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Autore: Walpurgisnacht    04/10/2011    1 recensioni
[EIP: Extreme Improvisation Project. Una storia round robin scritta via messenger, senza alcun controllo sul testo e sulla grammatica. Se trovate orridi typo, sapete il perché.]
Maledette parole che detenevano potere di vita o di morte su tutte loro.
Mousse, un giorno, dopo un evento che nessuno si sarebbe mai aspettato potesse accadere, prende una decisione che potrebbe avere grandi influenze su Ranma, Akane, Shan-Pu e tutti i matti che frequentano Nerima.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome, Shan-pu, Ukyo Kuonji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ristorante, di nuovo vuoto dopo che Ranma e le due ragazze si erano incamminati verso scuola, era impregnato di un'atmosfera pesante e quasi surreale.
Mousse, che evidentemente non aveva molta voglia di rimanere solo con Shan-pu - chi l'avrebbe mai detto, eh? - si era dedicato alle commissioni; era ancora presto per i clienti e le ordinazioni del take away, e al povero ragazzo toccava occuparsi persino del rifornimento della cucina. Ma quel giorno avrebbe fatto qualunque cosa pur di stare lontano da lì.
Così Shan-pu si era ritrovata sola, in cucina, intenta a preparare qualche impasto da tener pronto per le necessità, mentre la sua mente vagava, pensando a quanto successo solo un'ora prima.
Sospirò, chiedendosi in quale diamine di guaio si fosse cacciata.
"Fingermi lesbica? Io?" pensò. Decisamente Shan-pu aveva ben chiare le sue preferenze, e le donne di certo non rientravano tra quelle. La situazione di Ranma ovviamente era un caso a parte.
L'arrivo di quella dannata amazzone non ci voleva assolutamente. Come aveva fatto il consiglio a scoprire del suo duello con Mousse così presto? E come avrebbero fatto lei e Ukyo a fingersi una coppia? Come avrebbero dovuto comportarsi?
Troppe domande, e nemmeno una risposta.
Sfiorò ancora l'idea dell'alternativa: il duello all'ultimo sangue col suo promesso. Ma, a conti fatti, se la prospettiva di fingersi... intima con quella odiosa cuoca di ciarpame giapponese le faceva ribrezzo non è che quella di finire a piantarsi pugnali e quant'altro con Mousse la facesse esplodere di gioia. Dovette riconoscere però, almeno nella propria mente, che la morbosità dell'ipotesi un poco la stuzzicava. E riconobbe al suo conterraneo miope un coraggio... anzi, una folle determinazione fuori dal comune. Lui, che fino a quarant'otto ore prima avrebbe leccato dove lei camminava, capace di uscirsene con una proposta tanto definitiva, violenta e priva di pietà, per lei o per se stesso... aveva un che di affascinante.
Solo per un breve istante accarezzò la possibilità di ritrovarsi, col naso rotto e una mano inutilizzabile, a sputare sul cadavere di Mousse e a ribadire la propria superiorità nei suoi confronti.
Anche se, e le costava ammetterlo, pure questa non era altro che una scappatoia dal nodo scorsoio che le leggi di Joketsuzoku applicavano spietatamente al collo dei suoi abitanti. In qualche modo sarebbe stata una dichiarazione di debolezza nei loro confronti, qualcosa come "sì beh, per sfuggire al matrimonio combinato si può fare così e cosà". E non che lei volesse liberarsi da quel scomodo vincolo, è che avrebbe ancor di più preferito non averci niente a che fare sin dall'inizio.
Esattamente come colui che avrebbe dovuto sposare stava sviluppando un odio viscerale per le regole amazzoni. Maledette parole che detenevano potere di vita o di morte su tutte loro.
Era ancora immersa nei suoi pensieri, quando si girò di scatto verso l'entrata della cucina. Puro istinto.
“Complimenti, hai sensi molto sviluppati”disse Xi-Lin, ferma all'entrata intenta a squadrare Shan-pu dalla testa ai piedi “Non sono molti quelli che riescono a percepire la mia presenza quando non voglio farmi sentire, ne deduco che Ku-Lun ti abbia addestrata a dovere...”
Shan-pu annuì. “E' un'ottima maestra, non potrei chiedere di meglio.” Le fece strano parlare in quei termini di sua nonna dopo quanto si erano dette in quei giorni. Non aveva smesso di volerle bene di colpo, era pur sempre la donna che l'aveva cresciuta e l'aveva addestrata nelle arti marziali... ma di sicuro quella situazione le aveva molto allontanate.
Xi-lin si avvicinò a lei di qualche passo, guardandosi attorno e fingendo curiosità verso gli utensili da cucina, quando in realtà era ovvio che voleva solo osservare Shan-pu il più possibile da vicino. Quest'ultima, leggermente infastidita, le rivolse un sorriso di circostanza: “E' affamata? Il viaggio sarà stato lungo, posso prepararle qualcosa...”Ti ringrazio ma non occorre. In realtà ero più interessata a scambiare qualche parola con te” disse, sorridendole di rimando “Visto che sono qui per appurare la storia tra te e la tua... fidanzata, ero curiosa di sapere qualcosa di più su di voi... come è iniziata la vostra storia, ad esempio.”
Shan-pu si irrigidì appena, trovandosi totalmente impreparata. Sperava di avere almeno il tempo di concordare una storia plausibile insieme ad Ukyo, e non di doverne improvvisare una in pochi secondi!
O la va o la spacca, pensò. Avrebbe parlato con Ukyo non appena avesse potuto per metterla al corrente delle novità.
“Onorevole Xi-Lin, la storia fra me e Ukyo è cominciata in maniera assolutamente banale. Io ero giunta, insieme a mia nonna, da poco tempo qui a Nerima inseguendo quello che all'epoca pensavo fosse l'uomo che avrei dovuto sposare e portare a casa come mio marito, secondo gli antichi insegnamenti di Joketsuzoku”.Si chiese per un attimo se non avesse fatto percepire l'astio che provava verso quei precetti in maniera troppo trasparente. Lo sguardo di Xi-Lin, almeno all'apparenza, non tradiva nessun rimprovero o irritazione, sembrandole anzi uno di quegli sguardi che ti spingono a continuare un racconto interessante.
“La conobbi in un'occasione che onestamente ho rimosso tanto era, almeno in quel momento, priva di importanza. Credo sia stato davanti al liceo che lei e Ranma frequentano. Dovrebbe chiamarsi Furinkan o qualcosa del genere, ha visto che il giapponese non è il mio forte. Comunque, ero andata lì per corteggiare Ranma quando l'ho vista per la prima volta. E, come spesso le capita, l'ho scambiata per un maschio. La cara Ukyo ha una storia molto particolare e predilige fingersi un uomo per motivi che, se non le dispiace, preferirei fosse lei stessa a spiegarle”.
“Ma certo, comprendo bene la tua esigenza”concesse l'altra, anche se il tono un pochino stridente della sua voce diede un rapido brivido a Shan-Pu. La quale, ovviamente, prese la privacy di Ukyo come scusa per non ammettere che non aveva la minima idea del perché quella svergognata si comportasse in tale, indecorosa maniera.
“Scoprii qualche tempo dopo che, in realtà, era una ragazza. E come se non bastasse era pure fidanzata con Ranma. Se devo essere onesta ignoro il motivo per cui lei fosse nella condizione di accampare simili pretese, ma di sicuro non mi feci intimorire e mi feci anzi ancora più insistente nei confronti di lui. Questo ci mise sin da subito in conflitto. La mia dolce metà”e qui ebbe un moto di vomito, che per fortuna si manifestò solo nella sua mente “è una tipetta combattiva e non si sarebbe mai fatta indietro con le buone. Poi ci fu quella volta in cui ci pestammo quasi a sangue e finii a farmi ospitare da lei per la notte...”.
E lì Shan-pu diede sfoggio delle sue migliori doti di attrice. In questo Mousse aveva ragione, doveva ammetterlo.
Lasciò vagare lo sguardo oltre Xi-Lin, guardandosi attorno come se stesse ricordando un momento piacevole - ma che in realtà stava inventanto in quell'esatto momento, e necessitava di ogni secondo possibile per farlo. Le riuscì perfino di sorridere.
“Beh, è un pò imbarazzante da raccontare sa...”cercò di temporeggiare, ma evidentemente Xi-Lin non era così stupida come sperava. “Oh ti prego, continua! Adoro i racconti romantici!” chiosò. Shan-pu sorrise, quando in realtà avrebbe voluto torcerle il collo. Falsa. Come i suoi capelli bianchi, sicuro. Tuttavia riuscì a mantenere la sua compostezza, e riprese il racconto di quel ricordo che non esisteva. “Era iniziata come una delle nostre solite litigate per chi avesse la precedenza su Ranma, e caso volle che ci trovassimo proprio nel suo ristorante...” Xi-Lin la guardò incuriosita “Anche la tua fidanzata ha un ristorante?” “Oh si” rispose svelta Shan-pu “un ristorante di okonomiyaki, un piatto tipico giapponese. Dovrebbe assolutamente andare a trovarla e farsene preparare una!” disse, sperando di aver sbolognato una patata bollente alla giapponese. Non prima di averla aggiornata sulla loro finta relazione, ovviamente. Xi-Lin ci pensò su un attimo, poi annuì.
“Si, potrebbe essere una buona occasione per parlare anche con lei. Ma ti prego, continua il tuo racconto...”disse, e con un gesto la invitò a continuare. Proprio non demorde, pensò Shan-pu.
“Oh si. Dicevo, eravamo nel suo ristorante... sa, Ranma pranza spesso lì, e io l'avevo seguito. E sa com'è, tra un insulto e l'altro sono partiti i primi schiaffi e... siamo andate avanti per non so quanto tempo! Eravamo così coinvolte che non ci eravamo nemmeno accorte che Ranma era andato via! Alla fine, eravamo così stremate e malridotte che dovetti per forza di cose rimanere da lei, non ero proprio in grado di muovermi...”raccontò, mentre faceva lavorare le rotelline del suo cervello cercando nuovi spunti per il suo resoconto.
“Ne deduco che anche lei conosca le arti marziali...”la interruppe Xi-Lin “Oh, si! E' un'ottima combattente!” rispose Shan-pu, sperando di nuovo di distrarla. Ma l'altra manteneva vivo il suo sguardo di chi attende con ansia la conclusione di una storia. Sospirò. “Comunque... mi fermai da lei per quella notte e... non so come successe...” disse, fingendo imbarazzo. Ma neanche tanto in realtà, quello che stava per dire la imbarazzava sul serio, ma non nel modo che voleva far credere all'amazzone. “Parlammo per tutta la notte, probabilmente avevamo entrambe bisogno di sfogarci riguardo Ranma. Ma pian piano i nostri discorsi finirono su tutt'altro, e scoprimmo di come Ranma in fondo fosse solo una facciata ai nostri problemi, di quanto in realtà ci sentimmo entrambe sole e spaesate qui a Nerima, e di come in qualche modo ci sentissimo anche... sbagliate, ma non sapevamo ancora in che senso. Finchè...” disse, trattenendo il fiato. “Finchè...?” la incalzò Xi-Lin, ora seriamente interessata al racconto. “Finchè non ci baciammo” disse Shan-pu, seriamente imbarazzata. Fu in quel momento che si accorse della presenza di Mousse, che doveva essere appena tornato dalle commissioni. La faccia sconvolta del ragazzo, rossa come un peperone per via del finto racconto, la ripagò di tutto quel casino. Una piccola rivincita ci stava sempre.
“Oh, Mu-Si”disse civettuola Xi-Lin avvicinandosi a lui con plateali ancheggiamenti da fotomodella fisicamente splendida, sa di esserlo e non perde occasione di vantarsene in ogni modo possibile.
”Ho interrotto qualcosa?”chiese lui con quel filo di fiato che raccattò da in fondo alla gola.
“Oh no, Mousse. Tranquillo. Stavo solo raccontando alla nobile Xi-Lin come è scoccata la magia fra me e Ukyo”si affrettò a rispondere Shan-Pu, maledicendosi per la spropositata, almeno nelle sue intenzioni, quantità di miele che aveva finito col riversare sul nome "Ukyo". Ci volle un attimo perché lui la guardasse come si potrebbe guardare un alieno fuggito dall'Area 61 e lei convenne silenziosamente che sì, era davvero assurdo sentirla parlare in quel modo ma diamine! Avevano una commedia teatrale da portare avanti. Sperando non diventasse una tragedia.
“Molto bene, Shan-Pu. Mi ritengo soddisfatta”disse poi l'amazzone più vecchia voltandosi verso di lei. “E ora, cara la mia ragazza, perché non mi mostri dov'è il ristorante della tua amata? Sarei desiderosa di avere una chiacchierata a tu per tu con lei”.
Se non fosse significato morte immediata Shan-Pu avrebbe permesso al proprio volto di contoncersi in un ghigno terrorizzato. Subito? Ma così non avrebbe potuto darle la versione che aveva appena esposto a costo della propria decenza e della propria sanità mentale!
Incredibilmente fu l'unico uomo presente a salvare la situazione in calcio d'angolo: “Nobile Xi-Lin, mi spiace ricordarle che in questo momento Ukyo, assieme agli altri due ragazzi giapponesi che erano presenti qui al Nekohanten poco fa, si trova a scuola. E per quanto capisca che la questione è importante è mio dovere farle presente che non le è possibile irrompere in un'aula per interrogare un alunno. O ha intenzione di farlo, col dovuto rispetto?”.
“Hai ragione anche tu, piccolo Mu-Si. Non posso. Vorrà dire che attenderò la sua uscita da lì per avere la mia discussione con lei”.
Tempo. Avevano tempo. Shan-Pu trattenne solo con un enorme sforzo di volontà un salutare sospiro di immenso sollievo. Ma, si disse, se Xi-Lin non poteva io potevo eccome. Anzi, dovevo. Dov'è già quella malnata scuola?
“Credo che ora andrò a riposare. Sono un pò stanca per il viaggio, sapete...”disse Xi-Lin “E ho da discutere alcune faccende con tua nonna. Parlerò con la tua fidanzata quando le lezioni saranno finite. Ma tu, piccolo Mu-si” si rivolse al ragazzo, guardandolo con lo sguardo di una gatta intenta a giocare con una preda “ vieni a trovarmi in camera, se ti va”.
Detto ciò, si avviò verso le scale, ancheggiando e facendo in modo di darlo a vedere. I due ragazzi erano sconvolti.
Shan-pu sentì l'irrefrenabile e inspiegabile impulso di inveire contro Mousse - lui non aveva fatto nulla tecnicamente, ma le dava fastidio comunque che quella megera lo provocasse! Che cosa diamine le stava succedendo?
Comunque non era quello il momento più adatto per pensarci. Decise di approfittare di quel momento di ritirata per correre a scuola da Ukyo - ironico, fino al giorno prima sarebbe corsa da Ranma. Come cambiano le cose.
Lanciò il suo grembiule in un angolo e si avviò verso la porta sul retro.
“Dove stai andando?”chiese Mousse, ancora scombussolato dalla tempesta di feromoni dell'amazzone dai capelli bianchi. Shan-pu si voltò a guardarlo piuttosto stizzita. Aveva anche il coraggio di rivolgerle la parola, dopo lo spettacolino di prima con Xi-Lin! “Corro ad avvisare Ukyo delle intenzioni di Xi-Lin, e a riferirle la storiella che le ho appena raccontato. Ho dovuto inventarla di sana pianta senza concordarla con lei, quella tizia mi ha presa in contro piede!” disse, mentre saliva in sella alla sua bicicletta.“Faccio prima che posso, ma tu prova a renderti utile intanto e tienila a bada finchè non torno!” “Io? E come dovrei fare?” chiese il ragazzo, visibilmente spaesato. “Oh non ne ho idea, ma sono certa che un modo lo troverai” rispose lei con un tono infastidito “visto che sembri piacerle così tanto!”
Detto questo, schizzò via verso il liceo Furinkan.
   
 
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