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Autore: samaelstoker    05/01/2012    2 recensioni
Uno strano discorso fra Lavi e Kanda.
[...] «[...] Non credi che, infondo, la nostra vita, quella degli esorcisti, assomigli ad un fuoco d’artificio? [...]» [...]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma dell'autrice del manga, Katsura Hoshino, quello che leggerete è solo frutto della mia mente malata fantasia. Non scrivo a scopo di lucro ma per puro divertimento.





Fuoco d'artificio





Il fuoco artificiale che stringeva fra le dita mandava piccole scintille colorate che andavano piano piano svanendo quando cadevano sulla poca neve che ancora rimaneva intatta nel cortile dell’Ordine Oscuro. Lavi fece una giravolta ridacchiando, spandendone, così, le scintille tutt’intorno. Poco più in là, Allen e Linalee stavano accendendo a loro volta dei piccoli fuochi artificiali.
In poco tempo, tutta l’area intorno all’Ordine venne illuminata da scintille colorate che, con la loro vivacità multicolore, rendevano un po’ meno cupa la sagoma della torre che ospitava il Quartier Generale.
Mancava poco, oramai. Ancora pochi minuti e l’anno nuovo sarebbe cominciato, lasciandosi alle spalle mesi estenuanti di guerra, morte, sangue e dolore, per aprire un nuovo orizzonte fatto, probabilmente, soltanto di più guerra, più sangue, più perdite e più dolore. Ma anche di speranza. Perché, sì, magari quello era l’anno buono, forse in quei dodici mesi che ancora dovevano iniziare la famiglia Noah sarebbe stata sconfitta e, con la morte dei seguaci del Conte e la distruzione degli Akuma finalmente sarebbe potuta cominciare l’era di quella tanto anelata pace per cui tante, troppe persone, troppi esorcisti si erano sacrificati.
Lavi sorrise, correndo verso il limitare del bosco che circondava la sede dell’Ordine da cui, seduto contro il tronco di un vecchio albero, Kanda osservava cupo i festeggiamenti. Gli sedette accanto, continuando a sorridere appena – quel sorriso che Kanda odiava, che sembrava così falso, ai suoi occhi.
Rimasero così, per un paio di minuti, Lavi che sorrideva, in silenzio, mentre guardava il fuoco d’artificio che teneva fra le dita spegnersi piano, in un cumulo di cenere; e Kanda che lo guardava di sottecchi, quasi curioso – perché, su, quando mai Bookman Jr. se n’era stato zitto per più di un minuto, uhm?
«Non vieni a festeggiare con noi, Yuu?»
E, infatti, eccolo. Un po’ più tardi del solito, ma ecco che la domanda che Kanda si aspettava da quando aveva visto Lavi correre verso di lui gli veniva posta. Era una cosa meccanica, quasi: ogni volta che lui si isolava in qualche occasione di festa, pubblica, o di qualsiasi altro genere, ecco che, puntualmente, Lavi arrivava e gli poneva quella domanda. Con delle piccole varianti, magari, non sempre la stessa – per esempio, a volte se lo vedeva troppo indisposto verso il prossimo ecco che Yuu veniva sostituito da un Kanda un po’ forzato, che stonava in un modo terrificante detto dalla sua voce –, ma il significato era sempre lo stesso. Non restare da solo.
«No. E non chiamarmi Yuu.»
Immancabile, anche la risposta era quasi sempre la stessa. E, immancabilmente, alla risposta seguiva Lavi che se ne andava con un’espressione un po’ rattristata – e con un bernoccolo, a volte, dipendeva dall’umore di Kanda.
Quella volta però, no, Lavi non si prese nessun pugno né se ne andò. Rimase lì, con lui, accendendo un altro fuoco artificiale che aveva tirato fuori dalla tasca della divisa. Stette ad osservare per un po’, con aria assorta, le scintille colorate che spruzzavano vivaci tutt’intorno. Il sorriso era scomparso dalle sue labbra.
Kanda non capiva. Non capiva perché, cazzo, tutto d’un tratto Lavi si fosse fatto serio. Così serio. Troppo serio. Era preoccupante. La verità, in effetti, era che Kanda non era abituato a vedere Lavi in un’ottica che non fosse diversa da quella dell’apprendista sorridente e spensierato di Bookman che, toh, guarda caso era finito per trovarsi a combattere dalla parte degli esorcisti. E non era diverso dagli altri. Non l’avrebbe visto in nessun altro modo. Punto. Fine del discorso.
«Yuu...» la voce di Lavi lo richiamò – con un certo sollievo, dovette ammettere Kanda, tanto che si scordò quasi, quasi eh, di lanciargli un’occhiata omicida mentre la sua mano correva al’elsa di Mugen. «Yuu, ti è mai capitato di pensare che ogni anno che passa, per noi potrebbe essere l’ultimo? Prova a rifletterci, per un secondo.»
Okey. Sinceramente, in quel momento, Kanda avrebbe preferito che Lavi se ne tornasse zitto e serio, se il risultato era quello. Però ci pensò, eh. Giusto per un secondo. Perché poi, ricordò, lui non era come tutti gli altri esorcisti, era differente. Quello che per la mammoletta, per Linalee o per chiunque altro avrebbe significato la morte, per lui non era che un momento di vuoto, d’incoscienza, di distaccamento dal resto del mondo e dalla guerra che, instancabilmente, tornava con prepotenza a farsi sentire nell’istante in cui riapriva stancamente gli occhi. E tutto ricominciava, come prima.
«Che.» fu la risposta, stizzita, che diede.
Lavi forse ci rimase male, ma non lo fece vedere.
«Io ci penso, invece. E… guarda. – mormorò, mostrandogli il fuoco artificiale che ancora teneva fra le mani – Non credi che, infondo, la nostra vita, quella degli esorcisti, assomigli ad un fuoco d’artificio? Viviamo combattendo da quando diventiamo compatibili, come il fuoco d’artificio quando viene acceso, e poi, lentamente, finiamo consumati dalle innumerevoli battaglie, senza quasi rendercene conto e, alla fine, quasi inevitabilmente direi, diventiamo cenere, che sia per colpa del virus degli Akuma o perché l’Ordine ha fatto bruciare il nostro corpo. E, come un fuoco d’artificio che fra le mani di un bambino si spenge prima della fine della festa, con tutta probabilità anche noi finiremo per spegnerci prima della fine di questa guerra, lasciando le cose fatte a metà, frasi non dette che potevano essere espresse…»
«Stai. Zitto.» ringhiò Kanda, esasperato. E confuso. Perché, sì, da solo Lavi – maledetto! –, con quelle poche frasi era riuscito a fare più confusione di tutti quegli idioti là che starnazzavano peggio di un branco di oche che si è appena accorto di trovarsi di fronte ad un gruppo di gatti affamati.
Avrebbe voluto aggiungere qualcosa, Kanda, forse tirare un pugno a Lavi – perché, si rese conto che forse avrebbe fatto meglio a dargliene uno anche prima, magari si risparmiava la tiritera sui fuochi d’artificio ed il conseguente mal di testa –, ma un potente scoppio annunciò la mezzanotte e Lavi ebbe la brillante idea di sussurrargli «Buon anno, Yuu» con un sorriso. Ma un sorriso diverso, questa volta… sincero. Un po’ malinconico, forse.
Al che, tutte le buone – buonissime! – intenzioni di Kanda andarono bellamente a farsi benedire.















EDIT: Tolto avvertimento OOC

Buon Anno! - in ritardo :3 -
Questa storia mi frullava in testa da un po', e all'inizio, doveva essere solo una piccola drabble, che poi è diventata una flash che poi è diventata una roba di 1. 018 parole ._.
Che poi, bho, l'ho scritta ieri sera e quando stamattina ho voluto cercare di correggerla non son riuscita a cambiare nulla. Nulla! D: *autrice depressa MODE ON*
No, comunque, seriamente. Boh. Lavi e Kanda sono OOC, mi sa - che poi, bho, io faccio schifo a rendere i caratteri originali dei personaggi quindi magari a me sembra di esserci riuscita e poi invece sono caduta in OOC, oppure mi sembra di essere caduta in OOC e poi invece ce l'ho fatta - sicchè metto l'avviso - perchè, oddio, magari un briciolo Kanda si salva, ma con Lavi sono andata proprio fuori - e poi magari se volete darmi un parerino... uh?
Coooooomunque. Questa fic voleva essere un augurio al nuovo anno per il fandom - e lo è, anche - però poi mi sono discostata dal tema che volevo utilizzare all'inizio ed è diventata una roba introspettiva (?) e totalmente bho, perchè manco io so come definirla :3 Che poi, cavolo, io non riesco a scrivere dal punto di vista di Kanda, non capisco come questa 'shot' mi sia venuta fuori così ._.
Vabbeh. Lasciando perdere i miei deliri da pazza sclerata, ringrazio tutti quelli che hanno recensito 'Vischio' e l'hanno messa fra i preferiti/ricordati, vi adoro *-* *scuoricina*
Se vi va di lasciare un'impressione (negativa, positiva, neutra che sia) anche a questa, sappiate che i commenti sono ben accolti :3
Un bacio e ancora buon anno,
Tallu_chan.



P.S: che poi, qualcuno si starà chiedendo come mai Lavi&co. riescano a tenere un fuoco d'artificio in mano senza bruciarsi - o farsi esplodere la suddetta mano - quindi mi pare d'obbligo una spiegazione.
La mia mente malata Ho immaginato che quelli utilizzati non siano proprio dei fuochi artificiali come quelli usati per gli spettacoli - Capitan Ovvio - ma quei bastoncini che si comprano e che si accendono e fanno tutte le scintille.
Spero di essermi spiegata .-. ho capito solo io.
   
 
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