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Autore: ornylumi    08/10/2011    16 recensioni
Undici anni dopo la fine della guerra magica, una Hogwarts ricostruita e leggermente cambiata si prepara ad accogliere i nuovi studenti, senza sapere che un evento senza precedenti sta per segnare la sua storia. E' il primo anno per Teddy Lupin, cresciuto da sua nonna Andromeda e desideroso di scoprire il mondo magico, e per Catherine Scott, una ragazzina proveniente da un orfanotrofio Babbano. Ma lo è anche per Neville Paciock, che per la prima volta si avvicina all'insegnamento dell'Erbologia. La storia di un'amicizia che non avrebbe speranza e che diventa invece possibile, nella generazione di mezzo tra quella di Harry Potter e quella dei suoi figli.
Dal capitolo 8:
Quando il Cappello non aveva più considerazioni da fare, quando Cathy si era arresa alla sua incapacità di scegliere e la curiosità della sala si era trasformata in una noia mortale, lo Smistatore sembrò finalmente decidersi; alzando il tono di voce, in modo che tutti potessero sentirlo, dichiarò: “Non mi lasci altra scelta… Grifondoro e Serpeverde!”
*Attenzione: sono presenti spoiler nelle recensioni*
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neville Paciock, Nuovo personaggio, Sorpresa, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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1


Ogni sera, dopo cena, il professor Paciock trascorreva qualche minuto nelle serre prima di far ritorno a casa. File e file di piantine, dalle specie più innocue a quelle che avrebbero fatto impallidire un’Acromantula, attendevano la sua visita quasi fossero dei figli, e il professore avrebbe giurato che in sua presenza germogliassero più in fretta. Aveva persino dato loro dei nomi, in modo da dare la buonanotte a ciascuna o complimentarsi per quanto fossero cresciute. Nessuno a scuola era a conoscenza della sua abitudine o, almeno, Neville era sicuro di no, altrimenti gli studenti si sarebbero presi gioco di lui più di quanto non facessero già. Poco importava, comunque: insegnare Erbologia era l’unico mestiere che avesse mai desiderato fare, e sul finire del primo anno poteva dire di essersela cavata bene. Era orgoglioso di ogni sua classe, tranne forse di qualche Serpeverde con la puzza sotto il naso che proprio non afferrava l’importanza delle piante magiche. Beh, nonostante fossero passati anni da quando lo studente era lui, certe vecchie tradizioni restavano invariate.

Era il 7 maggio 2010 e, in quella particolare occasione, il professore guardava estasiato il suo ultimo capolavoro, un esemplare di Geranio Zannuto che stava venendo su proprio bene. L’istinto di portarlo con sé era forte, gli avrebbe certamente dato ascolto se non fosse stato per sua moglie. Già, perché la Belladonna e il Frullobulbo potevano anche andare, ma se si fosse azzardato a portare in casa qualcos’altro di colore verde era molto probabile che Hannah avrebbe sbattuto fuori lui. Si rassegnò così a lasciarlo dov’era e, dopo un’accurata ispezione generale, uscì dalla serra, avviandosi fuori dal castello.

Faceva freddo per essere maggio. Il vento gli attraversava il mantello facendolo rabbrividire e Neville ne approfittò per lamentarsi una volta di più della sua condizione. Di solito, gli insegnanti di Hogwarts restavano al castello per la notte, ma nel suo caso era diverso: perché era sposato, e perché sua moglie aveva avuto la bella idea di affittare il Paiolo Magico quando l’ormai anziano proprietario Tom era andato in pensione. Il professore le aveva ripetuto e stra-ripetuto di quanto la cosa non fosse sicura, con lui lontano per l’intera giornata e maghi e streghe di tutti i tipi che entravano e uscivano dal locale, ma non c’era stato verso di farle cambiare idea. Così, non solo era in pensiero tutto il giorno per la gente che frequentava sua moglie, ma in più era costretto a lunghi viaggi per tornare a casa a dormire. Certo, proprio 'lunghi' non li si poteva definire, con tutti i mezzi che un mago aveva per intraprenderli: scope, Metropolvere, Passaporte, Materializzazione… No, quella proprio no, la odiava da sempre e l’aveva esclusa per prima dalla lista. Di volare con la scopa neppure se ne parlava, se faceva così freddo a maggio non sarebbe arrivato vivo alla fine dell’inverno. Così, utilizzava per lo più una Passaporta, anche se il governo era diventato molto ligio al dovere negli ultimi anni e non sempre gli concedeva l’autorizzazione. Quando gli andava bene, era comunque costretto a collocarla fuori dalla scuola per una cosiddetta questione di sicurezza, il che lo costringeva a passeggiate serali esposte ad ogni tipo di intemperie. Per tutte le altre volte non gli restava che il camino, un altro mezzo non propriamente comodo, ma fortunatamente quella era una delle serate 'buone'.

Cercò a poco a poco di tirarsi su, pensando al calore della sua casa e ad Hannah che lo aspettava a braccia aperte. Avevano davanti a loro un intero weekend da passare insieme, chissà lei quanto sarebbe stata contenta… Avrebbero sorseggiato idromele raccontandosi reciprocamente la giornata e, magari, Hannah gli avrebbe concesso un’altra piantina ornamentale da tenere sul davanzale. Forse, i suoi ricordi legati a Erbologia erano ancora troppo infelici per farle apprezzare davvero la materia, ma prima o poi si sarebbe resa conto di quali sostanze incredibili potevano essere ricavate dalle piante e avrebbe iniziato ad amarle. Come quel profumo che aveva fatto confezionare per lei, un rarissimo estratto di Rosa Sanguigna irlandese, e che ora lo stava accompagnando nella tasca destra.

…Tasca destra. Un po’ troppo leggera in effetti, sembrava quasi che fosse vuota. Tanto per controllare, perché era sicuro di aver preso la boccetta, tastò la patta con la mano e anche allora non trovò alcuna protuberanza. Possibile che l’avesse lasciata sul tavolo degli insegnanti, durante la cena? Non lo ricordava affatto, ma era sicuro, sicurissimo di averla portata con sé dallo studio.

…Beh, almeno gli sembrava. Dannazione, la memoria lo tradiva ancora! Un attimo dopo, fu certo che la boccetta col profumo non era mai uscita dal cassetto della scrivania. Sbuffando e costringendosi a fare dietrofront, pensò alla Ricordella di sua nonna e ammise a malincuore di averne ancora bisogno.

Il cancello cigolò più di prima al suo passaggio, come seccato per essere stato aperto una seconda volta. Anche i cinghiali alati sulle colonne avevano un che di minaccioso quella sera, stagliati contro un cielo scuro e nuvoloso, e pur sentendosi sciocco Neville preferì abbassare lo sguardo. Le luci e il calore della Sala d’Ingresso, infine, lo raggiunsero come una benedizione.

Per fortuna, il suo studio non era situato in cima a una torre, ma nei pressi delle cucine e dei dormitori dei Tassorosso. Superò a passo svelto i colleghi intenti a parlare nei corridoi, rifiutando cortesemente di unirsi a loro e spiegando che aveva bisogno di un digestivo, dopo l’ottima ma abbondante cena di poco prima. I più non fecero commenti, ma qualche risolino lo raggiunse alle orecchie dopo aver percorso pochi passi. Proprio la Cooman, poi, se la rideva dei suoi problemi digestivi, e in generale dei problemi di tutti, solo perché da qualche anno era riuscita a smettere con lo Sherry. Ignorandola volutamente, s’impose di andare avanti.

L’ultima delle sorprese lo aspettava dietro la porta. Discese i tre gradini - quelli inutili, che servivano solo a farlo inciampare - e ben presto si trovò a fronteggiare un’altra delle sue dimenticanze. Le luci, Merlino! Prima di uscire aveva controllato tre volte ogni fonte luminosa, e adesso nella stanza sembrava mezzogiorno! Se i suoi vuoti di memoria arrivavano a questo punto, doveva essere vittima di qualche magia oscura o, peggio, di un invecchiamento decisamente precoce. Iniziando a sudare, notò che le sue lampadine-magiche-ultimo-modello erano disposte in uno strano modo, uno che proprio non era nel suo stile… O, almeno, non ricordava che lo fosse mai stato. Erano allineate sulla scrivania in maniera da far luce soprattutto sul retro. La cosa iniziava a diventare sospetta, e Neville dovette far ricorso a tutto il suo coraggio da ex Grifondoro per avanzare di qualche altro passo.

Ogni centimetro in più rivelava un dettaglio nuovo alla sua vista. Dapprima notò una certa confusione che lui stesso non avrebbe mai lasciato: libri gettati ovunque alla rinfusa, oggetti che non erano dove avrebbero dovuto essere… Possibile che qualcuno avesse frugato nel suo studio? Un altro, piccolo passo e si accorse che il primo cassetto era aperto. Aperto! Cosa mai avrebbero potuto cercare tra i suoi oggetti personali e, soprattutto, chi poteva averlo fatto? Ma fu l’ultima visione a dargli un vero sussulto al cuore: un ciuffo di capelli scuri, accompagnato da un respiro soffocato, spuntava esattamente da dietro la scrivania.

“Chi è là?” gridò il professore, puntando davanti a sé la bacchetta. L’intruso dovette considerarsi in trappola, poiché iniziò ad alzarsi in piedi tenendo gli occhi bassi dalla vergogna.

Di tutte le persone che Neville poteva immaginarsi di trovare, mai si sarebbe aspettato che si trattasse proprio di lei, una ragazzina dodicenne al suo primo anno a Hogwarts. Non che fosse una bambina qualunque, questo era certo: dal giorno del suo Smistamento era diventata famosa in tutto il castello. Ciò però non bastava a spiegare la ragione della sua presenza lì.

“Scott, che mi prenda un colpo!” le disse, riabbassando la bacchetta, mentre il suo cuore riprendeva a poco a poco il battito regolare. “Cosa diamine ci fai qui?”

La ragazzina non rispose subito. Continuava a non guardare in volto il suo insegnante, forse preoccupata di ricevere una punizione. Infilò le mani in tasca e i suoi occhi vagarono da un punto all’altro della stanza, come in cerca di un’ancora di salvataggio. Prima che Neville potesse aprire bocca per ripetere la domanda, però, il suo atteggiamento cambiò di colpo: una vera rabbia le esplose sul viso accaldato, con un gesto veloce estrasse la propria bacchetta e dall’alto del suo metro e cinquanta la usò per minacciare l’insegnante.

“Professor Paciock!” tuonò, come se fosse profondamente offesa. “Lei ha qualcosa che mi appartiene!”


Note

Non so perché anche questa nuova storia inizia con Neville, sarà che mi sta simpatico ed è stato divertente immaginarlo come professore. I protagonisti apparterranno alla nuova generazione, ma ci saranno comunque anche quelli "vecchi" e ben noti come lui. Come tempi ed eventi cercherò di rifarmi il più possibile alle rivelazioni della Rowling post-libri, ma perdonatemi se dimenticherò qualcosa perché far quadrare tutto non è assolutamente facile :)

Ho in mente il racconto a grandi linee, ma nei dettagli crescerà a mano a mano con la speranza che l'ispirazione non mi abbandoni! Intanto, grazie a chi deciderà di seguirlo.

   
 
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