Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Beatrix Bonnie    27/12/2011    4 recensioni
-Seguito de La sorella perduta- Dopo aver assistito all'entusiasmante finale della Coppa del Mondo di Quidditch e dopo esser rimasti terrorizzati dalla comparsa del Marchio Nero, Mairead, Edmund e Laughlin torneranno al Trinity per affrontare il loro quarto anno, sperando, questa volta, di uscirne indenni. Ma non potranno certo immaginare che cosa è stato preparato per quell'anno! Tra altezzosi cugini purosangue, gelosie e invidie, misteriosi tornei, scuole di magia lontane e sconvolgenti novità, i tre amici metteranno a dura prova la loro amicizia...
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

EPILOGO





Mairead osservava il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino con aria sconsolata. Pioveva a dirotto e faceva parecchio freddo per essere piena estate. Sospirò.

La conversazione era piuttosto scandente nello scompartimento, quel giorno, perché ognuno era immerso nel propri pensieri. Il loro quarto anno era finito e non si poteva certo dire che fosse filato tutto liscio, anche se non era completamente colpa loro, questa volta. Tuttavia qualcosa nell'equilibrio del sistema si era rotto: era come se fosse finito il tempo dell'adolescenza spensierata e fosse stato richiesto loro di crescere troppo in fretta. Ma lei non aveva nemmeno compiuto i sedici anni, ancora!

«Per tutto l'oro dei folletti, ho visto Inferi più allegri!» sbottò Laughlin ad un certo punto, per interrompere la monotonia del viaggio. «Sono io che ho mollato la ragazza, mica voi!»

«Chi hai mollato?» si informò Edmund, tornando bruscamente alla realtà.

«Chaitaly» rispose semplicemente Laughlin, con un'alzata di spalle. «Nell'ultimo periodo aveva cominciato a diventare piagnucolosa e poi si era arrabbiata perché tifavo per te, vecchio mio, e non per lei. Ma poi dico, quale idiota anteporrebbe la propria ragazza agli amici?»

«Già...» mormorò Edmund, ritenendo di avere urgente bisogno di lezioni sui riti di accoppiamento da Laughlin: lui sembrava sempre essere un passo avanti.

«E comunque non avrebbe potuto funzionare. Lei sta in India ed è pure più grande di me. Mai impelagarsi con una più grande» aggiunse col tono di un vecchio saggio ammaestrato dall'esperienza.

Per un po' tornò il silenzio nello scompartimento, ma poi Mairead domandò: «Ehi, voi non sentite questa musica?»

I tre amici tesero le orecchie e percepirono effettivamente uno strano canto che sgusciava sottile sotto lo scroscio della pioggia. «Sembra...» cominciò a dire Mairead, ma poi intravide la figura di un uccello maestoso che si stagliava contro il cielo plumbeo. «Guardate!»

Edmund e Laughlin spiarono fuori dal finestrino. «È una fenice!» decretò Laughlin, con convinzione.

«È la mia fenice» mormorò Edmund. Non si sarebbe mai aspettato che l'uccello che aveva creato con una trasfigurazione potesse in qualche modo tornare da lui. Sapeva che era difficilissimo addestrare quel tipo di animale e solo un mago molto esperto poteva riuscirci, ma forse tra loro due c'era un legame che non poteva essere spezzato. In fin dei conti, lui era il suo creatore.

«Apri il finestrino, falla entrare!» ordinò a Mairead, visto che la fenice si stava avvicinando sempre di più al treno. Il magnifico uccello planò dentro lo scompartimento e si posò sulle ginocchia di Edmund, fissandolo dritto negli occhi con quel suo sguardo dorato.

«Sei tornata da me» sussurrò il ragazzo, allungando una mano verso di lei con fare estasiato. La fenice chinò la testa e si lasciò accarezzare.

«Ed, dalle un nome!» suggerì Laughlin, entusiasta.

Edmund passò le dita sul morbido piumaggio dell'animale, poi mormorò: «La chiamerò Carmen, canto in latino».

La fenice parve soddisfatta del nome e, per tenere alto il suo onore, emise un dolcissimo verso. Dopodiché si sollevò in volo e si lanciò fuori dal finestrino, in direzione del cielo carico di nuvole.

«Che bello, ho sempre sognato di avere un animale domestico» sospirò Laughlin, osservando la sagoma della fenice che si allontanava.

«Io avevo un cane San Bernardo da piccola, di nome Momo. E adesso ho il furetto Roddy, ma è vecchio e rimbambito, perciò lo lascio a casa da papà, ormai» intervenne Mairead, sovrappensiero.

«Mio nonno Abharrach aveva un Augurey, stupido uccellaccio» si lagnò invece Laughlin, che da piccolo aveva sempre sognato di possedere un Crup, una specie di cane magico.

«Ma, Edmund, come farai a tenere nascosta Carmen all'orfanotrofio?» chiese Mairead, ben consapevole che i Babbani potevano avere qualche problema con gli animali magici. E un uccello come una fenice non doveva certo passare inosservato.

«Oh, per quello non c'è problema» rispose sarcastico Edmund. «Quest'estate la passo a villa McPride: il Presidente ha ottenuto l'adozione».

«Oh, Edmund, mi dispiace» mormorò Mairead, in tono affranto. Sapeva che l'amico non provava molta simpatia per Adolfus McPride, anche se non ne capiva davvero il motivo. «Forse, però, non sarà una cosa così malvagia. Almeno vivrai tra i maghi» cercò di consolarlo, con un sorriso forzato.

«Meglio i Babbani di McPride, fidati» replicò Edmund, in tono duro.

«Ma almeno dagli una possibilità, no?» intervenne Laughlin, cercando di far ragionare l'amico.

Edmund incrociò le braccia al petto e prese a guardare ostinatamente fuori dal finestrino. «Quell'uomo non se la merita. Non avrà mai il mio rispetto, la mia mente e il mio cuore» decretò con fermezza, deciso ad intraprendere una guerra personale contro il suo carnefice.

Né Mairead né Laughlin ebbero modo di rispondere a quella presa di posizione, entrambi ben consapevoli che non c'era speranza di modificare il giudizio dell'amico.

Il resto del viaggio fu ugualmente silenzioso, perché Edmund si era chiuso in un ostinato mutismo. Quando arrivarono nei pressi di Dublino, per fortuna, aveva smesso di piovere, cosicché non rischiarono di bagnarsi scaricando i bauli dal treno. La famiglia Maleficium al completo li aspettava sulla banchina. Laughlin strinse i genitori in un abbraccio e poi diede uno scappellotto affettuoso al fratellino.

Poco dopo sopraggiunse anche Reammon, con la stessa aria allegra e spensierata di sempre. Mairead gli gettò le braccia al collo ed esclamò: «Visto, papà? Quest'anno non ho combinato nessun guaio!»

Reammon ricambiò la stretta, ma non parve affatto contento della battuta di Mairead. «E magari vuoi anche un premio, per aver semplicemente fatto il tuo dovere?» le chiese, in tono di rimprovero.

Mairead, però, non ebbe modo di rispondere perché Eoin Maleficium si avvicinò a loro ed esclamò: «Ah, Reammon, quell'ocarina cinese era favolosa. Un pezzo unico per la mia collezione».

Reammon sorrise soddisfatto. «Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta, Eoin!» rispose in tono allegro.

Laughlin e Mairead si scambiarono un'occhiata perplessa. «Che genere di traffici illeciti hanno messo in piedi mio padre e tuo padre?» sussurrò Laughlin all'amica, in tono preoccupato.

Mairead scosse la testa. «Sinceramente, non lo voglio sapere» mormorò, ben conscia che qualsiasi cosa riguardasse Reammon era potenzialmente pericolosa ed esplosiva.

«Ehi, ehi, l'anno prossimo verrò anche io al Trinity!» esclamò Bearach, saltellando da un piede all'altro con aria eccitata.

«Favoloso» commentò sarcastico Laughlin, fingendo un brivido.

Per fortuna Daire Maleficium bloccò sul nascere la discussione con un'occhiataccia ai figli. «Edmund caro, puoi venire a trovarci tutte le volte che vuoi» aggiunse poi in tono gentile, rivolta al ragazzo.

Proprio in quel momento Edmund vide McPride che si avvicinava a loro, scortato da due Auror. «Temo che non avrò molte libere uscite quest'estate, signora Maleficium» mormorò rassegnato, osservando il suo patrigno che gli sorrideva trionfante. Doveva affrontarlo, e certo tenergli testa non sarebbe stato facile, ma non gliela avrebbe data vinta tanto facilmente. Si avvicinò all'uomo che considerava il suo carnefice e lo guardò dritto negli occhi.

«Sei pronto, Edmund?» gli chiese McPride, in un tono che voleva essere gentile, allungando la mano verso di lui per prendere il suo misero bagaglio.

«Quando vuoi» replicò il ragazzo, con uno sguardo duro e tagliente come una pietra. Avrebbe lottato tutta estate: non avrebbe rinnegato se stesso. Eppure... anche il metallo più duro si può piagare.

Non poteva nemmeno immaginare quanto diverso sarebbe stato di lì a due mesi.

Non poteva immaginare che presto sarebbe diventato Edmund McPride.



Eccoci giunti al termine di questo quarto racconto della saga. Non so voi, ma a me la cosa fa molta impressione! Ci stiamo inesorabilmente avvicinando alla fine! O.O

Il prossimo racconto, il quinto, rappresenterà una svolta importante perché saranno finalmente svelate le origini di Edmund... spero che, dopo che le ho pubblicizzate tanto a lungo, non vi lascino delusi! Comunque, dato che ho scritto sì e no 4 pagine (e non sono nemmeno le prime!), mi prendo una pausa e comincerò a pubblicare MERCOLEDÌ 29 FEBBRAIO (lo so, è una data fighissima! Il 2012 bisestile!).

Ora, due parole sull'epilogo: Laughlin è stupido, sì, lo so; è nella fase di solidarietà maschile contro l'universo femminile, ma avrà modo di ricredersi presto o tardi! Tra Eoin e Reammon sta nascendo una solida amicizia, che vedrete crescere con il tempo: adoro mettere insieme quei due! XD Infine, Edmund è tanto testardo quando dice di non voler cedere a McPride ma... vedrete! ;-)

Nel frattempo, se a qualcuno interessasse, a partire da martedì 10 gennaio comincerò a pubblicare la prima storia di un'altra raccolta, ambientata sempre in Irlanda (fantasia portami via!) e dedicata a due famiglie, il cui destino continua ad incrociarsi con quello di una terra magica dal nome Faerie.

Per il resto, grazie a tutti quelli che hanno seguito questa storia, a chi ha commentato (in particolare a Julia Weasley e darllenwr che hanno messo il cuore in ogni recensione!), a chi ha leggiucchiato qua e là, a chi si è interessato a qualche pagina e a chiunque abbia in qualche modo ricevuto delle emozioni da quello che ho scritto. Se vi ho fatto amare un po' di più l'Irlanda e i miei personaggi, sono più che contenta.

Alla prossima occasione

e buon 2012!!

Beatirx Bonnie

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Beatrix Bonnie