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Autore: arty98    30/11/2011    3 recensioni
Il nostro eroe, Artemis Fowl, è di nuovo nei guai: toccherà al Popolo salvarlo dalla "maledizione".
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 
  
Era una serata buia e abbastanza fredda, Artemis e Leale stavano tornando alla limousine dopo una visita a un laboratorio che Artemis aveva definito obsoleto per chi ha dalla sua parte la tecnologia del Popolo, ma comunque un buon laboratorio. Erano sul viale quando apparentemente dal nulla apparì un dardo dalla punta coperta di scintille azzurrine che si conficcò nel collo di Artemis.
Leale, per quanto veloce potesse essere, non fece in tempo a deviare la freccia e Artemis crollò inerte sull’asfalto.
- È sicuramente opera del Popolo - commentò Leale mentre si affrettava a far ritorno a casa Fowl col giovane irlandese in spalla.
 
CASA FOWL
Era mattina presto quando Artemis si trovò sdraiato sul suo letto, con solo alcuni ricordi confusi della sera prima. Si mise a sedere e si alzò, non aveva mai fatto caso all’altezza sproporzionata del suo letto; dentro il suo cervello da ragazzo con il QI più alto di tutta Europa, un orripilante pensiero si fece strada e si propagò in fretta nella sua mente. Pur sapendo che quell’ipotesi fosse assurda, si portò le mani alle orecchie e non poté non stupirsi del fatto che fossero a punta, proprio come quelle di Spinella.
Andò verso lo specchio, salì sulla poltrona per poterlo raggiungere e guardò la sua immagine riflessa: i suoi capelli erano del loro abituale color corvino, ma con una più che evidente sfumatura rossa al centro; la sua pelle non era più del solito color cadavere, era diventata invece ocra.
Ora Artemis Fowl non aveva più dubbi: era diventato un elfo.
Prese dalla cassaforte il suo telefono e chiamò Spinella, appena l’elfa rispose davanti a lui apparve l’ologramma dell’amica;
- Ciao Artemis, come va? -
- Non benissimo, guardami.- rispose Artemis aspettandosi una valanga di domande da parte dell’elfa, cosa che non successe: Spinella si voltò e per un attimo impallidì di fronte al nuovo aspetto del giovane Fangoso, ma subito si riscosse;
- Prendo una navetta e arrivo, andiamo da Polledro.- disse senza un attimo di esitazione. 
 
Artemis scese al pian terreno, dove si aspettava di vedere un Leale notevolmente fuori di sé, lo trovò invece piuttosto calmo, mentre in cucina stava preparando la colazione; la guardia del corpo si accorse subito della sua presenza e del fatto che avesse il fiatone.
- Come ti senti? – chiese Leale avvicinandosi al suo datore di lavoro, Artemis da parte sua si rese conto di come si sentisse Spinella di fronte all’euroasiatico.
- Abbastanza bene, a parte il fatto che i gradini di casa non sono proprio a misura d’elfo. -, disse Artemis sedendosi al tavolo già apparecchiato.
- Ah, dimenticavo, Spinella viene qua con la navetta per portarmi da Polledro, probabilmente lui avrà una cura per quello che mi è capitato. Sarà qui a breve. -
 
CANTUCCIO, STRATI INFERIORI
Spinella si diresse verso il magazzino della LEP, per andare prendere una navetta; era a dir poco turbata a causa del nuovo aspetto di Artemis, ormai si era abituata al fatto che il suo amico fosse un Fangoso e vederlo con quelle sembianze l’aveva confusa. Appena Artemis era apparso davanti a lei, avrebbe voluto rivolgergli una marea di domande, ma sapeva che lui le avrebbe spiegato tutta la faccenda più tardi.
Prese l’uscita per E1 a Tara, non le ci volle molto per ritrovarsi in superficie, schermare la navetta e volare a bassa quota sulle colline irlandesi. In una ventina di minuti fu a casa Fowl, accolta a braccia aperte da Leale, che la condusse in cucina, dove Artemis la aspettava per fare colazione con pane, marmellata e frutta fresca, una cosa che sapeva, alla quale Spinella non avrebbe potuto resistere; durante il pasto Artemis spiegò al capitano Tappo che cosa era successo la sera prima:
- Io e Leale avevamo terminato una visita a un laboratorio scientifico e ci stavamo dirigendo verso l’automobile, quando un dardo spuntò da dietro un cespuglio cui ero vicino e mi centrò il collo. - mostrò il segno, ancora visibile, in cui l’ago l’aveva colpito.
- Hai per caso notato qualcosa di diverso nell’aspetto di quel dardo?-
- Adesso che mi ci fai pensare, sì, aveva la punta coperta di scintille azzurrine…-
- D’Arvit! Lo sapevo, è opera della magia, dubito che Polledro se ne intenda molto, ma chiederemo comunque il suo parere a riguardo. - . Detto questo controllò l’orologio digitale da polso.
- Andiamo. -
 
A BORDO DELLA NAVETTA
Artemis era stato su una navetta della LEP solo poche volte, ma gli era sembrata troppo piccola, invece adesso che era alto poco più di Spinella si accorse di quanto era comoda; prese posto sul sedile del secondo pilota, accanto a Spinella, e si preparò al decollo.
Una volta decollati l’elfa inserì il pilota automatico e si voltò verso Artemis:
- Se è stata una strega a lanciarti l’incantesimo, temo che solo lei sarà in grado di scioglierlo e farti tornare come prima.-
- Lo so - rispose Artemis, sperando che l’amica si sbagliasse.
Passarono alcuni minuti durante i quali né l’uno né l’altra riuscirono a dire niente; all’improvviso il viso di Artemis s’illuminò:
- Poiché sono un elfo, sono magico? -
Spinella rise, Artemis non sarebbe mai cambiato;
- Non lo so, ora controllo. – detto questo prese la testa del suo amico fra le mani, si avvicinò fino a far toccare le loro fronti e lo sondò: pur essendo un essere fatato Artemis non era magico.
- Che peccato – commentò quest’ultimo.
A quel punto un quadrante del pannello di controllo della navetta s’illuminò, erano arrivati a Cantuccio. Scesero dal velivolo e si diressero verso il laboratorio di Polledro.
  
  
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