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Autore: Nischino    07/01/2012    20 recensioni
Pansy inventa una pericolosa variante di Kings. Draco si ubriaca, pensa cose sconnesse e guarda gli zigomi di Harry. Hermione pesca l’asso e diventa la Regina della partita. E Harry?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nota dell’autrice: Avete mai giocato a Kings? Si tratta di uno di quei giochi che io e Draco definiamo “alcolici”; le regole sono molto semplici: al centro del tavolo c’è una brocca e, sparso attorno a questa, un mazzo di carte a faccia in giù. Ci si siede in cerchio e, uno alla volta, si pesca una carta.

 

RE NUDO

Due – Bevi due volte

Tre – Scegli chi beve

Quattro – Bevono gli etero

Cinque – Bevono le donne

Sei – Bevono gli uomini

Sette – Bevono i gay

Otto – Io non ho mai…

Nove – Bevono tutti

Dieci – Ti togli un vestito

Jack – Domanda o vestito

Regina – Donna dell’amore

Re – La tua fantasia più frequente

Asso – Sei il Re della Partita

Nove di quadri. (Pansy)

Era stata tutta un’idea di Pansy. Naturalmente.

Chi altri avrebbe potuto inventare una variante a dir poco ridicola –e fin troppo umiliante- di Kings?

Pansy non era una pervertita, era una pervertita a cui sarebbe tanto piaciuto nascere Cupido, il che la rendeva tremendamente pericolosa.

Per lo meno, pensò Draco sollevando il suo bicchiere di whiskey incendiario in un accenno di brindisi verso Ernie, con il nove di quadri bevevano tutti.

Weasley strizzò gli occhi e sputacchiò un po’ dappertutto.

Sette di fiori. (Draco)

Pansy non aveva solo inventato un nuovo gioco e delle nuove regole, ma aveva anche deciso che avrebbero dovuto provarlo con delle persone nuove perché ormai dei Serpeverde sapeva qualsiasi cosa (-perfino il colore delle loro mutande, Draco, il colore delle loro mutande-). In realtà, da quella mattina, Draco aveva cominciato a pensare che la sua migliore amica sapesse qualsiasi cosa su chiunque. Come avrebbe potuto, altrimenti, stregare la brocca in quel modo?

Sebbene fosse una gran bella brocca –argento lucidissimo e il manico a forma di un grazioso serpente- Draco dubitava seriamente che possedesse delle facoltà mentali. La logica conseguenza era che non avrebbe potuto, nonostante fosse una brocca magica e tutto il resto, conoscere i loro più profondi segreti e le loro più oscure fantasie. Insomma, era pur sempre una dannata massa metallica.

Quando si ritrovò in mano il sette di fiori quello strillò –Sette di fiori, bevono i gay!- e Draco ingoiò il proprio bicchiere, seguito a ruota da Blaise, Justin, Paciock (con alzata di sopracciglia di Blaise. Idiota.) e Potter.

Oh.

Sette di picche. (Blaise)

Draco non aveva una cotta per Potter.

Draco aveva una colossale cotta per Potter.

Lo sognava ogni notte e la cosa peggiore era che non rimpiangeva affatto i tempi in cui ad affollare le sue fantasie erano Oliver Baston o il Cercatore dei Chuddley Cannons.

Merlino, Potter non era nemmeno lontanamente appetibile ma, per qualche strana ragione drammatica, Draco lo trovava incredibilmente sexy, con quei suoi capelli arruffati, i suoi occhi sinceri e la sua voce tutta un –ehy- (tremendo) e un –amico- (terribilmente tremendo).

Eppure a Draco Potter piaceva. Dannazione, non avrebbe potuto prendersi una sbandata per Justin?

Rabbrividì alla sola idea ed ingoiò anche il terzo drink, non prima di aver lanciato un’occhiata di sottecchi a Potter per assicurarsi di aver visto giusto.

Aveva visto giusto.

Tre di picche. (Goyle)

Goyle scelse che a bere avrebbe dovuto essere Tiger. Cielo, che fantasia.

A volte Goyle sembrava davvero stupido e Draco si domandò come facesse ad essere così bravo in Aritmanzia. Non si poteva essere degli scemi integrali e dei geni in Aritmanzia.

Era come un paradosso.

Un po’ come “Malfoy è il più figo di Hogwarts ma va dietro a l’unico gay che non se lo scoperà mai”.

Nove di cuori. (Tiger)

Ancora una volta bevvero tutti e Draco cominciava a sentirsi un pochino allegro.

Non era ubriaco ma si trovava in uno stato ilare che lo indusse a scambiare i capelli della Granger per uno di quei cappelli russi. Come diavolo si chiamavano? Shapka?

Sei di cuori. (Thomas)

-Draco, sarà fantastico. Ci saranno i Grifondoro e li faremo bere un sacco e finiranno sputtanati alla grande- aveva detto Pansy.

E allora perché l’unico che stava bevendo un sacco era lui?

Con il sei di cuori bevevano gli uomini e, ok, c’erano un sacco di altri uomini nella stanza, ma lui aveva bevuto anche prima.

Insomma, era giustificabile il fatto che la testa gli girasse. Un pochino.

Due di quadri. (Finnigan)

Un turno di tregua mentre Finnigan si tracannava i due shot e Draco si concesse un paio di secondi con gli occhi fissi sulla gola di Potter.

Non c’era niente di male nel fissare la gola di Potter. Insomma, era una gola e, a meno che non pensassero che fosse un vampiro, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che la cosa che più desiderava in quel momento fosse marchiare Potter proprio in quel punto. Un bel succhiotto rosso e un morso poco più in basso, giusto all’attaccatura tra il collo e la clavicola.

Gli piaceva pensare a quanto sarebbe stato bello assaggiare la pelle di Potter. Di sicuro aveva un sapore forte e maschile ed era certo che, quando veniva morsa, l’unico gemito che Harry emetteva non aveva niente a che fare col dolore.

Jack di picche. (Paciock)

Potter aveva cominciato a piacergli in un momento imprecisato di settembre.

No.

Potter aveva cominciato a piacergli il 14 settembre, mentre si allentava la cravatta durante l’ora di Pozioni. Draco non era riuscito a togliergli gli occhi di dosso per il resto della lezione e aveva pensato che, cazzo, Potter era l’uomo più torrido sulla faccia della terra.

Potter si era accorto del suo sguardo –era ingenuo, ma non era affatto stupido- e l’aveva ricambiato con un’occhiata minacciosa che stava a dimostrare quanto i Cogliondoro si fidassero dei Serpeverde, nonostante avessero tradito le loro famiglie per lottare contro il Lord Oscuro. O quanto Potter si fidasse di lui, nonostante avesse abbandonato suo padre ad Azkaban, per combattere dalla sua parte.

-Ehm- disse Paciock e poi –Cavolo-.

Draco, allora, si ricordò che cosa gli aveva detto Pansy sul Jack. Nella sua testa, la sua voce suonava ovattata e diceva –Adesso arriva il bello, tesoro. Con il Jack puoi scegliere: o ti togli un vestito o la brocca ti fa una domanda sul tuo segreto più imbarazzante-

-E come fa a sapere qual è?- aveva chiesto Draco

-E’ stregata, tesoro, è il mio capolavoro-.

Paciock doveva nutrire una sincera avversità verso il suo corpo, perché chiunque dotato di un minimo di sanità mentale avrebbe preferito restare in mutande piuttosto che rispondere a una domanda sul suo più profondo e oscuro segreto.

Alla fine la razionalità ebbe la meglio anche su Paciock che, arrossendo, si sfilò la maglietta e rimase a torso nudo.

Blaise si mosse, agitato.

Due di picche. (Weasley)

Weasley bevve due volte e per due volte sputacchiò.

Re di fiori. (Potter)

Potter pescò il Re e a Draco ci vollero un paio di secondi per rammentare la spiegazione di Pansy.

-Ma è il Re l’idea migliore! A volte mi domando come io faccia ad essere così geniale-

-Va avanti, Pans-

-Uh, quanto sei noioso!- aveva cercato di fare l’offesa ma non era riuscita a trattenersi –Con il Re la brocca ti mostra una fantasia. La fantasia sessuale più frequente che una persona ha-

-Fantasia sessuale più frequente- aveva ripetuto Draco –Ricordi che potremmo pescarlo anche noi, il Re?-

-Per questo il volto dell’altra persona sarà sfocato. Ma questo non toglierà molto al divertimento, non trovi?-.

Potter era arrossito e Draco lo trovava sexy anche quando arrossiva.

Si poteva trovare sexy qualcuno mentre arrossiva? Dannazione: no!

Blaise trovava sexy le persone che arrossivano –brivido- non Draco Malfoy.

Draco Malfoy trovava sexy le persone che prendevano l’iniziativa e si arruffavano i capelli e lo sbattevano contro un muro sussurrandogli all’orecchio come e per quanto se lo sarebbero scopato.

Ma, in fondo, forse l’arrossire era superfluo, quando sussistevano tutti gli altri requisiti.

Tutti si avvicinarono alla brocca e l’acqua vorticò, formando un piccolo mulinello. Un attimo dopo, il viso di Potter era lì, estremamente vicino a quello di un’altra persona che –naturalmente- era impossibile riconoscere.

E, cielo, Draco non poté fare e meno di irrigidirsi quando l’immagine mostrò Potter afferrare l’altro uomo, sbatterlo contro un muro del corridoio e baciarlo freneticamente sulla bocca.

L’altro allungò le mani fino a raggiungere i suoi capelli, affondarci, per poi spingere il bacino contro quello di Harry ed inarcare la schiena.

E Harry ansimava –e la sua voce era roca e rotta e ridotta ad un ringhio- e Draco implorò Dio o chiunque altro di imprimergli quell’immagine nella memoria.

L’acqua vorticò ancora e Pansy fece spallucce.

-Andiamo, non siamo ancora troppo sobri per vedere i dettagli?-.

Draco la odiò. Sul serio.

Tre di fiori. (Hermione)

Hermione scelse di far bere Ron.

Forse pensava che l’unico modo per portarselo a letto fosse da ubriaco (per fortuna, si disse Draco, lo shock non gli aveva fatto perdere il senso dell’umorismo!).

Weasley bevve e sputacchiò. Come al solito.

Due di fiori. (Finch-Fletchley)

Draco non sapeva perché Pansy avesse voluto invitare anche un Tassorosso. Un Tassorosso gay, tra l’altro. Non c’erano già abbastanza gay, in quella stanza?

Forse Pansy era una di quelle sciroccate che si eccitavano guardando due uomini che si davano da fare.

Re di quadri. (McLaggen)

Sinceramente, a Draco non fregava un accidenti di assistere in prima persona ad una delle fantasie sessuali di McLaggen, così si mise a fissare Potter.

Non che fosse il suo passatempo preferito, ma era sempre meglio che guardare McLaggen mentre si divertiva alla grande con qualche ragazzina Corvonero.

Ok, un’altra bugia. Guardare Potter era il suo passatempo preferito e gli piaceva perfino di più che comprarsi scarpe nuove o diffondere falsi pettegolezzi.

Potter si voltò a guardarlo proprio mentre gli fissava la linea dello zigomo destro e accennò ad un leggero sorriso.

Lo stomaco di Draco fece un salto, le guance gli si imporporarono e imprecò –forse a voce alta- ma non distolse lo sguardo e ricambiò il sorriso.

Dieci di cuori. (Pansy)

Pansy si tolse la camicetta con disinvoltura e Draco dovette trattenersi per non sferrare a Thomas e Finnigan un pugno nello stomaco perché quella era pur sempre la sua migliore amica, poco importava la taglia di reggiseno.

Per fortuna era il suo turno e l’emozione gli impedì di fare gesti avventati.

Sei di quadri. (Draco)

A lui non capitava mai niente di divertente e non sapeva se ritenersi fortunato.

Ancora una volta bevvero gli uomini.

Dieci di quadri. (Blaise)

Draco non voleva solo scoparsi Harry, ma voleva che lui ricambiasse i suoi sentimenti, lo stringesse tra le braccia e gli comprasse i cioccolatini a San Valentino e lo portasse al mare per il suo compleanno.

Voleva diventare vecchio insieme a lui e pensare, nonostante le rughe e la bava e la mancanza di denti, “amo quest’uomo”.

Blaise si tolse la camicia con lentezza calcolata, centimetro dopo centimetro. Gli occhi di Paciock gli erano appiccicati addosso come una calamita.

Con sommo disappunto di Draco, anche Potter diede una sbirciata.

Due di cuori. (Goyle)

Goyle bevve due volte e sorrise pazientemente a coloro che lo guardavano chiedendosi se, per caso, qualcuno non avesse sostituito il suo whiskey con della camomilla.

Re di cuori. (Tiger)

Oddio, le fantasie di Tiger no. Qualunque cosa, ma le fantasie di Tiger no.

Purtroppo, le regole erano regole e così l’acqua vorticò e l’immagine di Tiger in un enorme letto dalle lenzuola rosa cipria si materializzò davanti agli occhi sgranati dei presenti.

Solo che quello a letto con lui non era una donna –il che provocò non pochi schiamazzi- ma un ragazzo grande e grosso almeno quanto lui.

Per quanto potesse sembrare strano, il tutto fu estremamente romantico e dolce e calcolato e Draco si ritrovò e pensare che, in fondo, non c’era niente di così vomitevole nel guardare Tiger mentre faceva l’amore con Goyle.

-Non hai bevuto quando hanno pescato il sette- disse perspicacemente Weasley

-E’ perché non sono gay- rispose semplicemente Tiger –Sono bisessuale, ma l’unica persona che amo è Goyle- e, con somma sorpresa di tutti, scoccò al suo ragazzo un leggero bacio sulle labbra.

Cinque di fiori. (Thomas)

Finalmente a bere erano le signore.

Dal momento che Draco non toccava alcool da un paio di giri, sentiva la nebbia nel suo cervello cominciare a diradarsi ma continuava a sentirsi stordito.

Che fosse tutta colpa dell’immagine di Harry che baciava disperatamente qualcuno?

Decise che sì, probabilmente era tutta colpa di Potter.

Cinque di picche. (Finnigan)

Le ragazze bevvero ancora. Fu allora che Draco si accorse che le ragazze erano soltanto due.

Sette di cuori. (Paciock)

Draco si portò il bicchiere alle labbra e lo trangugiò, sentendo gli occhi bruciargli.

Harry, dall’altra parte del cerchio, alzò il suo nella sua direzione e fece altrettanto.

Forse, si disse Draco, Potter era ubriaco e lo stava confondendo con qualcun altro. Ma Harry non aveva dato altri segni di follia, oltre al sorridergli e al dedicargli quel brindisi.

Tre di cuori. (Weasley)

A bere, questa volta, fu Harry. Di nuovo. E Draco si ritrovò a non volere che si ubriacasse, anche se il piano, all’inizio, era quello.

Otto di picche. (Harry)

Harry osservò per qualche istante la carta che teneva tra le mani finché quella non gli gridò in suggerimento –Io non ho mai…-, anche se lui sembrava aver ben chiare le regole, ma non come sfruttarle a proprio vantaggio.

Alla fine, le labbra gli si piegarono in un leggero sorriso e Draco ebbe paura, paura sul serio, quando Harry sollevò gli occhi nei suoi e sussurrò

-Io non ho mai desiderato di fare sesso con qualcuno in questa stanza-.

Lentamente –senza staccare gli occhi da quelli di Draco- prese il bicchiere e bevve. Draco pensò –Merda- mentre sentiva la sua mano allungarsi verso il proprio bicchiere e berlo a sua volta.

Nonostante l’alcool lo avesse stordito, Draco non poté fare a meno di pensare che quella di Potter era un’ammissione.

La cosa più strana fu che nessun bicchiere rimase pieno.

Asso. (Grager)

-Ma, ad essere onesta, spero di pescare l’asso. Ce ne sarà uno solo e chi lo pesca diventerà il Re o la Regina della partita. Potrà far succedere qualunque cosa, in qualsiasi momento- gli aveva spiegato Pansy, orgogliosa.

Draco aveva temuto che a pescarlo fosse lei, così, quando a pescarlo fu la Granger, trasse un sospiro di sollievo.

Lei fissò la carta per un po’, corrugando le sopracciglia. Non c’erano possibilità che la perfetta-Grifondoro-secchiona si fosse scordata che cosa comportasse l’aver pescato l’Asso, così nessuno disse niente e si limitarono ad aspettare.

-Voglio fare un paio di scambi di posto- disse, alzandosi –Harry, vai a sederti al posto della Parkinson, alla destra di Malfoy. Zabini, vicino a Malfoy e poi Neville, io, Ron, Justin, Ernie, Parkinson, Dean, Seamus, Tiger e Goyle-.

Pur a malincuore –d’accordo, niente affatto a malincuore- Draco vide Pansy alzarsi per lasciare il posto ad Harry che, sedendosi, gli sfiorò una spalla con la sua.

Draco avrebbe voluto ribattere, dire qualcosa di acido ed arguto, qualcosa come “non sai nemmeno sederti decentemente, Potter”, ma pensò che avrebbe anche potuto fare di meglio e che, in realtà, quella frase era piuttosto patetica.

E poi Potter gli aveva rivolto quel suo sorriso –accidenti a Potter- tutto labbra carnose e stiracchiate e chi diavolo riusciva a pensare a qualcosa di coerente, figuriamoci di arguto, quando Potter ti sorrideva in quel modo e il suo odore si era già appiccicato alla tua pelle?

-Ah, c’è un’altra cosa- disse la Granger e, con un gesto della bacchetta, li fece restare tutti in mutande e calzini.

Sette di quadri. (Weasley)

Avevano ricominciato il giro dalla sinistra della Granger, quindi toccava di nuovo a Weasley.

Draco inghiottì il contenuto del proprio bicchiere e trasse un profondo sospiro. Stava congelando eppure si sentiva andare a fuoco. Era possibile?

O, meglio, era possibile rimpiangere che quello stramaledetto Asso non l’avesse pescato Pansy?

Tre di quadri. (Finch-Fletchley)

Justin fece bere Harry e Draco gli lanciò un’occhiata torva.

Oddio, adesso era pure geloso se qualcuno faceva bere Harry? Si stava riducendo proprio male, come quel suo trisavolo da parte di madre che aveva deciso di tatuarsi il nome del suo amante lungo tutto la spina dorsale, per poi andarsene in giro canticchiando inni all’amore eterno.

Non era da stupirsi se era stato rinnegato e il suo nome cancellato dall’albero genealogico dei Malfoy.

In realtà anche il suo nome era stato cancellato dall’albero genealogico dei Malfoy, quindi era libero di lanciare tutte le occhiate torve che voleva e di impazzire del tutto per Harry.

Certo, non si sarebbe mai deturpato la schiena con un orribile tatuaggio, ma sugli inni all’amore poteva anche farci un pensierino.

Regina di fiori. (McLaggen)

La prima Regina della partita era capitata a McLaggen. Draco ricordava vagamente che Pansy l’aveva definita“donna dell’amore” perché chi la pescava poteva obbligare qualcuno a baciare qualcun altro (come logica vuole).

McLaggen si guardò attorno con aria seria e poi allungò la sua faccia squadrata in un sorrisone disgustoso.

-Ron devi baciare Hermione- esclamò come se avesse avuto chissà che lampo di genio.

Lo sapevano tutti che quei due si morivano dietro vicendevolmente, ormai perfino Paciock se ne doveva essere accorto!

Ma nessuno obbiettò e così un Weasley tutto rosso ed imbarazzato schioccò ad una Granger altrettanto rossa ed imbarazzata un veloce bacio sulle labbra.

-Ehm- disse Ron. Poi Hermione l’afferrò per i capelli e gli ficcò la lingua in bocca.

Fantastico. Incubi per un mese.

Regina di picche. (Pansy)

Come aveva potuto pensare di salvarsi? Come?!

Era ovvio che Pansy avrebbe preso il potere prima o poi e l’avrebbe obbligato a baciare Harry. Quella dannata stronza l’avrebbe obbligato a dargli un lento e meraviglioso bacio su quella bocca che sembrava fatta apposta per incastrarsi con la sua, come uno di quei puzzle che Tiger e Goyle facevano durante le vacanze di Natale.

La bocca di Draco divenne improvvisamente secca mentre il cuore gli martellava nelle orecchie.

-Finnigan- mormorò Pansy –Baciami- e così dicendo se lo tirò contro.

Draco l’odiava. Oh, quanto la odiava.

Sei di fiori. (Thomas)

Quando, finalmente, Pansy si era decisa a lasciar andare Finnigan (c’erano modi più discreti per uccidere i Grifondoro), aveva rivolto a Draco un’occhiata di scusa, salutandolo con due dita.

Lui doveva averle lanciato uno sguardo davvero buffo perché Pansy era scoppiata a ridere a crepapelle.

Mentre Draco beveva il proprio shot, sentì gli occhi di Harry fissargli le labbra. Quando si voltò verso di lui, però, Potter stava schizzando d’occhio alla Granger.

Quattro di quadri. (Finnigan)

Gli etero bevvero e Weasley, wow, sputacchiò.

Sei di quadri. (Tiger)

Gli uomini bevvero e, ancora una volta, Draco sentì lo sguardo di Harry carezzargli le labbra. Questa volta, però, riuscì ad intercettare i suoi occhi prima che scappassero da un’altra parte.

Draco non aveva mai pensato che ci fosse anche una sola, remota, possibilità di poter piacere ad Harry. Si era rassegnato all’idea che i suoi sentimenti non sarebbero mai stati ricambiati, se non in qualche assurda –ma deliziosa- fantasia.

Ma adesso qualcosa era cambiato e Draco poteva sentire l’illusione scivolargli sulla pelle e ghermirgli i sensi.

Non doveva cedere. Non poteva cedere. Aveva sofferto abbastanza e non poteva permettere che un po’ d’alcool mandasse a puttane la corazza che si era costruito con tanta fatica.

Harry sollevò il proprio bicchiere e lo bevve tutto d’un fiato.

Dieci di picche. (Goyle)

Goyle si tolse, tristemente, i calzini.

Draco ringraziò mentalmente la Granger per averglieli fatti tenere.

Regina di quadri. (Harry)

Fantastico. Ecco la terza occasione di baciare Harry che se ne andava così. Stronza.

Harry gli lanciò un’occhiata e poi distolse lo sguardo.

-Zabini- disse Harry e Draco, per un istante, ebbe paura che gli chiedesse di essere baciato –E Neville-.

Blaise si voltò verso Paciock e lo studiò per un po’.

Paciock stava praticamente tremando ed era così patetico che Draco si sentì un vermicolo quando si rese conto che quel fastidioso prurito alle mani era invidia.

Cielo, non era invidioso di Blaise, era semplicemente invidioso del fatto che quei due ce l’avessero fatta e del modo in cui Blaise aveva poggiato una mano sulla guancia di Paciock e aveva avvicinato i loro due visi per poi far incontrare le loro labbra.

C’era qualcosa di orribile in tutto quello. Di orribilmente fantastico, certo, ma sempre orribile era.

Regina di cuori. (Draco)

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

Draco fissò la dannata Regina sorridente mentre gli sventolava davanti un gigantesco cuore rosso acceso.

Quella era la sua ultima possibilità di baciare Harry e la cosa peggiore era che dipendeva solo da lui. E lui era un codardo, un codardo monumentale. Da bambino aveva avuto perfino paura degli spiriti e aveva continuato a nascondersi sotto al letto finché sua madre non aveva ordinato a due elfi domestici di fare la guardia davanti alla porta della sua cameretta.

Draco non poteva chiedere ad Harry di baciarlo, sarebbe stato come ammettere quello che provava per lui.

E se si fosse sbagliato? Se tutti quei segnali non fossero stati altro che un’illusione? Se Harry pensava ancora che fosse un ragazzino egocentrico e viziato, magari nemmeno interessante, con il viso dai tratti troppo aguzzi e delle labbra troppo piccole? Se Harry non l’avesse trovato intrigante? Se quello che Harry voleva era solo prenderlo un po’ in giro per ottenere la sua piccola vendetta a tutte le offese e gli insulti e i battibecchi? Se Harry non l’avesse trovato nemmeno lontanamente attraente e avesse risposto al bacio irrigidendosi e tenendo gli occhi aperti, non vedendo l’ora che Draco si staccasse?

Draco sollevò gli occhi e guardò Harry.

Ma, in fondo, anche se si fosse umiliato e se Harry poi avesse riso di lui, aveva qualche importanza? Aveva più importanza di un suo bacio?

No.

-Io…- mormorò Draco e Harry si sporse e gli chiuse la bocca con la propria. La carta scivolò via dalla mano di Draco e cadde sul pavimento.

Harry si allontanò, ma non abbastanza perché il suo fiato smettesse di accarezzargli le labbra.

-Ho frainteso?- sussurrò

-Come?- bisbigliò Draco, stordito

-Ti ho chiesto se ho frainteso-.

Draco, allora, si accorse di non aver mosso nemmeno un muscolo e che, probabilmente, ad Harry era sembrato di baciare la sua scultura al Manor, piuttosto che lui.

E così lo afferrò per le spalle e lo baciò ancora, questa volta infilandogli le mani tra i capelli e mordendogli le labbra, come si conviene ad ogni buon baciatore che si rispetti.

Harry gemette contro la sua bocca e morse a sua volta, con molta più foga di quanta Draco si sarebbe aspettato.

Baciare Harry era qualcosa di straordinario, paragonabile solo al baciare Harry nella fantasia di Draco.

-Oddio- biascicò Harry -Sento che sto per morire-

-Oh, non provarci nemmeno. Prima voglio scoparti, Potter-.

Quattro di picche. (Blaise)

Harry era tornato al suo posto con uno strano sguardo negli occhi. A Draco era parso ferito.

Otto di quadri. (Paciock)

Non poteva essere ferito. Non aveva alcun motivo di essere ferito. Draco l’aveva baciato così appassionatamente che gli facevano male anche le tonsille, il che non aveva affatto senso.

E poi perché diavolo la sua mano si stava avvicinando al bicchiere?

-Che succede?- domandò

-Neville ha pescato un otto- disse Blaise –E ha detto “Io non sono mai stato innamorato di qualcuno presente in questa stanza”- spiegò, bevendo il proprio whiskey.

Draco guardò Harry mentre riponeva il proprio bicchiere svuotato e, bevendo, gli venne in mente cosa poteva aver sbagliato.

Quattro di fiori. (Granger)

Non era mai stato bravo con i sentimenti, forse perché nessuno gli aveva mai insegnato cosa fossero.

Sua madre e suo padre l’avevano educato nella convinzione che le smancerie indebolissero e le dimostrazioni d’affetto non fossero altro che gesti futili da fare ogni tanto, per ricordargli che gli volevano bene.

Draco aveva iniziato a riversare il suo amore sul suo peluche preferito –una versione violetta di uno Snaso-. Nonostante avesse posseduto un migliaio di giocattoli –perché quello era il modo giusto di dimostrare ai propri figli quanto li si amasse, a detta di Lucius- lo Snaso Prince era sempre stato indiscutibilmente il suo preferito, nonostante le toppe e i rammendi e la mancanza di un occhio, forse due.

Draco aveva passato la gran parte della sua infanzia a giocare con Prince, mentre i suoi genitori si preoccupavano di trovargli i migliori insegnanti di Latino, Matematica e Geografia.

Quando suo padre aveva gettato Prince nell’immondizia perché troppo vecchio e lercio, Draco era rimasto definitivamente solo con tutte quelle nozioni e nessuno con cui condividerle.

Re di picche. (Weasley)

Weasley aveva pescato l’ultimo Re.

Com’era da aspettarsi lo specchio d’acqua mostrò la Sala Comune Grifondoro e un Weasley tutto nudo (incubi per i prossimo dieci millenni) che cavalcava con passione davvero virile e sudaticcia una figura minuta.

Suvvia, i capelli della Granger erano riconoscibili nonostante l’immagine sfocata.

Dieci di fiori. (Finch-Fletchley)

Anche il Tassorosso si tolse i calzini.

-Grazie, Granger- sospirò Draco e troppo tardi si rese conto di averlo detto ad alta voce.

-Non c’è di che, Malfoy- rispose lei, sorridendogli allegra.

Cinque di cuori. (McLaggen)

Pansy e la Granger scolarono i loro bicchieri con un’insana foga.

Draco guardò Harry. Era abbattuto ed era evidente e, Merlino, detestava vedergli quello sguardo in faccia.

Ma lui non aveva mai avuto una relazione e nemmeno qualcosa che vi si avvicinasse (a meno che scopare con Blaise vi si avvicinasse). Ma con Harry voleva provarci davvero, solo che non sapeva da che parte cominciare.

Gli sembrava che tutte le parole che fino a quel momento avevano avuto un significato così semplice, fossero diventate all’improvviso complicate e sbagliate in quel contesto.

Jack di quadri. (Pansy)

Pansy studiò i propri calzini e Draco pensò “toglieteli, togliteli, toglieteli!”.

Ma la sua migliore amica –o presunta tale, giunti a questo punto- non sembrava dello stesso avviso e scelse la domanda.

L’acqua nella brocca vorticò e poi, una ad una, delle eleganti lettere dorate apparvero sulla superficie per comporre la sua condanna a morte.

-Di chi è innamorato Draco Malfoy?- lesse McLaggen

-Non è giusto!- protestò Draco, sull’orlo di una crisi isterica –Questo gioco è assolutamente terribile e quella brocca è truccata. La domanda dovrebbe riguardare Pansy, non me, Pansy!- piagnucolò.

-Di Harry Potter- disse Pansy.

Draco implorò di morire. Oh, sì, proprio in quell’istante.

Jack di cuori. (Thomas)

Harry guardò Draco.

Ok, la Morte si era presa un paio di giorni di vacanza, meglio ripiegare sull’ironia.

-Naturalmente oltre alla scopata voglio anche i cioccolatini a San Valentino- disse, puntando gli occhi sulle proprie ginocchia. Ma quant’erano interessanti e pallide e rotonde…

Harry poggiò le labbra sul suo orecchio.

-A me non piace la cioccolata. Preferirei scoparti, a San Valentino- disse e gli morse il collo, proprio dove Draco avrebbe voluto morderlo a lui.

Thomas si tolse i calzini.

Otto di cuori. (Finnigan)

-Io non ho mai…- disse Finnigan –fatto sesso-.

Non bevvero Paciock (-sai che novità, Blaise-), la Granger, Weasley e Harry.

Draco, stranamente, non la trovò una cosa imbarazzante e nemmeno fastidiosa.

Mentre Harry lo studiava, chiedendosi cosa stesse pensando, Draco si sentì l’uomo più fortunato sulla faccia del Pianeta. C’erano diverse cose che aveva scoperto di se stesso durante quella serata, ma la più sbalorditiva era che, nonostante le sue fantasie fossero sempre state popolate da uomini che sapevano esattamente dove mettere le mani, il fatto che Harry fosse vergine lo riempiva di una strana euforia.

Sarebbe stato il primo per Harry e anche l’ultimo.

Nove di picche. (Tiger)

Bevvero tutti quanti e Draco ebbe come la sensazione che qualcosa, nel mondo, avesse fatto crack e fosse tornato al suo posto, proprio dove nessuno aveva mai immaginato che dovesse stare.

Nove di fiori. (Goyle)

Era come una rimpatriata, persone con un passato in comune ma vite diverse che non si vedevano da anni e che, all’improvviso, si ritrovano a bere insieme rendendosi conto di avere un sacco di cose in comune.

Non avevano detto niente, ma era come se avessero parlato per tutto il tempo.

Voldemort era stato dimenticato e c’era voluto un anno di scuola, ma alla fine avevano dimenticato anche tutto il resto.

Jack di fiori. (Harry)

-Oh, beh- disse Harry –Tanto vale rispondere a questa domanda-.

L’acqua vorticò precipitosamente ma le lettere dorate comparvero sulla superficie con una lentezza esasperante.

Draco le lesse con il cuore in gola sperando –e temendo- che dessero una risposta chiara anche per lui.

-Chi sogni ogni notte, Harry Potter?-.

Harry sorrise.

-Te, Malfoy-.

Quattro di cuori. (Draco)

Gli etero bevvero e, per far loro compagnia, anche i gay svuotarono i loro bicchieri.

Otto di fiori. (Blaise)

Draco si sporse verso Harry così, tanto per essere sicuro che si fossero capiti.

-Sai che adesso dovrai portarmi fuori a cena?- chiese con un tono che avrebbe dovuto essere malizioso. Harry lo interpretò per quel che era in realtà.

-La considero la mia nuova missione di vita-.

Blaise si schiarì la voce

-Io non ho mai pensato che questa è stata la serata più strana che io abbia mai passato. E anche la più fenomenale-.

Questa volta Draco non rimase sorpreso quando si accorse che nessun bicchiere era rimasto sul tavolo.

 

eHm…

Eccomi qui col mio solito –e spesso noioso- commento. Non ho molto da dire su questa storia tranne che adoro questo gioco, nonostante la nausea e l’emicrania del giorno dopo. Adoro anche Draco ubriaco e i suoi pensieri sconnessi e- per chi non l’avesse ancora capito- adoro anche la coppia Blaise/Neville e non è un caso se ne parlo in ogni fanfic –messaggi subliminali?! Quali messaggi subliminali?!-.

Purtroppo in questo periodo sono sommersa dallo studio e non ho la possibilità di lavorare alla long fic che sto scrivendo come vorrei, quindi per vederla postata dovrete aspettare ancora un po’ ^__- (ma non disperate, arriverà, prima o poi!).

Prima che me ne dimentichi, volevo scusarmi con tutte le persone fantastiche che hanno commentato l’ultimo capitolo di “Ab assuetis no fit passio”: vorrei davvero rispondere alle vostre recensioni, ma non trovo il tempo. L’università sta risucchiando tutte le mie energie e non mi lascia nemmeno il tempo di scrivere (anche se ogni tanto sgarro e lo faccio lo stesso -.-. Se mi bocceranno all’esame sarà tutta colpa di Potter).

Credo di aver detto tutto e di avervi annoiati abbastanza.

Spero che questa storia –che potete considerare come il mio personale regalo di Natale e anno nuovo tutto insieme (anche se in ritardo)- vi sia piaciuta e vi abbia fatti divertire almeno un po’.

Con affetto,

Nischino

   
 
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