Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Elpis    27/12/2011    18 recensioni
Lord Voldemort era il male. Quel male che faceva piangere i bambini nei loro letti e guaire i cani al solo annusarne l’odore. Il Signore Oscuro non aveva un’anima – si era occupato personalmente di ridurla in brandelli – e se aveva mai posseduto un cuore doveva averlo smarrito molto tempo fa. A cosa sarebbe servito, d'altronde, a un essere che era così assolutamente ed imprescindibilmente incapace di amare?
Ma se le cose non stessero così? Se prima di diventare Lord Voldemort, Tom Riddle avesse provato la ignominiosa vergogna di innamorarsi? Se fosse esistita una ragazza che – all'insaputa di tutti – fosse riuscita ad entrargli nel cuore? E se questa ragazza si fosse frapposta fra lui e la riconquista della sua eredità di Serpeverde?
Se così fosse, di sicuro la sua storia meriterebbe di essere raccontata.
Dal quinto Capitolo:
“ Puoi crederci o meno, Roxanne, ma sono cambiato.” disse incenerendola con uno sguardo.
Fingeva.
“ Ma davvero?” gli chiese sarcastica.
La mano di Riddle era ancora stretta intorno al suo braccio, lui la trasse più vicina a sé, prima di risponderle in un soffio:
“ Perché non mi dai l'occasione di dimostrartelo? ”
Il calore del suo corpo la raggiungeva nonostante i pesanti strati in cui si era infagottata, rendendole tremolanti le ginocchia.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  




 

Prologo

 

 

 

Vedi, c’era questo mago che poi ha… ha preso la via del male. Tutto il male che riesci a immaginare. Il peggio. Il peggio del peggio. Il suo nome era…(1)

 

 

 

 

 

L’inizio coincideva con la fine.
Voldemort vide il lampo verde rimbalzare contro il suo petto e chiuse gli occhi con un sospiro, sentendosi inspiegabilmente leggero. Gli angoli delle labbra – linee sottili sul suo volto cadaverico – si dischiusero in un ghigno che aveva solo la parvenza di un sorriso. Che ironia. Che tremenda ironia essere uccisi dal proprio stesso incantesimo.
Del Signore Oscuro erano pochi a dire di poter sapere alcunché. Coloro che conoscevano qualche frammento del suo passato lo custodivano gelosamente, come un tesoro prezioso. Erano suoi fedeli seguaci, pazzi o più probabilmente morti, stroncati da una Maledizione Senza Perdono. Persino il suo nome era caduto nell’oblio e Voldemort aveva provato una gioia feroce, perché con il nome di quel vile Babbano non voleva avere niente a che fare. Nel suo volto da scheletro -  in quella pelle tirata e grigia, nelle sue orbite incavate e nel raspio della sua voce -  ormai nemmeno lui era più in grado di riconoscere i bei lineamenti di Tom Orvolson Riddle. Ed era meglio così.
Certo, c’erano state delle eccezioni. Silente aveva mostrato una morbosa curiosità per il suo passato, forse alla ricerca di un briciolo di compassione, forse smaniando ingenuamente di scoprire che c’era stato un momento – per quanto remoto – in cui Lord Voldemort era stato umano. In cui aveva provato qualcosa di diverso rispetto al freddo e all’ambizione che gli scavavano il petto. In cui aveva avvertito calore. Il calore delle sue ciocche dorate che gli scivolavano fra le dita.
Ma le sue ricerche non avevano dato frutti. Se c’era qualcosa che il Signore Oscuro difendeva con più feroce determinazione della sua vita, quello era il suo passato. Il suo passato con lei. I suoi occhi scuri e torbidi, riflessi di corteccia e di foglia nel suo sguardo. In tutta la sua vita Voldemort aveva perso il conto delle sue vittime. Quante persone aveva mutilato e ucciso e storpiato, quanti aveva ferito e fatto impazzire, non avrebbe saputo dirlo nemmeno se avesse compiuto un incantesimo per aiutare la sua memoria.
Ogni volta non era abbastanza. Ogni volta aveva bisogno che più sangue macchiasse le sue mani, che più urla risuonassero nelle sue orecchie per non ricordare il trillo argentino della sua risata. Solo quando quel liquido denso e ferroso, che sapeva di paura e di notte, gli scorreva fra le dita, solo quando smorfie deformate dal disgusto e terrore ricambiavano il suo volto serpentesco sentiva finalmente che l’umanità gli scivolava di dosso. Umanità. Odiava il suono di quella parola che si sposava così bene con quella di debolezza.
Fragilità. Gli esseri umani erano fragili e sciocchi, formiche che si affaticavano nella nera terra e morivano con un sorriso sulle labbra in nome di ideali che scoppiavano come bolle di sapone. No, lui non era umano. Era qualcosa di più. Qualcosa di libero, di avulso da quelle stupidaggine che i maghi come Silente chiamavano sentimenti. L’unica emozione che provava lui era la soddisfazione per la riuscita delle sue smisurate ambizioni e l’odio, feroce come un artiglio che lacera la carne, per il fallimento dei suoi piani. Nient’altro. E così doveva essere. Non voleva essere umano, non voleva sentire.
Perché l’unica volta che aveva sentito qualcosa era stato quando aveva stretto il suo corpo morbido fra le braccia.
Silente non era uno sciocco. Per quanto disprezzasse il suo modo di intendere la magia, le sue inutili tiritere sulla forza dell’amore e dell’amicizia, questo almeno Voldemort era disposto ad ammetterlo.
Ma persino lui e il suo portentoso intuito non erano riusciti a leggere a fondo nell’animo dell’Oscuro Signore, là dove persino la notte faticava ad entrare. Nemmeno il più esperto Legilimens della storia avrebbe potuto penetrare quello che egli nascondeva nei più oscuri recessi della sua coscienza, in quell’antro buio dove aveva ingabbiato l’urlo di così tanti anni fa e dove quell’urlo continuava a risuonare, alimentato dal suo stesso eco. Sarebbe impazzito chiunque avesse cercato di penetrare quella corazza e adesso che il vecchio era morto nessuno sarebbe stato disposto a rischiare tanto. Era una personale vittoria di Voldemort quella di essere riuscito cancellare tutto quello che la riguardava, una vittoria che lo rendeva incredibilmente fiero, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno con se stesso. L’avevano dimenticata tutti, ma lui non c’era riuscito. Eppure si era ridotto l’anima a pezzi per cercare di tollerare quel dolore.
Tutti credevano che la cosa che lo spaventasse più di tutte fosse la morte, che per evitare quella si fosse spinto fino a dove nessun mago al mondo aveva mai osato. E lui fino a quel valico, fino a quel limite estremo che sapeva di vuoto e putrefazione si era spinto davvero, sì, ma solo per il terrore di dover di nuovo vedere il suo viso e leggere il disgusto nella piega delle sue labbra. Se avesse avuto la certezza che la morte era solo oblio, non l’avrebbe temuta così tanto.
Il bruciore al petto era talmente forte che avrebbe voluto urlare, ma le labbra non rispondevano più ai suoi comandi. Cadde indietro, sbalzato dalla forza intrisa dalla sua stessa bacchetta. Un freddo mortale gli paralizzò gli arti, mentre l’impatto con il duro pavimento gli toglieva il respiro. Cadde e la sua anima cadde con lui. L’ultimo degli Horcrux infranto, nessun appiglio a trattenerlo a questo mondo. La paura era un veleno strisciante che contaminava il sangue e mutava in fiele ogni suo pensiero. Potter aveva vinto. E lui cadeva come una bambola di pezza, il lavoro di una vita gettato ai suoi piedi. Non aveva smembrato la sua anima solo per garantirsi l’immortalità. Oh, no. L’aveva fatto perché con l’anima a pezzi era più facile andare avanti, lasciarsi il suo ricordo alle spalle. Cancellare ogni traccia di umanità che le ricordava lei e la morbidezza della sua pelle diafana.
Fin da quando aveva memoria Voldemort si era immerso nelle tenebre. Le aveva accarezzate come amiche e amanti anche nei suoi anni più cupi in quel dannato orfanotrofio, quando la notte rigirandosi nel letto aveva sentito i suoi poteri crescergli nel petto, gonfiarsi sotto la sua pelle e esplodere in magia crepitanti che facevano rabbrividire i bambini nei loro letti e che si confondevano come vapori malsani ai loro incubi. Per questo quando le tenebre inghiottirono la luce della sala Voldemort le accolse con gioia. Tutto pur di non dover il sorriso trionfante di Potter, pur di non dover ammettere che aveva perso, che tutto quello che aveva fatto era stato inutile. Che l’aveva perduta per niente.
Il corpo – quel corpo grigio e freddo, nato da ossa e sangue carne, plasmato dalla magia e temprato dal suo odio - atterrò con un tonfo sinistro e Voldemort sentì distintamente l’anima premergli sulle labbra. Il freddo alle membra fu sostituito da un torpore che preannunciava quello della tomba.
Gli occhi chiusi, i denti digrignati, la mano ancora allungata come a voler afferrare qualcosa.
Per un istante, appena prima di morire, senza più Horcrux ad ancorargli e spezzargli l’anima, Voldemort lasciò il posto a Tom Riddle, uno sporco mezzobabbano di cui il padre non aveva voluto sapere niente e che la madre non aveva amato abbastanza da vivere per lui. Un ragazzo affascinante, ma freddo, a cui tutti si avvicinavano come falene attratte dalla luce ma che abbandonavano altrettanto velocemente. Solo. Vuoto.
Mentre l’anima di Tom Riddle si frantumava in mille, sgargianti, pezzi il suo ultimo pensiero fu per lei.

Roxanne.

 

 

 

(1) Si tratta di una citazione del primo libro della Rowling – “Harry Potter e la Pietra Filosofale” – e a pronunciare questa frase è Hagrid che cerca di spiegare ad Harry la vera storia della morte dei suoi genitori.

 

 

 

 

Ciao a tutti!

Come prima cosa un grazie anche solo per aver letto il primo capitolo di questa mia fan fiction. È un po’ corto, ma è solo il prologo, gli altri episodi saranno più ampi ed esaustivi. Cercherò inoltre di aggiornare presto, in modo che possiate farvi un’idea della trama. Che altro aggiungere? Spero di avervi incuriosito almeno un po’ e che mi farete sapere che ne pensate!

Un saluto e un bacio

Eli

 

                                    
  
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Elpis