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Autore: _Syn    12/11/2011    2 recensioni
Embry stringeva tra le dita un papavero di carta, come quelli che fanno i bambini all'asilo e che regalano alla mamma insieme a un bigliettino colorato; fissava quietamente il cielo, oppure il mare. Oppure niente in particolare.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Seth Clearwater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Embry non esisteva



Un giorno Seth l'ha visto sulla spiaggia, vicino agli scogli, dove l'acqua si trasforma in schiuma bianca, si infrange ed esplode in mille frammenti d'acqua. Embry stringeva tra le dita un papavero di carta, come quelli che fanno i bambini all'asilo e che regalano alla mamma insieme a un bigliettino colorato; fissava quietamente il cielo, oppure il mare. Oppure niente in particolare.

Se ne stava solo in silenzio, con quel fiore rosso di carta i cui petali danzavano, colpiti dal vento selvaggio, e sembrava creare una barriera tra sé e il resto della spiaggia. Lui, Seth, era lì. Eppure, più guardava il fiore rosso, un colore così intenso contro il cielo e il mare grigi come ferro, e più aveva l'impressione di non poter entrare in quel cerchio: anche lui era grigio. Un elemento che non aveva bisogno di colori per definirsi, qualcuno che avrebbe potuto riprendersi l'arcobaleno, il mare e il cielo solo pensando a un nome. Non un grigio anonimo, solo un grigio che aspetta che il sole sbuchi da dietro una nuvola.

Tutto era grigio, ma il fiore, invece, irradiava di colore la pelle di Embry e rendeva caldi e nostalgici i suoi occhi persi nel nulla. Non c'era durezza, non c'era rabbia, solo uno stanco abbandono e le labbra, sfinite di stringersi in parole silenziose, erano socchiuse e ricoperte di gocce salate. Era un colore così compatto da sembrare incompleto, o forse era lo sguardo di Embry.

Sferzato dal vento, il papavero di carta era come l'ultimo appiglio fragile e sognante di chi non conosce le proprie radici, ed Embry lo stringeva fino ad appiattirne lo stelo sottile, fino a consumarlo.

Seth aveva quasi paura mentre lo fissava, lontano mille miglia da lui, e trattenne il respiro quando lo stelo del fiore si spezzò e i petali si adagiarono sull'acqua, per poi annegare tra le braccia di chi tutti accoglie e nessuno rifiuta. Come il cielo, come un branco.

Ma questo, ad Embry, certe volte non bastava. I suoi sorrisi diventavano compatti, come quel rosso; le sue parole incomplete, come radici spezzate; i suoi occhi lontani, come mete perdute. E il suo cuore disperso.

Quando il fiore svanì completamente sotto le onde, Embry rimase con lo stelo spezzato tra le dita, e poi lo mise in una tasca del pantaloncino consunto.

Seth si allontanò in silenzio, ma non abbastanza per impedirsi di immaginare altri mille steli spezzati come quello. E tanti petali freddi, persi nel mare. Non sarebbero mai tornati come una cosa sola, perché la distanza e la forza che li aveva divisi era troppo forte.

Non si sarebbero mai cercati, perché non sapevano neanche di esistere.

Ed Embry, oltre quel mare e oltre quel cielo, non esisteva.





Note di Alexiel: Visto che videoweed non carica, ne approfitto per pubblicare questa cosetta. Ieri, frugando tra le mie vecchie vecchie vecchie cose, ho ritrovato un papavero di carta che ho fatto da bambina. Lo stelo è tutto rovinato e la corolla sta per cadere. Perciò boom, idea. Ho pensato a Embry. Seth è un osservatore silenzioso, che avrebbe potuto essere chiunque, ma in quel momento mi è sembrata la scelta migliore. Mi sono vista lui, che certe volte mi sembra così simile a Embry per svariate ragioni, ed eccola qui, questa ennesima storia senza pretese che vi ho propinato.

Grazie per aver letto <3

Alexiel.

ps: di solito non do importanza a font e colori, ma in questo caso il grigio e il rosso mi sembravano appropriati.





  
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