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Autore: martozza    11/11/2011    2 recensioni
Cosa succederebbe se tutti i tuoi affetti più cari venissero annientati?
Se la tua stessa vita fosse appesa ad un filo?
Bulma lo stava provando sulla sua stessa pelle.
Ma in quel vortice di follia e dolore forse qualcosa stava per cambiare.
Tutto era nelle sue mani, lei lo sapeva bene.
Avrebbe resistito, qualunque cosa fosse accaduta.
"Tutto intorno era silenzio e buio. La luce fioca non riusciva ad illuminare il grande magazzino dove vivevano. Topi, ecco ciò che erano diventati."
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Un po' tutti, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tenebra Azzurra.

Capitolo 5: Crisantemi.

“A volte, quando si perde si vince.”

(Le ali della Libertà)

 

“Taiyoken!”

Aveva gli occhi chiusi, Bulma. Il volto contro l'incavo della spalla del fidanzato, le mani intorno alle sue spalle. Era certa di morire, quel giorno. E quando sentì quella parola pronunciata con rabbia, strinse i denti. Taiyoken, chissà che diavoleria era… chissà quanta sofferenza le avrebbe procurato. Successivamente sentì tre esplosioni. Già si aspettava il dolore, pregustava l'odore del sangue che di lì a poco sicuramente avrebbe sentito.

“Tenshinahn. ma cosa?” Questa volta fu Yamcha a parlare, da sopra la spalla di Bulma. Quest'ultima, sorpresa, aprì gli occhi, guardandosi intorno.

C'era una scena bizzarra in effetti, a cui assistere.

I tre esseri erano a terra che si lamentavano stropicciandosi gli occhi, temporaneamente accecati. I loro scuoter erano in frantumi. Bulma riusciva a vedere pezzi di vetro verde o rosso brillare nel fango. Davanti a lei, infine, l'amico Tenshinahn teneva tra le braccia l'ormai defunto Crilin che, in quella posizione, sembrava addormentato.

Fu allora che la donna ricordò: il Taiyoken era una tecnica utilizzata dall’ amico che riusciva ad accecare temporaneamente l’avversario.

“Andiamo Yamcha muoviamoci!”

Volarono via, veloce. Talmente veloce che la donna dovette nascondere il volto tra le pieghe della tuta di Yamcha, per non far lacrimare gli occhi.

Quando li riaprì, erano davanti alla botola dalla quale era uscita. Si guardò intorno meravigliata, Yamcha e Tenshinahn avevano espressioni dure e tese. “Forza, sbrighiamoci!” disse il primo dei due, aprendo la botola in ferro. “Forza Bulma, scendi!”

 

“Oddio.. ma quello è..”

“Kakaroth!”

L'intero gruppo guardò fuori dalla casa. Erano passati molti mesi dall'ultimo incontro. Bulma iniziò a tremare. Yamcha le circondò le spalle con un braccio, per conforto e protezione.

“Sta tranquilla..!”

“Oh.. Yamcha..”

Dietro di loro una ragazza gemette. Chichi era dimagrita molto nell'ultimo periodo a dispetto del ventre rigonfio che si sorreggeva con le mani.

“Come.. come osa farsi vedere qui dopo ciò che ha fatto a Chichi!” Crilin agitò il pugno in aria, nervoso.

“Basta, manteniamo tutti la calma.” la voce infine, del vecchio maestro Muten , raggiunse i loro cuori. Fu il primo ad avviarsi verso la porta, andando incontro a Kakaroth.

“Kakaroth.. è tanto che non ti vediamo. Come sei cresciuto!”

“Stupido vecchio, osi ancora rivolgerti a me come se fossi un ragazzino?”

“Cosa sei venuto a fare qui?” uscì anche Crilin, seguito da Bulma e Yamcha.

“Già! Non ti è bastato ciò che hai fatto a quella povera ragazza? A Chichi?”

Kakaroth ghignò. “Perchè cosa le ho fatto? Non mi sembra le sia dispiaciuto!”

Si sentì un singhiozzo dall'interno. L'uomo si lasciò andare ad un espressione sorpresa.

“Oh, è qui! Bene.. com'è che dite voi, stupidi umani? Due piccioni con una fava!”

Crilin fece dei passi in avanti, verso il nemico.

“Cosa vuoi dire?? Cosa sei venuto a fare qui??”

Kakaroth rispose con uno sguardo beffardo. Si avvicinò a lui, arrivando ad un palmo dal suo volto.

“Crilin!! Allontanati da lui!” un'altra voce sopraggiunse. Un altro uomo, anch'esso glabro ma più alto e muscoloso osservava la scena arcigno. “Cosa diavolo sei venuto a fare qui, Kakaroth?”

Si sentì ancora la ragazza mora piangere e lamentarsi. Bulma non riusciva ancora a smettere di tremare.

“Voglio la donna che cercate di nascondere!”

La richiesta lasciò tutti in silenzio. Bulma iniziò a scuotere la testa. “Cosa vuoi ancora da lei??” la voce assunse strane tonalità acute. Era nervosa, impaziente, a disagio.

“Questi, donnaccia, sono affari miei.”

“Non è già abbastanza ciò che le hai fatto?”Ormai la donna dai capelli turchini urlava. Yamcha la tratteneva per il braccio.. probabilmente senza di lui Bulma si sarebbe già scagliata sul Saiyan.

“Porta mio figlio con sé, no? Non mi farebbe male un alleato, sapete..” ghignò, Kakaroth.

“Ora.. muovetevi.”

“Ora basta, Kakaroth. Allontanati da qui.” intervenne Muten, ponendosi davanti all'uomo.

Fu il tempo di un ghigno.

Fu il tempo di un battito d'ali.

Fu il tempo dell'infrangersi di un'onda del mare sulla spiaggia.

Un raggio rosso partì dalle mani di Kakaroth e trafisse il petto del vecchio.

Muten stupito barcollò per qualche metro all'indietro.. aprì la bocca, cercando di parlare, ma dalle sue labbra gocciolò solo sangue misto alla saliva. Poi cadde, sotto le urla dei presenti.

“Ora, volete fare la sua stessa fine? Non credo. Quindi su, non fate storie.” detto ciò, con una velocità superlativa riuscì ad arpionare il braccio di Chichi.

“LASCIALA!” urlò Tenshinahn, avventandosi contro di lui con un pugno che sfortunatamente egli schivò con grande facilità.

Kakaroth si alzò in volo, sollevandosi di qualche centimetro. Si voltò verso la scienziata ghignando.

“Tieni donna, a me non serve più.” detto ciò le lanciò contro un oggetto simile ad un orologio, circolare. Questo cadde nella sabbia e brillò davanti al sole del mattino.

“E'.. è il radar..”

“Già! Ho esaudito il desiderio.. sono riuscito a ricontattare i miei compagni! Ora, con il vostro permesso, sto andando ad accoglierli!” non disse altro. Rivolse loro una sola, glaciale occhiata e volò via, lontano da quell'isola.

 

 

“Salutiamo l'amico Crilin, che si è più volte battuto per proteggere questa nostra terra..”

Mr. Popo parlava con voce di tuono, accanto a quello che era solo l'abbozzo di una lapide.

Una pietra rozzamente levigata, sulla quale erano incise parole d'amore e d'affetto sincero. Ecco l'oggetto in quel momento circondato da persone sofferenti.

Bulma si strinse al braccio del fidanzato, il volto rigato da lacrime amare, gli occhi arrossati.

Crilin era morto.

Ricordava ogni cosa di lui. Ricordava le prese in giro, le risate, le frasi di conforto. Era sempre stato il suo migliore amico. Quante volte l'aveva aiutata a riappacificarsi con Yamcha?

Anche lui ora era andato via.

Yamcha prese una manciata di terriccio con la mano e la riversò all'interno della bara. Stessa cosa fece Tenshinahn e infine Bulma, tra le lacrime e il dolore. Quest'ultima si chinò sulla lapide e vi lasciò un puro e bianco crisantemo.

'Addio amico mio..'

La messa funebre finì, tutti tornarono alla loro 'vita', se così poteva essere definita. Bulma si inginocchiò davanti alla lapide, tremante.

“Tesoro..” Yamcha posò gentilmente la mano sulla spalla fine della donna, in segno di conforto.

“Se n'è andato anche lui.. prima il Genio.. poi lui.. quanto ci resta per raggiungerli? Non c'è più speranza.. io..”

“Bulma.. basta.”

“No, Yamcha.. voglio stare da sola.. scusami.” supplicò lei, senza alzare il viso. Il ragazzo assentì e si allontanò con passi cupi.

“Ti ricordi quando mi tranquillizzavi, Crilin? Quando mi dicevi che tutto sarebbe finito..?” sussurrò alla lapide, in un misto di saliva e lacrime. Tossì, cercando di liberarsi dal peso che le bloccava lo stomaco. Le mancava il respiro, il pianto era incontrollabile. La donna era scossa dai singhiozzi.

“Mi avevi promesso.. avevi promesso che ci saresti stato!” urlò contro la bara fredda. Si strinse le mani al petto, sentendo il proprio cuore tamburellare veloce.

“Crilin..” sussurrò poi, mentre con l'indice sfiorava le lettere incise sulla fredda pietra.

 

“Amico sincero, ci hai tanto rallegrato con i tuoi sorrisi.

Ora illuminaci il cammino in questa vita tenebrosa

con il tuo ricordo.”

 

La donna si alzò mentre con il palmo si asciugava al meglio le gote umide. Sospirò profondamente, senza però riuscire a placare i celeri battiti del cuore.

Si allontanò di qualche passo e si guardò intorno con un sospiro.

Quella zona dei sotterranei pullulava di crisantemi.

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^Angolino piccino picciò^

Ok, dopo aver combattuto la mononucleosi (-.-''') che per due settimane mi ha costretta a letto, lontana da pc e università (e libri, ora ho un arretrato tremendo da studiare ç_ç) rieccomi qui con l'aggiornamento.

Cosa dire.. sono contentissima per le tre recensioni! Vi riempirei di baci se non fosse ancora potenzialmente infettiva XD quindi mi limito al grazie!

Spero che questo capitolo vi piaccia :* Baci (virtuali e non infetti) a tutti voi!! :)

  
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