Oltre la pelle
Distesa sul prato, con il sole marzolino che ti colpisce il
volto, incastrato nell’incavo tra la spalla e il capo della tua amica, ti viene
quasi da ridere. Sei sgattaiolata fuori di casa dopo pranzo, saltando il
sonnellino pomeridiano e sai che se tua
mamma si accorgesse della tua scomparsa saresti nei pasticci. Non hai
assolutamente idea di come riuscirai a tornare a casa, adesso che sono quasi le
cinque, ma l’unica cosa che riesci a fare è ridere.
Ridi perché è buffo l’espressione che assumono gli altri
quando il loro sguardo si posa su Janet, come i sussurri che genera il vostro
passeggiare insieme mano nella mano. Sono davvero ridicole le chiacchiere degli
altri che ti consigliano di troncare l’amicizia; dicono tutti che Janet è strana
ed è diversa. Ma perché poi? Dicono che è sporca perché ha la pelle scura, ma a
te,che hai solo dieci anni, la sua pelle piace. Pensi a quanto dev’essere bello avere la pelle abbronzata tutto l’anno,
mentre a te per colorare un po’ la tua
pelle diafana, devono bastare solo i due mesi estivi in California.
Una nuvola bianca si stacca dal cielo e ti oscura d’un tratto
la vista del sole. Ma non è una nuvola, le nuvole non fanno mica starnutire. Il
polline vola sulle vostre teste e sbuffi indispettita, intervallando starnuti e
rapidi gesti della mano, per tentare di allontanare la causa del tuo malessere.
Smetti poco dopo, constatando i tuoi scarsi risultati, volgendo lo sguardo
verso la tua amica. Adesso ride anche Janet. Continuate a ridere ancora per un pò in quell’angolo di prato solo vostro, ridete lontane
anni luce dagli altri, in quella luce che sembra brillare solo per voi.
Incuranti del resto del mondo, voi ridete, giurandovi di restare amiche per
sempre. Amiche per la pelle, amiche oltre
la pelle.
Spazio all’autrice
Una semplice flash-fic contro il
razzismo, idealmente ambientata nell’America degli anni 60, ma purtroppo valida
in ogni epoca. Spero vi sia piaciuta!