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Autore: zia Molly    17/11/2011    3 recensioni
Eravamo bagnati fradici, le scarpe erano piene d’acqua e persino le punte dei nostri capelli gocciolavano. L’imbarazzo ci copriva così come ci copriva l’acqua.
Poco prima ci eravamo baciati.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emma Watson, Rupert Grint
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Remember your smile



Eravamo bagnati fradici, le scarpe erano piene d’acqua e persino le punte dei nostri capelli gocciolavano. L’imbarazzo ci copriva così come ci copriva l’acqua.
Poco prima ci eravamo baciati, teoricamente non dovevamo essere imbarazzati, anche perché non eravamo noi due che ci baciavamo ma bensì Ron e Hermione. Ma in quel momento era come se fossi io a baciare Emma, era come se stava succedendo tra Rupert e Emma e non tra Ron e Hermione.
Ecco forse è difficile spiegarlo così … ma molte volte diventiamo il personaggio che interpretiamo come nei nostri casi … ecco in quel momento io desideravo baciare Emma almeno quanto Ron desiderava baciare Hermione.  

Dopo aver girato quella scena ci eravamo rintanati nei nostri camerini, erano le sette del pomeriggio e avevamo finito di girare, ma il set era ancora vivo. Molti stavano ancora girando, anche Dan in realtà doveva essere sul set, ma si era rifiutato, lui voleva esserci mentre giravamo la fatidica scena del bacio tra Ron e Hermione, voleva sostenerci moralmente, sapeva bene che la amavo, e con la sua presenza voleva trasmettermi coraggio, voleva ricordarmi che in quel momento non ero Rupert ma Ron.

Poco dopo mi rintanai imbarazzato nella mia roulotte, accanto alla mia a distanza di 4 metri c’era lei, che come me, conoscendola probabilmente d’avanti a una tazza di cioccolata fumante, pensava. Ero sicuro che in quel momento stava pensando a quello che era successo.
Per lei, o almeno, quello che diceva alla stampa, per lei era come baciare suo fratello Alex, io dicevo ovviamente lo stesso, ma in realtà per me era come baciare la ragazza che amavo e che non ricambiava e mi vedeva come un fratello.
Ero sdraiato sul mio divanetto rosso che guardavo il soffitto.
Sul soffitto c’erano attaccate delle foto, tutte scattate sul set, con i miei amici. Ricordo quando ebbi l’idea di attaccarle li, avevo 14 anni e quelle foto erano accatastate su un mobiletto del mio camerino. Quel giorno io e Dan lo avevamo passato a giocare sul set, uno spasso continuo tra gli intervalli che c’erano tra le scene da girare.
Ricordo che quando entrammo nella roulotte io feci cadere le foto in terra e subito dopo Dan mi consigliò un album fotografico dove conservarle, e io ebbi al folle idea di attaccarle sul soffitto, così aiutati da Emma, montammo uno sopra l’altro, Dan era la base della piramide, poi c’ero io e Emma, che era la più leggera, era sopra le nostre schiene che tentava di attaccare le foto al soffitto.
Sorrisisi osservandole.

Ron mi mancava già e le riprese non erano ancora finite. Cosa sarebbe stato della mia vita dopo Harry Potter? … me lo chiedevano tutti, me lo chiedevo anche io. Quando la stampa, mia madre, i miei amici, i miei datori di lavoro, il mio manager, me lo chiedevano io rispondevo sparando le prime cinque cavolate che mi venivano in mente … ma erano cavolate … menzogne … non lo sapevo, era questa la verità.
Per il mio futuro speravo solamente di tornare nel mio passato, ovvero di ritrovare Emma e Dan  o si non perderli mai.
O tantissimi fratelli e sorelle, ma forse, Daniel e Emma valgono più di loro, mi conoscono anche meglio di loro.
Ma mentre pensavo e contemplavo il flash di quel bacio che mi veniva sempre in mente, i vari tentavi prima di riuscirci, le risate che ci facevamo sul set prima che questo accadesse e ora tutto si era congelato, in un imbarazzante silenzio. Decisi di andare a fare un giro per il set, infondo mancava qualche settimana alla fine di tutto e io stavo vivendo tutto troppo velocemente,avevo bisogno di salutare la mia infanzia con calma, dire addio a tutto.
Presi l’mp3, cuffiette, musica ad alto volume e uscì dalla mia roulotte.
Mi guardai intorno. Il parcheggio delle roulotte.
Passai a traverso molte e scrutai i nomi dei miei colleghi, i miei amici.

La roulotte di Dan, la luce era spenta, probabilmente era sul set; solitamente il set si spegneva completamente soltanto verso le 22.
La roulotte di Bonnie, anche la sua era spenta, anche lei a lavoro, scoccai un sorriso leggendo il nome sotto la stella sulla porta, lei era la mia sorella adottiva,  era una Weasley come me … forse i Weasley del set erano diventati una vera famiglia, ci sentivamo imparentati quasi d’avvero.
La roulotte di Evanna, era da poco sul set, ma era come se quella lunatica ragazza c’era sempre stata.
Poi la mia attenzione fu attratta dalle note che provenivano dalla roulotte di Natalia, era un’ottima cantate e ottima chitarrista, suonava e cantava per rilassarsi. Ricordo che una volta era venuta sul set armata di chitarra e ci aveva suonato la colonna del film con la chitarra, era stata mitica, geniale!
Seguì con le altre, altri nomi, altri amici.

Entrai all’interno degli studios, del set.
I rumori della lotta e delle urla di Deved si udivano già dall’entrata. Scoppi, le urla di Dan e di Ralph mi facevano rabbrividire, capivo pina piano che una guerra significava la fine di Harry Potter. Ultimo libro, ultimo film. Molti prendevano la fine come una liberazione, io no, io come una tragedia, ero strano io? Non lo so.. ma sapevo che quel magico mondo, dove ogni giorno della mia vita, mi rintanavo e vivevo magicamente mi sarebbe mancato.
Ero sul set della tana. Precisamente la camera di Ron. Mi accomodai sul divanetto rosso. E mi guardai intorno. La musica del mio mp3 intonava una canzone lenta e animata dalla chitarra perfetta per un addio.
Mi alzai dal divano, lasciandomi alle spalle le chiacchierata di Harry, Ron e Hermione nel sesto film. Proseguì il mio excursus nei ricordi a villa Malfoy.
Un flash mi apparì quando guardi il pavimento, sorrisi, ricordo quello che provavo in quel momento.
La scena in cui Bellatrix torturava Hermione io la vivevo come se Helena stesse realmente torturando Emma, dovuto dal fatto che uno, entrambe recitavano benissimo, due, amavo e amo Emma.
Proseguì tra i vari set, attraversando anche la sala comune dei Grifondoro, ricordo che da bambino ero talmente affascinato da quel luogo che fino ad ora ho sempre avuto paura che fosse un grande e lunghissimo sogno ad occhi aperti.
Incontravo tante persone, tanti amici mentre viaggiavo tra i ricordi, li salutavo sorridendo, alcuni ancora con il costume di scena, altri che come me camminavano come me per il set, altri che progettavano e distruggevano pezzi di set, altri che montavano e smontavano attrezzature.
Arrivai in uno dei set in cui non entravo da anni. La camera dei segreti, la scacchiera.
I grandi scacchi distrutti, le macerie dei cocci degli scacchi distrutti, le lanterne spente . Inquietate, ma allo stesso tempo bellissimo.
Mi avviai verso il set che poche ore prima mi aveva ospitato in un avventura che non avrei mai dimenticato, la camera dei segreti.
Ovviamente i teli verdi predominavano, ma l’immaginazione e la memoria fotografica figurava la camera.
Il pavimento era ancora bagnato, mi guardai intorno, camminai per il set, ispirai e espirai, riuscivo a sentire il suo profumo, Emma. Ma sapevo che era immaginazione e nostalgia, non mi illusi che fosse li o che fosse rimasto impregnato alle parti.

Decisi di uscire dagli studios e di tornare alla roulotte, tra poco sarei andato a cena, quindi.
Mi avviai verso i camerini ripercorrendo il percorso di prima deviando però, volevo vedere la sua roulotte.
Passai accanto alla roulotte di Emma, la luce era accesa e si udivano le note calme e tranquille del pianoforte. Come immaginavo stava ascoltando la musica classica.
La rilassava, spesso danzava anche su quelle note, ma lo faceva più per sfogarsi.
Ero intenzionato a bussarle per vedere come stava, se si sentiva come me, ma ero insicuro. Mi feci coraggio e bussai, senza pensare a quello che poteva succedere dopo.
Poco dopo mi aprì, aveva i capelli raccolti, splendeva come sempre anche nel buio della notte.
Mi sorrise e un po’ sorpresa mi salutò.
“Rupert! Ciao! Vieni entra!” anche se era imbarazzata, lo notavo bene, non esitò a farmi entrare
ciao Emma!”
“sai arrivi sempre al momento giusto!” sorrisi, cosa intendeva e cosa le passava per la testa non lo sapevo, si accomodò sul divano e mi face cenno di sedermi accanto a lei, notai subito la cioccolata calda sul tavolino e notai stranamente anche un album di foto.
“sai avevo un po’ di nostalgia … vedevo delle foto!” sorrise prendendo l’album e mettendolo al centro per condividere con me la nostalgia che travolgeva anche me.
“le foto del set vero?” chiesi ovviamente
“già … mi mancherete ” sussurrò guardando le foto che erano sulla pagina, aveva gli occhi carichi di tristezza, quel suo marrone color cioccolato appannato dalla nostalgia e dall’angoscia, notavo che desiderava piangere
oh dai su che non moriremo tutti! Non dobbiamo mica sconfiggere un mago oscuro! … è la fine di Harry Potter no delle nostre vite!” riuscì a scoccarle un sorriso, era bellissima, anche quando stava per piangere, mi sentivo un dio quando riuscivo a regalarle un sorriso.

 
   
 
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