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Autore: kannuki    02/01/2012    2 recensioni
Doveva cominciare a mettersi delle regole tipo 'non si mangia fuori pasto' e 'niente junk food'. Soprattutto, doveva ricordarsi di rispettarle.
PROLOGO della serie BRAVE NEW WORLD
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Claire Bennet, Sylar
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Brave New World'
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Accetta le mie scuse e falla finita!”

Scuse sentite e sincere!, pensò con una lunga occhiata di superiorità che lo mandò in bestia. “Ti vengono proprio dal cuore, eh?”

Solo le uniche che avrai” dichiarò staccando un pezzo di fragola dall'estremità opposta. La masticò nervosamente, e la squadrò da capo a piedi. “Ma non cresci mai?”

Ho i geni corti.”

E migliorava a battute, pensò continuando a sbafare il laccio alla fragola.

Si lanciarono un'occhiataccia a vicenda. Claire lasciò andare la delizia chimica quasi all'istante. Aveva avuto un brivido alla schiena: sembravano Lilli e Biagio mentre mangiavano gli spaghetti.

Tieni.”

Claire vide una bussola integra entrare nel suo capo visivo.

Ne ho rubata un'altra.”

L'aprì ma la bussola sembrava morta. La scrollò ma l'ago sembrò incollato al quadrante. Girò su se stessa ma non si mosse di una virgola. “E' rotta.”

Non sai usare una bussola? Scommetto che eri una Coccinella da piccola” borbottò osservandola da sopra la spalla. “Hai dimenticato tutto in due giorni?”

Claire voltò appena il collo ma l'occhiata gelida arrivò a destinazione e si infranse contro un sorrisetto maligno. “L'ago segna sempre il Nord. Questa non segna niente.”

Con lui funzionava eccome. L'ago aveva compiuto una rotazione completa e si era fermato. Sylar saettò lo sguardo dietro le spalle della ragazza. “Spostati.”

Claire fece un passo laterale e l'ago si spostò con lei. Sylar schioccò la lingua, grattò la tempia e richiuse la bussola. La fissò e di nuovo alzò le sopracciglia. “Non hai alcuna intenzione di tornare a casa, vero?”

No.”

Non puoi lasciare la tua amica qui. Dovete andarvene.”

Da quando ti interessi degli altri?”

Per quanto sia interessato a vedere la reazione di Noah quando saprà che la sua adorata orsacchiotta mangia la micia, non credo che sia un posto adatto...”

Mangia la micia? Claire impallidì e si spostò col busto. “Non sono... io... non... owh!” Perchè si stupiva che se ne uscisse con frasi del genere? Era pazzo e anche un bel po' stronzo! “Non mi aiuti a far ordine nella confusione, sai?”

E stare vicino ad una che ti odora le mutandine quando te le togli, credi che aiuti?”

Claire scosse la testa per dimenticare l'ultima frase. Quella conversazione la stava traumatizzando più dell'attacco in casa. “Tu hai uno strano concetto di quel che fanno due ragazze insieme!” esclamò indignata.

Sylar le rivolse un altro dei suoi sorrisi spensierati e per questo ancora più agghiaccianti. “Ti sto prendendo in giro.”

Vado a cercare Gretchen. Grazie della bussola, a mai più rivederci!”

L'uomo la salutò con un cenno della mano. Controllò il tatuaggio e sospirò impaziente.

In quale carrozzone hai occultato il cadavere?”

Occristo! Perchè tornava sempre? Sylar perse di nuovo la pazienza. Stava per divorarla con un urlaccio quando udì un rumore di spari e la gente urlare.

Claire rimase impalata in mezzo al campo. Aveva sentito un grido. Battè le palpebre perplessa e si voltò verso la parte ancora illuminata del circo. Qualcosa si conficcò nel terreno. Claire aggrottò la fronte e spostò appena il piede. Poi qualcosa le trapassò il polmone destro e Claire guardò la giacca. Si stava allargando una macchia di sangue.

Fai da bersaglio nel tempo libero?”

Apri la camicetta con due dita. “Mi hanno sparato...”

Ha tutta l'aria di aver rimbalzato” borbottò chinandosi a studiare la ferita. Era stupito di vederla così calma e controllata.

Non puoi fermarli?”

Mh... non me ne frega niente?” dichiarò con un mezzo sorrisetto.

Stanno sparando... su un mucchio di nuovi poteri...” gli ricordò sentendo le gambe gelare e piegarsi “... che non hai ancora preso...”

E aveva ragione da vendere, pensò mentre Claire barcollava. Sylar la prese al volo. Ecco, quella era la reazione giu... “argh!”

Claire non si lamentava perchè non poteva sentire dolore, ma il bicipite sinistro gli era esploso quando l'avevano colpito. La lasciò andare stringendo il muscolo con forza. Claire lo prese per il colletto e lo obbligò a togliersi dalla strada. Era pallida e spaventata ma aveva un sangue freddo che – modestia a parte! – era tutto merito suo. Il fattore di rigenerazione sputò la pallottola a terra. Aveva un foro sulla sua camicia preferita. Claire stava ripescando dal reggiseno la propria. La guardò e la gettò via, appoggiandosi alle ruote di un carrozzone. Non parlava ma bastò un'occhiata a fargli capire che era sull'orlo di una crisi di nervi. “Non è strano...” biascicò con voce tremula “... che proprio quando decidiamo di andarcene... arriva un cecchino?”

Scommetto che è tuo padre con tutta la cavalleria.”

Lui non sparerebbe mai sulla gente innocente...” borbottò sentendo le prime lacrime scendere sulle guance.

I fatti dimostrano proprio il contrario” insistette ponderando il danno che avevano inflitto ad entrambi. Li stavano tenendo vicini di proposito?. Non avrebbe socializzato col nemico, si disse voltando lo sguardo su Claire. Ecco, aveva cominciato a frignare. Bene, proprio quello che gli ci voleva.

Claire tirò su col naso, ripescò un fazzoletto dalla tasca dei jeans e lo passò sulle guance. “Non c'è che dire, sai proprio far divertire una ragazza.”

Sylar alzò un labbro e le passò il braccio attorno alla spalla. Claire gli prese un dito e si sbarazzò del gesto con un'occhiata sardonica. “Non farlo.”

Se non sono gentile con te, questo tatuaggio non se ne andrà mai!” esclamò tirando su la manica.

Claire sogghignò e si inginocchiò a terra, guardando al di sotto del carrozzone. Avevano smesso di sparare. “Pensa a me come al tuo herpes recidivo.”

Inarca di più la schiena e penserò a te in ben altri modi” borbottò osservando la posa che aveva assunto.

Fai venire i brividi” soffiò arrossendo e tornando a sedere sui talloni. “Ma tu non eri sulla strada della redenzione? Mi sa che hai sbagliato bivio.”

Sto solo facendo passare il tempo per cercare di capire il piano di Samuel.”

Che c'è da capire? Il suo scopo è attirare speciali per aumentare il potere del circo.”

Sì, a quello c'era arrivato anche lui. “Vuoi scommettere..” sussurrò posando il mento contro una mano. “Che ti chiederà una pinta di sangue per guarire le vittime della sparatoria?”

Claire si voltò di nuovo a guardarlo. “Non è mica un problema. A certe persone piace fare del bene agli altri.”

Cretina, pensò con uno sbuffo silenzio. “Ti vuole usare.”

Non fare il drammatico, tu hai usato altri mezzi per ottenere il mio potere” borbottò tornando a cercare il fazzoletto.

Non ho giocato la carta della coercizione psicologica.”

No, mi hai sbattuto su un tavolino e mi hai aperto la testa!” gridò dritto in faccia. “Lo sai che cosa ho provato, bastardo testa di cazzo?!”

Quanto fiato aveva in quei minuscoli polmoni? “Beh, ma non hai sentito...” Ahio!, pensò quando gli arrivò un ceffone dritto sulla guancia destra e Claire cominciò a tempestarlo di colpi. Non avrebbe ottenuto alcun perdono e avrebbe dovuto tenersi il tatuaggio, decise prendendole i polsi e voltandola su se stessa. La spinse via e Claire rotolò a terra, mise la mano su un bastone abbandonato in mezzo al campo e lo brandì come arma. Era seriamente intenzionata a litigare. Poteva sprecarci due minuti, pensò sospirando platealmente.

***

Non puoi metterci una pietra sopra?”

Te la do in testa!”

Poteva disarmarla in qualsiasi momento e la stava facendo stancare e basta. Claire gettò via il bastone. Era fastidioso e le faceva venire il mal di testa... e la frustrava tanto che l'avrebbe preso a morsi! Non riusciva neppure a litigarci per bene! L'irritazione crebbe fino a farla esplodere con un gemito strozzato. “Va al diavolo!” urlò marciando in una direzione a caso. Il gancetto del reggiseno si tese e venne rilasciato con uno schiocco contro la sua schiena. Bastardo, pensò continuando a camminare e ad ignorarlo. Teneva lo sguardo fisso sul prato ma lo rialzò quando due stivali infangati le si pararono di fronte.

Claire?”

Edgar?

Ti hanno sparato...”

Sì, ma... non è niente, guarisco. Che succede?”

Lydia è stata uccisa e Samuel mi ha accusato di aver tradito il circo. Ma non sono stato io, è stato...”

Sono stato io.”

Eli, il moltiplicatore.

Claire vide Edgar cadere a terra, il sangue spruzzato dalla ferita investirla e macchiarle la pelle e i capelli. Chiuse gli occhi ed ebbe un flashback del lavoretto di Sylar. I traumi aumentavano a vista d'occhio.

Vieni con me?” domandò ironico puntandole la pistola alla testa.

Non puoi causarmi un danno serio neppure se mi passi nel tritacarne” borbottò sperando che la voce – e le gambe - reggessero.

Cosa ne dici se stuzzico un po' questa parte qui?”

Un secondo Eli le comparve alle spalle e le puntò l'arma alla nuca. Solo uno dei due aveva una pistola vera e non poteva essere quello...

Il replicante cadde a terra con un gorgoglio di gola. Claire vide lo speciale di fronte a lei svanire come fosse un ologramma. Gettò un'occhiata dietro la schiena e inspirò per non mettersi ad urlare. “E' morto?”

Solo stordito. Volevo lasciarlo fare, ma non avresti avuto il fegato di farti sparare al punto debole. Non sei così...”

... pazza? Lo sto diventando a forza di stare vicino a te.”

Era buona, la battuta del tritacarne.”

Vero? L'ho pensato anche io...” disse bloccando il respiro per non mettersi a piangere per la terza volta. “Hai smesso la carriera da killer?”

Non aveva smesso di sua volontà. Aveva cominciato a bloccarsi. “Forse.”

La stanchezza le crollò addosso di colpo. Poteva scavare una buca nel terreno e mettersi a dormire, chi glielo impediva? Claire notò solo di sfuggita lo sguardo assente di Sylar. Eh, si doveva essere proprio una decisione gravosa! “Mi porti da Gretchen? Ormai si sarà ripresa.”

Le ho imposto un blocco mentale. Ti toccherà svegliarla con un bacio.”

Un risolino le squassò i polmoni mentre lo seguiva fra i carrozzoni. La visione di Gretchen addormentata con una rosa fra le mani e lei che scendeva da cavallo con una calzamaglia blu la fece sogghignare come una matta.

... perchè il mondo deve sapere della nostra esistenza! Non dobbiamo più nasconderci...”

Infervorava la massa. Sylar bloccò Claire contro il retro del baracchino della pesca e le sussurrò di stare zitta ma la ragazza continuava a ridere di pancia e non aveva quasi più fiato. Non poteva scegliere un momento meno adatto per perdere il controllo, pensò tappandole la bocca con una mano. La sentì irrigidirsi e le indicò con lo sguardo lo spiazzo in cui stava avvenendo il presidio non autorizzato. Claire gli afferrò il polso e lo abbassò di qualche centimetro. “Non respiro!”

Sylar le ringhiò di starsene zitta un'altra volta.

Claire trattenne il respiro chiedendosi se c'era proprio necessità di tutto quel contatto fisico. Gli fissò il colletto della camicia, il mento, il naso e spostò lo sguardo alla sua sinistra. Aveva tanta voglia di alzare un ginocchio e piazzarglielo nelle parti basse.

Che diavolo era quel rumore insolente alle orecchie? Sylar si guardò attorno, cercando la fonte del fastidio. Lo trapassava da parte a parte, si fermava nello stomaco e scavava come un verme fra i visceri.

Come faranno a trasportare il circo e tutte queste persone, secondo te?” Claire non riusciva a raccapezzarsi. Il circo poteva apparire dove voleva oppure erano loro che lo chiamavano? In quel caso, a New York c'era un gruppetto di accoliti di Samuel?

Claire aveva abbassato la guardia lasciandolo libero di captare ogni stronzata che le passava nell'animo. Avrebbe potuto stendere una lista lunghissima dei suoi sentimenti. Andavano dal fastidio insignificante del gancetto che le strusciava la pelle della schiena, al timore di non poter rivedere i genitori, alla paura dilagante della sua presenza. D'accordo, era il Barbablù della situazione e anche se le avesse chiesto scusa in ginocchio o l'avesse salvata da quel pazzoide con le dita lerce, sarebbe sempre rimasto...

Gabe?”

l'uomo che le aveva fatto del male, pensò abbassando lo sguardo sulla ragazza. Era ossessionato da Claire. La bussola puntava lei, pensò con un sospiro furibondo.

Ho un chiodo quasi piantato nel fianco, la finisci di spingermi?!” farfugliò sotto le sue dita sentendo la pressione del corpo farsi maggiore.

Zitta” bisbigliò con voce roca, spostando la mano sul collo e l'intero corpicino verso destra. Toccarla era come ficcarsi sotto la doccia calda dopo un acquazzone invernale. Era un essere puro, la sua nemesi. Sfiorarla equivaleva a infangare un vestito da sposa prima ancora della cerimonia. E a lui piaceva tanto distruggere la perfezione.

Claire si appiattì contro il baracchino. Stava iniziando ad agitarsi. Aprì la bocca, provò a respirare normalmente, esalò un gemito e Sylar tornò sulla terraferma dopo un lunghissimo viaggio in pensieri non troppo felici. “Mi dispiace... molto...” rantolò con la gola secca “... mi dispiace averti aggredito... e mi scuso di... questo...” Sylar spinse la lingua in un angolo della bocca e nicchiò. Non gli era uscita come l'aveva pensata, ma non avrebbe ricominciato da capo. Uccidere era più semplice dell'ottenere il perdono di Claire. “No, non è vero. Non mi dispiace per niente” borbottò prendendola per la vita e baciandola senza alcun preavviso.

Claire restò immobile. Per prima cosa, era sotto shock e aveva ancora gli occhi spalancati. Poi, era incredula delle scuse – vere, stavolta – anche se sembrava che gli stessero strappando un dente mentre le esponeva. Per ultimo, aveva sempre creduto che quell'uomo non potesse provocarle un trauma maggiore di quello vissuto un anno prima. Illusa. Aveva appena completato l'album delle figurine. Aveva anche l'edizione speciale dorata. Erano circondati da speciali sul piede di guerra e da un oratore pazzo che aveva appena sparato sulla folla. Suo padre la stava cercando e Gretchen era rinchiusa in stato catatonico da qualche parte. E a lei non fregava niente di niente. Aveva un cazzo di problema fra le mani. Avrebbe dovuto arrabbiarsi o cosa? Aveva la bocca impastata di paura ma non si azzardava a protestare. Si lasciava baciare, inerte. Avrebbe smesso appena il gioco non fosse stato più divertente. Due minuti d'orologio, conoscendo il tipo. Lei buona, lui cattivo. Lydia l'aveva avvertita che avrebbe cercato le risposte in tutti i modi. Erano in un circo fuori dal tempo e dallo spazio. Erano supereroi e ne stava stringendo uno con il complesso di Dio. Suo padre volava. Parkman leggeva nella mente. Poteva succedere di tutto, quella notte. Ma proprio tutto.

Sylar le tirò indietro il collo e la baciò sulla pelle arroventata. Stava facendo terapia riabilitativa. La sfiorò con la punta della lingua e la senti tremare come se le avessero dato la scossa. E' più per me che per te, bambola, pensò risalendo verso l'orecchio. Magari le stava dando una mano a mettere ordine nella confusione e il vecchio Bennet avrebbe avuto dei nipotini, in futuro. O forse avrebbe fatto outing alla cena del Ringraziamento. Rise per il pensiero, le sollevò il mento e riprese a baciarla, mordicchiandole il labbro inferiore. D'accordo, non era più terapia. Era divertimento, decise godendosi un gemito quando le leccò il labbro superiore nella parte più umida e carnosa.

Claire trasalì, la scossa arrivò al cervello e tornò indietro amplificata, dandole una panoramica di ciò che stava vivendo. La mano sinistra era fissa all'incrocio della mandibola con il collo e il pollice l'accarezzava. L'altra le riscaldava la schiena. Claire piegò lentamente le braccia e lo toccò sulle spalle.

Sylar spinse la lingua fra le sua labbra e il resto di lei contro il baracchino. Claire gemette e l'urto la costrinse ad aprire la bocca e a stringere le dita sulla camicia. Ora non aveva più alcuna via di fuga, pensò mandando la mente in cortocircuito. Ma ancora non si era stufato?

Claire, baciami...”

La ragazza scosse lentamente la testa, bisbigliò un 'no' inudibile e risucchiò il labbro inferiore.

Testarda. Sylar infilò delicatamente una gamba fra le sue e le premette contro, piegando il ginocchio.

Un'altra scossa. Era peggiore della prima, era completa e si concentrava nel ventre. Claire smise di mordersi e ansimò, liberando il labbro inferiore lucido di saliva.

Sylar la sentì passare dallo sbigottimento al desiderio in 0.2 secondi. Il cambiamento fu così repentino che gli tolse il respiro. Si stava strusciando contro di lui. Mosse di nuovo il ginocchio verso l'alto e Claire gemette senza ritegno, stritolando le maniche della camicia sotto le dita. Aggrovigliando le dita attorno ai capelli, la costrinse a sollevare la testa e la spinse ancora contro la struttura. Il suono sordo non lo udì nessuno e neppure il singhiozzo esausto di Claire.

La sua mente si bloccò sul pensiero che forse i nipotini sarebbero arrivati prima del previsto se continuava a gemere in quel modo. “Baciami...”

No...” bisbigliò sfiorando la lingua con la sua. Sylar se ne impadronì, la risucchiò e Claire gli allacciò le braccia al collo, arrendendosi a quelle sollecitazioni che non poteva in alcun modo fermare o ignorare. Aveva vinto un'altra volta. Gli aveva fornito un'arma di ricatto per colpa della sua stupidità. Sylar prendeva tutto quello che voleva e si era preso anche lei. “Hai finito?”

Sylar lasciò ricadere le braccia e si appoggiò pesantemente al baracchino. “Sì, ho finito...” sospirò tirando indietro i capelli. “Dovrò farmi perdonare anche per questo?” Sì, aveva un'erezione, che la smettesse di guardarlo con quell'aria imbarazzata! Per fare quello, avrebbero dovuto sedarlo, fargli il lavaggio del cervello e costringerlo con la forza.

Claire si odiò per non essere riuscita a fermarlo e per quel piantarello che stava facendo mentalmente. “Non dirlo a mio padre.”

Si erano scambiati gli enzimi salivari e l'unica cosa che riusciva a pensare era l'eventuale infarto di Noah? “Sono un tomba su certe cose... e poi dubito che mi crederebbe...”

Claire alzò le sopracciglia rapidamente serpeggiando lo sguardo sul prato. “Il tatuaggio è sparito?”

Sylar sbottonò la manica. Era ancora lì. “Andato.”

Aveva mentito, pensò distratta dal movimento delle persone che stavano lasciando il cerchio umano. C'era qualcosa di strano nell'aria. Era una specie di nebbiolina che rendeva i contorni delle cose evanescenti. “La vedi?”

Sì e non mi piace. Dammi la mano, prima di...”

Claire vide il corpo di Sylar sparire come lo Stregatto di Alice, sentì il respiro mancarle e una nenia nella testa che la chiamava e le rendeva impossibile muovere un altro passo. Il circo sarebbe ricomparso a New York. Samuel avrebbe rivelato la loro presenza al mondo. Non vedeva più l'erba ne i suoi piedi. E Sylar l'aveva appena baciata. Avevano attraversato lo specchio?


  
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