[Ancora dalla
sfida Multifandom Drabble Fest della community
It100, una tripla drabble sulla
citazione "Disumanità. Una delle qualità caratteristiche del genere umano." (Ambrose
Bierce - Dizionario del diavolo) La riflessione su chi sia più spietato, se la
macchina da guerra o l'uomo stesso, probabilmente aveva bisogno di più di questa
manciata di parole per essere correttamente approfondita, ma la difficoltà stava anche
in questo. Non è facile che qualcuno capiti qui per caso, ma penso
di poter dire che si tratti di una storia che è possibile leggere anche fuori fandom: si parla di un androide, e di una guerra, non c'è altro da sapere.
Betata,
corretta e limata da Sundy,
che ringrazio ancora.]
Lui è la
macchina, e come tale ragiona in frazioni di secondo e calcoli di probabilità, e
poi apre il fuoco.
E’ una macchina intelligente, che scansiona e discrimina tra alleati e
avversari, che crivella il militare in una fontana di sangue lasciando illeso
l’innocente, che centra il nemico senza sfiorare l’ostaggio, e senza che la sua
mano tremi al pensiero di sbagliare la mira.
Attorno a lui, nella guerra, soldati ridono mentre danno fuoco alle chiese, e
allora si scatenano i religiosi, a sterminare con sacro ardore gli infedeli.
Strateghi progettano, impassibili, macchinari d’inferno, uomini e donne di
potere lasciano massacrare le loro pedine –per ragion di stato, o per
un’antipatia. L’umanità tutta ha fabbricato la propria distruzione, e metà della
Terra è ora per sempre silenzio, e polvere. E uno solo siede sul suo seggio,
aspettando con un sorriso di darla alle fiamme. Nel gelo di inverni innaturali,
suore ancora ragazzine escono con la pistola sotto l’abito bianco.
E puoi morire per il semplice fatto di appartenere ad una razza, o per una
rabbia tenuta dentro per dieci, cento anni; nessun perdono.
Lui, ti apre una porta, risponde ad ogni domanda, schiera il suo corpo di cavi e
metallo fra te e i proiettili; la meccanica diventa una strana forma di
gentilezza. Non sorride né ride né si entusiasma, non ha orgoglio a impedirgli
di ammettere i suoi errori. Calcola quanti devono cadere, necessariamente,
perché la missione sia completa, e non ne risparmia nessuno, non uno di meno,
non uno di più, senza rimorso né soddisfazione. E ti distruggerà, se deve, con
un solo colpo di grazia.
Perché è il suo dovere. Compie il necessario, con scelte nette e pulite, anche
quando sono imbrattate di sangue.
La disumanità è una delle caratteristiche del genere umano; dentro i suoi
circuiti, non è scritta.