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Autore: DaughterOfDawn    14/12/2011    3 recensioni
Un breve passo su Izumo e Shiemi e sul loro strano rapporto di amicizia (dopo la vicenda di Paku), analizzato dal punto di vista della prima. Visto che nel manga non è molto descritto, ho dato la mia interpretazione di cosa potrebbe esserci sotto la maschera quasi di disprezzo di Izumo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Izumo Kamiki, Shiemi Moriyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!

Questo testo è una sorta di esperimento che mi sono fissata di fare (voglio imparare a scrivere delle one shot decenti e che possano considerarsi tali), quindi non so come mi sia venuto! È anche la mia prima fanfic su questo fandom (sono una novellina, l’ho scoperto da poco) e quindi spero mi perdonerete eventuali sacrilegi (anche se spero che non ce ne siano perché averli inserirti in un testo così corto equivarrebbe a provare che sono un disastro completo).

Se devo essere sincera Izumo e Shiemi non sono esattamente i miei personaggi preferiti, però mi ispirava provare a sviluppare il loro rapporto proprio perché è una cosa assolutamente di secondo piano. In particolare ho scelto il punto di vista di Izumo perché non viene troppo sviluppata la sua interiorità e quindi c’è più spazio per l’interpretazione. Può essere visto sia come rapporto di amicizia sia come coppia (questa era la mia interpretazione, ma si può vedere in entrambi i modo, quindi a voi la scelta…).

Il pezzo di testo iniziale è di una canzone che neanche conoscevo prima di scrivere questa one shot, lo confesso…^^” L’ho trovata per caso cercando delle frasi su google. Però mi sembrava appropriata come testo, quindi l’ho inserita anche se non è esattamente il mio genere!

Spero che qualcuno riterrò lo scritto abbastanza valido da lasciarmi un commento, positivo o negativo che sia. Tutti i generi di critiche sono i benvenuti, sono qui per imparare! ^^

 

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Silent Bond

 

“The smile on your face lets me know that you need me 
There's a truth in your eyes sayin' you'll never leave me 
The touch of your hand says you'll catch me if ever I fall”

Ronan Keating - When You Say Nothing At All

 

Izumo sollevò gli occhi dalla tazza fumante che aveva in mano e lanciò di nascosto un’altra occhiata alla ragazza che le sedeva accanto, intenta a sorseggiare la propria tisana. Dopo che Shiemi aveva salvato la vita di Paku, il loro rapporto si era decisamente evoluto, superando i limiti che lei si era imposta fin dal principio. Si era aperta con quella ragazza così timida e impacciata eppure tanto determinata come quasi mai aveva fatto nella sua vita. E la cosa più sconcertante era che, per la prima volta, lo aveva fatto di istinto, senza perdersi a considerare i pro e i contro come faceva di solito. Per un istante, un misero istante, aveva permesso all’emozione di far soccombere la sua cinica razionalità e si era abbandonata alla dolcezza di un calore amico. E ancora non sapeva se era stato un bene o un male.

 

Ma alla fine chi poteva dire cos’era bene e cos’era male? Forse l’analisi delle conseguenze? O qualcosa di più, una di quelle emozioni che lei fuggiva sempre?

 

Tornò a guardare davanti a sé, i suoi scuri occhi cremisi fissi sulla pioggia di petali rosati che cadevano lentamente, appena sospinti dalla gentile brezza primaverile che ne spandeva il delicato profumo tutto intorno. Chiuse gli occhi ed assaporò la fragranza che la circondava, fresca e leggera come la pioggia estiva, abbassando la guardia di solito sempre e dolorosamente alzata. In fondo poco importava, giusto o sbagliato che fosse. Era accaduto e le aveva portato solo ricordi piacevoli. Per proteggere l’immagine che aveva di sé poteva sempre continuare a portare la sua maschera di disprezzo, tanto sapeva che Shiemi non se la sarebbe presa. La capiva, comprendeva le sue esigenze, e le rispettava senza per questo farle mancare la sua vicinanza in quei momenti solitari, quando c’erano solo loro due e l’albero di ciliegio nel giardino.

 

Poteva qualcosa di così puro, per quanto lontano da quello che era lei, nuocerle? Che fosse la paura a spingerla a continuare a negare?

 

Una risatina soffocata la riportò alla realtà. Izumo aprì di scatto gli occhi, sentendosi una stupida per essersi fatta scoprire in quell’attimo di debolezza. Ma, quando posò lo sguardo sulla sua compagna, pronta ad apostrofarla con qualche battuta acida, quel sorriso luminoso e quelle guance accese da un timido rossore le fecero morire le parole in gola. I suoi occhi rosso sangue si specchiarono in quelli verde smeraldo di Shiemi, perdendovisi. La ragazza bionda allungò timidamente una mano fino a toccare la sua in una leggera carezza senza rompere il contatto visivo, mentre il suo viso si imporporava ancora di più in quel modo innocente che solo lei possedeva. Izumo si lasciò attirare nel suo abbraccio, lasciando che lei poggiasse la testa sulla sua spalla. I capelli biondissimi di Shiemi le sfioravano il volto con leggerezza come i raggi del sole che filtravano tra la nube di fiori rosati, emanando lo stesso aroma dei petali.

 

Non li descrivevano così nei racconti gli angeli, occhi come pietre preziose, capelli d’oro e pelle diafana? Portatori di amore e pace, sempre puri ed intoccati nonostante la corruzione del mondo?

 

Forse per quei momenti valeva davvero la pena di aver lasciato infrangere la sua corazza. Quegli attimi divisi fino all’estrema essenza, fatti solo di sguardi, gesti impercettibili e candidi tocchi, tutti impregnati di significati profondi, mai turbati dal suono delle parole, quelle parole che lei usava per manipolare gli altri, quelle parole che la difendevano dallo sguardo indiscreto del mondo, quelle parole che erano le sue armi e difese, ma anche la sua prigione solitaria. Solo Shiemi era riuscita a superare quel confine che le era parso invalicabile, perché solo lei sapeva esprimerle tutto senza mai dire nulla.

 

Quanto contava il suo orgoglio di fronte a quel sentimento nuovo e mai sperimentato? E cos’erano quella forza e quella volontà rivolte per una volta verso l’esterno e non su sé stessa?

 

Izumo strinse la presa sul corpo caldo di Shiemi e seppe che l’altra stava sorridendo. In fondo avere qualcuno al proprio fianco in ogni situazione e circostanza non poteva essere così male. Non sentirsi soli, avere una mano stretta nella propria, senza parlare. E sapeva che quella creatura gentile non l’avrebbe mai lasciata andare.

  
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