Tenebra
Azzurra.
Capitolo
5: Crisantemi.
“A volte,
quando si
perde si vince.”
(Le ali della
Libertà)
“Taiyoken!”
Aveva gli occhi chiusi,
Bulma. Il volto contro l'incavo della
spalla del fidanzato, le mani intorno alle sue spalle. Era certa di
morire,
quel giorno. E quando sentì quella parola pronunciata con
rabbia, strinse i
denti. Taiyoken, chissà che diavoleria era…
chissà quanta sofferenza le avrebbe
procurato. Successivamente sentì tre esplosioni.
Già si aspettava il dolore,
pregustava l'odore del sangue che di lì a poco sicuramente
avrebbe sentito.
“Tenshinahn. ma
cosa?” Questa volta fu Yamcha a parlare, da
sopra la spalla di Bulma. Quest'ultima, sorpresa, aprì gli
occhi, guardandosi
intorno.
C'era una scena bizzarra in
effetti, a cui assistere.
I tre esseri erano a terra
che si lamentavano stropicciandosi
gli occhi, temporaneamente accecati. I loro scuoter erano in frantumi.
Bulma
riusciva a vedere pezzi di vetro verde o rosso brillare nel fango.
Davanti a
lei, infine, l'amico Tenshinahn teneva tra le braccia l'ormai defunto
Crilin
che, in quella posizione, sembrava addormentato.
Fu allora che la donna
ricordò: il Taiyoken era una tecnica
utilizzata dall’ amico che riusciva ad accecare
temporaneamente l’avversario.
“Andiamo Yamcha
muoviamoci!”
Volarono via, veloce.
Talmente veloce che la donna dovette
nascondere il volto tra le pieghe della tuta di Yamcha, per non far
lacrimare
gli occhi.
Quando li
riaprì, erano davanti alla botola dalla quale era
uscita. Si guardò intorno meravigliata, Yamcha e Tenshinahn
avevano espressioni
dure e tese. “Forza, sbrighiamoci!” disse il primo
dei due, aprendo la botola
in ferro. “Forza Bulma, scendi!”
“Oddio..
ma quello è..”
“Kakaroth!”
L'intero gruppo
guardò fuori dalla casa. Erano passati
molti mesi dall'ultimo incontro. Bulma iniziò a tremare.
Yamcha le circondò le
spalle con un braccio, per conforto e protezione.
“Sta
tranquilla..!”
“Oh..
Yamcha..”
Dietro di loro una
ragazza gemette. Chichi era dimagrita
molto nell'ultimo periodo a dispetto del ventre rigonfio che si
sorreggeva con
le mani.
“Come..
come osa farsi vedere qui dopo ciò che ha fatto a
Chichi!” Crilin agitò il pugno in aria, nervoso.
“Basta,
manteniamo tutti la calma.” la voce infine, del
vecchio maestro Muten , raggiunse i loro cuori. Fu il primo ad avviarsi
verso
la porta, andando incontro a Kakaroth.
“Kakaroth..
è tanto che non ti vediamo. Come sei
cresciuto!”
“Stupido
vecchio, osi ancora rivolgerti a me come se fossi
un ragazzino?”
“Cosa
sei venuto a fare qui?” uscì anche Crilin, seguito
da Bulma e Yamcha.
“Già!
Non ti è bastato ciò che hai fatto a quella
povera
ragazza? A Chichi?”
Kakaroth
ghignò. “Perchè cosa le ho fatto? Non
mi sembra
le sia dispiaciuto!”
Si
sentì un singhiozzo dall'interno. L'uomo si
lasciò
andare ad un espressione sorpresa.
“Oh,
è qui! Bene.. com'è che dite voi, stupidi umani?
Due
piccioni con una fava!”
Crilin fece dei
passi in avanti, verso il nemico.
“Cosa
vuoi dire?? Cosa sei venuto a fare qui??”
Kakaroth rispose
con uno sguardo beffardo. Si avvicinò a
lui, arrivando ad un palmo dal suo volto.
“Crilin!!
Allontanati da lui!” un'altra voce sopraggiunse.
Un altro uomo, anch'esso glabro ma più alto e muscoloso
osservava la scena
arcigno. “Cosa diavolo sei venuto a fare qui,
Kakaroth?”
Si
sentì ancora la ragazza mora piangere e lamentarsi.
Bulma non riusciva ancora a smettere di tremare.
“Voglio
la donna che cercate di nascondere!”
La richiesta
lasciò tutti in silenzio. Bulma iniziò a
scuotere la testa. “Cosa vuoi ancora da lei??” la
voce assunse strane tonalità
acute. Era nervosa, impaziente, a disagio.
“Questi,
donnaccia, sono affari miei.”
“Non
è già abbastanza ciò che le hai
fatto?”Ormai la donna
dai capelli turchini urlava. Yamcha la tratteneva per il braccio..
probabilmente
senza di lui Bulma si sarebbe già scagliata sul Saiyan.
“Porta
mio figlio con sé, no? Non mi farebbe male un
alleato, sapete..” ghignò, Kakaroth.
“Ora..
muovetevi.”
“Ora
basta, Kakaroth. Allontanati da qui.” intervenne
Muten, ponendosi davanti all'uomo.
Fu il tempo di un
ghigno.
Fu il tempo di un
battito d'ali.
Fu il tempo
dell'infrangersi di un'onda del mare sulla
spiaggia.
Un raggio rosso
partì dalle mani di Kakaroth e trafisse il
petto del vecchio.
Muten stupito
barcollò per qualche metro all'indietro..
aprì la bocca, cercando di parlare, ma dalle sue labbra
gocciolò solo sangue
misto alla saliva. Poi cadde, sotto le urla dei presenti.
“Ora,
volete fare la sua stessa fine? Non credo. Quindi
su, non fate storie.” detto ciò, con una
velocità superlativa riuscì ad
arpionare il braccio di Chichi.
“LASCIALA!”
urlò Tenshinahn, avventandosi contro di lui
con un pugno che sfortunatamente egli schivò con grande
facilità.
Kakaroth si
alzò in volo, sollevandosi di qualche
centimetro. Si voltò verso la scienziata ghignando.
“Tieni
donna, a me non serve più.” detto ciò
le lanciò
contro un oggetto simile ad un orologio, circolare. Questo cadde nella
sabbia e
brillò davanti al sole del mattino.
“E'..
è il radar..”
“Già!
Ho esaudito il desiderio.. sono riuscito a ricontattare
i miei compagni! Ora, con il vostro permesso, sto andando ad
accoglierli!” non
disse altro. Rivolse loro una sola, glaciale occhiata e volò
via, lontano da
quell'isola.
“Salutiamo
l'amico Crilin, che si è più volte battuto per
proteggere questa nostra terra..”
Mr. Popo parlava con voce
di tuono, accanto a quello che era
solo l'abbozzo di una lapide.
Una pietra rozzamente
levigata, sulla quale erano incise
parole d'amore e d'affetto sincero. Ecco l'oggetto in quel momento
circondato
da persone sofferenti.
Bulma si strinse al braccio
del fidanzato, il volto rigato da
lacrime amare, gli occhi arrossati.
Crilin era morto.
Ricordava ogni cosa di lui.
Ricordava le prese in giro, le
risate, le frasi di conforto. Era sempre stato il suo migliore amico.
Quante
volte l'aveva aiutata a riappacificarsi con Yamcha?
Anche lui ora era andato
via.
Yamcha prese una manciata
di terriccio con la mano e la
riversò all'interno della bara. Stessa cosa fece Tenshinahn
e infine Bulma, tra
le lacrime e il dolore. Quest'ultima si chinò sulla lapide e
vi lasciò un puro
e bianco crisantemo.
'Addio amico mio..'
La messa funebre
finì, tutti tornarono alla loro 'vita', se
così poteva essere definita. Bulma si inginocchiò
davanti alla lapide,
tremante.
“Tesoro..”
Yamcha posò gentilmente la mano sulla spalla fine
della donna, in segno di conforto.
“Se
n'è andato anche lui.. prima il Genio.. poi lui.. quanto
ci resta per raggiungerli? Non c'è più speranza..
io..”
“Bulma..
basta.”
“No, Yamcha..
voglio stare da sola.. scusami.” supplicò lei,
senza alzare il viso. Il ragazzo assentì e si
allontanò con passi cupi.
“Ti ricordi
quando mi tranquillizzavi, Crilin? Quando mi
dicevi che tutto sarebbe finito..?” sussurrò alla
lapide, in un misto di saliva
e lacrime. Tossì, cercando di liberarsi dal peso che le
bloccava lo stomaco. Le
mancava il respiro, il pianto era incontrollabile. La donna era scossa
dai
singhiozzi.
“Mi avevi
promesso.. avevi promesso che ci saresti stato!”
urlò contro la bara fredda. Si strinse le mani al petto,
sentendo il proprio
cuore tamburellare veloce.
“Crilin..”
sussurrò poi, mentre con l'indice sfiorava le
lettere incise sulla fredda pietra.
“Amico
sincero,
ci hai tanto rallegrato con i tuoi sorrisi.
Ora illuminaci
il cammino in questa vita tenebrosa
con il tuo
ricordo.”
La donna si alzò
mentre con il palmo si asciugava al meglio
le gote umide. Sospirò profondamente, senza però
riuscire a placare i celeri
battiti del cuore.
Si allontanò di
qualche passo e si guardò intorno con un
sospiro.
Quella zona dei sotterranei pullulava di crisantemi.
-----------------------------------------------^Angolino piccino picciò^
Ok, dopo aver combattuto la mononucleosi (-.-''') che per due settimane mi ha costretta a letto, lontana da pc e università (e libri, ora ho un arretrato tremendo da studiare ç_ç) rieccomi qui con l'aggiornamento.
Cosa dire.. sono contentissima per le tre recensioni! Vi riempirei di baci se non fosse ancora potenzialmente infettiva XD quindi mi limito al grazie!
Spero
che questo capitolo vi piaccia :* Baci (virtuali e non infetti) a tutti
voi!! :)