Tenebra azzurra.
“L'abitudine
rende sopportabili anche le cose spaventose.”
Esopo
“No..
no.. no!!”
“Bulma!”
Una piccola lanterna venne accesa sopra
la brandina. Restò lì ad ondeggiare leggermente,
illuminando il
corpo della donna sdraiata sotto un lenzuolo lercio. Tutto intorno
era silenzio e buio. La luce fioca non riusciva ad illuminare il
grande magazzino dove vivevano. Topi, ecco ciò che erano
diventati.
Le mura muffite erano coperte da vecchio intonaco, rigonfio a causa
dell'umidità, che si sgretolava di tanto in tanto producendo
cumuli
di polvere. Il soffitto era tappezzato da chiazze verdognole. Cosa ci
si aspetta, dopotutto? Si viveva sottoterra.
La donna alzò lo sguardo, il cuore in
gola che tamburellava di agitazione. Chino su di lei, un ragazzo dai
capelli neri come la pece, lunghi e mossi la guardava. Il volto era
solcato da profonde cicatrici, gli occhi erano mossi da una grande
agitazione. “Tutto bene?” la voce era bassa, come
un sospiro. La
donna lo guardò per qualche attimo prima di muovere il capo
in segno
di assenso. Il cuore stava tornando ai normali battiti. Non riusciva
però a parlare, la gola era arsa e raschiante.
“Parlavi nel sonno.. mi hai
svegliato.. cosa sognavi?” chiese gentilmente. Si
udì un colpo di
tosse in lontananza nel buio. Bulma si puntellò sui gomiti,
portandosi una mano sul petto. Il respiro era veloce ed ansimante.
“Ho.. sognato lui. Ho sognato che ci
trovava.. oh..” non riuscì a trattenere
l'emozione, una lacrima le
rigò il viso veloce. L'uomo la raccolse dal suo volto con le
dita,
prima di abbracciare la donna.
“Oh Yamcha.. io ho paura..”
sussurrò poggiando la testa sul petto forte e virile
dell'uomo.
Quest'ultimo la strinse forte a sé, per diffonderle quel
poco di
coraggio che ancora gli scorreva nelle vene. Non riuscì a
trovare
parole di conforto quella notte.
Dopotutto, quando si è rinchiusi in un
sotterraneo da anni, senza che i raggi solari possano sfiorare la tua
pelle né riscaldarla, quando ogni giorno amici, conoscenti,
parenti
vengono crudelmente assassinati o deportati.. come si può
avere
ancora speranza?
C'era
un ragazzino davanti a lei.
Era piuttosto basso, non doveva avere più di dodici anni.
Bulma premette la mano sul clacson
infastidita. Era stanca, guidava quel catorcio da ore e aveva deciso
di non fermarsi prima di arrivare alla meta.
Dal canto suo, il ragazzino sembrò
non curarsi di lei. La ragazza, indispettita, abbassò con
velocità
il finestrino, sbucando fuori dall' auto che guidava. La lunga
treccia azzurra ondeggiò a causa della velocità
del movimento.
“Hei tu! Puoi spostarti? Nessuno
ti ha mai insegnato a camminare sul bordo della strada?”
aveva una
voce squillante ed acuta, abbastanza fastidiosa. A quelle parole il
ragazzino si voltò verso di lei, osservandola. Bulma
restò
impietrita quando incrociò lo sguardo con quello del
bambino. Due
occhi neri la fissavano.. ma avevano qualcosa di maligno, malsano.
Non erano gli occhi di un ragazzino. All'improvviso la decisione di
scendere e dare una bella strigliata ''alla Bulma'' al ragazzo era..
svanita nel nulla.
“Cosa diavolo vuoi?” la voce
arrivò fredda e seria alle orecchie della ragazza.
'Avanti Bulma.. è solo un
ragazzino!' pensò quest'ultima, aprendo la portiera. Scese
dalla
vettura abbastanza a disagio. Lo sconosciuto sembrava intenzionato a
non spezzare il legame visivo tra loro.
“Ehm.. già che ci siamo.. per
caso abiti da queste parti?” chiese, facendo un sorriso
tirato. Il
misterioso ragazzo la osservò con aria intellegibile.
“Perchè?”
“Io.. sono qui per cercare una
sfera.. dovrebbe essere giallastra con delle stelle nere al suo
interno. Non so, probabilmente non l'hai vista!” qualcosa le
diceva
di scappare di lì, fuggire via. Eppure quel ragazzino la
incuriosiva. Egli rimase in silenzio, ad osservarla. Bulma si sentiva
sempre più a disagio. “A..allora?”
“Si, il vecchio ne aveva una
simile.”
“i-il vecchio?”
“Quello che ho ucciso.” disse
serio il ragazzino. La guardò incuriosito mentre Bulma
rispondeva
con uno sguardo esterrefatto. Ucciso? Fantasie di un bambino,
sicuramente. 'Proprio io dovevo beccarmelo il ragazzino disturbato!'
“A che ti servono quelle sfere,
donnaccia?” la ragazza sgranò gli occhi
osservandolo. “Donnaccia?
Ma come ti permetti?? Io ho un nome, Bulma Brief, ti prego di
chiamarmi così! E faresti bene a presentarti anche tu,
maleducato!”
Il ragazzino la fissò intensamente.
Era poco più alto di un metro, le arrivava giusto alla vita.
“Io sono Kakaroth.”
^Angolino piccino picciò^
Ciao bellissima gente!! Eccomii,
tornata alla carica con questa storia. Non volevo nemmeno pubblicarla
oggi, insomma.. l'ho riletta tremila volte perchè ci tengo
alla buona riuscita di una fic che ho in mente da anni! =P (ho una
mente contorta io u.u) insomma, non l'avrei pubblicata oggi
se l'università non mi togliesse tanto di quel
tempo da essere ridotta a vivere con i libri.. (perchè poi
dovevo scegliere Chimica, io!)..
Quindi.. beh, spero non sia troppo una schifezza! :( e spero non ci
siano errori grammaticali! (soprattutto o.o)
Grazie in anticipo di essere arrivati fin qui!
PS: io odio NVU. Metto i caratteri carucci come piacciono a me, ma una volta che li pubblico si sballano tutti, diventano piccolissimi. :( perchè io non ci riesco mai? XD aiuto!
PPS: riguardo l'avvertimento what if.. beh in pratica il tutto mi è venuto in mente con la domanda.. "Cosa sarebbe successo SE Goku non avesse battuto la testa?" =P
Un bacio a tutti :*
Martozza