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Autore: Lucenera88    07/11/2011    1 recensioni
Storia dell'amore di Jessie e James, un amore tanto tormentato quanto forte. Dedicato a chi mi ha ispirata giorno per giorno, avrei tanto voluto fargli leggere la storia completa ma non è stato così.
Buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James, Jessie, Meowth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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C’era una volta…

 
C’era una volta in cui tra loro due le cose non erano altro che una fraterna amicizia, e forse sarebbe stato meglio se il tempo si fosse fermato allora.

Non che lui non provasse nulla, perché un qualcosa covava nel suo cuore mentre si premuniva accuratamente
di soffocare il tutto nel nome di una semplice stabilità;


Lei d’altro canto l’aveva visto come una sorta di spalla da maltrattare,
      fino a quando aveva potuto escogitare la terrificante idea di utilizzare il magnetismo di cui era
      consapevole ancora di più come divertimento personale.
 
Jessica Isabelle Musashi Morgan Thomps e James Kojirō Joseph Mcgrannigham. Due nomi che per chiunque, perfino per loro stessi, sarebbero stati identificativi di estranei, dal momento che per sé e per il mondo essi erano semplicemente Jessie e James del Team Rocket, la famosa banda criminale la cui specialità era lo sfruttamento di Pokémon per trarne profitto in vari campi. Il Boss di questa mafia era conosciuto solamente con l’anonimo Giovanni, e di lui era nota la passione innata per la collezione degli animali dalle fantastiche potenzialità.
Dopotutto, Giovanni li aveva tolti dalla strada, sebbene non fosse stato direttamente la causa del loro primo incontro.   
I due erano cresciuti in una gang di teppisti fino ai quattordici anni, e in una comitiva tale si veniva su abbastanza presto. Quando entrarono a far parte di quella famiglia, che in qualche maniera era migliore di quella da dove erano fuggiti, James era un bambinetto che si portava più piccolo degli anni che aveva. Non sapeva neppure andare in bicicletta, e la cosa era motivo di scherno in una banda di ragazzi che fondava la propria malavita sul mezzo a due ruote.
James fu inizialmente in qualche modo disprezzato e, se non fosse stato per Jessie, sarebbe finito in mezzo alla strada alle porte dell’inverno.
Avevano dodici e tredici anni. Jessie, da peste che era, da quell’esperienza apprese che solamente con la vera cattiveria si poteva ottenere ciò che si voleva per gente come lei, che nulla le sarebbe stato regalato e che nemmeno faticando onestamente avrebbe raggiunto i suoi obbiettivi. James invece, dalle comode e soffocanti stanze dell’alta società, dovette imparare a vivere davvero, con sudore, ma il suo carattere era facile da influenzare: in breve tempo si rese amico di tutti, abbracciando la libertà dell’anarchia come un malsano divertimento.
In un ambiente del genere, in cui ogni giorno il cibo era rubato ed i soldi erano sporchi, non poteva stupire che avessero avuto le loro prime esperienze. I ragazzi andavano dalle prostitute, e ci portavano i nuovi come una sorta d’iniziazione; le femmine andavano in discoteca ed ai festini, si mettevano in appostamento a cercare un gruppo di giovani che si avvicinasse, offrisse loro da bere e desse loro da divertirsi. Tanto meglio se si riusciva ad arraffare qualcosa come soldi o un cellulare, facessero un viaggio in auto. Alcuni di loro finivano al riformatorio di tanto in tanto, ma non era mai un grosso problema. Era nonostante tutto un gruppo unito perché, tutti soli, si consideravano una sgangherata famiglia di incompresi la cui passione erano i Pokémon, la bicicletta e la faccia tosta che li accomunava.
Si diceva che solo i migliori potevano essere presi nella malavita organizzata, quella vera, ed il fatto che Grande Jessie e Piccolo Jim fossero stati inclusi nel programma di addestramento del Team Rocket poteva rilevare la bontà di fondo di tutta la gang della Small Sunny Town.
Passarono alcuni anni dopo la fine della loro vita nella baby gang; anni in cui si dimenticarono a vicenda, o finsero di dimenticarsi, fino a quando non furono rimessi l’uno di fianco all’altra a quell’accademia che, sola tra i tanti posti che avevano visitato, avevano avuto il coraggio di chiamare “casa”.
Jessie e James erano una coppia strampalata, non c’era un giorno in cui non si litigasse anche per una sciocchezza, eppure si conoscevano più di chiunque altro ed erano in sintonia. In alcune cose avevano gli stessi gusti, in altre si completavano ed il loro egocentrismo era comico perché doppio.
Tuttavia, nei giorni di ferie avevano preso l’abitudine di comportarsi da perfetti sconosciuti: l’una ignorava l’altro e, se possibile, cercavano di evitare di incontrarsi. Se fossero usciti insieme si sarebbero danneggiati reciprocamente, perché non avrebbero trovato nessuno che si sarebbe avvicinato credendoli una coppia e poi, con tutto il dover tollerarsi a vicenda, un venerdì sera sarebbe stato gradito senza aversi sotto lo sguardo.
Jessie aveva piuttosto successo con gli uomini, ma era il tipo che preferiva non legarsi e amava le avventure: perciò prendeva sempre le dovute precauzioni per farsi dimenticare in fretta. Sebbene non lo desse a vedere, era una ragazza romantica in attesa del principe azzurro che l’avrebbe rapita con galanteria, totalmente diverso dalla consueta notte di passioni solo per il piacere dei sensi. James aveva avuto due o tre storie, ma il suo contributo era stato più o meno passivo, come se in qualche modo obbligato dalle circostanze piuttosto che invaso d’amore. Non era mai stato innamorato veramente di nessuno, solamente attratto fisicamente. Quando le ragazze cominciavano a divenire più pressanti circa le sue faccende personali, lui mandava Meowth a mollarle al posto suo.
 
Il primo bacio i due se lo scambiarono intorno ai diciotto anni. Jessie non era mai stata una santerellina, ed il modo in cui sfoggiava con orgoglio la propria cattiveria risultava quasi squallido.
 
Quando Jessie baciò James per la prima volta, lo stomaco del ragazzo prese a girare. Perfino un ottuso come lui ne aveva avvertito l’unicità disarmante e quasi magica, e dentro il suo cuore emerse caldo quel sentimento che nel frattempo era cresciuto nascostamente nelle ombre candide dell’ingenuità.
Come fu brutta la consapevolezza di essere innamorato di lei, ma di dover ributtare giù di nuovo le parole in fondo allo stomaco, ora che erano risalite in bocca.
Lo vide dal suo sguardo: Jessie l’aveva baciato per una sorta di insolita carineria, per via dell’ingordigia di una ragazza a cui un bacio ormai non faceva più la differenza, avendone concessi tanti a tanti volti estranei. Il fatto che qualche volta si scambiassero dei baci da buoni amici veniva a tormentarlo quando si metteva le coperte sopra la testa fingendo di dormire, mentre Jessie passava la notte fuori chissà dove. Non si creda che piangesse, e perché avrebbe dovuto allora? Era un’abitudine di Jessie trattarlo uno straccio. Inoltre, se lei se la prendeva comoda, perché non avrebbe dovuto lui?
Intanto era sicuro che col tempo la stupida sbandata che si era preso sarebbe andata scemando, dal momento che non poteva ancora credere accettabile di essersi innamorato proprio di lei, di Jessie, tra tutte le persone del mondo.
Quando ne aveva l’occasione, James la beccava con frasi tipo: “sei troppo megera, faresti fuggire tuo marito il giorno delle nozze se ci arriva intero”, mentre si ritrovava a pensare senza volerlo a cosa sarebbe successo se il marito fosse stato lui.
 
 
E così, in quel mondo strampalato c’erano loro, che per lo meno si ritenevano una famiglia.
 
 
 
 
Nota dell’autrice:
Salve a tutti! Esordisco con questo primo capitolo, anche se in effetti non si mostrano tanto i sentimenti di Jessie quanto quelli di James. Il titolo “Musashi no kimochi” (“I sentimenti di Jessie”) è in verità un tantino ingannevole, perché troveremo anche descritti i sentimenti di James.
Ammetto di avere l’80% del testo già pronto da una vita, ed è per questo che lo posto ora. Non ho ancora finito la ff “Sangue Fuoco”, e dopo di quella ce n’è un’altra per collegarsi poi a questa, ma ho ritenuto inutile far marcire ancora la storia nel mio computer visto che in questo periodo sono davvero molto indaffarata e non riuscirò a pubblicare tutto tanto presto. Questo capitolo-preambolo è stato scritto in originale nel 2006 (o anche prima), ovviamente ripreso, e ho cercato di collegare un po’ tutti gli eventi del passato di Jessie e James riprendendo l’episodio della bike gang nella prima stagione e creando un nesso con la puntata Training Daze! (“l’Accademia del Team Rocket”). Per maggiori informazioni, date un’occhiata alla mia ff “Sangue Fuoco” che è piena di riferimenti più dettagliati ;-)
Vi annuncio già che questa storia è molto in avanti nel tempo rispetto a “Sangue Fuoco”. Chi ha letto la one-shot “Il Team Rocket si ritira e se la gode” avrà le idee leggermente più chiare… seguire per capire!
Ps. Small Sunny Town è il nome che ho dato alla cittadina della bike gang. Nell’episodio non viene fatto il nome della città, bensì si dice che è in costruzione un ponte per Sunny Town. Ho quindi pensato di chiamarla “Small Sunny Town”, ovvero “piccola Sunny Town”. Fantasia zero!!

 
A presto! Lucenera. 

   
 
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