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Autore: E l i z a    18/12/2011    5 recensioni
Nell'introduzione si sente aria di cambiamenti!
Un giovane ragazzo di diciassette anni e capelli azzurri.
Una giovane ragazza di milleseicento anni e capelli rossi.
Uno studente ed una morta.
E se per una missione la morta facesse morire di paura il vivo?
.. Read me!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Espada, Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La volpe e la pantera.

Obscured by clouds.

-Mi ha fatto chiamare?
-È arrivato il momento da tempo atteso, preparati ad andare sulla terra, Reiko.
La stanza era buia, avvolta dall'oscurità della lunga notte che cadeva ormai da secoli in quel luogo.
Due figure risiedevano nel posto a qualche metro di distanza, uno seduto, l'altra in piedi, faccia a faccia.
-Si, Aizen-sama, come desidera.
La donna fece un veloce inchino, poi lasciò la stanza chiudendosi alle spalle le grandi porte.
Questo era l'Hueco Mundo. Un mondo buio, ma soprattutto, estraneo alla terra.

Camminava per il corridoio della sua scuola sotto gli occhi impauriti e distaccati dei compagni. Nessuno osava avvicinarsi a lui, e nessuno osava rivolgergli la parola.
Era temuto dalla metà degli studenti, l'altra metà invece gli portava rispetto.
Diciassette anni e capelli azzurri. Non era mai passato inosservato, soprattutto agli occhi dei compagni. Non aveva amici nella sua scuola, erano tutti troppo superficiali per non giudicarlo dal solo aspetto fisico. Fu per questo che iniziò ad odiare i suoi coetanei e non perdeva occasione per fare a botte. Difatti non si era fatto scrupoli a prendere a cazzotti un suo compagno di classe durante il suo primo anno di liceo, quando gli aveva chiesto, tra una risata e l'altra insieme ai suoi amici, che tipo di tinta usasse.
Ma d'altronde era sempre stato strano, fin da quando era piccolo.
Aveva sempre vissuto con i nonni fin da quando aveva memoria, e quando chiedeva dei suoi genitori loro non seppero dirgli altro che erano morti in un terribile incidente.
Forse fu proprio questo il motivo per cui il suo carattere fu sempre incentrato su vendetta e orgoglio.
Gli unici ricordi che aveva dei suoi erano formati dai racconti dei nonni, che parlavano solo di qualche caratteristica fisica.
Per questo era ritenuto strano, Grimmjow Jeagerjaques.

Quella mattina il cielo era oscurato dalle nuvole, ma era così luminoso in confronto all'Hueco Mundo, non c'erano dubbi.
In mezzo alla folla spiccava una ragazza non molto alta e dal fisico snello. I suoi vestiti erano decisamente diversi dalle persone che la circondavano, ma nessuno sembrava farci caso, forse perché non poteva essere vista.
Era alla ricerca di ciò per cui era stata spedita sulla terra, ma ancora non aveva percepito nulla.
Non aveva indicazioni, le avevano solo detto che l'avrebbe trovato grazie alla sua reiatsu, ovviamente diversa da tutti i comuni umani.
Era un po' che girava, e grazie alla ricerca, ne stava approfittando anche per conoscere il mondo degli umani. Tutto quello che aveva trovato sulla terra, nel suo mondo di provenienza non c'era. Tutti i racconti sentiti dalle spedizioni dei suoi alleati, tutte quelle frivolezze umane la stavano visibilmente annoiando.
Si concentrò un po', avrebbe raggiunto il centro della sua missione.

Quella per Grimmjow era una giornata come le altre, l'unico inconveniente era che non sapeva di essere osservato. Saranno state circa le due del pomeriggio e lui camminava tranquillo per le strade mentre calciava sassi e guardava l'asfalto, tornandosene a casa dopo l'ennesima stressante mattinata sui libri.
Sarebbe andato in cucina, avrebbe pranzato e passato, come al solito, il pomeriggio sui libri.
Svoltò l'angolo da cui cominciava il viale di casa sua, e poco dietro di lui vi era una ragazza.
Era una ragazza dagli sgargianti capelli rossi e dai vestiti strani, diversi da quelli delle persone che la circondavano, ma nessuno ci fece caso. Nessuno poteva vederla, neanche lui.
Lo affiancò, lo guardò e lo studiò e quando lo vide voltarsi e fermarsi, guardando verso di lei, si bloccò per un secondo.
Lo vide sbuffare e poi riprendere a camminare.
La ragazza si voltò e vide attaccato al muro il manifesto dell'apertura di un nuovo pub.
Ma cos'era un pub?
Per un attimo lo perse di vista, poi vide che aveva attraversato la strada.
Era strano il mondo degli umani: oggetti metallici con delle ruote attaccate, strani scalini di un materiale ruvido e di bianco solo alcune strutture alte. Cosa avevano che non andava, questi mostri simili a loro?

-Vecchia, sono a casa!- Urlò gettando lo zaino sul letto.
-Com'è andata a scuola?- Disse la nonna, sfornando dei biscotti al cioccolato.
-Come sempre.- Rispose con tono seccato, mentre entrava dalla porta della cucina.
La nonna di Grimmjow era una tenera vecchietta sulla sessantina, di un paio di anni più piccola del marito. Entrambi erano in buona salute ed ospitavano il nipote a casa loro da praticamente tutta la vita. Non avevano mai avuto il coraggio di dirgli la verità sul suo passato, quindi si inventarono la storia della morte dei genitori. Magari un giorno l'avrebbe scoperto, oppure non lo sarebbe mai venuto a sapere. Fatto stava che loro gli volevano bene così com'era, qualsiasi cosa fosse.
Grimmjow prese un biscotto dalla teglia appena sfornata.
-Attento che scottano!- Lo riprese la nonna, ma lui non l'ascoltò. Era sovrappensiero.
Si guardò intorno mentre addentava un biscotto e poi lo lanciava sul tavolo, tanto era bollente la pasta.
-Te l'avevo detto io!
L'anziana prese a ripulire le briciole sul tavolo ed osservava il nipote contemplare fuori dalla grande finestra.
Non era un tipo di tante parole nemmeno con i suoi nonni.
Come per strada, aveva avvertito qualcosa di strano intorno a lui, ed aveva fatto finta di osservare un manifesto al muro.
Era un po' che sentiva diversi tipi di presenze, ma pensava che fosse solo un suo fattore mentale, quindi non ci dava peso. Quella sensazione però la percepiva forte e chiara, come se ci fosse qualcosa che ai suoi occhi era invisibile.
Alzò le spalle e riprese a mangiare il biscotto che nel frattempo si era freddato.
-È quasi pronto il pranzo! Smettila con i biscotti.
-Ah, non ho fame. Vado a fare i compiti.
La nonna non rispose, sapeva che era un ragazzo chiuso, quindi lo lasciò fare.
Il giovane appena entrato nella sua stanza si mise a sedere sulla sua sedia e poggiò i piedi sulla scrivania, stendendosi e incrociando le braccia dietro la testa.
La sua espressione era tra il confuso e il turbato, ma dopo poco non ci diede più peso, dato che si addormentò.
-Bene, riesci a percepirmi. È un buon segno. Ora devo trovare il modo di inserirmi nella tua vita.
Reiko era appostata all'albero che dava sia sulla cucina che sulla camera da letto del giovane, da cui aveva un'ottima visuale. L'aveva osservato ed era stata incuriosita dal motivo per cui Aizen avesse mandato lei a rapire quel giovane per portarlo a Las Noches.
Lei però non era come Ulquiorra, lei voleva conoscere le sue prede, e così avrebbe fatto.
Si voltò e dietro di lei apparve un garganta che l'avrebbe riportata nell'Hueco Mundo.


 

NdA:
Buonasera cari lettori di EFP!
Sono qui con una FF di quelle prevedibili con storie d'amore, combattimenti, personaggi forse poco IC e un personaggio di mia invenzione u.u La sgargiante e rossa Reiko Ayumi. Beh, sinceramente non ho molto da dire essendo il primo capitolo, quindi spero vi sia piaciuto, e spero di vedervi in qualche recensione, positiva o negativa che sia, accetto tutto!
Hope you like it! :3

Ps. Fanfic rivisitata e messa a nuovo dalla sottoscritta autrice u.u


 

  
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