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Autore: Guido    13/06/2006    5 recensioni
Un'amicizia inattesa si rivela illusoria, forse interessata, proprio quando Harry deve affrontare il peso della solitudine e della sofferenza. Qualcuno lo osserva, lontano solo in apparenza, lottando, a sua volta, con il peso del silenzio e degli equivoci.
Storia partecipante alla 21esima edizione del concorso
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Saevo Dolorum Turbine



Ringraziamenti:
a mio cugino Marco, che mi ha fatto scovare il titolo, tratto da un antico inno sulla Passione, già contenuto nel
Breviarium Romanum e tuttora eseguito a Savona, nella solenne Processione del Venerdì Santo.
Desidero, inoltre, ringraziare Erika per il giudizio espresso nella XXI edizione del concorso: lo considero corretto, tanto che sto pensando di pubblicare una seconda versione di questa fic, con un finale migliorato o forse alternativo.
Ancora due cose, e si tratta di altrettante scuse ai miei lettori. Questa storia è sfortunata: l'idea originale contemplava
due fic distinte, che presentassero la situazione, rispettivamente, dal POV di Harry prima, di Draco poi. Tuttavia, da un lato, la seconda parte non decollava e, dall'altro, in vista della partecipazione al concorso, mi è parso opportuno accorparle. A quel punto, però, andavo veramente di fretta, e questo può spiegare certi difetti di stesura; spiega senz'altro la pessima qualità del finale.
L'ultima scusa è destinata, invece, a quanti seguono
"Il Profumo della Libertà". Purtroppo, causa liti in famiglia, non posso accedere al PC in cui ho memorizzato il file della storia; la stesura, perciò, è pressochè bloccata, visto che debbo servirmi dei PC di Ateneo, con le complicazioni che vi lascio immaginare. Ma,per fortuna,l'ispirazione non è venuta meno, anzi, la mia Musa sembra in travaglio perenne; peccato solo che sia difficile intrappolare questi frutti evanescenti nella gabbia dei bit.


A volte ti odio, lo sai?
Vorrei che la memoria non mi torturasse ad ogni ora, facendomi danzare il tuo viso davanti agli occhi; vorrei cancellare a suon di sputi, a suon di sangue, quella tua aria da bell’indifferente, da menefreghista invulnerabile… ma so che, se tu fossi qui, nulla di tutto questo accadrebbe, poiché cadrei di nuovo sotto il tuo stramaledetto incantesimo.
Ah, ma tu sei qui, non è vero? Sei a pochi metri da me, precisamente a due banchi di distanza, ormai da un’ora intera. Adesso che perfino la McGranitt fiuta l’arrivo della campanella e sta assegnando i compiti, forse avrò l’opportunità di parlarti. Devo soltanto aspettare, indugiare in classe e sperare che tu faccia altrettanto. Sperare…!
Chi sei, da dove sei spuntato, per avere un tale potere su di me?

Chi sono io, piuttosto, che razza di deficiente al cubo sono, per marcire qui in attesa della tua attenzione?
Mai, mai avrei creduto di poterci cadere di nuovo. C’è già stato chi mi ha usato come tappabuchi, giusto per le ore in cui non aveva di meglio da fare, e grazie, non ho gradito l’esperienza. Ma trovarmi a ripeterla, ora, con te...
Ti credevo diverso. Ti credevo un amico.
E forse lo sei anche stato… a tuo modo, beninteso, e nel tempo libero.
Campanella!
«Signor Potter.»
«Uhm… sì, Professoressa?» Qualunque cosa possa volere la vecchia arpia, almeno mi fornisce un ottimo pretesto per trattenermi in classe.
«Non sono per niente soddisfatta dal Suo lavoro di oggi.»
«Ehm…» Cosa dovrei dire?
«Francamente, la Sua mancanza di concentrazione mi stupisce.»
Non stupisce me, invece. Professoressa cara, ha mai provato a concentrarsi con la Sua ossessione personale a pochi metri di distanza?
«Pertanto, temo proprio di doverLe assegnare una serie di esercizi supplementari.»
Sospiro. «Va bene.» Tanto, non saprei che fare nel tempo libero. E la McGranitt lo sa perfettamente, quindi suppongo che questa sia la sua terapia, il meccanismo che mi dovrebbe spingere a reagire…
Scribacchio gli esercizi extra e azzardo un’occhiata in tralice alla mia sinistra.
Cazzo! Sparito un’altra volta!
Dovrei esserci abituato, ormai; e invece… Oh, non che mi aspettassi veramente di vederti lì ad aspettarmi, ma… ma fa male lo stesso.
Lo so, sono un cretino.
«Può andare, Potter.»
«Grazie, Professoressa.»
Posso andare, certo, ma dove? Ho un’ora buca, un’ora che, contro ogni speranza, ho sperato di trascorrere con te. E invece… come previsto, casomai mi fossi voluto illudere ancora un po’, il corridoio è deserto.
Nessuno con cui parlare, niente da fare. Certo, ci sono questi esercizi, ma dovrei andare in Biblioteca e… e non ci riesco, cazzo! Non ancora.
Se tu fossi qui… forse con te ci riuscirei.
Ma dimmi un po’, non stavo già male abbastanza, senza che ti mettessi a spargere sale sulle ferite? Sono troppo solo per reggere il peso della tua indifferenza; avresti potuto reggere la finzione dell’amicizia ancora per un po’, almeno per pietà.
Oddio, sto parlando sul serio! Io che non ho mai voluto la pietà di nessuno!
Ma tu hai il potere di farmi star male. Pensavo di essermi corazzato contro l’indifferenza, pensavo che nessuno potesse più farmi star male, non dopo…
Perlomeno, questa volta non mi sono innamorato; perlomeno non siamo finiti a letto. Ma i “non” sono sempre una consolazione magra: dov’è la vera differenza, rispetto a…?
Cho.
Da quanto tempo mi rifiuto di pensare a lei, a quella maledetta Domenica? Dovevo avere lasciato il cervello sul cuscino, al risveglio; come vorrei scoprire che è stato solo un incubo... Cazzo, è orribile fare sesso con una che piange dall’inizio alla fine!
E per giunta mi ha chiamato Cedric. Prima, durante e dopo. Fantastico.
Questa è stata la mia prima volta. Se il buon giorno si vede dal mattino… Forse mi conviene diventare gay.
Ah, ma questo è stato l’unico punto su cui ti ho detto di no, vero? Povero Draco, non avresti mai immaginato di poter ricevere un rifiuto… o sì? Avevi un’aria così ansiosa, quando me l’hai chiesto. E io che ti ho detto? “Preferisco che restiamo amici”. Senza scompormi, davvero; dopotutto, io e Ron abbiamo fatto i nostri esperimenti, che c’è di male?
Ron…
Ma che amico sei, se adesso mi ignori, cazzo? Da due settimane ti vedo solo nelle occasioni scolastiche e non ci scambiamo una parola; eppure sai come sono ridotto, lo vedi, porco boia, o sei cieco?
Maledetti tutti quanti. Voldemort, i Mangiamorte, tutti. Sì, Draco, anche tuo padre; non chiedermi di non odiarlo. So che c’era anche lui, so che era il capo.
Tuo padre li ha uccisi, cazzo! Ron, Hermione e i Weasley sono morti, e tu… tu… tu te ne freghi!
No, non sto facendo ricadere su di te le colpe di tuo padre; dico solo che, se te ne fregasse qualcosa, cercheresti di starmi vicino, no? Mica pretendo che me li resusciti, non ti chiedo certo di uccidere tuo padre (alla vendetta penso io); da te vorrei solo un minimo di conforto.
Ma ti sei visto, cazzo? Sei più solo di un boia, ti resto soltanto io: è il problema di chi salta il fosso, perdi i vecchi amici e difficilmente ne acquisti di nuovi. Ma, se ti può consolare, sono rimasto solo anch’io, i miei amici hanno saltato un fosso molto più profondo del tuo.
Ho detto “consolare”? Oh bella, come se dovessi essere io a consolare te!
Certo, una mano lava l’altra, Draco. Tu, almeno tu, dovresti capire come mi sento. E, se non capisci, se te ne freghi, a me chi cazzo resta, eh? Neville? Luna? Non sono il massimo, credimi; bravi ragazzi, ma non li voglio intorno quando sto male.
Io voglio te.
Ti ho dato tutto, cazzo, tutto quello che ho potuto! Mi sono fidato di te, Draco, quando sei venuto a cercarmi. Tu mi hai cercato, non io. Mi hai detto di essere cambiato, di non voler diventare un Mangiamorte, e io ti ho creduto, sentivo che eri sincero. Ne sono convinto perfino adesso.
Ma eri sincero anche quando hai detto di voler essere mio amico?
Adesso non ti servo più, giusto? Grazie a me, ti hanno creduto tutti, Silente in testa. Sei di nuovo una persona perbene, secondo i discutibili canoni del Mondo Magico; non hai più bisogno del Ragazzo Sopravvissuto.
Ti vergogni di me, Draco? Ti vergogni del Mezzosangue? Ti vergogni di avermi per amico e anche per cugino? Ha! È buffo, se ci pensi: i Potter sono (erano) una dinastia di Purosangue, proprio come i Malfoy, e, se mio padre non avesse sposato una ragazza di nascita Babbana, chissà, forse avremmo giocato insieme, da bambini. Ma non riesco a immaginarti piccolo, mentre giochi.
Però giochi bene, molto bene, con i sentimenti degli altri, vero? Sei un artista, in questo. A che ti serviva la mia amicizia, quando avevi già la mia fiducia? Dovevi proprio ottenerla, tanto per il gusto di gettarla via? Perché, ora che ci penso, tu non hai mai avuto amici, vero? Anche Tiger e Goyle cosa sono stati? Soltanto i tuoi galoppini. La verità, caro, è che dell’amicizia non sapresti proprio che fare; e quindi…
Bastardo.
E so già che, se ti vedessi, se mi comparissi davanti, riuscirei solo ad abbracciarti.
Doppiamente bastardo.
«Harry…»

Glom.

Mi giro.
«Ah, sei tu.»
Come ho appena finito di dire…
«Piano, mi soffochi!»
Ti soffoco? Ah, no: il minimo, ma proprio il minimo, è strozzarti, verme! E questo muro è perfetto per sbatterci una testa, senti? Tum-tum-tum
«Dove cazzo sei stato, razza di bastardo, eh?»
Tum-tum-tum…
«Harry…»
«Hai ancora il coraggio di fiatare?»
Alzi gli occhi. Certo che hai fegato, bello.
Cosa vuoi fare…?
No, non è possibile! Mi stai baciando?
Dolcemente. Sulla guancia.
Cos’è questo nodo che ho in gola?
«Non piangere più, Harry…»
Non piangere? E chi piange? E se anche piangessi, chi cazzo sei tu, per impedirmelo?
Non ho più la forza di parlare, di pensare… riesco solo a piangere, Draco.
Tienimi stretto, non lasciarmi. Non lasciarmi anche tu.
«Non sei solo, Harry. Coraggio.»
Di bene in meglio: sto singhiozzando. Dio, che vergogna!
«Sono stato uno stronzo, lo so.»
Non ho neanche la forza di annuire, lo scatto di collera omicida ha prosciugato tutte le mie energie.
Davvero non sono solo, Draco? Perché sei qui? Forse perché ti faccio pena?
Anche se fosse, non ho la forza di mandarti affanculo.
«Sono morti, Draco. Non ci sono più.»
«Lo so, Harry. Lo so.»
«Non riesco ancora a crederci, sai? Tutte le mattine mi sveglio convinto di trovarli lì che mi aspettano… Tutte le mattine…»
«…La stessa delusione.»
«Sì.»
Ho smesso di piangere. Sarà meglio che vada.
«Grazie.»
«Vuoi già andartene?» Sembri davvero addolorato. Ma cosa credi, che sia qui, a disposizione dei tuoi comodi? «Ascolta, so di essere stato uno stronzo…»
«Sì!»
«Non ce la facevo, Harry. Non riuscivo… Cazzo, è mio padre che li ha uccisi!»
«Lo so.»
Mi fissi, come se non osassi credere alle tue orecchie.
«Tu non sei lui, Draco. Non biasimo te, per quello che è successo. Non potrei.»
«Allora…» Ti mordi le labbra. «Mi vuoi ancora, Harry?»
Mi sembra di aver trattenuto il fiato finora, aspettando che mi chiedessi qualcosa di simile. «Sì, Draco. Ho bisogno di te, sei l’unico amico che mi resta. Io… io non ce la faccio da solo!» No, no, per favore… ho già pianto anche troppo! Infatti, e per fortuna, sembra che non mi siano rimaste lacrime da versare.
Mi abbracci. Grazie per essere più delicato di me.
«Anche a me resti solo tu, Harry. Non vergognarti di me.»
«Io? Vergognarmi di te?» Ma di che diavolo stai parlando?
«Lascia che ti consoli, quando piangi; non scappare da me. Ti prego.» Sembra che stia per piangere tu; mi sa che abbiamo bisogno di una bella Pozione Calmante, tutti e due. «Gli amici servono a questo, no?»
Come sei carino, quando ti sforzi di sorridere. «Già, così dicono.»
Cos’è questa mano che mi porgi? «Ricominciamo, Harry?»
Credevo di aver dimenticato come sorridere. «Draco Malfoy, ti sei comportato come il peggiore degli stronzi… ma devo ammettere che hai stile!»
«Grazie.» Un inchino aggraziato, come sempre. «Posso prenderlo come un sì?»
Annuisco; sento che mi gira la testa, sono in sovraccarico emotivo. «Probabilmente me ne pentirò… ma, dopotutto, quante volte mi sono comportato da stronzo, io? Sarà il sangue dei Black…»
«Allora, cuginetto, siamo di nuovo insieme?»
Prendo la tua mano. Stavolta faccio la cosa giusta.
«Insieme, Draco. Ne usciremo insieme, e al diavolo tutti.»
Abbiamo un lungo corridoio da percorrere, prima di tornare nelle zone frequentate dagli studenti, prima delle lezioni che ci aspettano. Oggi, domani, dopodomani… lezioni e necrologi, le notizie della guerra appena filtrate dalle mura del castello.
Ma per tutto questo c’è tempo, un tempo infinito, mentre camminiamo lungo il corridoio in disuso; il tuo braccio, passato intorno alle spalle, mi impedisce di cadere, sorreggendomi con la presa salda del Cercatore. Il mio, invece, sfiora appena le tue, come una carezza o la promessa di un sostegno.
Camminiamo così, Draco. Camminiamo insieme.

Note:
Questo è un AU che si distacca dall’universo canonico alla fine del quinto libro, il che permette anche di evitare spoiler. Ho cercato di scrivere una Harry/Draco un po’ diversa dal solito e, tanto per cominciare, con una punta appena di slash: detesto gli svolgimenti scontati. Spero di non deludere troppi fan della coppia!
Riprendo qui un tema a me caro, la parentela tra i due protagonisti; per i riferimenti al canone, rinvio a
"Il Profumo della Libertà", cap. 2 e relative note.

  
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