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Autore: barbarak    24/12/2011    28 recensioni
Draco Malfoy alle prese con la ricerca del regalo perfetto per Hermione Granger
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa FF Natalizia è dedicata a Lea
perché questo sarà un Natale particolare per lei
 
e a tutte voi che amate questa coppia
come la amo io

 

 
 
 Il cielo grigio e terso di quella mattina di vigilia di Natale faceva presagire un’imminente nevicata che avrebbe reso l’atmosfera della festività più sentita al Mondo, praticamente perfetta. I passanti, indaffarati dalle ultime compere natalizie, si stringevano nei loro cappotti pesanti, cercando di ripararsi dal freddo pungente che li investiva attraverso le raffiche di vento.
 
Nonostante questo, i volti sembravano rilassati e forse persino felici per l’arrivo della solennità che avrebbe scacciato per alcune ore tutte le preoccupazioni che quotidianamente dovevano affrontare.
 
Draco Malfoy camminava come un qualunque Babbano per le vie luminose e festaiole di Londra.
Tra i tanti era l’unico che non pareva sereno, perso dietro pensieri che da giorni, forse addirittura settimane lo tormentavano.
 
Si guardava intorno scrutando le vetrine, osservando le donne che gli passavano a fianco per cogliere degli indizi utili al suo scopo.
 
Non poteva permettersi di fallire, non questa volta. Aveva passato tutta la sua vita cercando di essere il migliore in tutto quello che faceva (a volte con scarsi risultati) ma ora voleva superarsi.
 
Erano cinque anni che tentava di vincere quella battaglia e per i primi quattro aveva miseramente fallito.
 
Aveva sempre creduto che con tanto denaro si riuscisse ad ottenere tutto quello desiderato, invece aveva dovuto ricredersi: un sorriso, una carezza, un bacio, non avevano prezzo e qualcuno di particolarmente saccente e fastidioso (a volte) gliene aveva dato piena dimostrazione.
 
Il primo Natale che avevano passato insieme era stato un totale disastro: la guerra era finita due anni e mezzo prima e loro si erano ritrovati a lavorare assieme al Ministero della Magia. Ci avevano messo poco a capire che il passato era morto e sepolto e che provavano un’inspiegabile attrazione che li aveva portati nel giro di due mesi, prima a uscire assieme e poi a rotolarsi ogni notte tra le stesse lenzuola.
 
Il ragazzo sorrise al ricordo, ma ritornò subito serio quando rammentò che avevano fatto in fretta anche a litigare furiosamente.
 
“Io non metterò piede in quella casa”.
Quella casa è dove io sono nato e dove ho festeggiato tutti i Natale della mia vita. Non vedo perché questo debba essere differente”.
“Forse perché sono stata torturata in quella casa?”
“Mi sembrava che avessimo deciso di dimenticare il passato”.
“Alcune cose sono difficili se non impossibili da dimenticare”.
 
Naturalmente erano rimasti ognuno con le proprie opinioni e nella propria casa, salvo poi vedersi il giorno dopo, troppo smaniosi di fare la pace. Lui le aveva regalato un collier di diamanti, dicendole orgoglioso che era un pezzo unico e d’inestimabile valore. Lei lo aveva riposto in cassaforte e aveva condotto Draco davanti al camino a guardare le fiamme. Gli aveva appoggiato il capo sulla spalla, stringendogli forte la mano e poi l’aveva spogliato lentamente, baciandogli ogni angolo del corpo tonico. Aveva condotto il gioco dall’inizio alla fine, con una dolcezza che l’aveva spiazzato e donandogli un piacere immenso che ancora adesso lo accendeva al solo ricordo. Alla fine, con il fiato ancora un po’ accelerato e i capelli sparsi sul suo petto, gli aveva detto “ti amo” senza ottenere indietro nessuna risposta. Non aveva mai indossato la collana e lui dopo un mese aveva fatto abbattere Malfoy Manor, facendone costruire una nuova, più piccola e meno cupa.
 
Il secondo Natale non era andato meglio del primo. Vivevano assieme da un mese scarso e lui pensava di aver avuto un’idea eccezionale, assolutamente fantastica; il problema era sorto quando l’aveva fatta partecipe delle sue decisioni.
 
“Il Natale si passa in famiglia con le persone cui si tiene di più”.
“Infatti, voglio passarlo su un’isola deserta, solo con te”.
“Ma i Weasley…”
“I Weasley non sono la mia famiglia e neanche la tua se vogliamo essere sinceri”.
“Mi hanno sempre trattato come una figlia e da quando i miei genitori non ci sono più, si sono occupati di me. Non possiamo rifiutare il loro invito”.
“Sai quante persone al Mondo possono permettersi di affittare un’isola?”
“Questo cosa c’entra?”
“Ho speso un mucchio di soldi per organizzare questa vacanza e non intendo rinunciarci per passare le feste in un porcile”.
 
Ricordava ancora gli occhi pieni di lacrime della ragazza mentre faceva la valigia e se ne andava in vacanza, da solo, la Vigilia di Natale, sbattendosi la porta alle spalle. Era rientrato due giorni dopo, sentendosi un completo idiota e con una voglia pazzesca di farsi perdonare il più in fretta possibile. Vederla sul divano con le gambe strette al petto, mentre fissava il camino con gli occhi rossi e un fazzoletto in mano, lo aveva destabilizzato. Il regalo più bello che gli aveva fatto era stato quello di non farlo neanche scusare. Gli si era buttata tra le braccia stringendolo forte e quando lui aveva tentato di giustificarsi, lei lo aveva zittito. “Sei qui, questo è quello che conta. Ti amo”. Neanche quella volta aveva risposto ma da quel momento Draco aveva giurato a se stesso che non l’avrebbe più lasciata sola per nessun motivo e così era stato. Il resto della loro stupenda vacanza era stato regalato a Molly e Arthur Weasley.
 
Il terzo Natale era andato meglio dei precedenti, anche se non poteva dirsi che fosse andato bene.
Aveva accettato di passare la Vigilia in quella specie di casa che chiamavano Tana, ma si era ben guardato da dare la benché minima confidenza a chicchessia. Era abituato a lavorare con Potter e Weasley (sia senior che junior) ma, in campo privato, voleva mantenere le distanze. Lei non l’aveva presa molto bene.
 
“Potevi almeno fare qualche apprezzamento a Molly per la cena”.
“Ho mangiato no? Sai che trovo superfluo sottolineare l’ovvio”.
“Non hai mai aperto bocca e hai a malapena salutato quando siamo arrivati e quando siamo andati via”.
“E’ già tanto se sono venuto. Sai che non mi piace mischiarmi con gente inferiore al mio rango”.
“Però con me ti mischi e anche piuttosto spesso”.
“Quello si chiama andare a letto assieme, è diverso”.
 
Si era accorto troppo tardi di averla ferita un’altra volta: lei si era voltata senza dire una parola ed era andata a spogliarsi in camera. Quando lui era entrato nella stanza, la ragazza aveva fatto finta di dormire e lui non aveva avuto il coraggio di spiegarsi e di chiederle scusa. La mattina successiva, tuttavia, lei si era comportata come se niente fosse successo e lui le aveva dato il suo dono con la speranza di farle dimenticare la sua uscita infelice. Le aveva fatto confezionare un abito dai folletti: era filato con l’oro e l’argento e la stoffa era impreziosita da piccoli diamanti sparsi nel corpetto. Era l’abito di una regina e lei quasi non aveva osato toccarlo: lo aveva indossato solo dopo parecchia insistenza da parte di Draco ma si vedeva che era imbarazzata, impacciata e non certo a proprio agio. Dopo essersi tolta il vestito, gli aveva porto il suo regalo con una certa titubanza.
 
Era una fotografia magica che ritraeva lei e Draco alle prese con scartoffie di ufficio. Lui aveva gli occhi fissi su degli appunti e teneva una mano appoggiata alla testa, con i ciuffi ribelli biondi che gli sfioravano la fronte; lei glieli spostava con un gesto dolce e lo guardava come se non esistesse nient’altro al mondo. Non si era mai accorto dell’intensità di quello sguardo. “E’ stato in quel momento che mi sono accorta di amarti”. Il cuore del ragazzo cessò di battere per un lungo istante, poi sorrise semplicemente, senza aggiungere niente alla perfezione di quello che lei aveva detto.
 
Due settimane dopo l’intera tribù Weasley era a cena da loro e Draco si comportò da ottimo padrone di casa.
 
Il quarto Natale era arrivato più in fretta di quello che aveva previsto, ma si era ripromesso che niente avrebbe turbato la loro serenità. Perché loro erano sereni e felici. Certo lui non glielo aveva mai detto di sentirsi bene con lei, però gli sembrava talmente ovvio che le parole erano certamente superflue: quattro anni di convivenza non erano mica noccioline, dopotutto.
 
Aveva organizzato tutto nei minimi particolari: si era rassegnato alla cena alla Tana la vigilia di Natale, ma per il giorno dopo era sicuro di sorprenderla facendole un regalo di certo gradito. Ancora una volta si era sbagliato.
 
“Cos’è questo posto?”
“E’ un ristorante magico che apre solo una volta all’anno per Natale. Bisogna prenotare con un anno di anticipo e solo le più antiche famiglie possono farlo.”
“Mi guardano tutti”
“Solo perché sei in mia compagnia”.
 
Non era vero. La guardavano perché l’avevano riconosciuta e sapevano chi era e cosa non era. A Draco non era importato perché pensava che bastasse la sua sola presenza a difenderla da tutti quegli sguardi e quei bisbigli.
 
“Dove stai andando?”
“A casa”
“Perché?”
“Perché qui non sono gradita e neanche io gradisco loro e la loro puzza sotto il naso”
“Loro appartengono al mondo dove io sono nato e cresciuto”
“Tu sei meglio, puoi essere meglio”
 
Arrivati a casa, non si erano parlati per quasi un’ora, fino a quando lei gli aveva porto un pacchetto. Quando lui lo aveva aperto e aveva guardato i due semplicissimi ciondoli di caucciù, aveva sorriso;  nel momento però in cui aveva letto la dedica scritta sul biglietto, si era sentito pietrificato dal significato di quelle parole.
 
Il sole e la luna sono diversi in tutto, esattamente come noi, e, come loro hanno trovato il modo di stare assieme all’alba e al tramonto, noi possiamo amarci completandoci senza distruggerci. Ti amo.
 
Non era riuscito a sciogliere la morsa che gli incatenava lo stomaco e la lingua, così si era limitato ad agganciarle al collo il ciondolo rappresentante il sole (era ovvio che fosse lei il sole, caldo e rassicurante), prima che lei gli facesse altrettanto con quello della luna (fredda e distaccata). Non se l’era mai tolto e mai lo avrebbe fatto.
 
La sera dopo l’aveva portata in una comune Pizzeria Babbana e l’aveva vista sorridere come non mai.
 
Dopo tutti quei semi disastri era arrivato il momento di rimediare.
 
Draco Lucius Malfoy si trovava nel mondo Babbano, la vigilia di Natale, perché stava cercando il regalo perfetto per Hermione Jean Granger.
 
Facile a dirsi, difficile a farsi.
 
I quattro Natale passati non aveva combinato un granché di giusto, dimenticandosi con chi aveva a che fare e pensando solo alle cose che lui considerava importanti. Che poi a ben guardare non che lui credesse ancora al valore dei soldi e del potere: gli piaceva il lusso e sfoggiare la sua ricchezza durante le cene di gala certo, però apprezzava anche e soprattutto le serate passate in pigiama davanti al camino a coccolarsi, oppure le passeggiate fatte la domenica mattina presto, quando il resto del Mondo pareva ancora addormentato. E, strano a dirsi, gli piaceva anche stare ad ascoltare tutte le strane conversazioni che avvenivano a casa Weasley le volte che vi era trascinato; Hermione era felice in quelle occasioni: le ridevano gli occhi e a lui bastava.
 
E poi stava bene anche quando lei lo costringeva a non usare la magia per le piccole faccende domestiche come riordinare oppure spostare i mobili: era bello eseguire i suoi ordini che gli dicevano cosa fare e come farlo. Si divertiva un mondo a irritarla e poi a rabbonirla con dei baci traditori. In fondo gli piaceva la vita semplice e senza fronzoli. Per tutta la vita era stato costretto a seguire un’etichetta, mentre da quando stava con lei, si sentiva libero, sereno e felice.
 
Lei lo rendeva felice, lei lo rendeva libero, lei lo rendeva sereno.
 
Lei, lei, lei…
 
Tutto il suo mondo ormai ruotava intorno a lei. Le volte che litigavano, sembrava mancargli l’aria sino al momento della riappacificazione che avveniva solo perché Hermione compiva quei gesti che li ricongiungevano e diceva parole che gli scaldavano il cuore. Era sempre stata lei a compiere quei passi atti a (ri)avvicinarli.
 
Si bloccò in mezzo alla strada quando si rese conto che, in realtà, lui, Draco, non aveva mai fatto niente per Hermione. Certo l’aveva trattata con tutti i riguardi e la faceva sentire una regina, però tutti i regali che le aveva donato avevano il marchio Malfoy inciso sopra: era normale che lei non li avesse apprezzati e che non le avessero toccato le corde dell’anima come invece era successo con lui e con i doni che aveva ricevuto.
 
Ora aveva capito dove aveva sbagliato e perché, il problema era che non aveva idea di cosa lei avrebbe potuto veramente apprezzare. E poi ricordò la prima volta che avevano fatto l’amore.
 
“Ti batte forte il cuore Signor Malfoy”
“Sono vivo, è normale che batta”.
“Un giorno vorrei che battesse per me”
 
Forse aveva trovato il regalo perfetto.
 
***
Erano stati dai Weasley come sempre e, a differenza delle altre volte, Draco aveva partecipato senza i soliti pregiudizi iniziali e senza le solite lagnanze. Aveva parlato, senza esagerare, con tutti e aveva apprezzato la cucina di Molly. Aveva avuto maniere perfette e Hermione aveva uno sguardo felice e sereno mentre lui si prodigava in un galante baciamano alla padrona di casa. Quella sera la stava stupendo positivamente.
 
Era stata una bella serata: la più bella vigilia della loro vita insieme e Hermione sperò che non arrivasse niente a turbarla. Il Natale doveva essere un giorno di festa e di amore ma per loro si era sempre trasformato in qualcosa che alterava la loro tranquillità; ormai la ragazza si era quasi ridotta a odiare la festa che era sempre stata la sua preferita.
 
Al loro rientro notò che Draco era stranamente nervoso e che si era subito recato al mobile bar per versarsi un’abbondante porzione di fire whiskey. Gli si avvicinò un po’ titubante.
 
“Draco tutto bene?”
 
“Volevo darti il mio regalo di Natale”. Lo disse senza guardarla e lei ebbe un fremito lungo la schiena. Sperò che l’orgoglio Malfoy non facesse la sua comparsa quella sera. Amava tutto di lui, ma a volte era difficile sopportare il peso che quel cognome comportava.
 
“D’accordo allora. Io sono qui”.
 
Lo sentì trarre un profondo respiro prima di girarsi e piantare le sue iridi argentee negli occhi stupiti della ragazza. Non disse niente. Le prese le mani e se le appoggiò sul cuore: i battiti erano accelerati.
 
“Draco, cosa…”
 
“Che cosa senti?” La domanda la lasciò perplessa.
 
“Il tuo..cuore?” Draco sorrise e a lei non parve mai così bello.
 
“Ricordi la prima volta che hai sentito il mio cuore battere?” Lei ci pensò un attimo, poi un sorriso radioso le illuminò il viso al pensiero di quello che era successo quella volta. Fece un cenno affermativo con la testa.
 
“Ricordi il tuo desiderio?” Un’ondata di emozioni colpì in pieno la ragazza, mentre il cuore sotto la sua mano batteva a un ritmo sempre più forsennato e lei riusciva a emettere un flebile “sì” dalla bocca.
 
“Sono tuo, Hermione. Anima e corpo. Il mio cuore batte per te, perché senza di te sarebbe solo un muscolo senza ragione di esistere. Ti regalo me stesso, la mia essenza, la mia vita. Ti regalo il mio egoismo che mi ha accompagnato per tutti gli anni della mia esistenza; ti regalo la mia arroganza che mi contraddistingue da quanto frequentavo Hogwarts; ti regalo la mia supponenza che è un marchio di fabbrica della mia famiglia; ti regalo Draco che tu hai scoperto e cui hai ridato la vita, ma ti regalo anche Malfoy che a volte potrebbe prendere il sopravvento, ma che tu saprai come tenere a bada”.
 
Mentre le lacrime le solcavano il viso, vide l’uomo che amava più di se stessa mettersi in ginocchio sempre tenendole le mani.
 
“Sposami Hermione Granger. Amami e insegnami ad amare come hai fatto fino ad oggi. Io farò del mio meglio per renderti felice”.
 
***
Quando Draco se la vide piombare tra le braccia facendolo cadere all’indietro, capì che il suo regalo era stato apprezzato. Se la strinse addosso come non aveva mai fatto e la sentì completamente sua come mai prima di allora.
 
“Era un sì?”.
 
Provò a sdrammatizzare la situazione anche se la voce incrinata non lo rendeva certo credibile.
 
Lei gli si accostò all’orecchio e gli sussurrò quella magica parolina prima di baciarlo teneramente sulle labbra.
 
Restarono stesi sul pavimento abbracciati per un po’ di tempo, accarezzandosi l’un l’altro senza fretta, assaporando il momento e l’amore che li univa.
 
A un certo punto Hermione, con un bellissimo sorriso sul viso, si alzò e gli disse che andava a prendere il suo di regalo, dirigendosi però verso il bagno.
 
Draco pensò a che razza di regalo potesse essere conservato in un bagno, ma era troppo preso dalle emozioni appena vissute per porsi veramente dei problemi.
 
Quando la ragazza tornò e gli consegnò, con le guance in fiamme, il regalo, Draco Malfoy assunse l’espressione più interrogativa del mondo.
 
Forse era lui che non capiva, ma proprio non sapeva a cosa diavolo potesse servire un bastoncino bianco con delle strane lineette colorate di rosa.
 
“Hermione, io…”
 
“Sono incinta!”
 
Due parole.
 
Due semplici parole con un significato enorme.
 
Un bambino.
 
Il loro bambino.
 
Quella verità lo raggiunse come uno stupeficium in pieno petto e lo colse stranamente calmo. Si sentì pronto e orgoglioso di diventare padre e subito fu invaso da una felicità infinitamente maggiore di quella appena provata; guardandola negli occhi capì che anche lei provava la stessa cosa: era raggiante, brillava di luce propria e si diede dello stupido per non essersene accorto prima.
 
Non aveva mai pensato di poter essere così felice e mentre la abbracciava e la baciava con passione, mettendole le mani sulla pancia ancora piatta, riuscì a pronunciare quelle parole che per tanto tempo si erano rifiutate di uscire dalle sue labbra.
 
“Ti amo”.
 
“Lo so, ma grazie per avermelo detto”.
 
Se la strinse addosso, giurando che niente li avrebbe più divisi e un sorriso sincero gli si dipinse sul viso quando realizzò che, anche quell’anno, era stata lei a fargli il regalo perfetto.
 
Poco male ci avrebbe provato l’anno dopo e tutti quelli successivi che avrebbero passato insieme; guardando il viso emozionato, bellissimo ed evidentemente felice della donna che amava, pensò che forse aveva raggiunto il pareggio. Dopotutto poteva accontentarsi.
 
 
 
Angolo della posta:
 

 

AUGURO A TUTTI UN SERENO E FELICE NATALE!!!!

 
 Baci BABY
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

   
 
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