passato due notti insonni e due giorni a dormire con i sedativi.
Questa è la terza notte di oblio.
Ed è arrivata una bella tempesta a tenermi compagnia.
E tu dove sei?
Pochi metri sotto me.
Hai deciso di non uscire più dal tuo laboratorio?

Lascio andare l'emozione.
La lascio scorrere via nel vento.
E la seguo a tempo delle gocce che ricadono sul lago.
Nell'oscurità della notte, nessun altro turbamento.

Ho la tempesta tra i capelli,la sento sul viso,negli occhi, e scende l'acqua sul mio volto,
ad insegnare la strada alle lacrime che non riesco più a trattenere.
Sento la perdizione entrarmi nelle viscere.
Perchè non possiamo essere normali?
Perchè non possiamo almeno affrontare le cose come persone normali?
Parlare.
E' difficile per noi.

Quanto siamo complessi io e te?
Quanto siamo diversi da tutte le altre persone?
Le persone comuni affrontano i problemi e davanti alla paura fuggono.
Noi affrontiamo le paure.Non ne abbiamo più.A parte perderti per sempre.
Questo mi terrorizza.
E davanti ai problemi scappiamo.

So bene cosa stai facendo. Vuoi che io capisca.
Mi stai chiedendo in silenzio di capire,
che non c'è niente di sbagliato in quello che hai fatto.
E che farai. Perchè certo non hai desistito.

Mi sento ancora peggio a commiserarmi.
Una danza senza tempo ed incessante di gocce ricade sul pavimento.
Non riesco a cancellare l'odio che mi sta spaccando l'anima in due.

Questa è la terza notte di dolore acuto e so che non mi abbandonerà,
almeno fino all'alba, quando prenderò, di nuovo, qualcosa per dormire di giorno.
Non ho semplicemente voglia di vedere il sole.
Mi dà fastidio vedere la natura illuminarsi del sole.
Non riesco a sorridere davanti ad un fiore.
Ho troppo odio dentro.

Non odio te, non potrei mai.
L'amore che ho per te è talmente profondo,
nasce da chissà quale posto lontano nell'universo.
E arriva fino a qui per legarmi per sempre a te.

Ma quella sgualdrina -che si è presa una bella cotta per te-.
Lei si. Pagherei per ucciderla.
Eppure lo potevo fare gratis.
Ma tu non mi hai lasciata.
Mi hai portata via prima che potessi farla fuori.

Un odio così non lo conoscevo.
Non pensavo potesse nemmeno esistere.
Se fosse stata una poveretta inconsapevole di chi tu fossi davvero dietro
alla maschera di Luca Hauer proverei commiserazione.

Ma lei sapeva che c'eri tu sotto quella maschera.
Eccome se lo sapeva.
E tu mi appartieni, come io appartengo a te del resto.
Sento quei dialoghi susseguirsi nella mia testa come se fosse un film.
E come un film mi appaiono le immagini di lei che ti si struscia addosso.
Quanto può essere peggiore la realtà della fantasia?

Ci ho pensato talmente tanto in queste 3 notti,
impazzendo mi sembra quasi non sia mai successo.
Ho esorcizzato le scene che nella testa mi tormentano
rendendole statiche un numero sconsiderato di volte.
Eppure non funziona.

E torna quel dolore lancinante allo stomaco.
Forse è il cuore. O forse è in centro al petto che risiede l'anima,
per fare così male.
Che la mia anima mi stia abbandonando?
Ti vedo uscire dal box con l'auto di Luca Hauer.

Lei ti sta aspettando?
Ti vedo prendere il vialetto ed esci anche tu,
insieme alla mia anima, te la sei portata via.

  
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