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Autore: AlessiaDettaAlex    19/09/2011    5 recensioni
Prima pubblicazione in Dragon Ball, mio anime preferito da sempre.
Ovviamente una Gohan/Videl che tratta due momenti di vita dal punto di vista di Videl. Credo che la giovane protagonista abbia molto da dirci riguardo alla sua splendida vita con le persone che ama.
One-shot uscita così, di getto, senza un senso forse... ma mi piace. Spero che per voi sia lo stesso!
POV Videl.
AngelVidel
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Pan, Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Life
 
Mi asciugo la fronte con un braccio e scuoto i corti capelli scompigliati. Papà applaude e io gli sorrido di risposta.
«Ah, Videl, tesoro! Sei stata bravissima! Duecento guerrieri KO tutti da sola, hai preso proprio da tuo padre!»
Ridacchio alla sua affermazione, ma in realtà non sono per niente soddisfatta.
«Non è nulla in confronto a quel che possono fare i Sayan...»
Lui esita nella risposta, ha capito come mi sento; ma una pazza proposta mi attraversa la mente e prima che me ne renda conto mi ritrovo a formulare la domanda:
«Papà, vuoi combattere contro di me?»
Impallidisce. Beh, ci avrei scommesso.
«Ecco... – sospira e mi sorride dolcemente – so che sei diventata molto più forte del tuo vecchio, non mi è sfuggito sai? Perderei contro di te, non posso più mentire» mi si avvicina e passa una mano tra i capelli: si sta chiaramente divertendo a guardare la mia espressione scocciata a questo gesto che considero per bambini.
«Sono tanto fiero di te, Videl!»
Cosa? Mi ha chiamata col mio nome? Niente più tesoro,amore di papà, cucciola,piccola, bambina mia e derivati vari?
«G-Grazie papà» balbetto. Ma poi mi lascio andare a un abbraccio perché sì, mio padre, il grande eroe, se lo merita. Anche se non ha sconfitto Cell, anche se non ha sconfitto Majin Bu. Ha fatto di meglio: è diventato amico di Majin Bu. È un eroe, punto e basta.
«Comunque papà, vado ad allenarmi fuori»
«Fuori dove?»
«Fuori città»
«Precisamente?»
«Tra le colline»
«...dei monti Paoz?»
Ahia.
«Ehm... sì»
«Per Gohan?»
Colpita e affondata. E credo pure di essere arrossita. Lui sorride e mi pizzica una guancia, altro gesto che mi farebbe imbestialire se non fosse che ora sono troppo impegnata a pensare ad altro.
«Devo andare!» dico solamente tentando di svignarmela nel modo più dignitoso che conosca; tentativo ovviamente fallito. Lui mi congeda con un cenno del capo e io esco.
Strano. Davvero strano.
Da quando papà si mostrava così tranquillo al nome di un ragazzo e soprattutto di quel ragazzo? Scuoto la testa e prendendo il volo parto alla volta dei monti Paoz.
Ci vado quasi ogni giorno da quando Majin Bu, vari mesi fa, è stato sconfitto. Come avrete capito la forza maggiore che mi spinge lì è Gohan, il mio migliore amico; sì, “migliore amico” perché lui non mi piace. Mi è soltanto mancato da impazzire quando ho creduto che fosse morto per andare a combattere contro un nemico di inimmaginabile potenza. Ma non mi piace, davvero. E vi consiglio di non pensare troppo al fatto che questo è più auto-convincimento che realtà effettiva, perché della grandissima cazzata che ho appena detto me ne rendo conto benissimo anche io.
Sospiro rassegnata. Fatto sta che sto di nuovo per vedere Gohan e questo mi dà uno smisurato quanto innaturale senso di piacere. Tocco coi piedi i fili d’erba del prato di fronte a casa Son ed esito prima di avvicinarmi alla porta; ma quando finalmente mi decido ad avvicinarmi e prepararmi a bussare qualcuno mi anticipa.
Avvampo.
E che cavolo... è Gohan. E me lo ritrovo a pochi centimetri dal volto, con una faccia più da beota sorpreso che da grande guerriero Sayan.
«Oh Videl! Che piacere vederti!»
Sapessi per me.
«Sei veggente? Come facevi a sapere che ero qua fuori?»
«Veramente avevo intenzione di uscire un po’ per allenarmi casualmente ora»
Che? Dannate coincidenze da soap-opera sentimentale di stile americano!
«Ah, ma guarda! Ero venuta qui proprio per chiederti se potevi farlo con me!» Cazzo. «Intendevo l’allenamento!»
Che dite, sto perdendo punti?
«Certo!»
Mi ha letto nel pensiero o si riferisce alla proposta?
«Mi allenerò con te molto volentieri, come sempre infondo!»
Sì, si riferiva alla proposta.
«Grazie!»
Lui sorride e mi posa una mano sulla spalla, dolce come non mai. Con un cenno del capo mi chiede di seguirlo in volo e io obbedisco. Si ferma poco lontano da casa sua, su un vasto altopiano. Poi si mette in posizione d’attacco e mi guarda sorridendo.
«Forza. Colpiscimi»
Non me lo lascio ripetere due volte. Scatto in avanti e comincio a prendere a calci e pugni il suo palmo aperto, che resiste senza difficoltà alcuna ad ogni mio colpo. Quando penso di aver fatto abbastanza faccio un salto mortale all’indietro e carico una sferetta d’energia sulla mia mano destra. Era da tanto che volevo mostrarglielo. Sembra sorpreso. Comincio a correre gridando finché non mi avvicino a lui a gran velocità; quando mi sento pronta scaglio la sfera celeste contro Gohan, che si mette in posizione di difesa. Mi fermo; mentre lui è impegnato a neutralizzare l’attacco preparo altre due sfere e gliele scaglio contro, continuando poi con una raffica di attacchi d’energia. Infine, con un sorrisetto soddisfatto, carico a due mani una sfera ben più grande che lancio a razzo sotto gli occhi stupiti del mio vecchio mentore. Lui la devia con un braccio, poi mi sorride.
«Sei migliorata con gli attacchi energetici. Non lo sapevo, brava»
Sorrido mostrando tutti e trentadue i denti.
«Grazie!»
«Continua così» mi incita lui avvicinandosi e passandomi una mano tra i capelli. Anche lui. Ma chissà perché, fatto da lui non mi dispiace.
 
Neanche a dirlo, un’ora dopo mi ritrovo stesa sul prato sotto un albero con lui affianco. Oh Dende.
«Credo di dover tornare a casa; è tardi, mia madre si arrabbierà»
«Solo un secchione come te può considerare tardi un orario come le sei del pomeriggio»
Ottimo. È tornata la vecchia Videl, regina delle frecciatine.
«Ehm tu non hai una madre isterica con un comportamento vagamente nazista!»
«Io ho un padre iperprotettivo che a quasi diciassette anni mi considera ancora la bambina di casa mentre lui fa il gasato nelle più svariate reti televisive mondiali, ti basta?»
«Può darsi»
«Perfetto»
«Lo sai che ti voglio bene, Videl»
«Io ti amo, Gohan»
«Cosa?»
COSA?! Videl, ma sei impazzita? Stai zitta cavolo!
«Nulla! Davvero, nulla, tranquillo!»
Bello continuare ad illudersi che non mi abbia sentita...
Ma lui non fa una piega di fronte alle mie giustificazioni; anzi, sorride dolcemente. Se non avessi la certezza che lui non prova lo stesso per me, penserei quasi che stia per baciarmi.
«Sì, insomma... s-scusa Gohan, è che...»
Ma lui mi tappa la bocca posando le sue labbra sulle mie. Ero così fastidiosa mentre parlavo? Ecco un tratto femminile che non pensavo di avere: la chiacchiera. E forse è l’unico tratto femminile.
Non posso crederci. Chiudo gli occhi e lascio che le sue mani percorrano la mia schiena accarezzandola, mentre lui approfondisce di più il bacio. Credo di essere arrivata in quel momento della vita in cui senti che il mondo potrebbe anche collassare su se stesso ma non te ne fregherebbe niente finché sei con lui. Nessuna vittoria su una qualsivoglia squadriglia di invasori alieni potrebbe comparare la gioia di aver conquistato le sue labbra.
Quando si separa da me sussurra, a pochissimi millimetri dal mio viso ancora caldo dall’imbarazzo e l’emozione:
«Ti amo anch’io»
Sorrido e gli schiocco un bacetto sulla guancia. Sì, perché fiondarmi di nuovo a capofitto sulle sue labbra sarebbe stato troppo da soap-opera sentimentale di stile americano.
 
***
 
Mi asciugo la fronte con un braccio stanca. Ah, la schiena... no, mi rifiuto di pensare ad una crisi mistico-fisica di mezza età!
«Ehm... tutto a posto mamma?»
«Ovvio, che domande!» mi pavoneggio da brava quarantenne di fronte a Pan.
Tanto so che non mi crederà. Conosco bene la mia figliola...
«E invece no!»
Visto?
«Dobbiamo fermarci, basta allenamento» afferma con l’aria di chi la sa lunga. Io sorrido incrociando i suoi occhi neri come quelli del padre.
«Sai che non perdo mai l’occasione per allenarmi con mia figlia, mi dispiacerebbe fermarmi proprio adesso»
«Ma mamma! Abbiamo fatto anche abbastanza! E mi pare che sei stanca»
«Invece no»
«Invece sì»
«No»
«Sì!»
Ok, vi starete chiedendo chi delle due è la madre e chi la figlia. Beh, la madre sono io ma... dettagli.
Ridacchio divertita e mi avvicino a lei, regalandole una carezza sul viso.
«Allora grazie di preoccuparti per me, Pan!»
Lei sembra apprezzare il mio gesto istintivo e mi sorride sornione.
«Videl! Sono tornato!»
Una voce maschile interrompe quel momento idillico.
«E’ papà!» schiamazza la piccola Sayan correndo dritta in braccio all’amato padre. Li guardo soddisfatta. Credo che la vita non potesse riservarmi nulla di più bello di Gohan e della mia adorata Pan. E poco importa che tutto somigli così troppo spesso a una soap-opera sentimentale di stile americano.






Note di una pazza autrice.

Ottimo. Non pensavo sarei riuscita davvero a pubblicare una cosa su Dragon Ball. I miracoli accadono! Ma stimo troppo Videl e amo troppo la coppia e la loro figlioletta per non dedicargli neanche una one-shot ♥ spero di scrivere presto altro, a meno che questa cosa non abbia offeso le vostre nobili pupille.
Il che è probabile.
Eh-ehm, nell'attesa di anche critici commenti, vi saluto calorosamente!
Videl (per l'appunto)
   
 
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