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Autore: eldarion    05/01/2012    5 recensioni
Quante cose si possono trovare nella calza appesa al camino...Non solo caramelle, cioccolatini e frutta secca...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.a.  un regalo di molto tempo fa che ho voluto ricordare...forse non ha molto senso, forse è troppo sdolcinata... comunque per chi avrà pazienza di leggere Buona lettura e grazie a chi lascerà un commento!



La calza della Befana


Oggi piove.
Giornata per fare ordine negli armadi diceva la nonna.
Giornata di riflessioni dico io.
Apro i cassetti distrattamente. Stupita sorprendo un ricordo lontano: una calza lasciata lì, nella polvere del tempo trascorso.
Ora rammento!
La vacanza sulla neve.
L’idea arrivò improvvisa durante la festa, un attimo prima di salutare il nuovo anno.
“Sarà divertente!” Dissero tutti.
Io ero però dubbiosa. Non volevo unirmi al gruppo, troppe persone sconosciute, a me non piace la gente: sono un orso, io! E poi, non sono brava a sciare; nemmeno so se mi piace così tanto.
Amo la neve però, il grigio cielo che la promette e l’aria pregna del suo algido profumo.
Amo i boschi addormentati nel silenzio ovattato e i monti candidi assopiti nel gelo invernale.
Mi decisi alla fine. Seguii la curiosità di stare in mezzo alla gente.
Che sorpresa: fu indolore!
Lassù, nella solitudine bianca del rifugio: la neve, molte risa e il caldo del camino.
E anche un regalo inatteso.
Io nulla aspettavo, niente più doni. Li avevo scartati tutti, lasciati a casa insieme alla confusione delle carte stropicciate.
C’era fermento quel pomeriggio, ancora doveva arrivare qualcuno che non conoscevo.
Quando la porta si aprì tutti ti corsero incontro, non io. Ti osservai da lontano, in silenzio.
Eri alto e imponente, mettevi soggezione con quella tua voce così profonda. Avrei dovuto notare la calda sfumatura del tono e i tuoi occhi che ridevano.
Fu la calza della Befana a portare la vera meraviglia, proprio l’ultimo giorno di vacanza.
Inaspettate calzette rosa pendevano allegre dal trave del camino.
Nessuno si chiese di chi fosse stata l’idea, neppure io, troppo ingolosita dalle caramelle!
Lo scoprii carpendo per caso l’ultimo brandello di un discorso fugace:
”Dite tutti che è rustico ma è stata sua l’idea delle calze! Hai visto?”
Parlavano di te caro amico!
Hai una luce nascosta, silenziosa e tutta tua. Preferisci celarti, lasci risplendere gli altri.
Chiudo il cassetto.
Non è vuota la calza, c’è rimasto qualcosa da allora: l’ho riempita di memorie.
Ci sei tu, l’affetto e tanti tanti ricordi felici.
Com’è stato bello amico mio, non potrò mai dimenticare. E tu?
Ti ricordi quando...
  

  
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